Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929

390 Lettere inedite del Tommaseo ail Alessandro Manzoni lingua italiana, diversamente amata, li teneva sempre vigili e un po' so– spesi. Il ministro Emilio Broglio istituiva nel '68 a Firenze una commis– sione, per ricercare i mezzi più facili di diffondere in tutta Italia la buona lingua e la buona pronuncia. Presidente della commissione (solo l'amore della lingua poté fargli accettare una presidenza) fu eletto Alessahdro Manzoni, e Niccolò To-:imaseo membro. L'autore dei Promessi Sposi inviò al Ministro la ben nota relazione Dell'unità della lingua e dei mezzi· di diffonderla p~oponendo, a nome della •sezione milanese, la compila– zione e la diffusione d'un vocabola.rio del linguaggio .fiorentino vivente. La sezione fiorentina proponeva, invece di cavare, procedendo per eli– minazione, la vera lingua parlata e da parlarsi da diversi vocabolari e da altri scritti. Il Manzoni si dimise, la commissione :fu sciolta; ma, prima,, il Tommaseo si congedava dai colleghi dissidenti adducendo ragioni di lavo:co e di stanchezza. ,Si sentiva ormai vicino a, morire. Nel '7:1 scriveva al Manzoni: « Tra, le poche cose ch'io ambisco, gli è il potermi partire da questa terra la– sciando nell'animo suo la credenza che l'affetto mio vers9 di Lei è sem– pre stato non men vivo che riverente. » L'ultimo saluto. Nello scorrere queste lettere, che vanno dal '27 al '71 e col '58 ces– sano d'essere autografe all'infuori della firma sempre più incerta e sgor– biata, si assiste non senza pena aJ progredire della tenebra che avvolgeva gli occhi del vecchio Dalmata. Per questo cupo isòlamento, Jo scontroso ragazzo di un tempo potrà ora congedarsi dal suo maestro con un atto di benedizione : « Accolga le benedizioni del suo Tommaseo. » Ma fu il Manzoni a partirsene prima dalla terra. Il Tommaseo ne rimase afflittissimo, e scrisse parole di commemorazione. Le scrisse nei giorni che ricordavano un altro lutto al suo cuore: la morte del Ro– smini. TULLIA FRANZI. I NICCOLÒ TOM•MASEO: NOVE LETTERE AD ALES,SANDRO MANZONI. I. 6, X• 1827 - Firenze. Mio cal'o Signor >Manzo111i, La Dalmazia mi tenne Ìlllgoiato per ben tre mesi, ch'è un affare p~ù brutto di quel di Gio111!],. Arrivai :finalmente a Ninive, e sto pre- dicando. , i . Non ~eho scritto prima d'ora, perché 1110n V:olevometterla nel pe– rrnolo d1 fare quel ,che.han fatto gli Oracoli dopo Tiberio. E chi sa che questa lettera, letta senza dubbio cOlll degnazio111e,1110n sia però BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy