tale aveva già elaborato la moralità e stava istituendo il metodo, ma non lontane, anzi frequentate e intrigate dalla industriosa meraviglia e, appunto, dal calcolo ingegnoso di invenzioni e applicazioni tecniche, si produssero in numerose opere, alcune delle quali tuttora inedite. Nel 1558, a ventitré anni, pubblicò i quattro libri della Magia, 4 opera che si estese smisuratamente e si stabilì, nei venti libri della seconda edizione del 1589, 5 in enciclopedia dei misteri della natura e compendio del1'«avventurosa» invest:iJgazione. La Magia, tra la prima edizione e le ristampe che precedettero la seconda, procurò al Della Porta (probabilmente attorno all'anno 1585) un procedimento dell'Inquisizione, «per aver scritto intorno alle meraviglie della natura», che suona come una larvata accusa di stregoneria. Il procedimento si risolse con _una raccomandazione tra bonaria e ironica, che, se certo non trasformò, senza preamboli e per vera insospettata magia, lo sperimentatore e mago in esperto e vivace autore di commedie, lo dovette in qualche modo rendere più persuaso e applicato in quest'arte, già da lui praticata con risultati conosciuti nell'ambiente e apprezzati da un pubblico, sempre a lui caro e indispensabile, di amici. La sentenza del S. Uffizio, infatti, mentre sospendeva ogni procedura formale contro il Della Porta, gli raccomandava di lasciare le sue ricerche nei miracoli della natura, di «menar vita più colta» e di comporre commedie «per passatempo». Il procedimento certo lo intimorì e gli ispirò lo zelo accorto e disarmante quanto sincero delle assidue meticolose pratiche di pietà e misericordia; il consiglio di comporre commedie dovette trovarlo buono e tempestivo; quanto ad abbandonare le pericolose investigazioni non ci pensò neppure, e continuò ad assecondarne l'attrattiva e a tentarne la meraviglia fino alla fine dei suoi giorni. A procurargli le attenzioni dell'Inquisizione (che non lo avrebbero più abbandonato del tutto) 6 quasi certa29
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