vitali, il suo essere: donna. Nel rosso11e - sintomo - Ehrengard gli farà dono della sua nudità, gli ,si rivelerà: tutta. Ma Cazotte non s'accontenta; anche quando la coglie in tutta la sua sfolgorante nudità, all'alba, al bagno, non è soddisfatto; vuole che l'altra sappia che il suo occhio la vede, vuo1e che la sorella ceda il suo segreto, la sua « più intima essenza », al katello. Realizza che lo sguardo (dell'artista) non basta a sedurre l'oggetto del desii derio: questo deve concederglisi - cedergli, sua sponte, la sua essenza 12• Il mezzo artistico gli offre la possibilità di trasferire il corpo di Ehrengard sulla tela, catturarlo. , farlo suo: « Quel dipinto , sarebbe stato inequivocabilmente e per tutta l'eternità Ehrenga:11d, la vsergine dei monti, e sarebbe stato, inequivocabilmente e per tutta l'eternità, un Cazotte » (p. 62). Sulla tela , sarebbe avvenuta la coniugazione�congiunzione dei loro nomi. Stesso nome: incesto. Il quadro ,sarebbe stato l'« ultimo e bellissimo nudo del grande pittorie Cazotte » (p. 62). L'ultimo perché quello che l'av , rebbe dotato di nome liberandolo dall'ossessione di • riprodurre/si/lo (il nome) al1',infinito. Ma la buona riuscita del quadro non è sufficiente in ·sé a ,sedare l'ossessione di Cazotte, questi vuole la resa di Ehrenga11d di colpo consapevole della situazione: Ehrengarid si sarebbe vista nel quadro con gli occhi dell'altro - secondo Oazotte si sarebbe vista per la prima volta - sarebbe stata la Ehrengard di Cazotte, avrebbe vissuto , fil_ tutto come atto di auto-donazione di sé a 1ui. Auto-donazione che sarebbe avvenuta per il tramite del rossore�sintomo. L'artista, attratto da Ehrengard perché diversa, altra, non-artista, sorella, donna, 1 si accorge che quel che l' occhio coglie e la mano forma sulla tela, probabilmente, non comporta la resa dell'altra a lui: ciò che l'occhio vede e ciò che lo specchio/tela ·rimanda non è l'altra - o almeno non è tutta. L'ossessione di prenderla, coglier102
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