Pattuglia - anno II - n. 3-4 - gen.-feb. 1943

cd ha agito in sin<.:ronìa col progresSÌ\'O cmancipnr.;i delle opin.ioni gencralt: cd ha eliminato ogni in[lucm:a esterna come fos:.,c lu pl'slt- e il tlinvolo, ed hn dimostrato che il cinem::itografo è arte per "' l'limimnionc » dcgl.i nitri cont,mdenli indesiderabili. Ma in so- ~tnnz.i la c-ritica lrn fatto ancora poco: tanto poco1 che non mancarono gli scontenti i quali, con evidente scrict.à, si posero fa domando qunsi paradossale, ae unn « critica "' l'incmo.tografica veramente esiste/ilSC', se di una critica nel \'O~to senso dell.i pnroln fosse lecito parlnrc. E Corse fu <lomanda non ern ingiustificata, H fatto è che la critica ba dovuto sempre agire in eondizlonj portic:olarmcntc dirficoltosc per In mancanza o del nrn.terialc o del tempo o degli clementi di raccordo, e per le ne:::essità ìmpcllenti della spic,1azionc. del la propaganda e dellu polemica. Raramente- In critlcn ha potuto essere se stcssn: quasi sempr::, è stata o pre~ sentnzionc s1ntcti::m, o discussione estraneo, o riflessione brillante. Per i quotidiani, di criticn non si può parIure - com'è ovvio del resto - • sui S('ttimnnali c'è ciualche saggio is~lo.lo, e ci sono eia 11 n po' di tempo notd a- ~te o preziosi rHcriruennti, mo. non sui settimanali meglio connosciuti; e lq riviste specinlizznte sono due soltanto (essendo stato S, gira stroncato perchè si fanciavu su una vfa <l'jntclligcnza e di serietà), e non do molto uno di esse s'è pJal·:tta fu coscicnz~ con ben Jotte rezcnsi~1ni dj FiJm del momento. Scnnonchè le \flee non sempre; sono c:hinre, i pnt'cri troppo spesso sono discordanti, e <l'un metro stabile e sperimento.to di giudizio non si può parlare che pe1· caso. :\roi diIIidiamo scn;,a eccc-zioni delle persone che vengono da altre culture e eia diversi inlcrcssi1 1c quali portano nclln critica ciel cinema metodi di spuria origine e di dubbio significato. E nppnzzimno PioYenc siu perchè: è stato tropp1l sfot ... tuto, sia perchè ha,. avuto la linczzu di riconoscere su Primato Ja propda condizione di "' estraneo » e <lUindi ; propri limiti di giudizio. Non OCCf.1rre ('SScre specializzati in senso tecnico (bencclc ttn parala questa "' tecnica »); ma è essenziale non essere inquinati e non avere massime letterarie e figu. rative e musicaJi di sorta. Può occorrere essere colti, mf1 è indispensabill' - sentire il iitmo .. , av,·crtirc la continuit:'1 e Ja folgorazione dell'imm:1gjne. E opportuno essere matematici e precisi, ma unneghinmo fa geometria più armonica nel sentimento e nel Jir~~mo più immediato. Se Ju spontaneità eh csec'\lzione non si analizza e non si scinde con le bilance contenutisticho e formali, è però importante badar<> a che non esista sopra il quadro lo traccia deJlo sforzo e la pàtina del Cnlso. Nella snln di proiezione, tu dcv.' essere P ~ unico • alla presenza del film: guai se ti distrai, se per esempio unn carrellata li porta fuori del fotogramma, o se \Hl passaggio troppo lento ti rivela l'impronta <lei telone! Pericoli da evilat·c che non costituiscono un prontuario, ossia Io schema per l'ottimo cdticoj ma che rappresentano gli er, rori più comuni nei quali cuciono quasi tutti coloro che si occupano di cinema~ togrnfo. ESiste la cosiddetta critica contenutistica che, ud onor clct vero, è tn meno portata ud esser presa per vera critica <l'ru•tc; mn predomina Ja critic~ della fornrn 1 di cui più difficilmente sj scopre il limite squisitamente csterio,·e. Quest/ultima è una "'crHicn a freddo,», che può permetlerc la divisione accurata dc0 li nrg.