[.]TO sul podio, in arcioni !,,Ulla o.uhlra. il macqro Prcvitali attacl·ò Mozart con il coraggio, la bra- ' l.l fede cavalleresca di un San io, la lancia in re,ta. •1.11t"hestraa, i suoi piedi, è il drago, ii ,;.,mguc dà l'in\'ulnerabilità. li si batte e combatte lav-.ù per la ~zinne e la grandezza. ha il gesto 1.:ntl' c-omc una spada e· lo sguardo > e-splendido di un vincitore. ..muna pc-r lui l..l mu-,ica è una ,·nt~a milizi,,. Prcvitali ha b temdt"I "·ero soldato. J fon,r non c'è bi:-.ogno di far baiil ,ed<.·re, come chi ~t::i<l c::ivallo, a ,,no di 11o7.art. Previtali caracol11 )()('o, e subito si riprende. rn,tn tutto v.1 bene. inf".1. rli.,l·gni, canto, son fre">Chi,ali, d1i:m. . 1 !-la1H·ioin slancio, la mac:-.tria dcard1i nc rimha. anzi ne c:mlta. m·or.toe~plicito direttore f1a il dono a franèhcz:za. drll'encrgia mi,urata ritmo e .,uJ pc,o dei suoni. ",•~'\un mi,u·ro od equivoco prr lui. ~t,,zart; né profumi. né smanceri1:, appannaggi cli mollezze, né kziol nota in Previtali una padronanza f.-;,,ta dei ~uonatori e della mate- ~inora. ' li. dividt• in blocchi, forme e pci <1ur~t•1mmica del Sc·ttcccnto, e ,.:Qn.<ena, l'aggancia, la organia.a, à p<>lm~ni e rc ..piro e ce la sotto1e forgiata, comi,.tcnte e viva, scn- •iNirla col vaporizzatore e la hriltina. · l.J. composiziòne di Mozart va avani M'guito, -..cnza perdere un giro di ,. «"d è b ruot,1 della Fortuna, ma u.,.t,tmt-'nte corne un veicolo a ingra- ,fo meccanico. ui ~iozart non è pilt l'amorino che t,~gi,1 01 due p~~~ dal direttore, con 1I •·(-t di cartone, e i riccctti di ped, sratto. ~ '"' in un nimbo d1 cupa bclkzuta ilrchiiettura moz.;\rtiana brillili.a contraMo, miracolosa ed estra- ,À" chi la contempla di lontano; e. i:: ché ~ta '-Ulla facciata ,.j moltiplica intl-r-no jn profondità sino al terir,i:• opposto. Da ogni lato dcll'cdifi9 ;si ri~pondono in simmetria le imttghli più somiglianti. Là dentro il mJ.O ha int..1ccato la pietra con il suo to morto, e l'ha com.aerata. l.r- prt'•l'nz,1 di una vita anteriorr 11 pw le volte di ..ertatc di timore ano Lr nmbre ad una ad una $',lllunJ'• (' ,anno a coricar~i ai pirdi delle :-tJot ,,. Xubi di pcm,icro si addensano ~ttt, le cupole e il clima sinfonico ,i :li,ti td<' !-Ututta l'opera. La musica -,i -111:1, i gonfia ron un respiro rnmmcn- •:at<,...t mc-ritrc• un vento, che :-.i leva t:.r~-J1a\'oltl' impctuO'-,IITil'ntl', ~palan1.J J r rtali alla nuo,·a arte di Bcethodi \Vagncr. 1->,1 è facile $Cri,cr p,Holc adeguate J(',i;w mu,ici,ta: Mozart fa le· cose ttr, e• rnd~ come il fulmine at- ~o 11 ,fJe:l,o, che !.l'mbrercbbc i<'o del bew. b ,ua p1erogativa è di\ina. Apprc-tdolo troppo. non po~iamo che rin:('ne t:cnfusi e vinti. )opo 1{ozart, che ottenne all'unamità il succes',Q dei succc!-,i, !'orche- ;.. &infonic-a dt•II'Adriano, diretta da f\itaJi, cM'guì con insuperabile brar.t La giara di Alfredo Ca~ella, una .t"n·,!1,antecomposil.:ione di Béla Bar- .tJk .. b sinfonia dell'opera Belfagor jì Rr,pìgl,i. BRUNO BARILLI lcoNCORSO l h PERMANENTE DI OMNIBUS 1; ,,1 V v,t,rla D.