ANNO lii N. ◄ · ROMA 28 GENNAIO 1939-XVjl . . . . i I& IICRDBA ~©~~ 1l( )I non sapete chi è la signora Mons, lf divenuta improvviaamcntc celebre in tutta la Francia. I giornali ne pub-, blicano le fotografie, i cinematografi la presentano nella tranquilla intimità della famiglia. La signora Mons è la moglie di un carpentiere che lavora in un cantiere marittimo, è madre di dicci figli, un esempio di virtù. :-.id giorni KO~, in occa• sionc dcl varo della Riclteli,u, il presi, dente Oaladicr la volle madrina della nave, della grande coraz.uta di tttntacinquemila tonnellate. Perché> Cou s.ignifica tutto questo in Francia, ntlla Francia del Fronte popo· lare, del comunismo e della musoneria~ Perché, si domanda b gente, questo gesto di D&ladicr, di cosi cvidcnt.e imitWone mussoliniana? Quando il Duce elegge a l madrina di una nave da guerra la moglie di un optraio, la madre di una prole nut mcrosa, il .suo ~n.sicro non 11 presta a neuun equi•,oco, tanto è chiaro. Esso sta a significare che i primi, i primissimi interessati al domjnio del mare sono le moltitudini popolari, quelle classi proletarie che r.on trovano, in patria, spatio e ri10ne bastevoli al loro lavoro cd alle quali si sarebbe prepara1a una ben dura esistenza, se il Duce non aHSK prOYve<!uto in tempo merci la conquista di nuO\'e terre oltre i.I mare, nell'Impero. Con questo Muuolini fa ~ntire e fa capire al popolo italiano che le vie dell'Impero 10no Jul mare e che ene ,i difendono e ai 1utclano con le gr,1ndì .mità coranate. ~h dov'è, in Francia, questa necessità demografica, che giu1tifichi l'Jmpcro? Dove sono i coefficienti di natalità toltanto paragonabili a quelli dell'Italia o della Germania? Da noi la popola.none vgna un j aumento di quattrocento e cinquanta.mila unità .ill'anno, in Germania di circa un miliont-, mtntre in Francia il numero delle na.scite ,i annunzia 1ià inferiore a quello delle moni. Probabilmente il prHidente Daladicr, che apparcicne alla media borghe1ia, insofferente delle dilapidazioni di ogni genere pcrpt-trate dalla demagogia, ha voluto richiamare i francc1i al senso della responp,bilità, alla legge della vita, sceglitndo a madrina della Richd1tu una madr4! di dieci figli, e offrir loro un esempio di virn). t un pcruitro generoso, di tipica ispirazione fascista, e in tutto conforme a quella sevua monlità che tro\·a in Mussolini il più alto auertore nel disordine monte del tempo nostro. In questo gesto di Daladier, se ben si riAette, è implicita la condaniia di tutta la politica della Tena Repubblica, dc.I 1uo costume, delle sue ntguioni, delle sue dedizioni, dell'individualismo che corrompe i vincoli sociali t perde, infine, se stesso. C'è una grande tri.steua in quel gesto prcs.idcnz.iale. Incapace di qualsia.si esame di coteienza, la demagogia vi ha scorto una concessione, forse un'adulazione, agli ultimi giacobini, che non sanno nemmeno più odiare, percM l'odio alla nobiltà prc..supponcva una fn::nctica adorazione della patria. :-.on c'è francese fedele alla tradizione, sia monarchica, sia rtpubbJicana, che pos.sa esalta.rii al pensiero che la Francia muore; che il suo Impero è oramai protetto dalla flo1ta britannica, che i suoi steui con6ni sono prHidiati dagli eserciti di colore. Non pub non provare un ienso di umiliarione infinita di fronte all'elt:zione del negro Oandace ad un'alta carica parlamentare, a.i provvedimenti dell'ebreo Mandel, che apre lc porte dell'&mministraxione coloniale agli indigeni dell'Indoc:ina. Qutsto, dice il gesto di Daladier. E non soltanto que.sto, percht non è difficile scorgere in euo un'ammirazione per quanto si fa in Italia. Disgruiatamcnte la vita non consente improYVUazioni o duplicati. Non baita l'imitazione di un gesto mus.soliniano per risuscitare le forze dello spirito e le operose virtù. La ripresa di un popolo è possibilt e certa dove l'individualismo 1i arrende