Pattuglia - anno I - n. 9-10 - lug.-ago. 1942

1 PRlffDiAICOLAZIOnE Un atto di EUGENIO o· NE IL L· Traduzione di MARIO. R. CIMNAGHI ... Ut:STO breve atto di 0' Nei/I, pub· ~blic<1lo a New Yorh lla Franll Slum net 1916, fa p<1rle di una colfe:ionc intltvlala «Lavori di teatro degni di essere letti• nella quale si lroPano opere di Ma/leson, di Wedehi11d, cli Cècov, cli Andreief, di Evreinof, ed apparlie,ie alla produ:ione di quel perio,lo nel quale o· Ne;tl era C(msideralo autore poco teatrale e troppo letterario come, d'allra parte, anche oggi potremmo considerarlo se proprio questa forma inleatrale non fosse venula a costituire, con la sua sicure::za e fo sua jor:a, uno si ile personalissimo. «Primn di cola::ione• fu rappresentalo per la prima volta a .'Vcw Yorh e Morp. Ppne fu lo Signora Rowland, l'unico persQnaggio visibile del dramma. l'autore tuttavia ha ooluto far figurare nella didascalia inlrodutlilia come persom,ggio anche il marito della Signora Rmvland bcnchè questi in scena non metili allro che una mano per prendere una ciotola d'acqua caltla. Ed è giusto. ln/t1tli fin dalle prime battute ci si rende conto dell'importan:a ch'egli de,:e avere net lavoro e le11tam<~nte 1 altr<werso le parole della donna egli accentra su di sè tutta la nostra allen:ione assurgemlo t1I ruolo cli vero protagonista. Perciò, fin qui, niente di ecce:ionale. Ricordiamo, per esempio, clic llillorio llecchi ha scritlo in lesta aire/eneo dei suoi personaggi di «Caccia alla volpe._: ww volpe argentata .• \la la cosa i11solitt1 e strana è che accanto al nome del personaggio «A/J,.edo, suo marito• ci sia il nome dc>llo stesso autore quale interprete alla prima rapprescnta:ione ,Iota dat «Provincelown Plap<>rs». Non ci meraviglia che lo stesso O' Neill abbia fatto Ira le quinte i rumori che Alfredo doveva fare nella camera da letto del quartierino di Christopher Street, né che egli stesso abbia sporto la bella memo sensitiva clie ,leve prendere la ciotola d'acqua che la moglie di Alfreclo gli porge, dato che il lavoro fu rapf)resentafo i11 uno di quei teatrini cl'ecce:ione che noi ben possiamo immagùwre per esempio attrat'erso le esperien:e dei nostri teatri G. U. F.. ma che il nome dello stesso aufore debba figurare per questo come quello di u11 iuterprete è strano. Ci piacerebbe allora, molto idealisticamente, di voler capire cl,e O' Neill abbia voluto che, in un cerio senso, la didascalia venisse a far parte del tesla cosicchè il fatt<, ,wrroto potesse appa• rire come appartenente ad una esperienza personale, profondamente legata alla vita dell'autore. Ed è tale la verità, la precisione delle sensa:ioni, la sofferenza di ciò che accade e di ciò che si dice che quest'ipolesi potrebbe anche~ essere occellabile .. l1a sarei be,ie, per mantenerci logici, di reputarlo di per se stesse, assurda perchè potrebbe anche essere co,isiderala cosa di clubbio buon gusto per un autore. (;;stai.o un semplice 110(0 della fantasia di chi, traducendo, è penetrato nell' «io._ della composi:ione di O' Nei/I. Tuttavia l'aver a::ardafo una simile ipolesi non ci sembra inulile per if lettore che potrà così prepararsi a sentire qualcosa cli ecce:ionalmeute t,ivo e toccante: il drmnma dell'artista in 1m suo crudo uspettu di rcaltcì. « Prima di colazione• è di non conw; ne interesse nella storia della produzione dell'autore irlandese. In esso sono e"idenli, in embrione, le finezze ,lìalogiche