Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

Scena e teoria della perversione Se il piccolo Hans è seduto sui gradini della sua lo­ getta, se il piccolo Hans si affaccia alla finestra sulla strada, se seduto sul pavimento della sua stanza cerca i mille modi di attraversare o un modo tra mille di attra­ versare la strada per ritrovarsi nella configurazione del Dazio; se il fobico attende al di qua della sua barriera nella contemplazione della configurazione topografica che abbiamo rilevato come caratteristica della sua fobia; co­ me potremmo allora trovandoci a passare in una delle soluzioni, non quella della nevrosi, non quella della psi­ cosi, che alla fobia si prospettano, come possiamo arrivare a descrivere l'instaurarsi di una struttura perversa se ciò che la connota è come prima cosa il fatto per il perverso di essere già là, già al di là della barriera, già in questo nuovo spazio che configura la perversione? Proviamo allora per arrivare a un'eziologia della per­ versione . a fare qualcosa di simile. Ed ecco che senza preamboli, senza una disquisizione teorica, senza una spie­ gazione clinica, io mi trovo nel bel mezzo di quell'inven­ zione di Goethe che è Il noviziato di Wilhelm Meister. C'era una volta... - Un re! Diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. 7

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