Napoli, gennaio. •\ :\'XIBALE. uno cspre..so ! >. ~ Panita. J>O(he ore prima da Rom,1, l' e utilitaria> a\'eva tr-1v<.•r- .,,1to un ponte a schiena <l'a\ino, poi i ba"tioni di una città piccola e chill'la nelle sue mura rctondc come un ptiti nella sua c,1(c-.l'5.l di pa,t., frolla, e allo ~bocco di una \'ia ...m.•u::, e popoloM come la galleria di un bazar ~i era fcrm,Ha ndl.l piau., principale, ricono:...cibilr- d.\11.t cattc-dr.dc e dalla <.'il• ,a del Comune. affacciate entra.mlx• a ~.udarc dirimpetto il e Grande Caffè Roma >. lvi, udita la n<htra richit•,t,1, un uomo turrhino di b.1rh,1 fin sotto gli occhi e con la ~ta d<"llo smoJ.itig bi•rnca di forfor.,, avc\'J. bnc:i.ito quell'ordine d,ll -.ornmo della ca~\3 w cui "-<"- dha. e Annih..1.lc, uno rspr<.'hO ! >. ~b l'idra ckllo <..ur ,t~duti è tri.im;ogol.i.rc, e colui imccc, privo di ~arnlx-, cr.\ e po~to > sulla ..._.diaal modo d,·i bw.ti 1a~lia11 al bacino che u~no h.• '1-rtc per le pr0\'C, e che al posto della u·.,,ta portano un manubrio. Alla \.'OCC del padrone un adole,n.·nte modell,ltO nella mota era emerso d.\l banco. ,i l"r.1 me,..-.oa m;,no\ rare le lc·- ve della \ecchia Pa\'oni. che dai fi,rn- < hi ,buffò \'.tpori furiQ<;,i e 3ibilanti Anche Annibale port,wa uno smol..Ulg lu'iitro l' 'iilfl'lnt'nzito, e la pettina <iiudicia che gli ,i apriva a borc,t ri\'cl,l\"a la miq·ri.i drl \UO ,trrno carenato. Scquc,tr.ua a tutta prima dal tra~i<"0 mi,irizzi p<.i,,llo ~ulla ca\,~\, la no~tra attl'nzion<' ,i ,1ccentrò quindi sul punico crot.• manoHante la vecchia Pasoni del principale caffè di Capua. Inquietante \(."gno di immortalità! Era quello dunque il gio\'inctto e nutrito d'odio>? Il bcver,1g~io che l'rtnno Annibale ci pol"'C. e che la sua mano inetta ad altro che a br.mdir la 3pad.1 aveva spa~ JX"rmetà ndla '-Ottocoppa ,beccata, ~,pcva d'a,fodelo. L'ingrc:-,\0 ,l ~apoli avvit•ne fra due file di albfori -.ovrani, platani per un tr.ttto t" qut·rcc per il rithancnte, f.L'-C'Ì.l• ti al tronco da un largo bracciale b1.tn• co, come coscrittl diml's~ dal distrt•tto e avviati J due a due ,ti magaaino dl"lla vl"\tiiione. Il \l.ilt• ,cendc in città C:on lan:!;hi c;l'rpeggi.imenti, tra villt· ma~ìcce e parchi gonfi di vegcwzione, che fugacc:-mc:-nterivelano l'ombra dd loro labirinti aurav('rso i cancelli chiu- ,i per scmprc, e ai cui bti. ,u alti pil,t!.tri vellutati di mu\Chio, "i~ilano immobili e ,n,l~ti i cani di terracotta .;eme in ogni luogo prenovecentt•- M:o,anche qui 'ii ridc~tano ricordi am;.thili e lontani. Ecco Il· 1m·rcnde opimt• con panettoni <' barbJ~liate, i lunghi pomcri~~i di giochi im·(•rnali, il pi.a.i- <.