di «Fermenti», la. for:a del • lutto si addice arl Elettra», la capacità di osseroa:ione profondissima di «Strano Interludio». Veramente u11 pre=ioso e raro campione. Dato che quest'atto u,1ico sarà messo in scena nel prossimo an,io teatrale, vogliamo esporre alcun; co11celli che ci hanno guilloto per la risoluzione ,lei problema scenografico. Abbi<m10 creduto opportuno, ini<,lti, ,li portare alcune modifiche alla scenografia clic la descri:ione dell'autore ci suggerivt1 perchè l'ambiente non oenisse " tradire l'efficacia del testo interprelàto ila una attrice noslrt1 per un pubblico nostro. Per la noslra sensibilità, acquistata allrtu,erso la nostra maniera di vita, l'ambiente borghese di un quartierino di due stanze iu un grunde blocco popolare di Clirislopher Street non sareb.(,e così freddwnenle deprimPnte come lo può essere per un americcmo. Per rc1ggi1111gere l'effello obbiamo bisogno di ricorrere ad ali.re lirrte pitì ìn tono con la nostra atmosfera. Perciò, come si può notare dal boz:etto, abbiamo cercato di rendere grigio nella «nostra» maniera, secondo quello che cre,liamo clie per noi corrisponde, al concello di grigio, l'ambiente. E non per <1uesta sola ragione, che può essere discutìbUe, ci siamo de• cisi a questo partito, ma anche tenendo conto che quelle acute note sulla bor• ghesità dell'atmosfera data da O' Neill non repuliamo possano resultare efficacemente in teatro, ma soltanto letterariament.e. Noi, con «Prima di cola:ione» vogliamo fare del teatro. E in ,teatro per convincere, è irulispensabile la predsioile e l'assolute:::a nei tocchi. !ti. H. c. LA ScENA di stai.uro media; tende verso un'inforUna piccola stan:a che serve allo me pinguedine che è accentuata dal suo stesso tempo da cucina e da ston:a da vestito a::wrro senza forma, logoro per pranzo in un appartamento di Christo• l'uso. Il suo volto dai lineamenti mi- _pher Street, a New York. In ;omio, a mdi e ,regolari e dagli occhi di un azdestra, una porla che dd sull'antica- :urro indefinibile, non rivela alcuna mera. Sulla sinistra della porla l'ac• personalità. Negli occhi, nel naso, nel quaio ed una cucina a gas a due /or- suo me,1lo debole c'è un qualcosa che nel/i. Al di sopra della cucina un arma- rivela invece una meschinità innah. Ha .dietlo di legno per i piatti che si poco pùì ,li vent'anni, ma sembra assai _prolunga sul muro di sinistra. A si- più vecchia. nistru clue finestre che danno all'uscita Si avanza fino al centro della stan:a .di sicurez:,, do(,e diverse piante in e sba,liglia, stirando le braccia in tutta voso, trascurate, vanno morendo. Da- la loro lunghezza. I suoi occhi assonvaoli alle finestre una tavola coperta di nati si volgono intorno per la stanza tela cerc1la. Due sedie dal piano di con lo sguardo irritato di chi non lia _giunco accanto alla tavola. Un'altra se• ricavalo u11 lungo riposo da un sonno dia al muro, alla destra della porla in lungo. Si dirige stancamente all'altac"' fo11do. Sulla parete di destra, in fondo, capanni sulla destra, stacca un grembiu- .una porla che dà su di una camera a"o le da un ga11cio 1 se lo stringe alla vite, tel10. Pitì avanti diPersi capi d'abbiglia• lasciandosi sfuggire un «accidenti» eimento di un Ui;l.710 e di una donna sono sasperalo quando il laccio sì rifiuta dj attaccati a dei ganci. Una corda per obbedire alle sue dita goffe e grasse. stendere la biancheria è tirala dall'a,r- Finalmente riesce ad