rapporto al funzionamento del sistema nervoso, e ancora più comprensibili se rnffrontate, da questo punto di vista sistemico, con altri esempi analoghi di attività intra-Hnguistiche, che intuitivamente fanno compI'endere la rilevanza e generalità del fenomeno. Sospendo perciò brevemente l'anahsi di questo testo di Landolfi, per introdurre ad alcune riflessioni generali, che poi mi serviranno per evidenziare la possibile struttura di una «fonte comune». Per quanto noi non conosciamo in dettaglio il funzionamento di un sistema nervoso animale, esso viene oggi definito, in termini generali, come una complessa attività di analisi e di sintesi di informazioni, che deve soddisfare ad alcuni criteri fondamentali. Deve garantire all'organismo che ospita il sistema nervoso un'adeguata probabilità di sopravvivenza in termini di funzioni temporali brevi (ciò che costituì per molto tempo la logica del meccanismo stimolo-risposta). Deve inoltre garantire probabilità ·di sopravvivenza in rapporto a funzioni temporali lunghe. Le funzioni temporali lunghe non sono però ,stabili: il sistema nervoso deve apprendere funzioni di riconoscimento complesse ,sui segnali diversi che provengono da differenti fonti d'informazione esterna. Questo compito è tanto più oneroso quanto più la stes• sa complessità crescente (nel progetto evolutivo) della condotta comportamentale animale permette sempre meglio di produrre risposte mutevoli, in grado di modificare rapidamente e innovativamente (creando discontinuità nell'organizzazione temporale) queste relazioni con l'ambiente. Quando, comunque, una funzione temporale estesa (discontinua) risulta stabile, ciò dipende dal fatto che un apprendimento discriminativo su diverse e complesse fonti di informazione viene incorporato in memorie affidabili. L'organismo allora simula e completa in uno spa64
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