Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

lare il soggetto di fronte ad una realtà, imperante, della Volontà. Il soggetto è sempre più diviso da se stesso, in una ridda di ,significanti che lo volatilizzano, sancendone l'aspetto di « spettro del Brocken », per così dire; si tratta del noto proclama lacaniano, annunziato nella Position de l'Incoscient: (sintetico, non datato) « Accorder cette priorité au signifiant sur le sujet, c'est, pour nous, tenir compte de l'expérience que Freud nous a ouverte, que le signifiant joue et gagne, si nous pouvons dire, avant que le sujet s'en avise, au point que dans le jeu du Witz, du mot d'esprit, par exemple, il surprenne le sujet. Par son flash, ce qu'il éclaire, c'est la division du sujet avec lui-mème » 6 • Nient'altro vuol ricordarci Schopenhauer (mutatis mutandis, naturalmente), riguardo alla forza eversiva del motto (Witz), nei confronti d'uno sballottamento del soggetto da parte di una Volontà (Wille) che ne trasforma le aZJioni in calembour involontario (unwillkiirlich, appunto). Quando sarebbe troppo pretendere una consapevolezza, di qualsiasi genere, nel soggetto (è chiaro che comunque si tratta d'una « estraniazione » (Entfremdung) molto più marcata rispetto al linguaggio hegeliano; non è poco, dunque). La scansione del saggio è vissuta in prospettiva sintetica; a dispetto di ciò che si intra-legge, mi preme comunque ricordare queste posizioni (senza presunzioni, tardive): a) un mondo di parole è un mondo reale, wirklich, aperto, in qualche modo, al gioco e alla ridda dei suoni (Laute); b) l'uomo non ne ha possesso: può però ridere di se stesso, con pessimismo schopenhaueriano (o freudiano!); c) giocando con le parole, è il concetto che si violenta. Il tutto in assenza di autocompiacimenti, illusori, laconici. Leonardo Vittorio Arena 184

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