agli ideali che riass<Jmono gli intertui remoti di una nuione, do"·e i valori morali, quelli eterni, quelli "·cri, non sono manomeui dalla casistica, o insidiati alle origini stesse della vita. Tutte le creai.ioni tono inconsapevoli perchi trovano la loro sorgente nel Kntimcnto e nell"lltinto. La fona vitale di un'idea si commisura alla sua capacità di trasformar1i in un'abitudine, in un dogma che non si discutt-, in comune e corrente moralità. Solo allora opera in profondità, come una legge cui non si sfugge, perch~ la ragione si rifiuta di cedere alle mute rivolte dell'egoi1mo. Il suo modo di euere t sempre religioso. E &llora, pcrch~ il cardinale Vudier non era presente al varo della Riddi,u ,... Si pub fare una politica demografica quando .li ha paura di Dio? * * •X· 12 PAGINE UNA LIRA Pl!B0EBl D10001 · B!LLEllll'I PB0PEBBI0lfl8Tl llf B0I0PBll0 Londra, 1enna.io. tfN LI inglesi, con quel loro pudore ~ per fe parole, sfuggono la parola e propaganda >. t infinito il numero dcgl'inglc,i che credono ve- '\-amente che la propaganda sia un'arma perfida da lasciarsi agli altri paesi ; e non s'avvedono che in questo momento una delle preoccupazioni maggiori del governo è di accentrare la propaganda interna per 1a preparazione del paese alla futura guerra. 11 e pioniere > della moderna propaganda di guerra può eS5Crecomiderato Bismarck. nei suoi polemici comunicati alla stampa durante la campagna del '70. Quando a Londra si stampavano notizie sensazionali sulla ferocia prussiana, Bismarck trovava sempre modo di far arrivare un'adeguata ri'\~ta; quando i francesi diffusero ali estero un opuscolo, Bismarck ordinò di prcp3rame un altro che menzionas5C tutte e le crudeltà, barbarie e violazioni della Convenzione di Ginevra commesse dai francesi>, terminando le sue istruzioni con l'ammonimento e di non caricare troppo, altrimenti non lo leggerà nc~suno, e farlo subito! >. Verso la fine della campagna, Bismarck esaminava personalmente ogni comunicato per cancellare qualsiasi particolare che 1 giornali esteri potessero usare contro la Germania. In tal modo, Bi'Ullarck potè dare al su.o paese il senso della propaganda ; e, nel 1914, la Germania era la sola potenza che ave~se un "ii.sternaorganico di propaganda. Dall'ufficio-stampa della \Vilhelmstr~sse, dalle amba.sciate e legazioni in tutti, i paesi, dalle agenzie telegrafiche e dalle banche. tedesche e compagnie di navigazione, da tutto si spandeva una propaganda met0dica e costante in favore della Germania e contro i commenti 1tranicri sulla sua penetrazione economica nel Sud-Alnerica e circa le mire militari dcHa ferrovia Berlino-Bagdad. Scoppiata la guerra, gli alleati ~i erano subito trO\'ati, per la pro~aganda, ridotti alla difensiva. Per piu di tre anni la propagJnda inglese, francese e degli altri alleati sembrò indirizzarsi sulla trovata, alquanto assurda, che e il Signore era al loro fianco >. l francesi parlarono senz'altro del Christ qui aime les français. Gli inglesi, un po' meno sicuri, si abbandonarono al sentimentalismo umanitario, e sul ritornello e Remember &lgium ! > cantavano di essere crociati che combattevano per la liberazione dell'Europa dal tallone prussiano e dalla tirannia degli Absburgo. Prr contro, la propaganda degli impcr1 centrali affermava che occorreva liberare dal giogo dell'impcriali\mo britannico i poveri indiani, egiziani e irlandesi. Furono fruga ti tutti ~li archivi della storia, furono spolverate tutte le tradizioni per servirsene di nuovo; e quando storie vecchie e fatti nuovi non bastarono più, si ricor,;e alla pura invenzione. Un profeuore americano ha classificato tutte le bugie raccontate dalle due parti in lotta: le bugie _si compensano a vicenda. Ma fu soltanto quando, dopo quasi quattro anni di guerra, i combattenti cominciavano a piegare sotto la stanchezza, che la propaganda diventò una macchina potente