sareste ammessi, ma benvenuti. Tali condizioni sono semplicissime e consistono nella seguente proposizione: prima che ci diciate che cosa facciamo e il perché lo facciamo, dovreste prendervi il disturbo di capire che cosa pensiamo di fare e il perché pensiamo di farlo. Conosco l'impazienza dei medici allorché il paziente esterna i suoi sintomi, ma ne fa, generalmente, una concessione alle debolezze dell'umana natura. Se, dopo tutto, siete in grado di dimostrare che ci siamo formati un'errata nozione delle nostre stesse attività, che le abbiamo inconsciamente razionalizzate e, così facendo, ne abbiamo contraffatto il vero significato, allora ascolteremo in completa umiltà. Ciò che ho da esporvi questa sera è piuttosto complicato. Comincerò perciò col riassumere brevemente le mie principali idee. 1) Le parole arte e artista sono abbastanza semplici. Esse non hanno tuttavia un uso chiaramente definito. Gli artisti sono una categoria di individui dai temperamenti più diversi e alcuni di loro sono mossi dalle più diverse ragioni ed esercitano attività psichiche del tutto diverse rispetto ad altri. 2) Credo che due distinte finalità e attività sono state classificate insieme sotto la parola arte e che la parola artista viene usata per due distinti gruppi di uomini. Uno di tali gruppi nel quale io dividerei gli artisti è principalmente teso alla creazione di un mondo fantastico dove l'appagamente dei desideri si compie. L'altro è interessato alla progettazione delle relazioni formali. Penso che quest'ultima, tra le attività umane che conosciamo sia la più lontana della vita istintiva; tale da essere, al riguardo, alla pari della scienza. Io la considero la caratteristica attività estetica. Ammetto che, fino a un certo punto, queste due finalità possano entrambe manifestarsi in qualsiasi opera d'arte. Credo tuttavia che esse siano fondamen134
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