Omnibus - anno III - n. 4 - 28 gennaio 1939

I ORMII nel castello dove ella ,8 abitava e quantunque doman- :g dassi a tutti i su.oi familiari • dove era andata e quando sarebbe tornata, non potei- averne nessuna notizia{,). Allora, per non arrischiare un bene sicuro per una felicità incerta, decisi di ritornarmene a Torino, sotto la proteiione di Sua Altezza Reale, di cui avev.o tutte le ragioni per essere soddisfatta. Le sue cure e le sue gentilezze erano state sempre tali, e in modo speciale allora, che non avevo proprio niente da desiderare. Gli scrissi che mi inviasse una carrozza ai piedi delle Alpi, ciò che egli fece con la sua puntualità abituale. l\marcheseDronero,e un gentiluomo del connestabile, don Maurizio Bologna (2), che per suo ordine si !rovava allora presso di me, uscirono da Torino per ricevermi. Costoro provarono una grande gioia per il mio ritorno, come avevano avuto una vera paura che io effettuassi il mio disegno, onde avevano inviato diversi corrieri in diversi luoghi per impedirmi di passare. In questo tempo il re di Francia, pregato dal connestabile, mandò un ordine a tutti i governatori delle frontiere e delle provincie del suo regno, di non farmi entrare. ·Arrivata a Torino, andai al palazzo del principe di Carignano, dove trovai il e.onte di Dreux e il cavaliere di Savoia (3), Suoi nipati e mie!. Tem~ndo che facesse difficoltà a nceverm1, se lo avessi fatto avvertire, !Cni:a. dirgli niente, presi possesso di un appartamento, dove rimasi più di un mese, finchf da Roma mi venne il permesw di ritornare in un convento e di poterne uscire una volta la settimana. Mi procurò questo favore il cardinale Porto Carrero (4). Frattanto frequentavo la corte e andavo alla Venaria dove ,i viveva sempre in cacce e divertimenti. P,.,sso dire di non aver mai, in vita mia, passato il tempo più piaeevolmente di allora, continuamente colmata da Sua Alteua e da Madama ''Rfflre (5) di tutti gli onori e di tutte le cortesie. XVII. La mia felicità era troppo grande, non mi dovevo quindi aspettare che la fortuna, che si compiace a perseguitanni sempre, la facesse durare a lungo. Per interrompere un periodo cosi felice, essa suggeri a Sua Altezia delle ragioni politiche che lo costrinsero a propormi di tornare a Roma. Sua Altezza mi fece osservare che sarei vissuta molto meglio in una casa che in un convento, e che,.se l'unico ostacolo <he mi impediva di prendere una tale risoluidone era la discordia tra me e il connestabile, egli si offriva ad essere garante della nostra ,riconciliazione. Queste proposte e molte altre cose che mi disse alla Vena.ria, mi offesero talmente che, trascinata dal mio carattere un po' collerico, volevo partire subito e tornare in convento. Lo avrei fatto senza dubbio, se Madama Reale non me lo avesse impedito, trattenendomi ancora per otto giorni, dopo i quali mi ci accompagnarono. Per via, il nostro dissenso si acuì ancora di più. Poiché io sono poco paziente e non perdonavo niente a quel principe, i nostri animi si riscaldarono più che mai. Prima di lasciarmi all'ingresso del convento, dopo un lungo silenzio, Sua Altezza mi disse che, non ostante tutti i miei capricci e gli sgarbi che gli fa. cevo, mi avrebbe sempre servito. Questa offerta, invece di calmarmi, mi irritò moltissimo, tanto che g!i risposi assai duramente che la sua protezione mi era indifferente quanto la sua pl·rsona. Egli fu così crudelmente offeso da questa risposta, che se ne andò seni:a. dirmi una parola. Questo incide~te fu un'ottima occasione ai miei nemici _per guastare completamente i nostri rapporti, e se ne servirono con successo. In quel tempo cercai, scrivendo varie lettere ai ministri di Francia, di indurre il re a revocare l'ordine dato di non lasciami entrare nel suo regno; ma fu in,utile, ché egli fu irremovibile 'dalla sua prima risoluzione. Sua Altezza