cd efficace. Nel 1918 si compreM: come fos~ non soltanto p<Xsibile, ma mdispcnsabile dare agli eserciti un'arma nuova; e da nllora, anche la propaganda venne a fare parte degli e armamenti > ingle~i. Chi sa se i governanti dell'Inghilterra, quando decisero di dedicarsi alla preparazione della macchina per la propaganda, ricordarono che circa due ~coli prima vi era stata una guerra favorita dalla propaganda che un vtcchio marinaio ingle,;c aveva fatto per avere perso un orecchio! Nel 17391 il capitano Jcnldm era tornato dalle campagne contro la Spagna portando a cma il suo orecchio denro sotto spirito, in una bella ampolla. Gliel'avevaSPEDIZIONE IN ABB. POSTALE no ta~liato gli ~pagnoli; e agitando la bottiglietta con l'orecchio "-Ottospirito, il capitano Jenkins scongiurava i suoi compatrioti di aiutarlo a vendicare la sua mutilazione. In quegli anni, i vecchi marinai, con la gamba di legno o una benda nera sopra l'occhio perduto, usav3no raccontar bene le loro storie; e così efficace fu la propaganda di quel capitano che finì per portare alla e guerra dell'orecchio di Jenkins >. Non ha importanza che dietro la decisione del governo vi fossero intcre)si assai piU potenti; resta il fatto che la popolarità della guerra contro la Spagna era stata creata con la propaganda dell'orecchio sotto spirito. Nel 1918, dunque, il governo inglese creò il ministero della Propaganda, e lo affidò a lord Northcliffe, grande giornalista, che come t.1le credeva alla potenza della parola stampata. Si accinse quindi a studiare il suo problema con criterio obiettivo, e scrisse alcune mas\ime degne di nota. J n primo luogo1 suggeriva Northcliffe, si doveva abbandonare immediatamente la tattica di accusnre il nemico di viltà. Da buon giornalista, sapeva che il valore di una notizia sta tutto nell'elemento di verità, anche se questa viene poi presentata o interpretata ~ccondo i propri fini. Perciò, mettendo da parte per sempre tutti i richiami alla storia, alla legge internazionale, alla santità dei diritti, bisognava scoprire quale fosse il punto debole nell'armatura politica o morale del nemico: trovato questo punto, battervi 50pra per aumentarne la debolezza. Così, il primo obiettivo di Northcliffe fu il logoro straccio dell'impero auuro-ungarico. Molti dei popoli che componevano quell'impero {polacchi, rumeni, croati e slovacchi), erano non soltnmo stanchi della guerra, m:\ cominciavano a pensare a una loro autonomia nazionnlc. Northcliffe tenne conto dell'origine di questi desideri. Non incitò gli slovacchi ad ammutinarsi in nome della libertà e dell'umanità; ma domandò al governo britannico di rendere pubbHco il pensiero degli Alleati, vincitori, sull'autonomia degli slovacchi; fece sì che-questi progetti f055ero annunziati da una personalità dei governi alleati, e mise m moto ogni me"zzoa sua disposizione affinché la promessa di liberazione naz.ionale arnvassc quotidianamente ai soldati $)ovacchi disseminati nelle armate nemiche. Altro esempio : appcn;.t diventò evidente che la mancanza di vi\·cri poteva portare la fame tra le armate nemiche, Northcliffe mandò loro notizie sull'abbondanza che fioriva nel• le terre al di qua delle lin,.e alleate, documentandole con fotografie di p.-· gionieri e con le loro lettere che t<"~omoniavano il buon trattamento. t però da tener presente che sebbene la nomina di Northcliffe a ministro della Propaganda di guerra rimontas• se al marzo del 19 t 8, soltanto nell'agoc;to, alla Crewe House, dove il ministro era installato, si comincjò la prc• parazione degli opuscoli e dei fogli di propaganda. Prima di quella data, il ministero della Guerra e l'Ammiragliato ave...,{'nogià distribuito dodici milioni di opuscoli ; e stando a quanto "i legge nella Storia tiella guerra compilata dal Times, il 25 agosto 1918 il generale Von Stein oonfc,uva che e nrlla propaganda il nemico sta indubbiamente