>mcnt1 e delle responsabilih\ (fi soggetto, La sceneggiatura, li costume, li commento musicale, li sonoro, ccc.), ma spesso senza ottenere il sicuro legame unitlirio nella ricreazione d'un giudizio complessivo e sin• tetico. E il film è1 allora, un corp<' smentbrato e senz 1nnima; e l' « .autorf." dcf film • non si trova più 1 in definitiva: pcrchè tu l'hai bruciato e l'hai esaurito in un nugolo di attribuzioni e cli specialità solo in parte inlercomunicanti. L'annlisi algida e doe:umentata di. Pasinctli, quella più ampia e ragionata: di De Santis (sl, di un De Santis c'è sempre bisogno, nella critico cinema• . togra:i.::u ibliann); le rievocazioni apr pas::.ionate di Morgadonna 1 le incisioni spietate e laboriose di Viazzi; e c1uello. presentalioni c,omplctc cli May e dJ 13nl'baro, e quel le ambicntuzioni geometriche e purissime di Compassi -: sono aJcum tra i risultati più nobili e tra gli sfor-i:i più costanti della nostra attivita interpretativa. Dalln famiglia di Cinema (i Pnsine•!ti e i 1Puc• cini e Antoniani. Montesanti, Assunto), 0,I centro mifoncse (Comencini e Guerrusio e qualche altro), a quello t.orineset (Bandini c1uando sèrive e Sàbel), a quello napoletano (il pignolissimo Paolclla ), giù ~iù fino allu stampa prc.,- vinciale (Aristarco), uni,·er.sitaria (Magli n l\olPgna, a Roma Lizzani), e :-i qunfche "' isolato » molto informato \Fenin, fa Veruncsi) o filusoleggiante ( Bnrendson, Pe.irce ), é tutto un e,;,•~• plesso eh gioventù studiosa attenta, acuta, spregiudic'1ta, eh<>c,mosce il ci• ncmn, e che io ama; e che coi suo agitarsi nervos~• e senza _p:.i!J.t h~ inf.luito fortemente sul movimento mtellettuale italiano 1 lo hs indirizzato o curato ·Io ha illumhlnto, e insomma. hn rc~ato onore prima di tutto alle opere dei registi nostrani o stranieri che ne erano de~ni, e poi anche a noi stessi, in quantò elementi no!1 sfo!niti di preparazione culturale, d1 serietà, <l1 intelligenza: se è vero, come i: vero, che una simile « scuola » e ~n, simile ottivitll <."isono invidiate parhcolno:mente all'estero. Ma è ancora poco. hisognu rendersi conto che In . critic& cinematografica si è trov.atn 1~ una concHzione del tutto spccrnle rispetto I GIOVANI hanno rivolto ai giovani "'un invito alle immagini». e questo, secondo me, un grande raduno del pensiero, il più grande congresso cinematografico il cui argomento è oltremodo interessante e significativo. Nè risulta possibile confusione di sorte, poichè l'invito parla proprio di immagini, e trasporta subito verso il cinema «cinemntogrnfico•, quello vero, unico1 in cui crediamo. Che da anni è uuspicato. In queste colonne, dunque, si parlerù cli ,,cechi film, si porteranno alla sbarro. Cinf2-mn e cineasti, si farà un consuntivo cli quanto ha prodotto la Decima Musa. non mancheranno i pronostici pc1· l'avvenire. Per ora, il problema del Cinema è anC'oru im,oluto, e noi che tendiamo al Cinema puro, che per questo • ci bnttinmo 1 sentiamo, d'altra parte, potente e vigoroso, lo slancio di quelli che mirano a conservare un Cinema cassctta. un Cinema di vieta propegonda1 un CinemP. impuro e perciò antinrtistico e a-::Jlematografico. Qui, dunqu'!, ci si batte per il vero Cinema, e questo numero unico è una nuova presa di posizione delle giovani energie: una promessa di continuare intransiJ,?"cnti fino al raggiungimento totale dcll'affermazfone artistica sui fat• tori speculazione e facile guadagno. Da gio,,ane giornalista, intendo ora parlare ai miei giovani colleghi, pe.r vedere, insieme, che se noi porteremo a termine con coraggio, slancio, disin· tcresse lu nostra missione, questa apparirò.1 prima o poi, ommirevole. Ma per questo dobbiamo dire una paroln · positivo; dobbiamo, finalmente, dimostrare che sappiamo costruire, ~ non soltanto buttarci contro quelli che non hunno saputo farlo, potendolo. E mi rivolgo ai giovani perché, se parlassi, invece, agli anziani, solleverei ccrtnmcnic delle proteste, e si riac: cendercbbe c1uclla polemica che ha dimostrato a suo tempo come questi colleghi abbiano anche loro delle buone ragioni per difendere, come fanno, l'Arte. Parlo soltanto ai giovani, altrimcnt.i si riaccende