Vi prego di credere che ogni critica che muovo a tale brano non è dettata da motivi di animosità personale. Essere definito introverso e sull'orlo della nevrosi non mi colpisce seriamente. In verità, dall'istante in cui realizzai che le uniche persone con cui valga la pena di parlare, i soli gradevoli compagni appartengono a quella classe che i censori morbosamente sani qualificano come nevrotici e degenerati, da quell'istante una tale definizione ha perduto ogni carica terroristica per me. Devo comunque dichiarare che il ritratto dell'artista qui dato è disegnato sulla falsariga di un'erronea e diffusa credenza popolare circa « il temperamento artistico ». La maggioranza degli uomini conduce una vita monotona, noiosa e convenzionale con una soddisfazione inadeguata della libido. Per costoro una delle fantasie preferite è quella del bohémien: il brillante, temerario, strafottente individuo che si fa beffe di tutto e ciò nonostante ottiene tolleranza e perfino considerazione dal mondo a motivo di un dono puramente magico chiamato genio. Questa creatura non è affatto un mito - essa o qualcosa di simile esiste indubbiamente - e pratica frequentemente l'arte, ma è in genere un artista di secondo piano. PÙò persino arrivare ad essere brillante e avere successo, ciò nondimeno è un artista tra i minori. D'altra parte, quasi tutti gli artisti che hanno prodotto qualcosa di molto vicino all'opera di grande valore sono stati profondamente borghesi, hanno condotto vite quiete e schive, indifferenti al biasimo o alla lode del mondo e troppo compresi nel loro lavoro per trovare il tempo di farsi « beffe del mondo ». Il dottor Freud, nel brano citato, ci rende l'immagine di questo artista brillante e di successo essenzialmente impuro -è chiaro che uso termini quali puro e impuro in senso strettamente estetico senza alcun riferimento alla moralità sessuale. Il suo è un artista che 144
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