superandoci >. I primi opmcoli di Northcliffe non furono distribuiti che il 4 settembre, onde bi'IOglla ricono~ere che l'opera del ministero del 13. Guerra, e dell'Ammiragliato non cr, del tutto perduta. Per contro, Northcliffe e il suo mi ni'itero trovavano un terreno propizie per la propaganda disfatthta, poiché e certo che la propaganda diventa efficace e dannosa soltanto quando il ne• mico comincia a cedere.alla uanchezza e a dubitare della invincibilità delle sue armi. Il ministero della Propagan• da si componeva, oltre a Northchffe, di Campbcll Stuart, chiamato dall'ambaM:iata di \\'ashington, deHo zoologo dott. Chalmers e del noto scrittore H. G. \\lclls. li successo avuto ~uhito dall'opera del ministero è dimo-.trato dall'odio intemo che il nome di NorthditTc ispirò in Germania anche dopo l'armistizio. In quel periodo, Northcliffe preparò un promemoria sull' Au- ~tria, che val la pena di menzionare
Ila luce di quanto è avvenuto venti nni dopo. E,amillata numericamente popolazione dei pro e degli antitedchi nell 1Austria-Ungheria, egli era enuto alla conclu~ione chr vi erano irca 31 milioni di antitedc-,chi e 21 ilioni di protcdeschi, e raccomandò i staccare i primi. li suo promemoria crminava con queMe parole : e: I tcc:leschi dell' Au\tria d°"Tehbcro e~rc iberi di unirsi agli Stati confederati ciclla Germania. E"i tendncbbcro in Aualunquc caso a stacraNi da un' Autria trru.formata, nella quale non porcbbcro più dominare sui popoli non :tcdc,chi >. Bi~ogna ricono~erc nel 1orna1io;ta una preveggenza superiore 1 quc-lla degli uomini di Stato del suo ll'mpo Tr,\ i metodi di diffusione adottati dal ministero della Propaganda (e in parte già u5ati anche dal ministero della Guerra. e datl'Ammiraglia.to) vi era quello di for cadere d.d cielo le parole pen.uasivc. Nel giugno e nel luglio r9181 erano stati la!o-Ci.ui cadere ,ulle linte tcdesthc della Francia e del Br-lgio non meno di quattro milioni di opuscoli. Ncll'ago~to, la pioggia di carta stampata era di 100.000 opuscoli al giorno; poi nel settcmb1 e, quando entrò in funzione il nuovo ministero, ,i arrivò a 3. 715.000 op-u~oli i nell'ottcbrc a 5.300.000 e nei primi dicci giorni di novembre se ne lanciarono 1.400.000. Questi opuscoli, dice lo Stuart, erano ~critti in linguaggio semplice e chiarivano ai tedeschi lo sviluppo della guerra ; mo~travano con nitide cartine le posiiioni guadagnate dagli Alleati, e annunciavano grandiosam('ntc il numero delle truppe che ar• rivavano ogni giorno dagli Stati Uniti, spiegando poi la futilità di fare ulteriori sacrifici per una C,\u,a ormai pt!rduta. Ha scritto Hindenburg : « Il ~ldato tedesco pen~va che quCsta propaRanda nemica non poteva essere tutta compo!\ta di menzogne, e così lacci,wa che gli ~i avvclen.H,cc la mentt, e cominciò a diventare c,so ste~\O v<-icolo inco ..cicnte di qur\ta propa• ganda>. Come venivano mandati gli opu,\Coli oltre le linee nemiche? Nel 1918 il problema era stato non soltanto di t;ov;ire argomenti efficaci, ma anche di cusporre di un mezzo efficace per scaricare gli opu"'cdi. Avendo dovuto ,cartare gli aeroplJni per via delle rappre~g!ie am1un~iat~ dai nemici c~:mtro 1 piloti col}>('voh d1 tra..,portarc propaganda, fu finalmente applicato J'impicgo dei palloni. Dopo molte prove si trovò un tipo di pallone, CO)truito di nna. di circa 6 metri di circonferenza e di m. 2140 di altezza, con una capacità di 30 metri cubi. li carico ma,._,imo di un pallone era poco più di d~ chili, o.,"lia di 500 o 1000 opuscoli, a srconda del loro fonnato. Lo scarico d<"gliopuscoli JV\:eniva mediante un fu10 a orologeria che doveva bruciare entro un ct·rto numero di minuti a t.Cc·onda della diC1tanza d,\ coprire e la vt'locità del vento. Ma il principio fondamentale di tut• ta la propaganda di Northcliffc era )tato di non dire mai una menzogna, se si poteva farne a meno, perché quando una mt•nzogna è e\Coprrta la propaganda è rovinata per sempre. Tutti ricordiamo, infatti, che le grottcM:he menzogne messe in circolazione durante la guc•rra, comr: quella delle « fabbriche di cadaveri>, dove si vo• lrva far credere che i ted('-.chi trJ~forffi<L"~ro i morti in b.ittaglia in grassi per- esplo:,ivi, non ebbero m,ti ctfctto duraturo o convincente. P(•r quattro anni le m~rcc-hine della vecchia propaganda avevano vt>r~ato tonnellate di autodifba e di odio. Soltanto ve™-> la fine, nc-ll'atm<hfcra di fc,ta per la pr~'iiima vittoria, cominciò u balenare.