Reale frattanto passò tutta l'estate alla Vcnaria, senza mandarmi un ~~~to/4:~a~t;rnRc;:;~ v;1rncc~n:~::;1 della morie del conte di Soissons (6) ; compito che assolse molto cerimoniosamente, accordando assai bene il suo viso triste e serio al funebre soggetto. Senza sperani:a. dunque da parte ?ella Francia, e meno onorata di prima dal sovrano di Savoia, colsi l'occasione di un viaggio a Torino del marchese , di Borgomainero per supplicarlo che mi ottenesse dal connestabile, , come suo migliore amico, il permesso di andare in Francia. Ero sicura che il re non mi avrebbe rifiutata questa grazia, , se egli stesso gliela avesse v~luta d~ 1 mand;,.re. Il marchese tornò m segui- ' IO a Milano con l'intenzione di accomLE GJ.IOIE DI LtJIOl %lV {d1 u qlldro ,IJ Jpoto HtoN, HIII 0111. . 11 degll "0Sm1 o\. .&.llor.,I) pagnarmi in un tale viaggio e con la ci dirigemmo ad Arona•nello Stato di promessa che sarebbe tornato da me, Milano, per recarci poi in Svizzera. A non appena ne avesse avuto il permes- una giornata da Torino, il marchese so dalla corte di Spagna, a cui, mi e il padre Oliva, venuto da Roma per disse, bisognava scrivere per ottenerlo, prendere il posto del mio cappellano, non volendolo chiedere al governatore, uomo senza dubbio dotto, ma non duca d'Ossuna, per il timore che glielo certo dello zelo e la fedeltà di M. Borifiutasse, perché ne aveva perduto, per nicl, cominciarono a consigliarmi di sua colpa, l'amicizia e la stima. Intan- non passare per !o Stato di Milano, to il connestabile mi faceva sperare perché erano sicurissimi che ~arebbe che il Re Cristianissimo mi avrebbe per- stata tentata qualr.he tosa contro di mes.w di tornare in Francia, assicuran- mc. Mi dissrro di guardarmi, finché domi molte volte che ne aveva prega- ero in tempo, dalla imboscata che mi to Sua Maestà. E: facile credere quel avevano te~o, t) che il duca di Ossuna che si desidera; non gli fu perciò di{- mi avrebbe fatto arrestare senza dubfìcile persuadermene, tanto più che bio. Indugiai un po' prima di arrenanch'egli desiderava che andassi via da denni ai loro consigli: ma cedetti alTorino. Finalmente, al principio di la fine alla loro cloquc11i:a.e alla forza autunno, il marchese di Borgomainero delle loro ragioni. Accompagnata dal ritornò co! permesso di cui ho parla- marchese, dal padre Oliva, da Morena to, concessogli dalla regina reggen- e da un cameriere di nome Martin, te (7). Poiché i! connestabile mi seri- presi la strada del San Bernardo, menveva sempre che non riceveva posta tre il resto della .compagnia si avviò dalla Francia, e pensando d'altra par- per la strada di Arona. Poco dopo ebte che egli avrebbe preferito che mi bi conferma di quanto mi avevano detritirassi in Fiandra, decisi di andarvi e to. Il duca di Ossuna, infonnato della pensai di partire dopo otto giorni, co- mia partenza da un corriere inviatosa che il marchese approvò piena- gli da don Maurizio, e sollecitato da!- mcnte. le lettere del connestabile di chiudermisi in cammino e mi sarebbe impossibile dire quanto dovetti soffrirc per il carattere sospettoso, !a flemma intollcral:>ile e i continui sguardi del marchese. E poiché un male non viene mai solo, padre Oliva, che aveva abbracciato il suo partito più per timore che per incrtnazione, contribuiva noh poco ad aumentare il mio fa. si.idio. XVIII. I miei fastidi durarono fino a Colonia, dove il marchese, pensando che non sarebbe stato onesto né sicuro darmene ancora, caml:>iò modi, anche perché sapeva che gli ambasciatori di varie Corone (11) si erano offerti per servinni e temeva che i consigli di qualcuno mi facessero cambiare idea, come certamente sarebbe avvenuto se, come ho detto, la fortuna, ostinata a perseguitarmi, non mi avesse fatto disprezzare il loro consi,1,:-lion,on facendomi prestar fede a quello che Monsieur Courtin (12) e M. Barillon (13) mi