Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

Lutto e psicoanalisi a Trieste Le cose ch'io vidi' nel fondo del mare i baratri oscuri, le luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola le voglio narrare. C. Michelstaedter, 1910 «Il dottor Norbert Hanold, docente di archeologia, non aveva propriamente trovato nel bassorilievo nulla di no 0 tevole per la sua scienza... egli non riusciva a capacitarsi di ciò che avesse richiamato la sua attenzione; il fatto è che egli era stato attratto da qualche cosa, e che questa prima impressione si era poi mantenuta inalterata». È nel fascino di questa immagine di Jensen che il dottor Weiss, triestino, riflette sulla scrittura freudiana e su di una «conoscenza» profonda e antica. Nella Gradiva I è il movimento delle Grazie nel bassoriHevo dedicato a Win­ ckelmann, e come lei avanzano «splendide» le zingare lungo le onde, le dame al Caffè Specchi. Per associazione ricordo un'immagine di Giani Stu­ parich: del 1953: un personaggio la cui memoria e «co­ noscenza» sono assicurate da uno specchio dietro le spal­ le. E un altro specchio ancora, un Flirstenspiegel, quello offerto nel 1790 dall'economista Antonio De Giuliani al­ l'imperatore Leopoldo, perché non si lasciasse irretire dal­ le apparenze e vedesse in profondità la realtà nuova della città. Due specchi, due immagini di Trieste. Tra queste im­ magini sta la storia di una cultura e di un conflitto, e, credo, le ragioni di penetrazione della psicoanalisi in que­ sto punto nevralgico tra Mitteleuropa ed Italia. Desidererei far affiorare le scene principali di questa 51

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