Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
rubrica A cura di Vincenzo Bonazza ELIAS CANETTI Massa e potere, trad. it. di F. Jesi, Milano, Adelphi, 1981; Potere e soprawivenza, trad. it. di F. Jesi, Milano, Adelphi, 1981 3 • Il tempo e lo spazio in Canetti sarebbe un titolo ob bligatorio per chi volesse azzardare una ricostruzione u nitaria. Intanto non è vero che, come ha suggerito qual cuno, Foucault si sarebbe trovato a suo agio nel paesaggio teorico e letterario di Canetti. C'è qualcosa di indefinibile che lega la sensibilità mitteleuropea ad ogni discorso sul potere, qualcosa che si riconosce senza possibilità di er rore anche quando conserva contorni sfumati. Forse il primo segreto di una sottile dimestichezza con le figure del potere è nel non farsi mai cogliere in reato flagrante di denuncia lamentosa del potere. In Canetti il potere non è esecrato, ma quasi ridimensionato; non è condan nato, ma riconsegnato alla sua quotidianità dimessa e colto in corpore vili. UJ1 silenzio pluridecennale - trentotto anni è durata la gestazione di Massa e potere - ha fruttato a Canetti la compostezza della prosa, ma anche la spas sionatezza del rapporto con l'oggetto. Che cosa, di più e di diverso, offra Canetti rispetto ai molti esegeti del potere lo si scopre quasi per caso, quando ci si imbatte nel paragrafo riservato alla mano 179
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