si sono frantumati insieme con la frantumazione della personalità umana, ma essendo lei in-between fra due mondi e due tempi, osserva i precetti di rispettabilità e decency richiesti dai tempi passati. 4 «Quasi tutto quel che so della storia di Ehrengard lo devo alle lettere che lui le scrisse» (p. 15). Con questo enunciato, il locutore supporta il suo dire e si fa garante delle «verità enunciative» contenute nelle leUere. 5 Todorov, La letteratura fantastica, Garzanti, 1977, p. 86. 6 Questo punto irii ) è naturalmente legato al punto i) e rimanda al discorso sui «requisiti» della letteratura fantastica (cfr. Todorov, op. cit.). 7 In realtà, anche per quanto riguarda il ri-inserimento dei principi e di Ehrengard a corte, va detto che se, come nelle favole. il finale di Ehrengard presenta ii ristabilimento dell'equilibrio, è pur vero che l'equilibrio finale è simile, ma non identico a quello iniziale. I due giovani sposi e la stessa Ehrengard porteranno nell'ordine 1 alcuni elementi ed esperienze acquisiti nell'ordine 2; pertanto l'ordine 1 verrà modificato, seppure in misura non rilevante. (Per questa tematica, cfr. Todorov, op. cit., pp. 166-169.) 8 Tutte le cit. sono da Ehrengard, pp. 32-35. 9 La granduchessa madre ,pensa di Cazotte in .termini di «demoniaco personaggio» (p. 22), provvdsto di coda e «piede forcuto» (p. 23). Cazotte immagina se stesso in relazione al mondo «come un piccolo satiro, innocente e felice, bagnato e sudicio nella grande foresta oscura» (p. 58). 10 ·Prezzo Ros · ella, «iL'altrove della sedumone», Aut-Aut 1791'80, p. 117. 11 «La razionalità critica produce ,senso e cioè potere in quanto il suo compito è proprio quello di alzare barriere fra discipline, gerarchizzare, segnare Iimiti e confinri, comporre» (Ivi, p. 117). 12 Cazotte parla di «consenso» e «resa» (p. 64). 13 Del resto, Ehrengard sta qui dando voce ad una precedente fantasticheria solitaria ·di Cazotte .il quale aveva immaginato , se stesso ed Ehrengard come genitori del principino-amorino (muovendosi,. al solito, neHa sfera dell'estetica): «Una volta ritrov,ato i,l bimbo lo avrebbe consegnato alla ragazza... Un amorino, così la P,rincipes,sa aveva definito il ,suo bimbo... La f.anciuUa, allora, per un vertiginoso istainte non avrebbe sentito che quel particolare amorino era, spiritualmente ed emotivamente, figlio suo - e di lui?» (p. 85). 14 In: Prezzo R., op. cit., p. 117. Per un'analisi particolareggiata del concetto vedasi J. Baudrillard, De la seduction, Parils, 1979. 15 Cfr. Kerbrat-Orecchioni C., L'énonciation de la subjectivité dans le Language, Paris, Armand Colin, 1980, pp 172-176. 107
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