Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

sarla é tutt'uno per i migliori degli uo· mini, in un secondo momento, superate le contingenze dete,minanti di questa idea-fede, essa, se non sarà sorretta da una convincente base culturale, potrà sembrare alle generazioni succes· sive, superabile (si noti che il termine «generazione,> è usato in senso temporale molto lato). Ecco dunque pro· por,i con tutta la loro essenziale importanza la cultura, a cui si perviene con una intelligente preparazione ed educazione, e la ragione, mezzo per" conquistare l'idea. La ragione viene quindi a riacquistare, nei successivi svolgimenti e nelle dovute conseguenze di principi universalmente accettali, il suo originario grande valore: la fede • intesa questa volta in un senso puramente astratto . deve però riscaldare sempre il processo raziocinante per evitare che si perda in un gelido meccanismo. Se un tempo la ragione fu messa iiÌ secorido ordine di fronte alla fede, é ad essa che ci si deve rivolgere ora per conquistare quelle mete alle quali aspirano ·coloro che saranno i dirigenti della massa. Ragione che dovrà conquistare, per poi essere a sua volta conquistata, una dottrina. In un clima di libertà individuale - libertà non intesa come reazione alla autorità ; quind, non licenza - i nuovi esponenti della Nazione arriveran· no, non per esteriore imposizione e tanto meno per fideismo, ma per un processo intellettivo mirante sempre all'interesse della Patria, ad un'intima costituzione intellettuale. Solo in questo modo • a nostro pa· rere . gli uomini potranno coscientemente conquistare una dottrina che, basata sul trinomio cultura· ragione• fede, avrà valore durevole e non contingente. Agendo quindi, in un secondo tempo, razionalmente, sulla massa portata ad una sufficiente cultura, e non fideisticamente, essa massa risponderà con maggiore compattezza, sarà più solida e pi4 unita, in quanto cosciente. Evitata qualsiasi imposizione esteriore, qualsiasi metodo coercitivo sem· pre controproducente, l'individuo, di liii Il · I. 2. DICEIIRE 1942-111 PATTUGLIA POLITICA. ARTI - LETTERE fORLt' • Sede LUtorla • Tel. 6018 Direttore, lENATO ROSSI Condirettore I LI VI O FIATTI WALTER RONCHI • redatt. capo retponubile UN NUMERO L. 1,50 Un numero arretrato: ll doppio lllDlll. : Ordinari l. 15- FmistUi aim1it1ri l. IO Dlstrlb, D. I, E. S. · P.sa $. Pantaleo 3 - ROMA PUIILICITA': Ulllelo Pubbllclt, • Propaganda . Via Roma, 6 - BOLOGNA ANONIMA Alll GllAFICHt - BOLOCNA VIA CONSOLARE • Sez.. Edit. C. U. f. · forll PAOLO SILIMIANI, Segretario del C. U. f. PRESIDENTE Armando lavaglioli • Bruno Muottì LiYio Fratti • llenato louì cui sarà abilmepte valorizzata I intelligenza e quello che potremmo anche chiamare il libero arbitrio, non si annullerà nella massa amorfa, ma contribuirà a formare una massà forte, necessaria per uno Stato forte. Riassumendo: gli individui dovranno giungere con la ragione a quelle mete che solo in un primo tempo ed in determinate situazioni possono essere « intuite » con la sola fede. Questo non vuol dire porre la fede in sottordine, ma significa solamente rendere gli uomini consapevoli intelligente· mente di essa feda, darle un valore ed una necessità universali e non con· tingenti. Non significa porre I' individuo di fronte e c..ontro l'autorità, ma significa portare ali' autorità uomini preparati e sicuri. Perché una volta ammesso • e crediamo che i dubbi non siano in proposito neppure probabili · che i presupposti da cui muove ogni uomo nel nuovo ordine sono· un cieco amore nella Patria ed il desiderio di agire moralmente ed onestamente, tutte le varie devidzioni non saranno possibili o non saranno almeno nocive all' interesse s~premo e ad esso anzi collaboreranno con un apporto