· la luce di una nuova sp~~- rania: una !ip<>ranzache- non na"ct·,·a dallò\ convinzione ~pontane-a. ma che <.·r.1 alimenratJ da una nuo1,,·a propa• g.mda, ipo<:rita, che annunti,1,a un,1 nuova C!'d p-:-r l'umanità, un'era di lih<•r,1zione e di fratellanl<L La vi~ionc di una Lega delle Nazioni fu .igitata come il .. imbolo di quc'iita nuova epoca. il rui motto dovc,·a essere e detrrmini- ,mo, autodeci,ione >, parole- v.1ghe, m~ per,u.1sive, che allettavano anche 9m•1 popoli che non avevano mai mo~trato di po,\Cdcre )(' ri',()r)C mor.,li, cconornirhe o militari per rcggrni ,ulle loro gambe. Bi~na quindi dire che l'in- \'<'ntore della più bella trovata della prvpaganda all('ata fu Woodrow Wil- \Cn. . La trovata fu, per NorthclifTc e p<'r la propaganda britannka, di grandr aiuto. Egli aveva \Cmpre ;wuto fiducia nella propaganda fond.\t,\ ,u promesse per il futuro; C' avere a ,ua d1,po,izionc il vangelo leghi!lta dd pn.:sidcntc Wihon era veramente ,traordinario. ='1rlla prim:wera dc-I 1918 lo scrittore Wrll'i preparò un memori.ile con le cmc \'(,'dutc $ulla propaganda da adottarsi v<'rso i tedeschi. Bi\ognava convincere I tede.schi chf il vero scopo degli Alleati non era di ~onfiggcre il nc-mico, ma di portare a un.1 pace mondiale che rt·ndr-;sc irn_pn<i,ibile-ogni guerra futur;t, e e la Gcnn;:1.nia quindi deve ~ccgli<'l'C fra la sua rovina. prrrnnc e le pn.-.pcttive di rc,urrezionl' politica cd «.-ccnomica, uncnd~i al progetto d<'gli Alleati per la organuzazione del mondo>. f:. inutile ora, dop<1 vent'anni, e con la Lega dcli<' Na1.io111$ul cataletto, soffermarci a rilevare la fal,it:\ di qur-.ti principi: è piutto!\tO int('rc,..antc dir(' rhc anche i propagandi,ti medesimi ave-vano finito per cadere \'ittime della ">ro propagand,1. Sopr,1ttuno la Gran OMNIBUS OBIOAOO - INTERROOATORtO DELLA POLIZIA Bretagna j i f rance~i, imC'n,ibili ali,\ propaganda e allevati nella convinzione che la Gcrm,rnia fosse il loro nemilo naturale, avevJno con la guerra raffonato·Xr loro antiche coovinzioru, e 1I motto della Francia ('fa non t,mto l'.autodcci'iionc dei popoli di altre tcrrt" quanto il J/ ae victis. ' Quale sarà l..1 propaganda di una guerra futura? Dal 19t4 al 1918 la propaga~da anglo-francese ebbe c<>n1c mollo: « rendere il mondo sicuro p<•r le democrazie », e neanche il più fona• tico democratico potrebbe ~tenere che il mondo ,ia oggi proprio il po3to più sicuro per le democrazie. Od re~to, la scena dell'Europa è tanto mutata, le macchine della guerra si \Ono svilupp.,- tc così rapidamente che è difficile che gli a~J)('tti della guerra p.,.. -..1ta ,.j drhbano ripetere. Il prof. La,",·cll di Chic.1go, nella sua T ecmca de_lla propaganda nella Guerra Mo,tdiale o;crittn nel 1927, c11primeva l'opinione che la propaganda s.i.i divent.1ta unn profe,. ,ione e che nel mondo moderno 'iii ..,,ja wiluppata un.i. schiera di nu.•,ticranti che ,tudiano il modo di mutare k opinioni del mondo. Dic<'va abb:1stan1a profoticamcnte il La,,well che e è dJ prcvcdeJ"lii e-hl' i govrmi impiegh<•ranno sempre più l'opera dt•i propagandisti profr,,ioni,ti >. ~{a quando ,i vie·· nr a guardare quale potrà c,:-.cl'c la propagand.1 delle n..1zioni dcmocrntic:hc troviamo dw l'inglr~c Sidney Rogcr- \On, il quale ha scritto un libro' !.ull,1 Propa.