Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

a determinare lo spazio in cui avviene; con la qualità di essere, anche per un istante solo, estraneo alla logica comunicativa del testo. Gli esempi erano sufficientemente casuali: altri, forse più pertinenti, potrebbero rimpiazzarli. Comunque indicano un fenomeno di localizzazioni successive del corpo, secondo un ingranaggio che le costituisce in qualcosa di simile a ciò che Artaud chiamava« chaine magi,que». Per il momento, in mancanza di meglio, raccoglierò tutti gli aspetti del fenomeno, fino al caso estremo del tratto fisionomico, della grimace etc. , sotto l'etichetta di ginnastica in cui si congiungono «meccanismo» e« forma». Ciò che hanno in comune i brani citati è infatti una precisa emergenza formale, organizzata secondo proprie leggi di rigore. La gimnastica recinge del senso, intendendo che così chiude fuori dal proprio perimetro o meccanica di atti tutti quegli altri sensi che il testo, dirò così normale, costruisce e addensa intorno. Essa è dunque qualche cosa che esclude il senso e insieme vi si ricollega. Si può allora parlare della sua« forma» e della sua «macchina», ohe vengono a coincidere; magari rimandando un po' al valore che assume la mechané in un capitolo (il XV) della Poetica di Aristotele, soprattutto in rapporto con l'àlogon - e c'è anche un passaggio piuttosto stimolante su ciò che si colloca fuori. Ma appunto: le gesticolazioni delle •quali ho parlato, rompono la tessitura diegetica, se ne proiettano fuori. F J.Ori, da che? e verso dove? 2. Se non proprio risposte, articolazioni evidenziatrici del problema sono offerte da una serie di testi che appartengono alla contemporaneità, anzi a un'area specifica di ricerca, sia pure in maniera anomala rispetto al canone. Dato distintivo sarà il rapporto di opposizione atto/parola. 13

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