Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

il mago o« professore di Magia»- lui stesso, dunque - diviene « quasi un organo della Natura» . 10 Il Della Porta ricercò finché morì, a ottant'anni, nel 1615, la pietra filosofale, e oerto professò credenze demonologiche e tentò pratiche occulte, spede nella vecchiaia, come dimostra la Taumatologia; ma, al di là delle dichiarazioni di ortodossia, con cui cavillosamente (o ancora con candore?) cercava persino un'autorizzazione per i suoi interessi e procedimenti in segrete materie naturali che volevano la collaborazione dei demoni, restavano fermi i termini della sperimentazione ·e di un' opzione realistica, per cui tutto ciò che egli eseguiva e argomentava - anche senza prove e per supposizioni e arcani, e fin per -libresca pedanteria - doV'eva attenere e ricondursi ai princìpi e alle proprietà della natura, ed egli come professore di magia era« Naturae minister». Seppe comunque svolgere alcuni elementi della sua multiforme investigazione e della sua alacrità tecnica in procedimenti esatti o, per dirla con lui, conformi ai « tempi opportuni» della Natura, sicché ottenne risultati concreti e gli riuscirono o, per certe sue intuizioni ed applicazioni, gli furono attribuite formulazioni nuove e invenzioni. Nella Magia del 1589 si vede ideata, in precise osservazioni, la camera oscura; Keplero e gli accademici Lincei gli attribuirono l'invenzione del telescopio, e di questa sua paternità o, quanto meno, priorità sostenne, in più di uno scritto, una difesa gelosa; di ottica si occupò, con atteggiamento tra curioso e proclive all'intrattenimento, in un libro della seconda edizione della Magia, ma già qui seppe disciplinare o risolvere la vena manieristica della conversazione particolareggiata e meravigliosamente variopinta nell'esattezza, sorprendente come un estro, della definizione scientifica, della formula otticogeometrica della visione, che poi svolse e argomentò nel rigore fisico-matematico del trattato De refractione; 11 31

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