Accade così che i sistemi di relazioni formali il cui significato è compreso da un numero di persone relativamente limitato in ciascuna generazione, abbiano vitalità e longevità curiose, laddove le opere in cui l'appello è diretto principalmente alle idee associate di immagini raramente sopravvivano alla generazione per il cui piacere furono create. Ciò può accadere per il fatto che le emozioni riguardo agli oggetti mutano più rapidamente di quelle che riguardano la forma. Qualunque ne sia la ragione, tuttavia, il risultato è che il tesoro artistico del genere umano, accumulato ed ereditato, si compone quasi interamente di quelle opere dove il disegno formale è la considerazione predominante. Il contrasto tra la natura dell'arte ereditata e la massa dell'arte contemporanea è divenuto così profondo che la parola «classico» è spesso usata (liberamente e scorrettamente senza dubbio) per denotare l'opera che possiede quel peculiare carattere. La gente parla di musica classica, ad esempio, allorché si riferisce alle opere di uno dei grandi compositori. È'. significativo della mancanza di comprensione di questo disegno formale il fatto che parecchi considerino la musica classica quale sinonimo di musica «noiosa». Gli scopi e i metodi di queste due specie d'arte e delle due specie di artisti che le producono sono così diversi - per molti versi così diametralmente opposti - che, nel momento in cui vi ponete ad analizzare la natura e la funzione dell'arte tramite tests psicologici, dovete chiaramente sapere quale delle due state trattando e collocare i risultati in comparti separati, pena la confusione più fuorviante. Prima di procedere mi riporterò a quanto detto sull'argomento da una o due autorità in materia psicologica. Cito un passo del dottor Freud laddove parla dell'artista nella sua introduzione alla psicoanalisi. Ecco ciò che dice: 142
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