·orino al collo dcll'.,bito alla marinara, le pauro)C na.;conderclk nelle ville piene di c.,mc:-rcdeserte, di corridoi bui, di sotterranei mhtcri~i Pio...e a pt·ttine, e fra i liquicli denti il sole brilla a ~prazzi. Sull'a,;,falto lucido "i accendono i fant.t,mi di Minu1• 7olo e di GiJnnettino, e giocano le~- gc·rmcnte tra gli alberi dt'I vi,1le. Ma d.tl fondo di quc,to t·cco ..av,lll• z.irc un't·nonm• macchio., nera. una p,Htoda torrt·J(~iante e traballante, trai• nat..1 d.1. dw· Ca\'J.lli eguJ.lmente nc:-ri, impcnn..tn;hi.1ti come cavalli da gio• ,tra, e con gli ocd1i tri,ti dietro i tondi df'll.1 bard.1tura. La ~(orte ci .... iene incontro, ma~ifica e 3tracfiona. Per una dt·mt·ntan· mi,ur.l di prudrnta, fermiamo I' e utilitaria > al m,1rgi11c della ,tr,\da. Appc.-na frmti, uno '-CÌJ.mcdi raga~- Li circond . .1 I' e utilit.1ria > im:rme e indifew. Sono 'loOrtid.tll'J1 ia, oppuu· li h.1 ~ener.1ti I., pokc:rc, \icrome a dt:t• t<l di Plinio il Vecchio e,,a genera le puki? Gran miracolo da que~te parù ).t ~ent·razionf' Gc-~ticol.tno \'Crti~mo- ,.im<·nt<• f• < i parl,mo ;1ttr .tn·~ il \'t"- tro, ma d.t <1ud parlart fitto una -.ola p.,rola enwrgc e que.,tJ pure incomprtmibik, <·ome il trl.tlrlì trhfrlì chr !(li .1bitanti ddl'i-.ola f al.ti ripetevano -11 <·apiw.no ddla ]ant e al ~uo comp.,gno Gordon Pym. Che import.t ! 11 dr,tino ha pari.Ho: ha detto dir ~.,r<·mo frlid. Giunto all'.1lt1·,.u di·II' e utilitaria>, il carro ,i ri\'<"la p,ù <lu pirno. Infatti. dietro 11• ntrt't' p.,rcti a n,nca. il ftrt"tro. come un formaggio "otto la ,tu camp.mJ. tr,1,parrnu·, appare m<htruosam1·ntr ingigantito. Grandioso e dimc:-v-0, il ccrteo ifila da ...dnti a 001. In M·rp.,J arranto al ,·occ hirn• imp.tri ucc.tW a 1ghimbe..c io e p.,r..tto di m·ro, un vallrtto l"gualmrntc p.trato di 1wrn ,'è tolta un..t ,rarpJ. 1 di rui baw• un chiodo rol manico di'!· l.t fruc;t.1, li pic-d,· nudo f' sudic-ìo >p<"n1:ola ,ull.1 .·t·trina df") morto. I parc·ntì 5<•i::uono ir. c,1rroudl.1, una corona 111filata sul f.1n..1lr. La città 'ht pndt-ndo h· ,ue c:hiom<\ ,. alle villr rir ,mdate di gi.trdini fan• no ~,·guito lt• ca'iC ralv<·, um le f.ic« appiccicate una all'altra. Si infittiscono anche i passanti, e il rostro dell' e utilit,tria > penetra nel magma umano come cucchiaio nel ca\'iale. Il soll' sbaraglia la nuvola, e d'improvviso il mare brilla davanti a noi. Accanto J.11' e utilitaria• che a\·anz.1 a passo d'uomo, cammina, invisibile, un poeta. Come cent'anni fa, Leopardi ripercorre l.1 urada che d.11la sua abitazione SCC'ndcal Caff~ d'Italia. L<.-op~trdimorì a Xapoli nel 1837, e cent'anni dopo, nel 1937, fu doppiamente rommemorato nella ,·illa di Tor• re del Greco e a S.rn Vitale. La rhit•,J. di San Vitale è situata fra '.\fergellina e Picdigrott.1, in qut'lla parte di ~.tpoli che (' un patetico po,- try corner. Jacopo S.inn,uzaro, in Arcadia e Atto Sincero•• Virgilio e idralmentc > e Leopardi con la ,ua ,poglia ,uppo,.t.1, ,ono riuniti tr.i questo m.ue e questi monticelli di tufo. Quale ragionè volge i poeti ~\ gu.ardare a occidente piuttosto che aJ ....icntc, a mezzogiorno o a mc11.rnottc? Quella medesima for.e che ~pinge i popoli a migr.:m.