&lTUlon• dl U.D fat.t.o qua1,1u1, JM.lm•ni. acca.dutoa chi scrive. f . t-l' rr-.non,. non de•• superare le u-t colon.noo•l sioruale, • deve eHere iaY'l&U. aerUta a macchina, da una. sola part.t d•l ro,110. Opl narrulone pubbllea.ta, ueondo l'ordine 41 arriTO e d'aceet.tutone, .,ffri. compennt.a con Lire ~00 (ctnqu.cent.o). - I dat.tUo,cr1tUnon aceet.- •att non ti re■Utulacono. - Per la T&ll- (J.cà d•lla ,pedlslone, urTlnt del t.&- sll.ando atamp&t.oqui sotto, incollato Hll& bu,ta. i CONCORSO PERMANENTE Alla Direzione di • OMNIBUS PIAZZA DELLA PILOTTA N. 3 ROMA UI1 @&~~J]fl RftTBB!II t<.oma. CIOLO il Caffè Notturno di piar1a VeQ nczia non chiude mai, e, proprio di fronte alla porta d'ingreuo, si fermano stridenti gli autobus notturni, da cui scendono i con1rollori infreddoliti. Fontquesti continui arrivi, la possibilità di, una sorpresa e di una fortuna, la durata di una notte cht terminerà solo col grido del primo lattaio, danno al Caffè Notturno un suo risalto. Molti sono i clienti intorno al bancone del bar, al banco dei tabacchi, alla cassa, dove troneggia una donna con glì occhi auurri che sembrano finti, ma arichc lt" due salette che formano il fondo del Caffè sono sempre affollate: e tutte le facce hanno la sten.a. espressione di attesa, di falsità e di fretta. In nessun luogo come al Caffè Notturno le mode vengono applicate con esattcz:ia tanto fervida e devota: gli uomini portano suole alte tre dita, pantaloni seni.a risvolto e ·giòicche a grandissimi quadri, le donne hànno bocche, unghie e capeUi tinti, secondo l'ultimo consiglio dei giornali e a rotocalco>, mentre i loro mantelli di folsa pelliccia sono tagliati come quelli delle dive preferite. Tutti si conoiCono fra loro, e si salutano con un'infinità. di sfumature che vogliono significare la tenerezza, il disprez• zo, la condi5Cendenza, l'ossequio, lr con• gra1ulazioni, il compianto, l'ironia. (cri notte c'era più gente dd solito, In un angolo, una signora con un cappotto di casentino discorreva a voce alta còn una amica in pdli«:ia di lepre. Qualche volta presiedono grandi tavolate, l'una racconta le sue vicende con l'affittacamere, l'altra, sottovoct", le sue pene d'amore. Lì accanto appariva una signora matura con balenii d'oro nella bocca, accompagnata da un uomo ancora giovane cd annoiato, e da un ragazzo: capimmo dalla loro tetraggine disarmata che si trattava di una famiglia. Lì accanto vedemmo l'uomo che sa di as• somigliare a un attore americano. Era là, con J'impermcabÌle chiuso al e.olio, le mani in tasca, una sciarpa rossa: cammina.va tra i tavoli, distratto, consultava l'orolog10, beveva bicchieri d'acqua, ogni tanto confidava ad un amico di aver veduto l'ultimo lavoro dell'attore a cui crede di :momigliarc: e Grandissimo, diciamolo pure, grandissimo attore >. Un tavolo fu occupato, a mezza. notte e tre quarti, da una comitiva reduce, evidentemente, dagli applausi del varietà: apparivano stanchi e trionfanti, sulle facce mal rip•ulite degli uomini si scorgevano an• cora trace.e di belletto e di nerofumo, stranamente paurose: le donne erano grasse, i loro corpi si abbandonavano in pieghe molli, che ancora si riM"nlivadello stretto busto necessario alla scena Nell'angolo, si t-rano riuniti alcuni giovanotti~in abito