Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

che « contiene cose ' potenti '» risponderà « Attendo con rassegnazione il lavoro di Lou Salomé». Ma quando Lou Salomé si recò a Vienna, nel settembre, per seguire il corso di Freud « Alcuni capitoli della Teoria della psicoanalisi», sin dalla prima sera Freud si accompagnò con lei rincasando, e seppe essere cortese anche di fronte alla volontà della Salomé di vedere contemporaneamente Adler, con cui egli aveva rotto i rapporti da non molto tempo, esonerandola dal divieto, valido per « i nostri ospiti medici», « di operare una scelta, se frequentare l'un gruppo o l'altro». E due mesi dopo, su richiesta di lei, le fissa un appuntamento nel solo tempo libero che abbia, « dopo le dieci di sera», aggiungendo, a proposito della sua assenza alla lezione del giorno prima, di averne sentita la mancanza, giacché - scrive -: « Ho, preso la cattiva abitudine di rivolgere sempre il mio discorso a una persona particolare tra il pubblico; e ieri fissavo come incantato il posto vuoto che era stato riservato a Lei». La visita ebbe luogo solo all'inizio di dicembre, una domenica; ma, dopo di allora, gli incontri si infittirono per tutta la durata del soggiorno viennese di Lou Salomé, e, a quanto ella stessa ci racconta in I miei anni con Freud, (Roma, Newton Compton, 1980), divennero sempre più cordiali e affettuosi. Questo aspetto affettivo, la generosità nei confronti di Lou Salomé da parte di Freud, che più tardi giungerà fino a garantirle in dono una somma regolare, e a dedicarle parte del premio Goethe, fa emergere un aspetto del carattere di Freud che il suo rigore nel difendere da contaminazioni - anche ad opera dei discepoli privilegiati di ieri - il corpo della psicoanalisi, spesso ha posto in ombra. E quando alla personale amicizia, si aggiunse quella, più intima e femminile, con la figlia Anna, il nodo dei rapporti - pur nella distanza e nella lunga 197

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