Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

più divulgativi di Freud è un buon indizio di come in quegli anni la penetrazione della psicoanalisi nelle falde più diverse della cultura avvenisse spesso tramite una diffusione semplificata della sua complessità teorica; probabilmente nella lettura di altri interventi freudiani, primo fra tutti Il poeta e la fantasia, Fry avrebbe trovato delle corrispondenze, dei punti di contatto con quanto andava dicendo. Infatti in questo scritto Freud sottolinea come la semplice comunicazione delle fantasie individuali desti ripugnanza o freddezza e come il segreto del poeta consista nel superare queste reazioni per mezzo di una tecnica che suppone duplice: « ...il poeta addolcisce il carattere della sua fantasticheria egoistica alterandola e velandola; e ci seduce con un profitto di piacere puramente formale, e cioè estetico... » 4 • Questo piacere e quanto vi è connesso è il nucleo di una delle Last Lectures, « Sensibility », in cui Fry approfondisce e articola l'argomento che risulta ricco di interessanti suggestioni. Scrive Fry che un principio fondamentale in ogni arte è « ...the tendency at once to recognize a law or fixed principle and at the same time never to let the work of art become a mere enunciation of the law » 5 • Il riconoscimento dell'ordine che governa la singola opera d'arte provoca uno shock di piacere che Fry attribuisce al passaggio della mente da uno stato di agitazione (« unrest ») ad uno stato di riposo (« rest »). D'altro canto però un'opera d'arte non è l'integrale applicazione di una legge matematica, di uno schema rigidamente geometrico, ma è costante slittamento da quell'ordine, continua variazione tramite cui « ...the artist's subconscious feelings reveal themselves to us by what we call his sensibility » 6 • Pare dunque che quei desideri effettivamente inconsci di cui Fry parla nella conferenza qui tradotta vengano alla superficie, in arte, nei ritmi, nella sensibilità alla testura propria di ogni artista. 161

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