di Aanella chiara, con le facce, già avvili!e ed ingras• • ROKA - VIA DELL'OLMATA, 31 sate, di chi a vent'anni sognò Rodolfo Valentino, e a trenta spcrn nella ricca \·cdova Di Il a poco, infatti, entrò una coppia singolare j lei era sfatta, stinta e sfasciata, lui splc11didocd in$0lf'nte. La pelliccia di 1,,isonc,il cappellino di pennt- cd i brillanti della donna erano .significativiquanto il c<1ppotto anitato cd i lucenti capelli di lui, che, certo inconsciamente, si era fatto il tipo dell'avventuriero. I giovanotti e-on lunghe grida di gioia corsero incontro ai due nuovi venuti, curvando5i, in profondi inchi. ni, sulla vecchia mano della signora, cd abbracciando il gio\ane con un affetto troppo violento per non nascondtre una segreta invidia. J..a vecchia sedette, cd il sioHnt', togliendosi il meraviglioso cappotto, prese a ripiegarlo con la cura di chi ancora non è avvezzo alla possibilità. di rinnovare il proprio guardaroba. Ma, rnentre si affaccendava cos), uno degli amici era riuscito, sempre sorridendogli, ad irf'filarsidietro il tavolino di marmo, scdrndo poi sul divano a muro, accanto alla .donna: ora le parlava, con una tristrz.za sorridrntc, e5prt'Ua dagli occhi carezzc,·oli e dalla voce flautata, della pena invincibile che ispirano i giorni di festa a chi, come lui, si 1rova solo, senz.-i veri affetti. La vecchia lo ,guardava, accompagnando il discorso con un pigro muovere di!! capo: non si sapeva a che pensasse, forse stabilh·a confronti, for~ s'intl"neriva davvero, si st"nti-.a materna, pro• gettava di regalare un panettone al povt"ro 1agazzo, oppure d'invitarlo a cena, una di queste sere. Ma l'altro, riposto il cappotto, già si allarmava: teneramente, e con atti di innamorato, chiese che gli si rendesse il mo posto, e l'ambizioso dovette ritin.rsi. Entrò una ragazz.a.,giovane, pigra e grassa, accompagnata da un uomo an2.iano e dignitoso: lei aveva l'aspetto rassegnato, rna crudele, delle fanciulle traviate che s'incontrano negli ospizi: il broncio delle labbra carno~ la faceva supporre giovani"ima, ma l'ombra greve delle. palpebre e del collo rivelava un'impura maturità. Il signore anziano le versò la cioccolata, ci ag. giunse la panna. Un gobbo piccolissimo e petulante entrò, sedette, ordinò un ponce. 11 cameriere grauo correva in giro con panini ripieni di cose indefinibili, da cui sbucava un'acciuga, una foglia d'insalata: tre giovani che sedevano poco lontano da noi chiesero il piatto, osservarono pensosamente i panini, wllevandoli con delicatezza: il più elegante, con cal'nicia rosa e calzini rosa, ne prtsc uno, e lo addentò forte; ij secondo col<ieun'ali. cc, e rise, come per una spiritosaggine, il terzo disse di aver mal di stqmaco. Era molto tardi. Le rughe si scavavano negli smalti densi ~ tesi sulle facce dcile donne, e le loro bocche, benché stirate dal eontinuo 10rriso, pt'ndcvano j gli uomini sbadigliavano, e cia~uno, pur sen1a rag. .giungere una vera sincerità., si avviava alle confessioni, dicendo le piccole disfatte del giorno trascorso. Solo la nostr.i. vecchia vicina ed il suo giovane amico restavano Iran. quilli e raggianti. IRENE BRIN PIDllllfCB a!i'®~illa!i'& Milano. ir,i o;s;CLCSO l'affare. Giuseppe Rul!a. ~pa <.aiutò in fretta il '-ilO fornitore, e cor-c \'l'l",o la ~tazionc. SpC'- r.n·a di arrivare in tempo. Però, 5cbbene ~ali.,,c la sontuo"a scalinata con pas"-0 affanno~, giumc troppo tardi m·lla galh-ria, e capì di dover tC'-tarc la notte a Milano: non t'er;:ino pili tr<.