Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

L'artista e la psicoanalisi Dal momento che non sono uno psicologo, la presunzione di rivolgermi a un consesso di psicologi professionali sembrerebbe richiedere delle scuse. A mia difesa sta il fatto che in questi ultimi anni vi siete mossi in modo da rendervi così interessanti a un più largo pubblico da attirare inevitabilmente su di voi, appunto, l'attenzione più vasta. Avete acceso troppi fuochi d'artificio nel vostro giardino per poi meravigliarvi di estranei curiosi al di là del muro. Prima dell'avvento del dottor Freud avete lavorato così a lungo in una quieta e pressoché disertata solitudine che l'intrusione nella vostra « privacy » può apparire come una strana e disturbante esperienza. In qualità di artista permettetemi di assicurarvi che vi ci abituerete. Noi artisti, infatti, siamo sempre apparsi assurdamente interessanti per il mondo esterno e siamo, gran parte di noi, del tutto avversi agli ospiti che si auto-invitano nei nostri laboratori. E per essere perfettamente franco, gli psicologi sono i disturbatori più recenti del nostro riposo e minacciano di non essere i meno importuni. Per questo motivo pensavo che sarebbe utile se stabilissimo insieme le condizioni alle quali non soltanto 133

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