predissero, se fossi andata in Fiandra. Ma il marchese e il padre Oliva, temendo sempre che le conversazioni e la corris1xmdeni:a. che avevo con questi ambasciatori, non solo ostacolassero il loro progetto, ma lo facessero addirittura fallire, si servirono di tutta la loro autorità ed eloqucni:a. per persuadermi a partire. Il marchese, che non poteva aver pace finché non mi avesse visto in cammino, mi dette ad intendere che don Manuel dc Lyra, inviato straordinario di Spagna, lo aveva avvertito che era venuto un reggimento per portare del denaro e che doveva ripartire. Mi fece apparire questa occasione come la più favorevole che si potesse dare per farsi scortare fino al campo del marchese di Assentar, maestro generale di campo, che fu ucciso nella battaglia di Sencf (14), al quale il marchese di Borgomaincro, suo intimo arnie.o, aveva scritto di riceverci e di permetterci di seguirlo in Fiandra con quel reggimento, per timorr che ci imbattessimo nelle truppe francesi che mettevano grandissimo disordine in tutti i paesi in cui erano sparse. Prima di arrivare al campo del mar-• chesc di Assentar, !a fortuna che si ve.- leva servire di Borgomainero come strumento per perseguitarmi, trovò molto bene il suo modo. Il connestabile sapeva quello che faceva mandandomi qu_est'uomo (15); per ordire un tradimento non poteva sceglier meglio di un calabrese. Intelligente, a diciannove anni era teologo del cardinal Barbcrini, a Roma; ma per un delitto commesso in quella corte, fu costretto, poco dopo, a tornare al suo paese, dove, parteggiando per il duca d1 Guisa, alla testa di un gruppo di ribelli, •i chiuse in una fortezza. Si ritirò quindi a Firenze presso il granduca padre; di là tornato a Roma, vi fece venire una .'!Orellamolto graziosa e con , questo mezzo avvicinò il connestabile, che, avendolo riconosciuto come uomo d'intrighi, gettò gli occhi su di lui per tradirmi. Essendosi dunque la nostra carrozza sfasciata in modo tale, in un incidente, che non avevamo né il tempo né il necessario per age:iustarla, ci offrirono dei cavalli. Poiché la strada era assai pericolosa, faceva freddo e la notte era molto oscura, per andare con maggior sicureua al campo del marchese d'Assentar, che non era lontano, io accettai un cavallo assai bello e sicuro, offertomi dal colonnello del reggimento stesso e di una delle prime case di Fiandra. Due mie damigelle fecero la stessa cosa con altri due cavalli che offrirono loro. Le altre due, con il resto del mio seguito, le avevo mandate in Olanda con buoni passaporti. Cinque o sei giorni dopo il nostro arrivo in quel campo, continuammo il viaggio in una carroiza del marchese di Asscntar. 9-(continua) MARIA MANCINI (1)Era andata a sciogliere un voto a San France*o di Sale, a Saint-lnnocent (a) Una ,pia del connestabileche do,·cva vigilare assiduamente la Mancini. Cl) Figli di Olimpia Mancini e di Euge• nio 1-.hurizio. 11 con1e di Oreux si chiama,·a Emanuele Filiber10, il c~valiere di Sa,·oia Luigi. Morirono giovanis,imi, !'uno aven1i1rèanni,l"ahroaquattordici (4) Arcivescovodi Toledo e primate di Spagna (5) Maria Giovanna di Savoia Nemours. (6) t:ugenio Maurizio Savoia-Carignano; mori il 6 giugno 1673 (a quarant•anni) in Vcstfalia ove era col!"e,ercitodel Turenne (7) Marianna d'Aumia ,•edova di Filip• po IV e madre di Carlo li. (8) Il 1:, 011obre 1673. (9) La guerra di cui si parla è quella combattuta tra Luigi XIV e l'Olanda. Bonn na assediata dal Montecuccoli comandante d~gli imperiali alleati dell'Olanda. Cadde il 12 novembre 1673 (10) Carlo IV di Lorena Ricevetti in questo tempo molte vi- mi nel castello di Milano, credendo site del duca di Savoia, ma scni:a. la che mi trovassi ad Arona, perché là soddisfazione di una volta. stanca co- avevo mandato, come ho detto, una m'ero della variabil-ità del suo umore. parte del mio seguito, ordinò di