·- ni fino al mattino dopo. Ridi!-Ccsc wogliatamcnte lo ,raione, ancora col fiato gro'-SO per la (Ona di poco prima, e il dover ~pendere ,oldi per dormire in un letto non ~uo, e .,cnza ca micia da notte, lo infastidiva. « Sl' fo,..,j pili giovane >, J)('n,ò, « passerei la notte in piedi, nrlla ._,ila d'a..,pctto. Ma non è il caso, gli affari sono andati bene >. Dopo la cena in una trattoria tcr-.cana. a lui familiart·. volle u!itire. Pio- \'(.'Va pi,rno: le scarpe gli s'erano inumidite, e sarebbe andato volc11tic-ri a letto subito, ma temc\'a di ~ua ..tar--i la digestione. C.01 soprabito sb(,uonato e le braccia rila,(iatc, Ruspa percorse un paio di volte i portici di piazza del Duomo. sen1.a decidersi a entrare in un cinematografo. Poi lo sguardo distratto ,-id<\ tra le imcgnc luminose-, quella di un caffè chr :annunziava e danze>. Senza volerlo, ricordò di aver udito dire chc in quell'ammeaato c'era una specie di tabarin. « Cose da giovanotti >, brontolò fra sé, ma dopo un altro inutilr giro ,i ritrovò al punto di prim,1. « Bcnl', in fin dei conti >, concluse con ira. « non ci \On mica voluto restar io, a Milano. Adc!i:-.oposso anche cavarmi la curiosità di vedere di che !.Ì tratta >. E attr.a, cr-.ò deciso la strada. .Nonmtantc fosse \icuro del suo buon diritto, Ruspa entrò nel locale con aria un poco vergognosa: non riu~iva a mettere in pace la co..c. icnra che l\1mmoni,·a che quello non era il po,to per un commerciante ammogliato come lui. Al pianterreno, il caffè aveva un a'ìpl'tto ordinario: !.Olo, in fondo. una scala di legno conducl'va al piano superiore. Sul pianerottolo, in una cornice, certe fotografie di donne col costumr ,;;uccinto attorniavano il progr,1mma del varietà: crnno gli stessi ritratti cht' 'ìi vedono nei cinema con avan\pcttacolo, ma a Ruspa sembrarono imolitamt•ntc p<'ccamino\i. Mentre saliva la scala, 5fi)ò a fatica la fc. dc matrimoniale dall'anulare gras.soccio, e la nas.cosc nel taschino del gilé. Prese il biglietto d'ingresso da una i,ignora anziana, e, consc•gnato èappcllo e soprabito al guardaroba 1 entrb nel l'ar::idi$O artificiale car(.'zzandosi k mam, per dar._i un contegno. li ,ignor Gill'ieppe non :,i intendeva affatto dì locali del genere, ma così, a prima \'i• sta, credette di indovinare. « Qu6ta deve essrrc roba m<'s'-a su nel dopo• gutrra >, di'-Se fra sé, « con questi vc1ri color,ni, le lampade in ferro battuto, i fiori e le tende. Adcs!'