(tmda nella gutrra futura non ,a che critirnre i metodi ~guiti finora, 11t•nz.'\ su~gerirnc dei migliori. La realtà è che duranti· la guerrJ d(') 1914-18 il mondo avev;1 ,ubito la prn• paganda ddlo1 democrnzia: una parola d1r nc~uno o,.;_wa sfidar<.~. NonO\tante la pl'CS<'nzadt•lla Rus!-ia e del Giappone fra gli Alleati, e dei Giovani Turchi a fianco degli imperi crntrali, i propagandiC1ti alkati avevano prc,cntato la gu<'rra come- una lotta fra lt· dcmocr.1zie e le fon•c· della rc,1:1ionc, un conflitto in cui I., dcroocrazia doveva ar- ,c ...t,tre il cao". Ma ,e nrl 1914 la democrazia pot<.•va pas--arc pt.·r una ~pt·r.mla, oggi e domani ~i, 'IOlt.mto un in<'r• te e oc,tinato atteggiarn1•nto che dovrebbe punt('llarc lo status quo in un mondo di !!perequazione di ricchezc naiionali. La conclu'ìionc è che, dopo quindiri anni di propaganda auto.tpologetic.a, il pubblico dei pac.,i dt·moHatici è nd1.1 più compl<'la confmit.rw. Per quindin anni è :,t.lto a(Llticuo dalla prop;1ganda altcrnativanwntc d('l)a paura e ddl'ottimi'lmo. Tutte• lr organia..a1ioni politiche, particola11nentt• in Inghilterra, hanno 'ifruttato }>4-'r i loro fini k convinziorn di tutti gli idrali-.ti e pacifisti, il cui odio contro l.l guerra ha son•ntc prc.·-.o l1a'!pctto di una crociat.1 per una gu<'rra contro un 5upposto focolaio di ag~n:~ionc che wniva 'iCITI· pre veduto in un pae-.c totalitario. Sicché tutto quello che è contrario all,l c:oncrzionc tot~\litari,1 è « democr,1tico >, dal liberalismo ini:tkse nll'Jnard1i,.mo spagnolo; tulio qu1•1loche non è •democratico> è di neH~ità e faq-i.!ota> e deve essere comhattuto. C. M. l'RANZERO FESTA IN CASA ROOSEVELT In Inghilterra e in Amt'rica l'introdu2.ione d1 una ragau... di buona ramiglia nella società, e, cvfntualfncntc, nella carricr.a. del matrimonio, ~ spesso fatta con solennità e dà occasione a una festa più o meno brillante Qualche 1c1timana fa, i Roosevelt hanno dato una festa alla Casa Bianca appunto in occasione di un e debutto>, La relice ragazza era mi11 Eleanor Rooscvch, nipote di mistttu Franklin Dclano Roosevelt, ossia della moiJlie del prcsidcnle. A dire il ,ero, la ragaiu, che è gru.iosa cd ha la bella età di diciott'anni, non era al primo debutto. :ivcndo già fatto un altro e debutto> a Boiton. Ma evidentemente l'c1ichctta americana o, per lo meno, quella di ca.sa Roosc,cll, è dell'opinione che, in fatto di debutti, sia meglio abbondare ; o anche che il debutto in provincia e qucll0 nella capitale siano due cerimonie dh·erse e che non si escludano, ma anzi si complc1ino. Comunque-, la ragazza era tutt'altro che contn.ria1,1 da questo duplicato di cerimonia, e con!e1J.1v:1. francamente che il e debutto è, ccrtamt'ntc, una fatica, ma una fatica piacevole >. Gli inviti furono ratti dalla zia Eleanor, cosicché J)('r gli invitati l'intervenir,. ..na resta fu un dovere d'ufficio. La debuttante avrebbe dovuto indou.lfc \in abito da sera che doveva rircvcrc da re Ciorgio di Grecia. Essa lo conobbe ad A1ent't alla leg,ujo. ne d'Am<"rica ~fa il dono rl."galc non giun't': in tempo <" la piccola Elc;anor Roou,·clt in• dossò un abito di organdi bjanco, che 9ndcggiava, tutto gonfio, intomo alla snella figurina Cli in,·itati <"rano, ad eccezione dt~li aiutanti militari della Ca,.- Bianca, quasi tutti giovanissimi. L'orchestra en. venuta apposta da New York cd era diretta dal mae• stro lrving, autore di e Ycs, wc ha1,1c no bam:anas >. Le dantt rurono brillanti; ma ci fu un momento di grande emo7.ionc quando mistress Roosc\'t"h (la 7ia, pu intendcn.:i}, conducendo una danza con suo fratello, recc un pano falw, incespict\ nello strascico e cadde. Neuun giornalista. era stato il)vitato, ma un giovane redattore del Dail:, Mail di Londra, certo Charles Gra\·cs, riusci, non si sa come, a procurarsi un invito e poi fc. cc nel suo giornale e nt'lla repubblicana Post di Washington una d('scrizione dcll;i. brlla