•da lc-\·antc ., ponente, come• a -.cguire il \Olc pc..·r non perderne la luce. Qui, <.,otto I.i chic,., di Santa ~l.lria del Parto, e pre~so l'.1hitazione di quel Barb.tia che fu impn·,.trio con Bellini, gil.!itronomo con R°',ini e ~condino con Doni.t:t'tti .lo chiu,,· ,\ chiaH' nel ,uo .tllQJtl{iOdi via dei Guantai, per co~tringcrlo a lavor.uc quando al mu- -.ici...ta comincia\'a a d..tr di volta il cc:-rvello}. era I.i casa purL' in cui Alfomo di Lamartine s'incontrava con Graziella. :\Icntrc prendiamo quc,te notl', \ul tcrrauino del B.1rbaia pa'-',C'ggi.1 3 scatti un magnifico gJ.llo, e a ogni pa,- ~ acccnn.t di 'liÌ con I.i tt·sta b.,rbata di ro,;,o. ="elle ca~e dì ~.1poli galli e galline abitano a tutti i piani, e fr,1 le gamhc drgli uomini , Ì\'0no in grJ.ndc confidcn.t:.\. :'\cli.i villa di Torre del Greco, Leopardi fu commemorato dJ.ll'accad<"mico Farint·Jli e Ga,tonr \'t•nchi dtclamò la GineJtra i J. S.in Vitale da Giu,1, µpc Lingart·tti. Li -.era tra piO\ 0-'a e coNa ddl libeccio. Sulla tomba dd poet.1, l,;ngarctti, ,tarnutante e to"icolo..o, sj .1~1tava nrl c.1ppotto con grandi gc!,;tJ m•ri e i suoi occhi spari ...,mo dietro il brillio dt•lle lenti. Terminata l'or.uionc, una drlc-gazione di dame napoletane rav,-.oltolò l'or,,tore dentro caldi panni di lana, e con infinite prccau.t:ioni lo riportò in albergo. Leopardi morì dur.mtl' un'rpid<•rnia di colera, di una lc~gt·ra colite che i napokt~mi chiam,mo 'a cacardla. Que- ,to pure è un modo di ,traniar,i, com<" a un b..t.mhetto di \'l'Oli portate pa- ,tc·ggiarc con pan(• e ac-qu..t. :'\'on (' che LeopJ.rdi fo,,e- imrnunc:- del t<'rrihile morbo e· lo di,pn·"·"""· ché an.ei lo temeva moltl'o,imo, e que- ,to timorr, nonché ,pontaneo. ~li cr.:, ~tato r.:,fforzato dal pot·ta Platen, il. quale, diC'ono i bi~r.lfi, e fu uCfÌ\O dallJ. paur., df') colt•r.t in Siracu\.1, a!.- '-li prim.t che il morbo \'Ì giun~t',,e >. Chi di noi non h:1. pianto ,ulle mi- '-"rie fi~irhl" di GiJc01no Li•op.irdi? Tanto pili profondarm·mc però frri- ,cc la nm,tr.i poetica cornpa,;,,ione la notizi.1 C'ht•parte di qu,·lle misnir rr.l dovut.1 .,11.1 irrcfrrnJ.hile ingordi~a del e contino>. Leop.ard_i er.1 grandt• amatore di gelati, ~rh<·tti, mantrC'ati, ,pumoni, c,,,..,,ne e rn·molati, il c·hr, ~~t'::~ ,e ~tcs--o. è '('~O rlquanto Il gelato piace ai r,t'-';:,tni, .tllr- dQnne e ,1gli uomini privi di c.Kcup,,zioni mrn• tali. Non ,i concf'pi\ft.' uomo grave e di pcnc;i<·ro~cduto da\'anti a un l·rt•mo• lato di vic;ciole, col C'Urchi.iio a ,patol..