Il piccolo Hans - anno XI - n. 41 - gen./mar. 1984

notes magico Diario di lavoro di Antonio Porta 10.12.1983 Sono a un punto (o passaggio) decisivo per un testo teatrale cui sto lavorando da quasi un anno. L'idea iniziale era espressa dal primo titolo Dove abitare, un'indicazione tematica ancora vaga ma sufficiente per cominciare. Abitare da un'altra parte, la ricerca di un altrove, la proiezione di un'utopia (ancora una volta...). Fin dalle prime battute ho cercato di contrastare l'immagine dell'apocalissi, che aleggiava come una fatalità, sul momento della trasformazione, del passaggio. Così ho immaginato una sorta di recupero dell'operetta, un gioco un po' alla Gombrowicz, dialogo e canzonette che intrecciano la narrazione. Non mi sono più staccato, infatti, dalla trama che ho subito immaginato: sei personaggi (naufraghi, dispersi di una guerra, superstiti di una catastrofe...) cercano di sopravvivere e di guadagnare la riva del futuro, il luogo dove abitare, appunto. Non ho dunque più mutato il tema della fine nel suo significato di mutamento, di salto culturale. La fine del mondo mi è parsa in tutta la sua verità di fine di una cultura di cui la continuità della vita sembra non curarsi, salvo la preoccupazione (che è già dir poco...) che una cultura morta sia in grado di assestare ancora un colpo di coda apocalittico. È possibile che una cul108

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