annodarlo; e sì :.go/o sinislro, in fondo, al muro di ,le- avvicina lentamente al/a cucina a gas stra avanti. Delle, biancheria eia uomo è ed accende u,i fornello. Riempie all'ac- .stcsa sulla corda. quaio il bricco da caffè e /o depone Sono circa le otto e mez::o della sulla fiamma. Dopo si lascia cadere su mattina di una bella gi0rnata piena di· di una delle sedie accanto alla tavola .sole al principio dell'autunno. e si mette una mano sulla fronte come la signora Rowland entra dalla ca- se soffrisse di mal di lesta. Ad un trai- .mera da 'letto sbadigliando: sta on- to, come se si fosse ricordata di qualcoru da,1do gli ultimi tocchi alla sua cosa, il suo viso s'illumina. Ella lancia .sciatta acconciatura. Si infila delle /or- uno sgunrdo affrettato all'armadietto cine nei capelli che sono raccolti in una dei piatti; poi guarda COii furbi-zia F"ondaziòne/~uffITll: Forrfì la porla della camera da letto e rimane atfcnfamenfe in ascollo per qualche istante. LA Sic. HowLAND - (a bassa voce) Alfredo! Alfredo! (Nessuna rìsposla giunge dalla camera vicina cd elfo continua sospettosamente in un tono più alto) Non far finta di dormire. (Nessuna risposta clalfo camera da letto. Ella., rassicurala, si alza dalla sedia e ve, ccmtamente, in purrta di piedi, verso l'armadietto dei piatti. Apre lentame11te un battente Jacemlo molta alten:ione <li non produrre rumore e lira fuori dal loro nascondiglio dietro i piatti, uno bottiglia di Gordori gi11 ed un bicchiere. Nel /ore queslo urta il piatto di sopra che linlim1ù. un poco. Al li11lim1io essa sobbal:.11 come se josse stata colta in /11/10 e guarda con cupa sfida verso la soglia ciel/a stan:11 accanto). LA SI(::. HoWLAND - (con voce /remante)' Alfredo! (Dopo mw pausa durante la quale /,a ascol/alo se ,lall'c,llra stcm:a non giungeva alcun rumore, prende il bicchiere e ci verse, dentro 1m'abbondanle quantità ,li gin che lraca,wa d'un fi<,to; poi, freltolosamenle, ripone la bottiglia e il bicc/rie. re nel nascondiglio. Richiude con la stessa cura lo sportello dell'armadietto e, mandando un gran· sospiro di sollievo, si lascia nuovamente cadere sul• la sedia. La larga quantità di alcool che · ha ingerito produce un effetto quasi immediato. I suoi lineamenti divengono pi,ì animali; sembra che stia raccogliendo le energie. Guarda verso la camera da letto con un duro sorriso vendicai ivo sulle labbra. I suoi occhi girano sveltamente intorno al/a stanza e si fissano sulla giacca e sulla solto"este da uomo che pendono da un gancio, sulla destra. Si dirige con movenze ladresche verso la porta aperta; si ferma presso di essa fuori ,lolla portala visiva di chi è nell'interno ,/ella stan=a, attenta ad ogni eventuale minimo movimento che possa avvenire di là). LA Sic. RowLAND - (quasi sospirando~ Alfredo! (Anche questa volta nes• suna risposta. Con un rapido movi· ':i:t~o~~':v::r:c: ti~~r~: 1c;r~~ f!a:~~ dia. Si siede e tira fuol'U i vari og~ gelli che sono in ciascuna lasca, ma li rimetle di nuovo dentro alla svelta . Finalmente, nelfo tasca interna della sottoveste trova una lettera). LA S,c. RowuNo • (osserc,ando la calligrafia, lentamente, a se stessa) Hum! Lo sapevo. (Apre la leUera e la legge. Dapprima la sua espressione è di odio e di rabbia, ma via via che procede nella lettura quell'espressione diviene di trionfante malignità. Rimane per un momento assorta in un pensare profondo, fissando stranamente la lettera che