\ in mano e la bo< c.1 arrotondai., .1 vcnto ..a, (h1• è la po~i,in•u" nrattrri,uca drl m,rngiatorr di grl..tti. La ma"~ior divorJtrir~ di g<·l..ttiè l.t md rin~, da ~uerra. ~rll'1•,tatr dt•I 1917 C"ravamo a Taranto, m auc-...ad'imh,,ar. carci ~-r l.1 ~lacedonia, O\C anchr noi cc,mb,ttttmmo i bulg.iri pur !>CllLJ nwritarci quc•l titolo di e hulg.1roctono >, che ,i mnitc> un impnatorr JZrt·co, tuttora ricordato in una ddle princip,,li \'il' di Salonicco. Eraw, cirra le C"inqur del pomi·riggio, e noi ,t.,\amo sul pontr girevole" rhc di...-idt•'J'.1ra11to vt·,·,hi.1 da Tar~tnto nuova. li ,olt·, ancora molto ard<'nU\ "'(intillava ,ullo ~pt'('< hio drl ~far PiC"colo e sull'auiaio drllc:-co1an.ate. Era l'ora dell.t libera U',,C'ita, r le imharrMioni a motore, lrte di uomini biJnchi, \i \taccav,1110 dai fianchi ddl<' navi da gu,.rra, comr ~arafagtti d.11 cada;,.·1·n• del lombrico \UI qu.,lt" non r<:\t., più nulla d.t ~urchi.ut-, f' \tnivano ad attrJ.fcare ..ti molo Perip,tto. A Tar.tnto il pa.,s<·ggio ,i chiama Pc·- ripato, p<·rrh~ Taranto è una ,mti<'hi,. ,im.i città greca, r :-cdi• di qu,·i pit.titorici nf'i qu.tli tmvi.,mo l'originr dr-i teosofi e dei vt>gct,triani. In mC'n C'he non ..,, dica, quegli uomini bianchi come uomini di carta invasero i t.l....olini schierati davanti ai caffè che ..,j rbpondono da ambo le parti della via dei Due :\-fari, e con uno ,lancio, una ,erictà, unJ. concentruione, una volontà, curvi u1i tavolini di ferro, a\sorti, ostinati, diffidenti dei compagni e rome dando ,fogo ad un hio;0gno lungamenw rcprc,--o, ,i diedero a divorare gelati. I gabbiani vol.ivano alti su qurllo spett.trofo, uno de-i pili privi di 1>en- \iero rlw ci fu d.ttO vc:-dere. Chr dire poi di Giacomo Leopardi, il quJ.lt· non c;j contrnta\'a di un \Olo gelato alla volta, come quei marinai tutto che .1"·idi,'.Ìmi1 ma ne vo)("\'J tre e anche qual• tro imit•me, e se li faceva porre uno '50pr.1 l'altro, CO\Ì da comporre una piccola montagna di )ciroppi e cn·me rappn•,t-' ~fctu.irnoci per un momento nei panni del e contino •· O'est.tte, ., ~apoli, i pomeriggi wno scintillanti e a~- "ieme ombrosi, frt.,.C'hi C" a'-~ieme ardenti. O~ni tJnto, in c.tpo a una ,tr,tdJ., sopra il u·uo di una ca,J.. brilla il m.1• re. Lunghe le omhrl·, e il !iOIC pa,,a tra le gambe dtgli uomini. Dopo l'obbligata cri\talliuatione del meriggio, la vita dà fuori con furia, com<" l'acqua di sdz dal ~ifon<". e. facile arguire i v·ntimrnti di Giacomo Lc·opardi, u,cito or ora dalb ,ua ahita,ione da talp,11 mrntre da Santa Tcre,a degli Scal1i ,n·ndeva ..rJ Caffè d'Italia. Pa,- '-IVa pt"r Toledo. Co,tl'ggia\·a lt bott<"ghe vocio-.e e par,ttC' comr teatrini. Sfiora\'a le donne raldr c:-as,i1•mr fresche e \Oprattutto odoro~e: lui che le donne non ,apcva altrimenti ..un.ire ~ non con gli occhi <"ron la fant.t,ia; e la :t,tu gioia rra JC('rC.1<iuta