Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

Raccogliendo alcuni spunti dello scritto citato delle Last Lectures, vorrei terminare con un parallelo che non vuole stabilire delle corrispondenze precise ma solo suggerire la ricchezza delle indicazioni di Fry. Ha scritto F6nagy che due principi fondamentali organizzano il testo poetico, quello della ripetizione e quello della tensione e distensione, approfondendo le implicazioni di questa doppia matrice fino alla discesa alle fonti pulsionali da cui ha origine 7 • Accostiamo ora il testo del critico inglese: la tendenza all'ordine individuata da Fry si realizza in una struttura formale basata in misura maggiore o minore su di un principio ripetitivo a cui è associato, dal punto di vista psichico, un ritmo di « unrest » e « rest » analogo alla coppia tensione-distensione di F6nagy. Questo ritmo si compie col riconoscimento dell'ordine soggiacente al piano manifesto dell'opera d'arte, riconoscimento differito dalle variazioni apportate alla legge dalla sensibilità dell'artista. E per finire, come F6nagy sottolinea la similarità fra strutture verbali e strutture musicali, così in Fry incontriamo il continuo parallelismo - un vero Leitmotiv della sua opera - tra arti grafiche e musica, anzi, quest'ultima sembra essere il modello per eccellenza di ogni arte essendo essenzialmente ritmo ed emozione da cui i sensi nascono non precostituiti; non a caso l'arte più amata da Fry era quella che aveva in Cézanne il proprio capostipite e della quale scrisse che era sulla strada per divenire un « purely abstract language of form-a visual music- » 8 , così come non è un caso che abbia speso tanto tempo a tradurre il suo poeta per eccellenza, Mallarmé, che leggesse con ammirazione G.M. Hopkins nei manoscritti che gli dava Robert Bridges e che, scoraggiato dalla mancanza di parole per ciò che pensava di un quadro, dicesse che solo la musica gli avrebbe permesso di esprimersi. Sandra Cavicchioli 162

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