Pattuglia - anno I - n. 4 - febbraio 1942

SENSI BI L l·TA' La misura con cui la rivoluzione dimostra lu sua vitalità dipende dal modo come esso si puntuaHzzu sugli avvenimenti e sui ratti morali che creano e detel'minano le condizioni in cui deve operare. Dinanzi al fotto guerra hl vitalità rivoluzionaria si è .lCCentuuto ed essa non s'esprime altrimenti che attraverso una tesa sensibilizzazione dello spirito fescisla. Tutto dipende dallo spirito e dalla sensibilità. Colllpetenzn e moralità sono le premesse essenziali per una azione che non sin opportunistica, né rettorica, nè demagogica. E lo sensibilità fascista è il riflesso, che attraverso una integra personalità umana, danno la moralitò e la competenza. Tale sensibilità <lo,e,a naturalmente, ma ancor più deve, rivoluzionalmente, accentuarsi davanti :11la guerra. E: la rivoluzione che vive. Tutto quanto funziona male: sfasamenti, contrattempi, imprecisione di assunti e contrasti di stile, non è inline dovuto che a deficienza di sensibilità. Conformismo e ipercritica coincidono quali espressioni niente aUatto rasciste e conseguenze di una mentalih\ che è veramente borghese. Borghese non come accezione classista ma come spirito. Basta con il classismo, sin in alto che in basso. li fascismo non è nè a destra nè a sinistra, ma nemmeno è in un centro focilmente assiduo di compromessi. Il fascismo deve essere l'espressione di un estremismo morale intransigente. Ma l'ideale, fa meta suprema dello. nostra morulitit non è nella soddisfazione di interessi, anche n.on meramente materiali. di individui, di gru1>pi, di categorie, mn nella grandezza della Patria. Per '-1uesto, conformismo e ipcrcriticu non coslruttiva coi"ncidono, per questo demagogia e plutoct a zia ~i danno la mano, essi sono contrari allo nostru causa. llipetiamo che h\ questione dipende tutta dn una sensibilit..ù di cui s'avverte specie nei fogli di punta e unh•ersilari ]'esigenza e la presenza. I giovanti, i giovani migliori, (perchè anche qui, come in ogni altro settore, •ci sono i puri e gli impuri) pur non avendo vissuto la rivoluzione fascista ne hanno riassunto l'educazione, ricevuta tanto dalla dottrina che dai fatti, in una chiarezza di intenti e precisione di esigenze che sono autentica espressione di sensibilità. Non è una sensibilitò. quella che chiediamo che s'esprima in Iemminee o enfatiche, sempre stonate, espressione di sensibilismo ammalato. Occorre invece proprio una ozione regolata da un acuto senso di misura e dell'opporiunitò., da quel buon senso in[ine che è errore avvilire a qualità paesana <1uando è ottima dote nazionale. li fascismo è un prodotto nostrano e dalla misura del suo va.lore nostrano <,lipende l'entità del suo valore universale. Ricordiamolo. Il Fascismo deve valorizzare tutte le doti della nostra stirpe che sono ~olte, moltissime, e ·stroncarne i difetti che non sono pochi. I gio,rani migliori hanno riconosciuto c1uesta necessità ed il contrasto non è tanto fra vecchi e giovani quanto è contrasto di sensibilìtò. Troppi anziani dimost:t·ano di essere restati ancorati, pur nella. ]oro azione in seno al fnscismo1 a modi e premesse che fasciste non sono. Troppi si mossero in seno alln rivoluzione ma non fccero Jn rivo]uzione; il fascismo Iu una scorza e non una linfa: l'essenza. L'essenza si esprime molto spesso attraverso le più comuni dimostruzioni di scnsibililà e non valgono pompe rettoriche a imbonire di dcntrfO e a h1st..rare di [uori. frn le doti che più dimostrano l'intelligenza del popolo italiano vi è il suo senso ci-itico, la sua istintiva capacità di distinguere il gctmino dal falso, la sinccritù dl,I trucco. Bisogna chè tutto funzioni in modo che tale dote possa venir indirizzata costruttivamente, che non sì debba poi vederla tradita e trasformato in difetto cronico. J·: ciù dipende dalla prova che ognuno è chiamato a dare del suo spirito [ascistn, della sua sensibilità politica. c/l borghese non crede nella politica, per lui ~ un trucco, un inganno: egli ha sc:cciato la morale dalla politica, per questo non capisce e non può capire pitl niente. Egli la considera un intrigo». Cosi scrive Salvatore Gal• to. Ma il fascista invece deve considerare la politica come l'espressione della sua misura morale. Per il fascista, p~r l'italiano auientico, In politico non può vivere che con la moralità; non solo con la sua personale moralitù, ma con le leggi di moralità superiore che egli de"c osser"are. Egli non deve regolarsi solo dal suo punt:o di vista determinato da interessi spesso unilaterali ma deve tener conto prima di tutto della regola alla c1ualc egli è tenuto a obbedire assieme a