dal r:..unIL 0J.PBI00I0 DEL 00KKEB'DAT0BE minare in di'<Csa, perché il ,c·ntimento di facilità, di di,tacco dalla terra, di volo che dà il camminare in di(;Cesa, super.i la felicità e del cavallc:-rizzo, e del cicJi..,t., che \Ccnde un,, china a ruot.1 libera, e d<·ll'automobili,ta che corre un'auto,tr,ld;l. Grandi e <.olitaric gioie dei timidi 1 ben note ,·rnche a noi che nonché lt· donne, ma gli ,tes'lii gelati non <-app1.1moaltrimenti amare se non con gli occhi e con la fantasia. Tr,1 i vari tipi di studi~i, c'è :rnche lo ,tudit'):)() dri piccoli fatti dei grandi uomini, dei loro uolon.s d'lngr~s, drllc loro manic:-,della loro vita marginJ.lc. Di que..,ta ,pccie di ,tudi~i partrcipa il profe~,orc France,co Lo Parco, docente, ~r non andiamo t·rrati, di letttratura umani,tica all't:nivcl'ità di ="apoli, e grandc:- ,tudiChO della vita m.1rginale dei due poeti chr più gli !Jtanno a cuore· Giacomo LC'opardi e Pietro Paolo Panane.,c. Chi dc\idcra più ampia noti,i., ,ulla pane avut~l dal gdato nella vita dell'autore dt·ll,1 Batracomiomachia, consulti l'aur(•o librt·tto del profc3,orr Lo Parco ,ul Gelato uno t tri110di Giacomo lropardi. A N.1poli1 U'opardi dimorò parte nella \'illetta drll'avvocato Frrrigni, ora e Villa Ginr\tra >, a cavalirre di Torrr del Gn•co e di Torre Annun7iat.,, alle falde dt'I \'c,uvio i'dov<· aveva la t<·,ta il e contino> qu,mdo C'hiamò e 3t<·rminator \'e,t·,o > quc3t0 p,lcifico fumate.re di pipa 'ì, e p,trte in un e quJ.rtino > al \'Ìco Pero, pre,\O SJ.nta Tt•rc:-,a degli Sr..t!li Il «quartino> napoktano ~ ciò che 1wllc·altrr citt.\ d'Italia è il e quarticrinn ,, u., all~l{io origin,triamrnte comJX,,to d1 qu,tttro ~t.mtr, ma che per amplificazione può averne tre o cinque, o a:nchc una sola, purché preceduta da un',rnticamcra e arricchita di alcun piccolo !.Crvizio. Xci pomeriggio, all'ora del ~clato, Lt-opardi wciva di casa, co,tegg1ava il pala1.zo che il conte di Lcmo\ trasformò da caserma in univcr ..ità e che oggi raccoglie la mirabile pittura pompeiana, e, per Toledo, scendeva al Caffè d'IL,lia. Il Caffè d'Italia è morto or '°" tre ,umi, ma o.,em..;til furore vandalico che fuma dalle n.uici dei novccc·nti.,,ti, 3an·bbe ancora in vita. Fino ,t tre anni addietro, que)t0 cJffè gcntili,;,~imoe intd\O di ricordi mC'tte.,..ain mo,tra con grande discrc1ionc le mc filettature bianche e oro, i ,uoi div.mi ro:-si "iui quali tante natiche illmtri ,i erano poYl<', i grandi ,pecchi nc:-iquali all'infinito (,i era ripc..·tut.,la figura del poeta chino con I,, bocca a pompetta ~ul gelato e uno e trino>. Ma tre anni fa il Caffè d'lt.tlia è ,t.ito ucri~o. e al suo po,to è ,orto un h.tr e nm«·u·nto >. In qursto luogo, pc11'i,1mo not guardando il bar p<.'tulantc e \'Uoto dì ricordi, .1lcunc memorie, piccole ma pre1io$C',"i0no $late assassinate. E d'istinto C<'rchiamo ,ui );!