difficoltà degli incontri del tempo· di guerra - appare ancor meglio come un particolare biografico significativo. Ma ancor più questo carteggio trae rilievo dal suo contenuto clinico e teorico. Lou Salomé, infatti, oltre a parlarvi degli scritti che preparava per le pubblicazioni della Società, si sofferma, dopo che ella stessa divenne una psicoanalista attiva - su alcuni spunti di teoria e su alcuni problemi inerenti a singoli casi, mentre le sue osservazioni sugli scritti che Freud andava via via elaborando e pubblicando aggiungono sempre al testo elementi di chiarificazione, e talvolta nuove ipotesi di sviluppo. Reiteratamente Freud sottolinea, nelle sue risposte, la propria ferma determinazione di attenersi strettamente ai risultati della clinica, e di demandare a questi l'ampliamento della teoria, o l'insorgere di nuovi punti di vista nella costruzione dottrinaria; ma sembra apprezzare in pari tempo il bisogno « di sintesi» della sua interlocutrice. Valga un solo esempio, tratto da una lettera del 21 aprile 1918. Scrive, tra l'altro, Freud: « Credo che lei abbia completamente ragione: ha scoperto una delle vie attraverso cui la condizione dell'isteria cede il posto alla condizione dell'ossessione». Un riconoscimento che tuttavia egli francamente delimita: « Ho l'impressione, comunque, che la Sua deduzione del dubbio sia troppo intellettuale, troppo razionale». Occorre non correre troppo avanti: « Da qui inizia l'oscuro caos su cui chiedo venia». Ma il contrasto tra l'audacia con cui Lou Salomé avanza le sue ipotesi e le sue sintesi e la cautela interlocutoria di Freud, venne a costituire, per la reciproca fiducia di cui i due interlocutori danno prova,. un modello di collaborazione scientifica, una felice dialettica; pur nel permanere di talune divergenze - come quella 198
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