ft-ua: e Vcni\amo introdotti in un modo strano, e cio~ nenuno annunzia,:. i nostri nomi; sfilavamo, stringc>vamo la mano a mistress Roottvclt, a suo fratello e alla nipote ... panavamo per un corridoio; due ne- •ri nella grande i.ala da ballo servivano il punch, cr«lo non alcoolico. Per i primi otto pi«li, la sal:a da ballo era sovraffollata di gio, :motti wprannumt'rarl. Costoro erano molto diversi uno dall'altro. Os.scrvandoli, si notav.i, che tu venti di essi solo uno usava una lozione per i capelli; e cc n'era anche uno su dicci, che aveva i capelli rasi come un forzato. 11 direttOn" di T ailor and Cuitu sarcbb«- scoppiato in pianto se avc11r visto il taglio delle code di quelle manine. Due erano in giacca da pran2.o. Le rai;:anc erano per la malj"g:ior parte piccole e ,ptsw graz.iose, e potevano essere divise in 1Jue categ:oric: quelle che ballavano con ..11 ia unfica, con gli occhi chiusi, al «ntro dtlla s.ala, evidentemente col loro cavaliere fa\·orito, e quelle che balla,,ano negli anll~li della sala e che c-hiacchieravano f" IW· ridcuno con gli uomini in soprannumero Per dii-e la verità, i debutti in America non sono una cerimonia piacc,·ole, a diffcttnza da quelli in Inghilterra Proprio le ucue figure tondeggianti che vedete in Mayfair, ma non cosl ben vt'stite, né i loro capelli IO· no eosl ben curati: al paragone, le loro car• na~ioni sono povere e I loro abiti goffi >. A. C. CANDIDATI Fra due mesi un nuo,•o presidente-, il xvr della Terza Repubblica, cnittrà ali' Elisco. Si preparano le candidature i corridoi della Camera e del Senato di\enuno luogo in apparenza di casuali rilro\·i cd incontri, ma in verità di approcc\ e assaggi. Ve-echi dgnori con la barba chr durante le sedute per lo più sonnecchiano, appaiono improvvisamente vivaci Strin(j:ono l:t. mano, battono sulla spalla del più oscuro collega, poi, nella noia della sessioni" par. lamentare, si addormentano. La repubblica vuole un capo che 1ia e,cmpio di mod<"1tia e onestà Cominciano itli <"Sami di co•cicn• u. L'impron•iso ricordo d'un piccolo 1candalo, d'una M'l'\'a scdou.1, d'un amore c:landcstino, d'un affare imbroc;liato rompe improvvi,amcnte il lieve torpore durante il quale i Duval, i Oupont del Parlamento franccst ti erano domandali: e: Perché non io, invrce di Lebrun? >. I deputati e i St'na1ori non laKi;i,no i corridoi del f>alazzo Borbone e del Luw:mburgo. Si esamina la co~cit'n:za altrui. llt•r• riot per tut1a la scnion<' ha dc1to e ridt'ttO con pe"'·\cranza: e I miei amid ruui > sorridendo ,·t-no i banchi di Thor<"t e di Duclas. Ma fone proprio il ricordo di quc• sta fr.uc oggi lo indispctt11Ct' e lo rattrist;,,: coi tt'mpi che si preparano, quello spreco di 50rrisi troppo a siniitr.a turba i sonni del sindaco di Lione. Anche Ferdinando Buisson, che ha 65, anni, e che in pat.sato ha presieduto la Ca.mera; si domanda: e Perché non io? >. Da un trentennio sicdt' a palazzo Borbone. t un socialista pentilo, circostanu non sfa\·ore\·ole. Il còno F. Pictri in\'t'tt, ~condo il ]01H, è sohan10 una persona cl<'gante e raffinata. e Ama le scienze e le l('lterc >, e insi<"mc, .si diletta di es.sere autoritario e di parl:irc con voct' persuasiva ~la non soltanto a palauo Borbon<", i , cechi 1i5nori aspettano il loro ~iorno: al Luucmburgo ugualmrntc l'onestà, la signorihtà, la modestia att<'ndono il premio. Henry Roy è il nemico dd Fronte popol:1rc: è l'uomo che previde, che non cedette alle lusinghe dtlla nuova èra di Uon Blum. Gli piaccrrbbc esser il Ro:, dc la Ripubliqu,. Poi e•~ Henry Bértngcr Ha 70 anni e, rapp1 esentando la Guada.lupa benché normanno di nascita, potrebbe cucre il c.ipo simbolico drtla n:pubblica e dell'impero. Ma il franccv- che foric con più tr;nporto sogna l'Elisco è Léon Bérard: più lt-tttrato che politico, parla ricamando mirabilmente. t ellenista, storico, e collezionista di aneddqti >1 sempre secondo !