\troni cli lava le tracct· drl sangue innocente-, chi.iro e leggero c.ome il ~.anguc dei b.imbini. Fermi ,ul e luogo del delitto>, fi,.i.iamo attra\'cr~ i vetri le mani ro..,\e drl ginvane barht.l che sciacqua i caliti di .lito fu,to, nc:-iquali un barista più anzi.mo confond<• l'onice e lo .,meraldo. ~(.1 la compa~na dc:-lla no,tra \Ìt.1, colei che vigila 'iulle nostr<' dimentiramr come l'angelo veglia sui so!!;ni dt·I h,tmbino, tronca l'amaro trac.ognamento: « Bada che allr «'i hai dato appunt..11ncmo a Lorenzo, all'a11golo dl Gambrinus •· Più che correre voliamo, perché d quel conHgno fis\.illO tclcgraficamcnt da Roma dipc-nde in gran parte la sor te del no-,tro 'tOggiorno napoletano. :\fa il Gambrinus non c'è: il Gam hrinus non c'è più e, per una ine~pli rabilc 'iostituzione, il po,to del veC('hic e glori())o c,1ffè è ~tato murpato da un, inatte'-a ,uccul"\ale del Banco di Roma Eppure il Gambrinus c'era : non trt anni fa. coml' l'antico e leopardiam Caffè d'Italia, ma solo pochi mesi ad I dietro. St,,va qui, con i suoi vNri, suoi ori, le sue luci. t for,e il brutt( sogno che ,j prolunga? Giriamo imbambolati da un angolc del marciapiede all'altro, ma il wgm non si di,.,ipa, e all'immagine cara < pc:-rduta il Banco di Roma continua .i opporre le sue· vetrine opache, b lavagna sulla quale un calligrafico gt•,- \0 ha 3Cgnato il cor.o dei titoli in Bor• !-a, la natura morta finanziaria nella quale sono riunite le banconote dei principali pac..•sid'Europa. A"..cnte il caffè manca ~,nche Lorenzo, '.'liccome .:t\\Cnte l'albno manca anC'he la foglia. Un tetro ,ipario caia .,ul teatro delle no,tre fortune napolnane. L'aria di Napoli è esiziale ai bei caffè, come le rose 'K>nomortali agli a,i. ni. Con le ~ue sale dorate e i suoi tavolini cioccolata. i suoi di"ani di \·elluto ro(,so r le sue grandi vetrin; aperte ~u piaua San Ferdin,indo l' su piazza del Plebiscito, il Gambrinus l'ra meno un caffè che un monumento, una htitlJzione, uno dei gangli vitali d\ que~ta città. Perché è stato ucciso? Pidocchio è morto, la pulct piange, cantava una nostra fante che aveva una e perla > in un occhio e ~endcva dai monti sopra Ancona i cantava accorata, mt•11trc lavava i piatti e rl ,uo occhio ~pariva tra le nubi dei vapori gras,i : Pidocchio i morto, la pulct piange. 11 Gambrinus non conobbe Leopardi, perché \Olo nc:-1 1890 vide la luce col nome di Gian Caffè, ma in compenso riunì intorno ai suoi t,wolini tutt,l l'agorà intellcttu;\)e del suo tempo, d~i paladini df'll..t h-ultur a D1Annunuo giornalisw, da Scarfoglio a Salvatore di Giacomo, da Roberto Br,tcco a Fl'rdinando Rus,o, da Mario Giobbe ai pittori Dt'lbono, Morelli e De Santh; da Gemito a Zola e a Maupa~sant, da Olll:ar \\'ilde a Renan e a Flamm,1rion ;. e nel 1916, è al Gambrinu'.I del pari che Ardengo Soffici, col nome di Turchini, visse quell'amore degno dr! Satyri~on, che poi cantò nel Diano napoldano. Oltre che fondatore del Gambrinus, l'indimenticabile Cicchelli la~iò fama di amatore di pittura e di collezioni~ta dei più bei Palizzi, o non sappiamo sr si possa dire altrettanto de-I cavalic:-rc o commendatore che, sul luogo conY.