ha nelle mani con un crudele sorriso sulle labbra. Poi rimette la lettera nella tasca della sottoveste e, sempre preoccupandosi di non svegliare il dormiente, riappende allo stesso gancio gli indumenti, va verso la porta della camera da leuo e guarda dentro) . LA S,c. RowLAND • (a voce alta) Alfredo! (ancora più forte) Alfredo! (Dall'altra stan::a · giunge un sordo brontolio di sbadiglio) Non c1·edi che sia prcss'n tpoco l'ora di alzarsi? Vuoi restare n letto tutto il giorno? (vollandosi e ritornando verso la sedia) Non che abbia il minimo dubbio che tu non sin abbastanza pigro da rimanere a Jetto per sein;>re. (Si siede e guarda irritata fuori dalla finestra). Dio solo sa che ora è. Non abbiamo neanche la possibilità di dire che ora sia da che Lu, scemo come sci, hai messo in ·pegno l'orologio. Era l'ultima cosa di valore che a\'evamo, lo sapevi. Tu non hai fotto altro·che im- ·pegnarc, imtpegnarc, impegnare, e qualsiasi altra cosa pur di non trovnrti un posto, qualsiasi cosa ,per sfuggire di anelare a Javornre come ogni uomo. ( Batte il piede sul pavimento nervos<tmCnle, mordendosi le labbra). LA Sic. RowLAND - (dopo 1mC1 bre1·e pausa) Alfredo! Alzati. Mi senti? Voglio riJare il letto prima di uscire. Sono stufa che questo posto sia continumnente sottosoprn i;,er colpa tua. (Con ww cerili soddis/o:io11e vendicativa). E: vero che non ci resteremo mollo n meno che tu non ti dia dn fare per tr0\ 1nrc del denaro in qualche modo. Lo sa iJ cielo se io faccio 1n mia ·parte ed anche di ,più andando a cucire tutti i giorni mentre tu fai il S;ignorc e vai in giTo per i ,caffè con • quella combriccola di artisti buonannulla dello Square. L.-. S,c. H.owLAND - (dopo una bre11e pausa durante la quale si gingilla nervosamente con· una ta-=za ed una sotlotaz:a che sono sulla tavola). E vorrei prq;,rio sapere dovo andrai a ·pescarlo il denaro. Questa setti• mana bisogna pagare la ,pigione, e tu sai comi.è il -padrone di casa. Non ci lascierà rimanere Un minuto di più. Tu dici che non ti riesce di trovare un posto. È u_na bugia, lo sai Non Jo cerchi neanche. Tutto quello che lai è di restartene tutto il giorno nella luna a scrivere delle sciocche poesie e novelle che nessuno co1r,.rJren\; su questo non c'è dubbio.· lo sono sicura di potere sen:iprc avere il mio posto, come d'altTO fi}arte ce l'ho; ed è soltanto questo che ci sai• va dal morire di fame. LA Sic. H.owLAND - (sì alt-a e Va verso il fornello. Guarda se l'acqua bolle nel bricco da caffè. Poi torna indietro e si siede di nuovo). Oggi, da qualche parte, devi trovarlo del denaro. Io non posso 1;,agare tutto. De\'Ì rientrare in te. Voi a chiederlo in elemosina, in ·prestito o a ru.barlo da qualche parte. ( con un riso sprezzante) Ma dove, vorrei sapere? Sei trci3>po orgoglioso per chiedere l'elemosina, bai chiesto in ·prestito fino al massimo, e non hai Ja tempra 'l)er rubare. LA. S,c. RowLAND - (dopo una pausa, a_lzan_dosi incollerita) Santo cielo, non ti sei ancoro alzato? Sarebbe proprio do te d'altra parte di rimetterti a donnire o almeno di volertici ri• mettere. (Va alla porta della camera,, da letto e guarda dentro la stanza). Oh, ti sei alzato. Bè, era quasi l'ora. Non c'è bisogno che tu mi guardi cosi. Le tue arie non mi garbano ·più nè !t)OCO nè punto. Ti conosco troppo bene, meglio di quanto .euoi credere. te e i ·tUoi modi di !are. (Al.J. !3

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