« Ogni cosa era presente», aggiunge, « creazione poetica, sostituzione, drammatizzazione. Del simbolismo fu fatto l'uso più intensivo». « Ogni cosa era presente», aggiungerei, tranne il più debole sprazzo di qualsivoglia senso artistico. La sola cosa da sapere in merito all'interessante disegno del giovane dovrebbe essere l'estrema improbabilità che costui divenisse, seppur minimamente, un artista. Di tanto in tanto si richiede il mio parere su disegni di giovani infelici e insoddisfatti, disegni non completamente dissimili dalle improvvisazioni del ragazzo svizzero. Io, invariabilmente, raccomando a questi giovani di non dedicarsi all'arte perché so che gli artisti, quelli veri, anche se destinati a dipingere opere altamente immaginative e poi impazzire come Van Gogh, generalmente iniziano col produrre l'elaborato studio di un vecchio paio di stivali o qualcosa di analogo. Non dubito un solo istante della validità dell'analisi del dottor Pfister dal punto di vista della comprensione dei disturbi nervosi del suo paziente. Penso che sarebbe tanto utile quanto lo studio dei suoi sogni. Tuttavia, nella precisa misura in cui la comprensione di tali disturbi risulterebbe utile quale indicazione della vita fantastica del paziente, sarebbe inutile quale indicazione sulla natura dell'arte reale. Torno quindi su questo punto: nulla è più contrario del sogno alla pura facoltà estetica. Il poeta Mallarmé previde ciò molto prima che Freud rivelasse il valore psicologico dei sogni giacché, nella sua poesia in memoria di Theophile Gautier, afferma: « lo spirito di Gautier, il poeta puro, vigila ora sul giardino della poesia dal quale bandisce il Sogno, nemico della sua ispirazione». Noterete che egli lo chiama deliberatamente il poeta puro, ben sapendo che la poesia più accetta il sogno più diventa impura. Noterete inoltre che il dottor Pfister, del tutto inavvertitamente, tradisce la poca co149
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