polemico e critico. Venutasi così a costituire per intima e non imposta evoluzione, una aristocrazia politica. aliena da una prassi che potrà avere avuto ragione di essere in un particolare momento, sarà più facile agire domani sul popolo, educarlo ed inserirlo attivamente nell'organismo statale. L'individuo della massa, ricco di un~ cultura, di una intelligenza che potremmo chiamare allenata, riuscirà a sua volta, con lo stesso procedimento, a conquistare le mete alle quali l'autorità formata dalla nuova aristocrazia lo indirizzerà e lo guiderà agèndo sulla sua intellìgenza e sul suo amore, . Ed ora potremmo anche concludere che la massa in qualsia,i momento e specialmente nei duri tempi d, guerra, non ha "bisogno di propagànda, ma di educazione: educare dunque il popolo vuol dire farlo arrivare alle affermazioni che la propaganda vorrebbe im· porgli con metodi del tutto esteriori. I risultati saranno senz'atro incomparabili: la propaganda ha infatti solo effetti momentanei, i quali, una volta scaduti, lasciano l'individuo vuoto dei germi fecondi. Ouesta opera di educazione sarà dunque il primo compito, il' più arduo perché essenziale, della nuova aristocrazia alla quale i giovani aspirano ed alla quale senz'altro perverranno. WAl,TER RONCDI Del nostro -dovere ~ H EIHA \IO che nessuno si stupirù U di quc-sta nostra confessione: le lettere, i giudiz;,. i consigli che ci \'Cn• gono dngla universita1·i alle armi costituiscono pCL' noi, nella redilzione del• la parte politica di « Pattuglia .., documenti sui quali cerchiamo di basare una azione giornalistica intesa come missione clucativn e costruttrice. le cartoline in franchigia provenienti dalle zone <li operazioneJ le lettere degli allic,•i elci corsi di addestramento e delle scuole allievi urficiali hanno una non comune importanza, ed un non comune ,peso nel nqslro lavo1·0, del quale sentiamo tutta 14 responsabilitù e la necessità. E: per questo che noi stessi provochiamo, in un certo senso, molte delle lellere che ci giungono quotidianamente dai front.e e dai reggimenti; è pe1· questo che un elogio od un qualsiasi appunto di un soldato unfrersitnrio __!2· stituisee per noi la pro,•a pili. sicura della nostra non inutilità e <lit valo1·e alla nostra opera. Con gioia dunque abbiamo letto <1ucllo che ci ~crive dn un Reggimento Genio il S. Ten. Luciano •Rossi, un camerata con tutte le carte in regola: è stato 1nfotti uno dei primi u ,,c.siirc il grigio\'erde, ha digerito diversi mesi eh sole e di sahbii:1 africani ed oru si trorn 1n·esso un reggimento per « lau• rearsi » come guast.utore, cosciente uomo nella Patria in armi. lloss1 ci scrive del nostro giornale e- del'inisce acutamente unu situaz.ionc, già altre ,·olte denunciata dalla migliore stampa uniyersitm·ia. Questa nuova testimoniunza pensiamo non sin inopportuna, nnC'hc- per s,·eglia1·e cet·te coscienZC' assopite C' pc-t· riacutizzare un problcma che, non si su per quali molivi, viene lasC'iato troppo spesso b';:1-llarcdt sola vita cartacea, e della cui risoluzione tuttn la giovinezza <l'Italia, ricostitUitu in un nuovo ideale blocco, sente l' imperiosa urgenza. Scrive dunque Rossi: • Fra lanle belle cose, vere e giuste cl1e ho tetto (ooo parlo tielle arti e tielle lettere di cui sono poco competente) ho notato alcune stonature; an::i una stonatura: il luogo comune. /u base a <1uelfoesperiew~a che ho acquislOto nel biennio cli villi fra i nostri' soldati che sono il « Popolo» ho imparalo elle l'italiano, ,,ppur2lo percliè intelligente, odia il [uo. go comune, il pistolotto, la frase fatta di cui, purtroppo, lo sta soffocando la nostra stampa. Frustate e, sangue, bollale implacc,bilmente ccrle basse::e, certi llSSenteismì, certi figuri, cert~ sistemi. Gioverete più cl1e nwi alla 