Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

Il nodo schopenhaueriano del Witz Und weil er Geld in Menge hatte, Lag stets in der Héingematte. S. Freud, Der Witz und seine Beziehung zum Umbewussten. È Schopenhauer ad interrogarsi sul Witz, lucidamente, come al solito (Die Welt als Wille und Vorstellung, § 13); ciò che risalta è il carattere peregrino del calembour, del pun, vale a dire del «gioco di parole», dove si coglie, parallelamente il senso di contrasto, di «bisticcio», che è sotteso linguisticamente, in francese ed in inglese. Il discorso differenzia Witz (motto di spirito) e Wortspiel (gioco di parole), in qualche modo. Non senza che tale elemento sia privato d'una allusione alI' équivoque (che cela), indicando, nel modo più esplicito la «degenerazione» (Ausartung), commistionata riguardo al Witz propriamente detto. Ed è una realtà duale che si cerca di mediare, letteralmente. Con una lucidità che si presenta annunciante... il freudismo! (qui come altrove, del resto.) 1 Ci sembra di cogliere il senso dell'interrogazione schopenhaueriana, citabile, dove: «Come il Witz costringe [zwing: anche nel senso di: «riduce all'obbe181

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