-O,col "no- \'CCento ", fan delle co!if' più ~f'mplici ». li salone <·ra ampio. ma col ~of. fitto b•b.so, un po' o;offocan1e: ~u ogr:1 tavolo, coperto dalla to\'aglia luuga, erano po~ati due hiçchieri a calice, un va,etto con dei garofani e un abat-jou.r ro,wo. Accettando l'invito di un camrricrc. il signor Giu<.eppe ~i sedette ad un tavolo. Si :,,.cntiva a :-uo agio, anzi. stranamente "pavaldo. Una piccola orchr,.tra cominciò a suonare, e pre:-to p;irecchif' coppie ,i affollarono ,.ulJa pista del ballo. Rll'ipa guarda\'a le donne. ron intl'resse cirro- '>petto: ve n'erano diverse. ancora ,cdute ai tavoli. ma non ~cmbravano molto fatali. anzi, erano piuttosto dimesse, e cc n'crnno di quelle vcstitcpovt'famcnte: po,:hc in abito da sera: « Come donne, crrclc..·voche \i t<•nc~scro più su », di:-.\Cfra sé 11brav'uomo. « lkvono ar;mciatc l' bina >, concluse poi di,togliendo lo ,;guardo da una cli(' lo fis.... ava troppo intcn,amcntt. « Cosa po"w "crvirvi, :-ignare? > chiese il camcrit:re. appan:ndogli vicino con un fiammifero per accendergli la sigaretta. 11 commerciante ~ccl~ una men:~ bottiglia di bianco secco, e ~i ,cmì, nell'intimo, lu,ingato nel vedrrc clw g-licla port:wano nel secchio d'argento; qlld recipiente fece imprcs.sionl' anche a due donne di un ta,·olo vicino, e Ruspa dovette mo:-trars.i distratto p<'r non raccogliere un sorriM>incoraggiante. Si mise a guardare, con e~1.gerato intcre.-.,c. quelli che balla, ;1110: vi erano enti gio\'anotti, vt•-.titi in modo cccrntrico (uno per-.ino con la giacca di velluto}, ma anche diversi uomini anziani e poco eleganti, in vena di far baldoria. Una ragazza bionda platino, in abito ..,porti,·o, ballava appunto con uno di questi, e Rmp;i ~i mi,;C'a ridrrr vf'dcndo che, ml'ntrc l'uomo .,i schermiva inquieto, l'altra c-ercava di mettergli di nascosto uno dei suoi capelli biondi,.,imi sul ba,cro della giacca. e:Sl' qut•llo va a casa con un ricordo d! quel gc-ncrc addo~,o, chi sa su..1moglie ! » pc1hÒ Giuseppe, e sorrise alla ragaa.a, che gli ri,pose con un cenno dc.:ll'onhio. • Senza ,·olcrsclo confrssarc, Ruspa ('ra un poco eccitato dal vino l' dal• l'ambiente. « Per fortuna, non so ballan· >, .. i di!<."Ce, bcnd1é qui ci :-.iadella gente cajJare quanto mc ». Si alzò, e si mi ..t.· a pa,,l'ggi..irc: nel corridoio vicino al ballo; v'erano due o tre bigliardini a premio, e il commerciante si avvicinò incurimito ad uno. e Volete aiutarmi .t \'incere una bella bambola? > ;,.i sentì dire. Er,1 la « bionda platino > di poco prima, che i.cmbrava capitata lì p<•r c.iro. Con una lira, Ru..,p.1 romperò le bocceiw, e la rag,lua ,i mise a tir;.1rl(•, r.ammaricaudo• $Ì ogni volta che- i.bagliava. i.., voce era a,pra e, per un errore più gros:.o d1·~li altri, la donna ,i la\CiÒ ,.fuggire persino un.i frn..,c in dialetto, ma Ru- ~pi.1,ipparivn lo !.U'"'"'° compiaciuto, l" ripctè il gioco, dicc-ndo a se i.te!:~Oche si trattava, in fondo. d'una cosa innocente. L., donna gli appoggiò un paio di ,·olle le mani addo,,.o, ma così, ,enù malizia, per giocare meglio, e GiuM!ppc fimt· di non farvi ca'>o. Mentre ritornava alla cas..a per farsi dan· il rç\tO, un giovanotto si avvicinò alla bionda. invitandola a ballare : la donna parve irritata, ma accettò. facrndo cenno a Ruspa di ~\spettarla. L'cntul)ia">mo di poco prima lo abbandonava rapidamente. « Qui poi bisognerà concludere >, pensò, preocc-upato. Rientrare all'albergo in compagnia, e il pensiero che il portil'fc di notte lo vcdcso;e c-mì, gli (l,embrò 'insopportabile,<: poi un vago timore di strascichi e di ricatti sopravvenne, facc·ndogli apparire subdolo il sorriso che la donna gli ave-va nuovam1.