che con quell'« aura di Seicento» che circola nella traduzione, nella sua lingua saporita, '« benché povera», lingua, come dice il Cicognani, « di un sapore casareccio, 'paesano'», e dalla sintassi « quanto mai irregolare, strutturata ai limiti dell'anacoluto». 22 Ma il Della Porta si occupò anche di Fitognomonica, cercando di scoprire nell'aspetto, nella struttura visibile delle piante i « segnali» delle loro virtù e malignità, « le virtù come facultà medicinali, le malignità come veleni»; scrutava, cio è, nelle forme del mondo vegetale i segreti elementi che dovevano legarle, con potere benigno o sinistro, e in varie misture, ai temperamenti e ai costumi del mondo umano. E indagò minuziosamente i particolari della Chirofisonomia, « le disposizioni delJe mani, e de' piedi di molti homini di diversa natura, e di vario temperamento, e di quelli in particolare alli quali casi notabili erano avvenuti», mani e piedi di criminali, specialmente, e di « estinti di atroce morte»; 23 e ancora pubblicò, a Venezia, nel 1603, sei libri di una Caelestis Physiognomonia, in cui sono esaminati e disviluppati gli influssi che corpi, moti e congiungimenti astrali esercitano - non al momento della nascita, ma nel concepimento e mentre materie e umori si mesco !ano e compongono in forma umana - sugli aspetti, )e indoli e gli stessi destini degli uomini. Andò insomma figurando, per anni e in molti libri, quel congegno cosmico, quel grembo della Natura, che partendo da Dio congiungeva, per segni, elementi e nodi di complessioni e virtù, i regni della terra, dal minerale - di cui annoverava proprietà e poteri occulti - al vegetale, all'animale, e l'uomo e i mondi celesti, gli astri. A seguirla, nel convincimento e nei particolari, questa figurazione e orditura, si ha la percezione di un determinismo irreparabile - tra ingenuo e spregiudicato -, di una trama di causalità e processi naturali che si suppone dispiegata nell'universo e che l'immaginazione ,e il discorso qua e là 34
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==