11oslrll Italia, " queffo nostra li.ali<, che voglia~ mo rederc tieramente gr<mcle, veramente lttdill. t se qualcmio se la prenderà, tanto meglio, gridate pitì forle che solo chi ha fo rogna si gratta. Non bisogna cont_iquare nell'errore cli lasciar correre perchè c'i la guerra e tanto dopo I<, p,,gliermmo. No, subito bisogna isolare il nemico e .c,gire. cli bisturi se si vuole evilllre /1 infezione. A voi spetta di fare fo diagnosi e ,li provocare l' in- /erveuto chirurgico. E ricorcfole che così avrete dalla «·ostro uno stuolo cli giovani che o,-a dàm10 tu/I" se stessi alla Patria p<'rd,è credono che il fascismo sia Ritioln:ione ». Questo ci ha scritto uno dei tanti uni\'ersitari in grigioverde e le sue pa1·olc non fanno altro che riassumere con chìarezzù quella che de,,e essere Fondazione Ruffilli - Forlì Ja posizione della nostra stampa: ed è altamente s1ghihcnll\'O come quclia c11è è (.• sarà ltl nostra dircttiH1 di marcia, eliminate tutte le incertezze e l','inti tutta i timori, vcng.'l da un nostro c:,;ncrala alle urmi, \'Cnga anzi dai nostri cnmcrali alle armi, quasi u significare come it blocco della gio, inczza italiana si.1 un qunlcosu di eUclti\'O e di ope1·antc e non una rettorica presunzione.• dn pochi interessatamente sbandierata. Siamo com inti di potere contal"C Ol"a 1>iù che mai sulla granitico unit.,·1 del fronte della g"iovinczza: e la nostra consolazione - di noi che abbiamo scm1>rc creduto, con fode eieca, ed in ogni momento, alla necessità operante della nuova gcncruzionc - sarà la consoIuzione di coloro cJte sofCrono per la :,rlermazione nel mondo, di fronte a tutti gli altri popoli 1 dcli' Italia e della Cl\'ilta. I.a ccrlezu1 che da c1ucstu gcnc-ra- • zione scaturisc11no gli uomini - non b1so,::na mai dimenticare che ·il nostro è problema di uomini - nc-ccs.sari alla pcrfc-zionc cd alla attuazione integrale dcli' idc-a, ha preso il posto di quella che un tempo per alcuni era solo spe• ranza. Lu f,'l.lCn·a lrn saputo abbattere molti fontasmi, ha spalancnto molte rincstrC': ognuno di noi adesso vede più chiaro e più netto. Conosce e conoscerù sempre più chi ha barato e chi lw trndito1 sia pure anche in buom1 fede. Pe1· disinfolture le piaghe non dob• biamo aspettare Ju rinc della guerra. Allora 11 inrezionc sa.rù più difficile da domat·e. Il noslt'O dovere ci impone unu immcdiatu azione risanatrice, una pl'O\"U .di coraggiosa volontà.. Domani, qu;:indo torneranno coloro che hanno combattuto in urmi, non ,·ogliumo che ci rimpro\'erino fa nostra inubilitù e la nostra pussi\"itù. ~lolti dei problemi che in quc-sto momento necessitano cli una t·isoluzionc do, ranno css~rc risolti immediatamente. Dobbiu• mo subito dimostrurc che questa nostra volontà non finisce e non tramonta nel popolato ptu-adiso dei \'erbosi luogln comuni i dovremmo essere ormaj tutti d,acc.:ordo nel constatare che le parole non possono -più nulla dj front.e ul rit• mo lra,·olgente della vita quotidiana, e che di parole. sii:1 pure belle. ma adesso quanto mai inutili, è satura l'utmosfe1·a. lr. R. INVITAOLLE " Pa t tu - IMMAGINI çi-lia .. sta· preparando un numero speciale dedi - ca to al cinema. che uscirà nella prima quindicina di gennaio. Il numero • a cura di Guido Aristarco e Walter Ronchi -vuole essere un Invito alle immagini per la creazione di un cinema cinematografico : puro. autonomo. d"arte. cosciente dei suoi mezzi ed intrinseci valori. Hanno già aderito tra, gli altri, alla collaborazione del numero , Osvaldo Campassi, Lufgi Chia· rini. Renato Giani. Guido Guer· rasio. Rosario Leone, Svatopluk Jezek. Renato May, Massimo Mida, Roberto Paolella, Alberto e Francesco Pasinetti, Domenico Purificato. Gianni Puccini e Glauco Viazzi.

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