Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

tata solo la parte riguardante Bloomsbury (Diario, 1° novembre 1934). La sorella di Roger, Margery, se da un lato insisteva, dall'altro inibiva Virginia con il suo desiderio di intervenire comunque, con altri amici, in una sorta di appendici, o di annessi, e con le sue preoccupazioni che nulla venisse detto che potesse spiacere ad altri membri della famiglia Fry (Diario, 21 novembre 1934) che, del resto (Lettera a Vanessa Bell, 17 luglio 1935): « vedono Roger in maniera del tutto diversa dalla nostra». Fu probabilmente l'insistenza di Helen Arendt, che con Roger Fry aveva vissuto gli ultimi otto anni, a far decidere la Woolf. O forse il ricordo - richiamato nella lettera di ringraziamento di Margery Fry che precede il volume - che era stato lo stesso Roger a suggerire, metà sul serio e metà per scherzo, che Virginia « avrebbe dovuto mettere in pratica le sue teorie sul mestiere di biografo scrivendo un suo ritratto». Lentamente, faticosamente, minuziosamente, nacque così Roger Fry, finito soltanto cinque anni e mezzo dopo, nel 1940, ultimo libro pubblicato in vita di Virginia Woolf: per la terza volta, dopo Orlando e Flush, « A Biography ». Virginia aveva conosciuto Roger Fry nel 1910, attraverso il marito della sorella Vanessa, Clive Bell. L'arrivo del critico e pittore, che aveva parecchi anni in più, ed era molto più noto dei primitivi membri della cerchia di « Old Bloomsbury», segnò per quel gruppo di giovani in cerca di se stessi una svolta decisiva. Nello scritto « Old Bloomsbury », raccolto in Moments of being, così la Woolf ce ne parla: « Deve essere stato, suppongo, nel 1910, quando Clive si precipitò in casa in uno stato di intensa eccitazione. Aveva appena avuto una delle conversazioni più interessanti della sua vita. Era avvenuta con Roger Fry. Per ore, avevano parlato sulla teoria dell'arte. Riteneva che Roger Fry fosse la persona più interessante da lui conosciuta dopo i giorni 127

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