~nte rivolto ballando, quasi per consolarlo della momentanea lontan:i.nza. Gli ,·enn(•ro in mente tutte le ~toric di uomini i.cri, cc,trctti a far tacere con dl•naro donne di quel genere, e il disagio divenne maggiore. A,p<'ttÒ che la bionda ..paris..e. fra le coppie, e, tornato al tavolo, volle pagare il conto. « Ma come, signore, ve ne andate già? » chiest' il camC'ricre, e all'una ci saranno i numeri >. 11 commerciante gli diede una lira di mancia, r sce!:e la ~cala con pas- 'ìO malsicuro, non sapendo \C esser<.·orgc,glioso dc-Ila sua r('ttitudine, o ra.mmaricar:,i dell'occa~ione perduta. Nel caffè, in un angolo, e era un'altra ragazza. con un brutto sopr.tbito. c-h(' mangi.:1va avidamcntC' focaccia. nel cappuccino. e ln fin dei c-onti, donnl' di quel genere ne trovo fin c·he voglio >, mormorò Ruspa, mrntre u\ci,·a sotto Ll pioggia: ma 5entì che il cattivo umore gli rra tornato di nuovo, e che, anche nrl futuro, lui si !:arcblx· comportato s<:mprc in quel modo. e Prima di dormire. voglio spa7.zolarmi per bene la giacca >, concluse. e Non (l.j sa mai, potrebbe csi,crmi rima'ìto addosso qualche capello di quella >. MASSIMO ALBERJNI ( PALCHETTI ROMANI ) IIG:1~111 m', ,~ 'J'U')"J'E le esumazioni di Sh,1- !m kcspeare e di Paolo Fcrrari che pra• ucano gli altri teatri, il teatro più interessante di questa stagione è il Teatro delle Arti. Nel volgere di pochi giomi esso teatro, che va dimettendo quel che dt dilettantesco lo appesantiva l'anno passato e acquistando una maggiore sctietà artistica e professionale (non è forse 't\ "teatro dei professionisti e degli artistiD ci he dato La cortigiana, che in mancanza di alti pregi mentali ha un dialogo unghiuto e ben più incisivo di qutllo cui ci vogliono abituare i commediografi moderni, e L'ù111oa,i::a di CoriolatJll che, sotto un pudon: antichissimo e rWmsmo, nasconde una poeticità compatta come il tufo. E perciò, non appena il Teatro delle Arti annunciò il suo terzo spettacolo con Una lt>tterasmarrita di J. L. Ca~ ragialc (autore rumeno e ignotissimo a noi) il nostro piede di sua sponte si levò per portarci :il numero 59 di via Sicilia; ma avendo nel frattempo i giornali deplorata la levità di questa satira parlamentare cd evocato il fantasma di Alfredo Testoni, il nostro piede si fermò a mezz'aria, poi tristemente si riabbassò. Nella scelta dei film ci guida un amico fidato, nel senso che quante volte costui ci parla male di un film, tante volte siamo sicuri di trovare un capolavoro o poco meno; e qualcosa ci sussurra che nella scelta degli spettacoli teatrali, stiamo per trovare una guida altrettanto sicura. Capitammo al Teatro delle Arti la terza sera che vi si rappresentava U11a lttltra smarrita e, arrivati contro ogni nostro costume con un poco di ritardo, trovammo un pubblico fitto fitto e nero nero che sussultava di riso nell'ombra. Sospettammo a tutta prima che si trat• tasse di uno dei soliti casi d'incomprensione collettiva, ma dopo un poco che stavamo H ad ascoltare venimmo nel ri• confortante convincimento che, una volta tanto, il pubblico si divertiva a ragion veduta. Uua lttUrd smarrita presenta a prima vista innegabili aspetti gogoliani, che aul palcoscenico del Teatro delle Arti erano accresciuti dallo spiccato gogolismo delle scene e dei costumi di Maria Signorelli. 