Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

gesto assolutamente. Rintracciando segmentazioni sempre più ridotte del movimento del mannequin, il racconto approda alla stessa conclusione dell'aporia celebre che dà Achille battuto per sempre dalla tartaruga. Meccanica della frase e meccanica anatomica restano a tal punto solidali, anche attraverso la vaporizzazione dello spazio e del tempo, che la lettura non ha bisogno, per dir così, di traduzione. 6. Kleist, nel breve saggio sul teatro delle marionette geometrizza i due momenti della grazia nella struttura che ha «o nessuna o infinita coscienza», vale a dire nella marionetta o in Dio. Dove si trovano, rispetto a questi punti, le figure ·semoventi, non si ha la disinvoltura di chiamarle «personaggi», del Corridor? in una posizione intermedia e indefinibile, che attiene all'impenetrabile, al dislocato piuttosto che al connesso, a una serie d'«attitudes plus eprouvées et moins obscu!'es que les balbutiement , s de la parole...». Una minima e fittissima separazione in compartimenti stagni, che il testo di Reverzy chiama «ignoranza», occupa tutto lo spazio dell'agire: «une fois de plus j'étais en mouvement, sans m'étonner che chaque moité de mon corps, agissant pour son compte, se déplacat en ignorant l'autre». Ogni fase di movimento (piegarsi della rotula, stenderisi del piede, flettersi del polso, gioco dei muscoli e delle articolazioni etc.) non sa nulla della fase successiva o di quella immediatamente antecedente. Come in ogni singolo fotogramma del filmato di un gesto purchessia, l'immagine frazionaria del moto unicizzandosi fino al delirio, si annulla. Ciò che viene a mancare assolutamente èl il montaggio in una sequenza coordinata, in una sequenza-frase («aprire una porta», «salire una scala », «camminare per un corridoio »). Se si vuole portare a compimento la serie delle eti20

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