Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

Il crollo della gerarchia medievale in King Lear Oggetto di questa breve comunicazione è, quasi esclu­ sivamente, la prima scena di King Lear, presa come campione per una rilettura del dramma in chiave se­ miotica. La prima cosa da notare è che si tratta di una scena « obbligata» nella sua impostazione e nel suo svolgimento, perché è una scena mitica e favolistica. Come già mostrò Freud nel celebre saggio « Il motivo della scelta dei tre scrigni», l'impianto della scena si imparenta strettamente con il mito di Paride e con quello di Psiche, nonché con la favola di Cenerentola e con episodi di antichi poemi epici. Alla base, c'è sem­ pre la scelta che un uomo deve compiere fra tr,e donne. La scelta cade sulla più bella, che èJ quella che rimane Questo scritto è, con qualche non sostanziale ritocco e am­ pliamento, il testo di una comunicazione da me fatta al I Con­ gresso internazionale di studi semiotici, Milano, giugno 1974. Nel frattempo, sono usciti molti studi di impianto semiotico su King Lear, di cui non ho qui tenuto conto, perché altrimenti avrei dovuto rimanipolare, se non la tesi di fondo, almeno la struttura discorsiva di questa breve e sommaria indagine. Re­ stando nel campo della produzione italiana, gli studi più signi­ ficativi usciti recentemente sull'argomento sono quelli di M. Pagnini, Shakespeare e il paradigma della specularità, Pacini, Pisa 1976, P. Gullì Pugliatti, I segni latenti, D'Anna, Firenze 1976, e P. Valesio, «' That Glib and Oylie Art', Cordelia and the Rhe­ toric of Antirhetoric », in Versus, 16/5, 1977. 131

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