1..i caricatUT3 è ottima' mediante una intelligente accentuazione di tipi e di fatti reali, ogni esteti:.mo è a:.~cnte (la rit,m,.:a del bello ideale non· s'incontra soltanto nella letteratura dannunziana, ma pure nel comico c perfino nella farsa, come in~ st:gna un film recente mtitolato Mili~ /in al meu), n~ mancano le battute suscettibili di disserrare le mascelle anche pii1 dure e riottose al riso. Tuttavia, // rtr.>isore, li matn·monio, L~ twimt moru rimangono, e questa Uttera è passata nella categoria nonché delle lettere, ma dei te~ti smarriti. Perché? Pe!' certo difetto ch'cssa ha in comune coi pallondni che la Rinascente, la ditta Zingone e i magazzini Atos Maestosi offrono in dono ai bimbi delle loro clienti: si sgonfia. E tonda e lustra al primo atto, al secondo è già grinzosa, e ridotta al terzo a un po' di pelle rincincignata. 1852•1912: le date della nascita e della motte sono Segnate sul programma ac• canto al nome dell'autore, come sopra una pietra tombale, o sulle lapidi stradali dei grandi scoriosciuti. Quante cose sono avvenute tra il 1852 e il 1912? La costituzione del regno d'Italia e il crollo del Secondo lmpero, Aladame Bovary e le scoperte di Pa• stcur, il Tris/ano e l'impressionismo, J fratelli Karamt'lzof e l'invenzione del motore a scoppio, il cubismo e la presa di Tripoli; e tante altre cose egualmente memorabili, tra le quali però La lettera smarrila di J. L. Caragiale non figura, bench~ nata essa pure cd esistita in quel medesimo periodo di tempo. Che malinconia\ Cosi è destinata a silenziosamente scomparire ogni cosa d'arte, in cui un eccesso sia pur minimo e un minimo di surreale non hanno creata la necessaria con-. dizione d'immortalità o, più modestamente, di durata. Il che si dice à particolare intenzione dei nostri commediografi, di coloro che si contentario di poco, e scrivono pf'esto e pensano più presto ancora, e cercano l'effetto facile e 1l premio passeggero della platea. e stendono il loro dialogo come che sia e dimenticano quanto peso ha la parola. .. In una cronaca precedente, abbianw scritto che il pubblico entra al Teatro delle Arti • senza spesa di biglietto•. Anton Giulio Bragaglia ci scrive che. meno alcuni artisti che non possono spendere a cui è concesso un biglietto di favore, al Teatro delle Arti pagano tutti. come dimostrano gl'incassi: 5034 lire alla prima della Cortigiana, 13.500 lire pC.r le tre recite, 3000 lire come media d1 ogni spettacolo. Queste cifre sono un conforto e assieme una delusione. Pensavamo al tempo in tui lo Stato di Pericle, non quello di Metaxas, regalava un piccolo obolo agli ateniesi perché andassero a teatro. ALBERTO SAVINIO LEO LONGANESI - Direttore responsabilt RIZZOLI & C•• i\11. pu l'Arte ikll11 S111r,1pa• \lil,uu RlrROUUZIOSI ESEUJITE CON \I.\ I UU,\1.1 J-OTOGJl:Af'ICO • f'ERRANIA •.
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