gru propri», per professione convinzione e tratto di arti.. fisionomica. Forse è un effetto dell'evidente contiguità di volume della fisionomia umana e teatro: ma si ha l'impressione che i profili e la mimica vivace di molte figure teatrali del Della Porta non siano segni metaforici - in elementi e affettazioni corporali - di indoli, passioni, qualità morali; ma siano appunto quei segni unità ed elementi del linguaggio corporale, incisi e coloriti da una scrittura fisionomica. Nel carattere indomabile della sua fame così si recita e raffigura Leccarda: « Il budello maggior mi gorgoglia 'ero, ero ', la bocca mi sta asciutta, la lingua mi si è attaccata al palato, il collo mi è fatto stretto e lungo, e che peggio mi potrebbe far un capestro? e si temo d'esser appiccato, così mi par d'esser appiccato due volte». 30 In incontri frequenti, nelle situazioni più diverse del teatro dellaportiano è la « ciera» che « parla e grida», come sa Morfeo, il ghiottone e parassita della Fantesca, 31 che, accennando al servo Pelamatti, dice: « Quella ci.era parla e grida che è la magior bestia del mondo». 32 E certo sarebbe da dimostrare, e svolgere in analisi e lettura 'gustosa ' dei testi, questa idea che il Della Porta elabori e rimesti, in sue figure e situazioni teatrali, mater , ie e segni dei suoi provetti studi fisionomici. Italo Viola NOTE 1 Così Mario Cicognani, odierno editore della traduzione che sto esaminando: Giovan Battista Della Porta, Della fisonomia del'l'uomo, Milano, Longanesi, 1971. Il Cicognani, però, trova che nelle «ragioni» e nel «linguaggio» del libro, perfottamente inquadrato nel «capitolo» della trattatistica cinquecentesca che celebra questa perfezione e la gloria dell'uomo, sono penetrate so
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