Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

Un passo fuori dal luogo della fobia e siamo nella perversione. La perversione segna il passo, è un passo ginnico, è un passo a suon di musica, sono i movimenti, lo vedemmo, delle marionette di Mister Meister. L'opposizione crescente alla psicoanalis� si va organizzando, con l'apporto di medici e neurologi, intorno a un motto programmatico: non occorre perdere tempo con sogni e sintomi psichici; quello che si deve fare, a cui si devono dedicare v migliori sforzi terapeutici è: forgiare il corpo. A « forgiare il corpo » si dedicano in_ vari modi i pazienti in analisi e in questo è da riconoscere un modo specifico, nuovo forse, di resistenza alla psicoanalisi, non solo ma anche l'indizio di una propensione a rimpiazzare all'analisi, come via di guarigione dalla nevrosi, la scelta di una perversione. Tutto ciò che in un modo o in un altro tende a modificare il corpo -nel peso, nell'estensione, nella linea, nell'energia -mediante aggiunte o sottrazioni che, indipendentemente dal normale sviluppo somatico nel tempo, mirano ad alterare puramente e semplicemente il rapporto fisico del soma allo spazio, ebbene tutto ciò rileva della perversione. Forgiare il corpo, plasmarlo, vrrobustirlo, renderlo più alto e più largo è la tecnica con cui talvolta i più giovani fra i pazienti oppongono al disordine programmatico della regola fondamentale, cui pure si attengono scrupolosamente, il ritmo regolare di un allenamento sportivo, il passo cadenzato e prudente di un'arrampicata in montagna, la rigida organizzazione di un esercizio ginnico. Così l'analisi può conti',nuare nel tempo, per un tempo indefinito, secondo modalità tali che a nessuno possa venire in mente che essa non si svolga nel modo migliore, più fedele ai presupposti che la reggono, ma anche tali tuttavia che ne dimostrino, scientificamente potremmo 7

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