Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

generi (potremmo dire tipici dei generi specifici - mettiamo dell'orrore - perché non si creda a zone franche, assolute e fuori genere). In Kafka compaiono per così dire allo stato puro; qui un po' anticipate dal genere fantascientifico, sia pure anomalo, del racconto. In questo caso però la loro provenienza è ancora rintracciabile. Più difficile invece riconoscere un piccolo Odradek nella scimmia del signor Jennings. Nel racconto di Le Fanu -Tè verde - il genere prevale e cancella la genealogia dei suoi mostri. Imparentare poi tutte le creature del genere nero e fantasmi con Odradek sarebbe forse possibile, ma un risultato troppo generico per essere interessante. Il genere rende i suoi mostri prevedibili, li inscrive in un quadro di aspettative che modifica l'esperienza del loro incontro; e soprattutto carica i toni, laddove le creature odradekiane sono lievissime grane di irregolarità della vista, fruscii dell'udito, frange sensoriali appena sregolate che si presentificano in discretissime comparse, in tenui discorsi dal tono puramente fatico. Solo tre particolari, nel racconto tratto da / n a Glass Darkly, forniscono indizi alla nostra ricerca: primo, la teologia (non ancora in forma gobba) presiede all'incontro del dottor Hesselius - narratore - con Jennings, in particolare attraverso l'opera di Swedenborg suggerisce le atroci sembianze della bestia (fera). Secondo: il signor Jennings - che una scimmietta immateriale accompagna ovunque e tormenta arrivando fino a rivolgergli la parola - martirizzato dal troppo odradekiano animaletto ci si presenta nel racconto con qualcosa di strano, con un atteggiamento tipico da esperienza spaesata: « Il signor Jennings ha un modo inconfondibile di guardare in tralice, come se stesse seguendo con la coda dell'occhio qualcosa lungo la bordatura del tappeto». Oltre a questo sguardo e alla teologia, un terzo elemento collega la scimmia di Le Fanu con le creature lan177

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