tutti. Bisogna farsi una coscienza collettivo. Una dericenza di sensibilità espressa da chiunque in sede privata o non investita di respons·abilità, è sempre condannabile, ma non incide nella coscienza delle masse, nè incrina compagini poliliche. Essa è magg·iormcntc riprovevole e gra,•c quando si esprima in quanti abbiano funzioni gerarchiche e tnngnno posti di comando. Alloro essa divenla un efficente di corrosione. Non siamo solo noi fascisti, ma tutto il popolo italiano, che nella maggioranza esprime esigenze fasciste, a non amare quanti esibiscono benemerenze passate per procacciarsi vantaggi e incarichi nuovi o conservano altri per i quali si siano rivelati indegni o incompetenti. li passato di un uomo è morto <1uando esso non sappia vi vere il presente. Non amiamo quanti persistono in pose tribunizie con uno spirito demagogico e cianciano di diritti senza prospettare prima i necessari doveri, o promettono quello che non è loro possibilit1\ nè compito, di mantenere, per acquistare benemerenze e lodi pres- .so i semplici. La crisi del costume è causata da troppa rettorica. Non amiamo i rettorici di qualsiasi natura, anche se ostentano intenzioni antireltoriche. Non amiamo, anzi disprezziamo, odiamo quanti mostrano di non accorgersi che siamo in guerra e spesso fanno mostra della loro assenza dal tempo e dallo spirito in cui tutti viviamo. Odiamo quanti condizjonano il servizio nella rivoluzione al gioco dei loro interessi, e disprezziamo nel contempo, come esempio di volgare mancanza di sensibilità quanti operano nel fascismo perchè vi trovano il loro tor• naconto. La giustiziu è severa quando colpisce ma essa non sarebbe costretta ad operare in certi settori se si fosse rigorosissimi cd intransigenti nella scelta degli uomini da destinare a funzioni gerarchiche. Bisogna esser sicuri dello spirito e della sensibilità fascista di un individuo prima di atfidargli qualsiasi incarico, perchè il fascismo non deve restare solo nella formula, perchè il regime de,•e essere degnamente rappresentato da <1uanti vi operano. Sia negli istituti governativi che in <1ueJUsindacali e corporativi, sia negli organismi fascisti che nelle amministJ·nzioni pubbliche, la tessera è necessaria ma non basta: occorre sensibilità provata. Competenza e moralità ed anche molta serietfl. Per il trionfo della nostra causa chiediamo al Partito una <lecisn azione di controllo e di forzo. Noi siamo convinti con Sergio Pannunzio (Critica fascisia N. l XX) che rarlorzare il fronte interno non basta. Non a caso il DUCE il 18 nO\!embre dell'anno XIX disse che dove\'asi perfezionare e sviluppare l'azione del Partito. Questo. in effetti, in quanto attore supremo e parlatore della Rivoluzione in quanto cio!! partito rivoluzionario è in uno stato di forte passione e tensione ideale. Inutile ogni discussione circa i rap~ porti [ra Rivoluzione e Stuto, fra Partito e Stato. li Partito, in quanto Partito rivoluzionario, e se è fino u che dura la llivoluzione, è «il prius». CARLO DE IIOOER1'0 dic!;;:~~. Gdt 1 tm::· 1 /lc~s~%~: 0 .t 01 p~,:: )f. ·~,. · "Q-' ,·~ d~ di,!~~ e~ di, ,r,.,, ,·~ di, )f. ~f~lf.;:cc:w·~~~~!: 1 :i"t° ;t·pi:1x~~ i~ il problema dei rapporti tra l'arte e ,:-- lN I, \; ~ ,. ~ ,,. ,;lr r ,,. ff# ~ ,,. scultura si può avere un'idea abbaia storia. Se è vero che arte è vita, stanza précisn attraverso le Irec1uene come tale non può essere divisa dal- può che esprimere il mondo spirituale hn indebolito la buona volontà di chi tissime riproduzioni. L'unico modo di la realtà e dalla storia, se è vero del/e, sua storia, pcrchè questo è il suo per sentire della buona musica doveva formarsi una cultura musicale è qudlo che molti chiarissimi esempi ci di- mondo, ma è, nella sua opero, asso- rivolgersi al passato. Quello che è ac- di ascoltare molto nttcnla.mcntc molta mostrano come in mille occasioni della lutamente libero ed è per lut _ e caduto poi anche per la poesia: fin- musica. La musica è creazione · unistoria del mondo il Iiorire delln poli- per lui solo - che può f<,rsi una chè c'erano un Carducci e un D'An- taria dell'autore che si realizza poi tica fu accompagnato dal fervore d~lln storia dell'arte, ollrechè una storia dei nunz.io che potevano dare l'arte cli po- di continuo attraverso le esecuzioni decreazione artistica, quali sono le rela- movimenti artistici. polo, che è poi la sola e vera art.e, gli inteq>rcti. Un po' come il teatro; zioni t"ra l'arte e la storia? È [or- Conclude Giudici osservando che tutto bene e tutti leggevano e recita- con <1uesta diffcrenz.a però: che se se l'arte un prodotto delJn storia? l'arte che sorgerà in un non lontano vano versi, se