In polemica dei giovani contro i vecch.i, che taluni hanno detto superata e risolta. Come se bastassero due articoli per concludere una divergenza che dura, ma da qualche secolo, io credo, poichè è forse legge di natura che i giovani rappresentino l'opposizione dei vecchi. A parte a fatto che abbiano annunciato una conclusione della polemica, voglio dire che d'ora Fondazione Ruffilli - Forlì a quella del restante mondo dell'arte: e se per qualche riguardo es.a ~ partita; cun uno svantaggio iniziale non indiffer<>nte e.lata la novità de( mezzo e la folmineità di evoluzione, che d 1altra porte es!r. non ha penetrato gli argomenti con quella profondità che dovrà in séguito esserle richiesta, e sebbene uvesse tutte le condizioni agevoli di sviluppo: come confronti con Je nitre arti, punti fiss.i nell'estet.ica moderna, rapide emancipazioni di stili e - Sl' \·ogliamo - di mode. La critica avr1\ bisogno innanzi tutto di appoggi:irsi ad nn' Estetica speciale, dopo essersi pienamente accorta che nessuna deUe estet!<'he. attuali può esserle d'appoggio m tutto e pcl' tutto; e le basi già Curono gettate al.l'estero e dl\ noi. Ma la base d'ogni sviluppo futuro dovrà essere l'att1?ntissima e fervidissima considerazione per le opere cre:-.- te: poichè non esiste, per Ja teorica delle scultura, appiglio più basilare dei marmi di Michelangelo: cosi come in cinema fino od ora, è preferibile quella che già fu chiamata "' am.,orosa sottolineatura di testi », a quaJsiosi discorso teorico preso troppo alla lontana e privo d'ogni indispensabile predisposizione concreta. UGO CASIRA(;HI domant di GLAUCO PELLEGRINI in avanti tali discussioni ..servirebbero ben poco. Conviene ai giovani, invece di discutere tanto, dare un saggio con• creto delle loro capacità, del loro valore. A tale scopo, sarebbe inoltre necessario che i giovani si conoscessero meglio .. si sostenessero. Con oncst.à, però. Dato che non mi vanno quei cenacoli in cui se uno scrive, subit.o il codazzo di runici lo incensa. In mezzo u noi non mancano c1uesti cenacoli. l'~sistono i circoli chiusi, gli arrivisti, i padreterni. Ma non sono giovani veri, questi. Eppure hanno vivace intel~ ligenzo, copacittì evidenti, possibilità innumeri. Li ha rovinati magari il caso, portandoli nei corridoi ministeriali. Essi hanno trovato da fare bene, senza dover lottare: sono arrivati appena si son dati iJ via. Appartengono alla categoria che trova sempre ·un posto 1 anche quando il treno è affollato. Del resto, ò pacifico che costoro - non molti, per fortuna - saranno esclusi, domani. Questo domani cui tendiamo tutti; tappa e meta del nostro lavoro per il quale duriamo. I giovani devono esserne degni, preparandosi decisi e risoluti. Libera critica artistica; leale, continua polemica sono le armi della nostra ragion d'essere. Senza queste caratteristiche, il giornalismo non esiste• rebbe più, l'Arte, non più sorretta e guidata, cadrebbe nel ridicolo. Noi giovani abbiamo detto di volerln clHendcre, anche e soprattutto in questi delicatissimi momenti. Mo. nemmeno noi siamo sempre in buono Cede; non è detto vero che in tutti i giovani esista, praticamente, un vero senso di responsabiJità. Troppi, tra noi, dopo aver letto l'Estetica, la Storia del Cinema, Pudov• chin e qualche altro libro, con uno, due o tre bolli sulla tesserina universitaria si sentono in diritto di fare della critica. E questi sedicenti giornalisti, novanta volte su cento, vogliono fare· la critica cinematografica, eredcndoh, la più facile. I bolli accademici sono una cosa magnifica, poichè testimoninmo, se non una cultu.ra o i \frutti di uno st.u.dio serio e attento, gli anni che uno ha trascorsi dentro (o fuori) all'Università, ma non dovrebbero dare a nessuno il diritto di prendere la penna e di se.rivere, forse senza rillettere, sulle cose di Cinema. Il giornalismo è una cosa