Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

nerativa che a livelli assai profondi opera sul lessico per organizzarlo in superficie, mi si è spesso presentata, infatti, sotto forma di organizzazione assai astratta, non verbale, o frammista ad organizzazioni pre-verbali, a loro volta dipendenti dalla struttura percettivo-sensoriale più prossima all'organizzazione corporea. Un intero complesso di fenomeni mi appare perciò generalizzabile dal punto di vista di una possibile «fonte comune » che è messa a servizio sia di attività corporee sia di attività simboliche verbali, ed in gradi di astra" zione (o di materializzazione, come si vedrà) assai differenti. In particolare proprio una recente analisi su un testo di Landolfi, in cui è possibile mettere in evidenza con grande chiarezza una struttura interpretabile in �enso isterico, mi pare suggerire una procedura più semplice per delineare il processo generativo che presumibilmente, a livelli assai profondi, salda in modo indissolubile l'astrazione del linguaggio con la sua origine più materiale, all'inizio funzionalmente corporea, dei processi di simbolizzazione. Il mio contributo alla comprensione di cosa possa essere la fonte comune cui fa riferimento Freud consiste perciò nell'esporre l'analisi dettagliata di questo singoìare testo di Landolfi, e di suffragarne l'interpretazione, per quanto mi è possibile, con alcuni esempi tratti da Calvino, che presentano anch'essi interesse dal punto di vista del rapporto isteria-linguaggio. Credo che queste analisi linguistiche possano suggerire in modo molto semplice dimensioni della mente sconosciute, che sono ali'origine di fenomeni di simbolizzazione anomala, facilmente interpretabile in chiave di disturbo nervoso. Queste analisi utilizzano infatti criteri linguistici non sempre grammaticali, e quindi .funzionalmente indipendenti, come si vedrà, dal linguaggio ordinato e regolare che guida l'enunciato superficiale. Si tratta, in un certo senso, di un linguaggio «censurato», e nascosto in un 55

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