e orride fino al « bestiale malizioso», che, quand'è ferino, ha « i capelli spessi, et il color rosso più del dovere, le guancie pelose, il dorso peloso, le spalle elevate, li piedi brevi e grassi, l'ugne torte, strette e lunghe, over carnose, li diti brevi e grossi, gli occhi bianchicci, gialli, le ciglia sode e congionte», e, quand'è nefando, ha « i cerchi delle pupille diseguali, over i cerchi delle pupille che del medesimo modo corrono intorno, over rovesci, che si muovono congionti, over ... macchiati di nere macchie e rosse» (pp. 917-919). Lo sfoggio della « scimmia» si celebra spesso in queste propaggini lontane dall'immagine e somiglianza dell'origine, immagine e somiglianza obliterate, senza profanazione o empietà di scrittura, ma per spontanea intera applicazione, nell'investigare, nel figurare, a segni elementi caratteri naturali. E lo sfoggio si svolge vivace e variopinto nelle espressioni e ostentazioni della virtù come in quelle del vizio e delle turpitudini: per discernimento imperterrito, direi innocente, e nativa inesauribile curiosità. Dove poi a menare questo sfoggio è la natura della donna, immancabilmente linee somatiche e sembianti e gesti significano debolezze, inclinazioni maligne, bassezze. Per misoginia « d'impronta classica», commenta il Cicognani, 28 ma, direi, di complessione e umore tenacissimi. Ogni tratto o carattere del corpo della donna, ogni suo profilo, è associato a linee e sagome d'animali che significano pochezza e indoli viziose: e la donna stessa, molte volte, è portata, per un segno o per un altro, al paragone dei vizi e di morbosi affetti. Così, in segni ripartiti e ordinati, figura dopo figura, si compone, accanto alle misure della perfezione e , direi, alle proporzioni somatiche che la significano, un prontuario del mostruoso, non meno marcato e vivo, e certo più fitto e rigoglioso, nelle linee, nel movimento, nei colori. Nel quinto libro i segni si legano e « raccolgono 46
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