seria, la critica un'attività grave, l'Arte, un'cs• senza sacra. lo so che se t: difficile trovare un universitario che non si senta un poco giornalista, non sono molti quelli che lo sono per davvero, o quelli che meritaoo dell'attenzione per essere riusciti, con i 4oro meriti, a porsi in evidenza. Mi sembra che se ieri era necessario dire agH anziani che noi non eravamo sempre d'accordo con ]oro, ora è terribilmente urgente dichiarare a noi stessi che abbiamo bisogno di una revisione. r>ice, s'intende 1dei giovani, quelli che indugiano troppo sulla stampa di punto. Perchè, intendiamoci, noi abbiamo inteso iniziare la nostra 11ttività sui nostri cari fogli uni,•ersitori, sull'amata stampa di provincia. C'è qualcuno, in• vece, che indugia troppo, che non f,!ssendo riuscito a fat"Si llvnnti, si ripete monotono 1 non pensando che è tempo di lasciare Je posizioni, 'f>OlChè altri giovanissimi chiedono il loro turno. Le trincee cfei fogli universitari non sono roecheforti personali, ma trampolini di. salto per ardui collaudi, per rischiose imprese. Chi cade in piedi prende il via, chi cade male si spezza le gambe e deve desistere. Sarebbe cosa ridicola, poi, che qualunque, dopo di essersi battuto sulla stampa di provincia, dimostrasse di averlo fatto per pasaatempo, preferendo, dopo preso In laurea, mettersi a fare il dentista. Ecco. Qui è tutto. ln questione. Molti trn noi parlano e scrivono di Cinemo, e domani soranno registi, operatori, sccnograli, soggettisti, o critici ciel nostro CineJna. Altri, forse i più discutono il problema superficialmente, con pocò competenza, affatto animati do vero pas• 'f:lionc. Un giorno 1 rideranno della loro attività giovanile, o piongernnno per il tempo perduto. Lo hnnno fatto solo, per vedere il loro .nome su di un giornaletto. Hanno ottac-cato Caio e Sempronio per vedersi nominati, per sventolare una gazzetta e mostrnrln alle compagne di facoltà. Tutto ciò è lnistci, e non onora certo la nostra giovinezza. Cosi è facilmente spiegabile quella trascuratezza cht~ si riscontra in certi scritti improvvisati; quell'ignorapza diffusa di certi articoli. Là, un giovane, pubblicando una critica, confonde gli interpreti dc-I film; qui una esordiente presente a Venezia - narra a modo suo 1a trama tdi un film che non ha ma.i visto. E tra urta lettura d1 riviste straniere ed un immediato articolo dedicato a pellicole mai viste. tra un accenno al film Estasi, ed un attacco personale talvolta poco leale o per niente inteUi~ gente, va avanti buono parte del giorlismo giovanile. Per fortuna, non mancano gli elementi serii e preparati. Come sarà, dunque, come vorrà essere la critico, domani? V aie che i giovani ponderino, e si difendano. Certi giove.ni e.be mirano al giorr,o.lismo militante si temprino, si preparino all'articolo giornaliero, nll'articolo immediato, al pezzo di attualità che si scrive dal Cinema al Giornale. In certi giovani, anche di valore, mancn nncora questa utilità professio. noie, questa caratteristica <linnmica dei giornalista, e per questo i loro assennati scritti fanno spesso pensare aUe grosse antologie, e li si immagino partoriti in più settimane. . Per la critica di domani, che dovri, essere in linea col Cinema cinematogra.., fico, i giovani di oggi che si ricono• scano pieni di passione non tras.curino in questi anni di studio e di preparazione di eliminare tutti quei giovani che con poco rispetto per 11 Arte e per la professione del giornalista si mettono a scrivere e n discutere di Cinema, mentre il loro domani li at• tende - e da se stesst hanno preferito quel domani - negli ospedali quali medici, nei laboratori quali chimici, ne.1le cattedre quali insegnanti. L'aspirante giornalista, e meglio se lo è di fatto, difénda quindi sè stesso e Ja sua pro(essione. GLAUCO PELLEGRINI 35

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