arreMi pregò anche ripetutamente di con- starlo. Una delle mie damigelle, Cofidargli la mia decisione, ma non riu- stanza, ebbe in quella prigione tutti i scì mai a nulla. Tornava perciò così possibili onori, persuasi come erano di poco soddisfatto al suo palazzo, che , renderli a me. Finalmente un cavaliere Madama Reale se ne accorse, e quando di Malta, Cavanigo, mandato dal duca andai ad accomiatarmi da Sua Altez- per riconoscermi, li disingannò e nclza mi chiese che cosa avevo fatto al lo stesso tempo trasse il mio seguito duca che era tornato dal convento co- dalla più piacevole prigionia che sia sì inquieto. Risposi che doveva altri- possibile immaginare. Per otto mesi buirc a lui stesso e alle sue stravagan- erano stati trattati ~plcndidamente e, ze quello che avevo fatto, e che se non per la generosità del duc_a, avevano mi avesse mai dato occasione di !amen- avuto ogni specie di divcrtunenti. Noi tarmi di lui, non gliene avrei data io non passavamo davvero così piacevoldi inquietarsi con me. Tuttavia, la mente il nostro tempo sulle montagne mattina, prima di partire, poich~ il del San Bernardo, viaggiando tra nevi, marchese mi aveva sollecitata v?Va- prl!cipizi e abissi spaventosi. Tuttavia mente a congedarmi da quel principe, arrivammo folicemcnte a 13asilea, dolo feci, ma più per convenienza che ve venimmo a sapere quanto era acca- (1 r) A Colonia si teneva il congr~uo per per desiderio. Egli mi fece molte ri- duto ai miei servi, che, qualche gior- la pace tra la Francia e rOlanda, anda10 ~d~~~~:to ~e7i~ ~~c~r!1~ 1 ~foi;adt~~~ ;c~od~poM 1 :g~o:;a~i~:t~~epi!s:~~~n~ :e:~~:1:nt~:~~~!m:~:~i;~~;~~~~f:~;~~~ ~a;:e~~~~~n~~:~t!~iccir:nd~~~ ~~~: ~;~ 0 co:i~tepc~ ~~~ti:ce?:l~n~~r~~::; ;;~k, amici l'uno e l'allro di ~iaria ~lanin qualunque paese fosse, non avrei e padre Oliva, che non si volevano trotrovato mai un principe a me più de_- vare all'assedio di Bonn (9) e non vovoto e più pronto a servirmi di lui. levano incontrare le truppe spagnole, Ascoltai attentamente le sue rimostran- né le francesi che si erano messe in ze e le sue offerte e, sa\u1ando!o, lo marcia proprio in quel tempo. Nei tre ringraziai, come dovevo, di queste, che giorni che fummo a Francoforte ebbi mi era però impossibile accettare, per- l'onore di vedere la duchessa di Lorcché ero risoluta a !asciare i suoi Stati. na, e di ricevere da Sua A!tcz;., a (10} Allora egli mi dette la mano e mi ac- molte manifestazioni di affetto. Impacompagnò fino alla carrozza (8). Saliti ziente di continuare il viaggio, mi ri- (12) Residente generale di Luigi XIV presso i principi degli S1a1idel Nord. (13) Ministro plenipotenziario di Luigi XlV a Colonia. (15) Carlo Emanuele d"Este (del ramo di San Martino), marchese di Borgomainero. Fu amba,ciatoredi Spagna in lnghiherra e a Vienna, cavaliere del Toson d"Oro. Morl nclr695 C:::1'0RSAY ···"" """'' r~, n;.,,,,.,. il prnri:io ,li,,,, ·,;,,x,, Ji f11,1t1, Ji f,,,,,, 1,,,,, rompf,,.,,1110 inJispr11u,/,,"/, ,.{ I,.,,,,, l#llo, UII /,. QUALJTA. ACQUE DI COI.ONIA LUSSO RBLAZIOIII IIITBRIIAZIOII È LA RIVISTADI POLITICA ESTERACHE VI TIENE IN• FORMATI SETTIMANALMENTE DEGLI AVVENIMENTI POLITICI ED ECONOMICI MONDIALI E VI FOR. NISCE LA DOCUMENTAZIONE INTEGRALE DI ESSI Chiede/eia al vostro giornalaio ogni sabato o abbonatevi presso L'ISTITUTO PERCLSI TUDIPOLITICA INTERKAZIO VIA BORGHETTO N. 2 - IIIL.lIO - C/C POSTALE 3 22252 Abbonamento annuo: L. 45 - Sem. L 25 - Trim. L 13 UN NUMERO DI 20 PAGINE, LIRE UNA UNABELLABOCCA È ILPIVBEL OkNAMENTODEL Vl./0 ..•...• : li/ATE' IL DENTIFRICIO DEIT J2.a. "~u.." f.2.W.R.JW:L ASSIA NORIS AMEDEO NAZZARI UMBERTO MELNATI ALIDA VALLI QIVSEPPE PORELLl SANDRA RAVEL QIVLIO STIVAL VNA PRODUZIONE AMATO REGIA DI MA X NE V. F EL D (/;lfll ,/.if,fn f.2.U {Ji.1.0../f..l/f..f.. da..Lla..(Je.liJ..s..La !

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