non altro perchè era un'opera drammatica può essere an0 al contrario si tratta di mere .coin- futuro non potrà esprimere altro che di moda (ma in questo caso la moda che letta con molta facilità, a pochi cidenze1 e allora l'arte è libera e in- il mondo spirituale per cui oggi si non era solo una stupida e grntuita specializzati nello studio è- dato di dipendente du ogni in.Uusso storico- combatte. r, bene però aggiungere qual- esaltazione quasi sempre snobistica, co- leggere la partitura d'una. composizione politico? Questo dq.alismo deve essere cosa d'altro: che in tutti i casi questa me sono state e sono nello maggior musicale. Dunque, l'unica soluzione sa- .superato, dice Enzo Giudici, con la arte auspicata, nella quale tutti <lei re- parte dei casi le mode più recenti; rcbbe: molti concerti neJle scuole. C'è concezione di un parallelismo tra arte sto abbiamo fidu•cia, non potrà esistere bensi rendendo all'arte un non piccolo la Radio scolastica, come dice Livieri; e storia; intendendo ·ambedue come se imposta dal di Cuori per ragioni dj servigio di diffusione si mostrava be- ma, come dice ancora in sostanza Li• mani[estazioni di uno stesso momento opportunismo politico, ma in ogni modo nemcrila, presso l'umanità). Tuttavia se vieri, meglio di quella non parlare. spirituale collettivo, non interdipendenti dovrà scuturirc dal sentimento perso• questo è umano, non per ciò è neces- Pitì solida sens'altro la proposta d.i una bensi realizzate come diverse ma af- nale deWartista. O altrimenti torne- sario: infatti anche senza J'esistenzn, discoteca della musica più significativa fini estrinsecazioni d'uno stato cl'ani- remo ad avere un'arte prodotto della al momento, della personalità artistico, nei Licci Classici (ma perchè, aggiunmo. Nello stesso modo, nccessariamen- storia, che sarò non•artc. con Jo studio degli antichi e dei mi- giorno, non nei Licei Scientifici e in te, viene superato il dualismo tra * gliori tr.a i moderni si potrebbe creare tutti gli altri Istituti? PcrchC a quegli l'opera d'arte e la corrente artistica: ** quel gusto, direi addirittura qucll'run- studenti dovrebbe essere negata una L'opern d'arte uon è il prodotto Il nostro secolo ha dato un im- biente, tale che in un secondo tempo cullura anche minima nella più popo~ d'una corrente o d'una tendcnu, cul- pulso profondo, almeno d~ gencraliz- l'avvento del genio ne fosse facilitato. lare delle arti?) i alla quale noi agturale e cfoscmw potrebbe, teorica- znzionc se non cli approfondimento, alla. Ci dà spunto per queste considera- giungiamo per conto nostro. un'altra mente, sussistere in stJ e per sè; ma cultura umam, in tutte le sue più zioni un articolo di G. Livieri apparso più radicale: l'istituzione cioè di un entrambe, corrente ed opera, sorgono vHic forme. C'C un'arte invece che sµ Il Bò del 10 novembre scorso. insegnamento - attraverso la discocontemporaneamenle e con ""aloghi Cli- nel mondo moderno si è rnssegnntn L'autore arfronta il problema soprat- teca e non ai soliti manualetti - in ratteri perchè figlie d'uno stesso cep- ,a fare un po, diciamo così, da Cene- tutto eia un punto di vista pratico, la- linea generale, mn non sommaria, dello po .• Naturalmente, parlando di arte, non rento]a: è la musico. Il livello medio meniando in spcciol modo che nelle storia e della creazione musicale. In bisogna mai confondere la corrente ar- della cultura musicale è, tra le classi scuole la cultura musicale sia lasciata <1uesto modo molti che non ne sono lislica con fo persona/il(l arlistica che giovani in special modo, spavèntosa- in second'ordine di fronte per esempio ora in grado uvranno modo di scodi quella norr è mani/es'laz.ione, ma, mente basso. Ciò deriverà i'n parte, alle arti figurative e alla letteratura. prU'e che oltre alla musica leggera per così dire, accentuazione. L'artista indubbiamente, anche dal fatto che di In linea di massima il Livieri ha rn- e alla pleiade di canzonette esiste annon nasce <la nessun mouimento, mo ~ genio della musico in questi ultimj gione; non mette bene in rilievo però che una musica più alta, più nobile, e libero da ogni nccessitcì e limi/e di decenni non si può pnrlare; e in con- come tra la musica e le altre arti ci soprattutto pili bella; o, se volete,j spa=io e di tempo e può esserci e scguenza ln mancanza di una viva e sja una differenzn sostanziale, che è più divertente. non es:,;erci. Se c'è, ,wturalmenle non veramente vitale creazione per forza questa. Un'opera di letteratura è di ZOIJ \.., __________________ , __ __, ___________ _ Fondazione Ruffilli - Forlì 5

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