• crato ,da tanta gioia, diri~e oggi que .. ta succursale drl Banco di Roma. Le lesene del Gà.mbrinus erano state dipinte dai pili famo!-i pc:-nnelli della "'(uola napoktJ.na: da ~ligliaro, da Caprile, da Vincenzo Volpe, in quell" nile caldo e frullato che aveva il suo equivalente mu11icale nelll' romanze di Luigi Dcni., e di Frann·,co Paolo To-. , sti. · Anche G.'letano E~posito aveva f ml·,~ mano a quelle dtcorazioni, colui che dopo una notte pa'li,ata. a disputare' con Vinn~nzo Gemito sulla immortalità dell'anima, sce~ dal Vomcro al ~rgcn· del <,,0)c e si impiccò nel 5UO \tudio con un pezzo di fil di ferro. Chi \"ord ,(htenere ancora che non c'è affinità ira l'anima dc:-1nostro Mc• ridione e l'anima ~lav.1? Quc,;ta s'intt•rr;\ ai confini della Rus~ia e, tra11formata ma non divrf"iòa, rit·mt•rge nella Campania, nelle Puglic. in Sicilia, a qud modo e hl' l'Alfeo '-Crndc in mare ,ulla co,b dd Pcloponnl',o, e ne rit':-.ce all'abbraccio di Arctuo,;;\. Fino all'ultimo Salvatore di Giacomo tenne ùrcolo al Gambrinu~. mc110 cht• nei giorni in cui il caffè era « infettato> dalla prt'M.'nu di &:alcr.t: Saluatore di Giacomo pur' iJso à rniua o' Gnmbrinusse mo' a ban,i~ra, ce t•à, però, quan11.o nori et sta Scalera, e sa fa cu' Dell'Erba spiJJo spiJSo. . Quanti M>pra\'vi\'ono dei gr.indì e gambrini\ti >? \;no solo Roberto Bracco. Per prolungargli la vita, i ...uoi ,unici, tutti 11apcletani l' tutti dc\"oti dc·lla ::.c~\fama111ia . .,pargono di tanto in tanto la noti,i.a della !IU<l morte. :\-la om1ai, colui chr Giovanni P.-pi• ni "'oprannominò I'« Ib,en da Pit.-digrotta >, \Ì\'C ~ontro~o t· solitario. L'ultima volt.i che uscì di ca,a fu per rkonciliar,i con Luigi Pirandello che p,trti\',1 per I' Aml·rica. Fino all'ultimo tutto andò bene, e gli autori dc:ll'incontro, superata. l,t paura, as-.aporavano !.rnz,1 più pn·<>Ccupa.eioni l,1 buona gioia dei pacieri. M,1 quando i marin.ti ur,lrono indirtro la pa,..crrlla e il piro,cafo pre~ l'abbri,o, l' e lbsc.·n da Pirdigrott,\, ~i ;:w~1nzòfin 'i1tll'orlo del molo, e là, st·ntenclosi .il ,iruro e agit,mdo l'indice grinzo,o, ~ridò : e Xeh, don Luigi, ....a purc:-nrllc \1nt· riche, che un Piccolo santo tu non lo v.:rivcrai mai! >. E la nav<', con e don Luigi > appoggfato al ba,tinga.~~io, ,i allcntanò al ,unno ddl'orchc:-~trina di bordo. Per sempre. ALH1':1tTO SAVlNIO
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