(' infonmi1.1.ioni del ]our; troppo ben educato per e•scni fatto dei nemici, dorme sonni tranquilli. Dicono che ~rard non rammenta di aver negato una parola cortese a nessuno. I suoi colleghi ammirano 1anta s.aggcu:a e pcrscvcranu. POLITIOA ESTERABRITANNICA: BILANCIO 1938 (rJ lit ne è del S.icro Romano Impero? ~ ~rie si tiene uso ancora_ in1icmc? >. ,1 canta nella canuna d1 Auerbach, nel Pault. Al principio di qurn';rnno di graLia 1 939, una buona parte della stampa inglek: e americana (10prauut10 di quella K"ttimanalf') ha avuto l'aria di intonare un;a canzone analoga e Che nt- è del caro Impero britannico? :t. I prodigiosi avvenimenti del 1938 invi1;ano agli esami di coscicn:,a e alle mcdita7.ioni retrospettive. E i maggiori pub• blicisti inlj:lcsi e am('ricani hanno redatto il consunti\·o della politica britannica per ran. no 1938: alcuni con rare grave e drain• matico, altri con l<"rcnitl, qualcuno anche in tono umoristico. Uno dei pubbliciui, che qucs10 bilancio hanno ratto abbas1anu sercnamentr, è stalo Suvto.to, nel Svnda:, Ttmn St-condo lui, il 1938 è stato l'anno più agit.tto dalla fin" della guerra in poi e l'umanità dc1,,e a Cham!xrlain se non è voho al tragico. Ancora hra,i prO\t wno in corso, ma, tuttavia, O~ICi,una gufna <-uropca app.uc meno probabile di un ,mno ra lt-garni più nrctt1 con gli Stati l.'ni1i; cicatriuazionc della piaga i.rbndcS1· . note scambiate a Mon:lcO, sulle quali si potrebbe fondare la pace; accordo per il Meditcrrant'"o: questo s..rtbbe l'attivo del bilancio 1938 J)'"r la politica inglese. Al p;aui\o: l'anut-,,ionc dcll'-\ustria e dei Sudrti, };a Cf"coslo,-~chia caduta nelle mani del Rrich. e:Altrf'ttanli attt-ntati >, dice Scrutato,_. e ~I ,cntifr.lento_ [d_i c~i ?J, alle buone manine 1nterna.z1onah (n,] e, nel c1u,0 ddla Ccc, ilo\.tCchia, :\i risultati politici soiidi >. ~la dal punto di \'Ìtta di quello che è me,i;lio l)i"r la pace dtl mondo e- dt"ll'inte• resse 1nglc'C o (,anc<'•"• Sc,vtato, di1tingue. Si riconoscr che fu un errore lo 1mr-mbramc-n10 dcli' \uuria-Vnghcria. L'A1.u1rLa da ,ola non potc\a \Ìvt'rc e non 1i po1na costringf'rla a ,·i\f're vpar.ita dal Rrich che con l.1 fon.a, cioè tf"ntndo la Germania s<"mprc a terra. E H·ncre la Ccm1.1nia a terra non era po1,ibilr tcnza sc.ttcnarc, a lunico andatt, una gurrra europea. La t'r.tncia ha ripudiato quest,1. politica; ciò fa. cendo, u è allint"ata con la Gran Breta11:na. Prr Hitler il nemico è la Ruui:a, non la Fn.ncia. A sud e :ad t-st, non ad ovc$l, egli vede il campo di <"•p,1,nsione per la Germania L.a \'CCchia poli1ica t'Itera france~ chiami> la Ruuia a rinu:ucrc in t"quilibrio la bil ..ncia in occid<"nte. Ora l'idt-a centrale di llitkr è di otttncrc per la GC"rmania libertà d'espansione nrll' Europa orientale, in cambio della sua rinunzia a una rivincita a 0\CSt Quando I.a Francia ha rifiutato di battC'rJÌ per con~f"\arc i Sudeti alla C<-codo- ,·acchia, il problema della pacr nell'Europa occidentale è stato pu la prima volta &e· parato dal problerna orientale. QucJto si, gnifit'a. cht" per la prima volta la Fianda ha acc<"tLato l'idt-a delta Mittel-Europa 2.ona d'inftuen1:a tedesca. Questo certo non vuol dire affatto che eld abbia dato alla Germania licenza di calpestare Ja libertà d('gli :.Itri. Finora la Ccrmaniil non ha m,tnifc1u.to il desiderio di regnare ,u una razu europea non gt-rmanica; cd ha le migliori ragioni per non dc1idc1arlo: il giorno in cui cua 11 ann<"ltr,~ minoranze non gcr• maniche, la dottrina n,uiua dcli.a. purt"zza della r:i.ua, fondanwnto del na,jonal'IOCialismo, iarcbbc finita (Si noti la uranczza di qut',1a Clpinione: forse che una r,uu. non pui> • regnare • i.u un'altra razza sc:nza mf"KOI""' con e,,.a '' e Non do\irebbc, dunque, cs1.erci alcuna incornp.-tibihtà fra la filosofi.a p0litic.i. nazista e le speranze di pacificazione europea, che Hitler cspttuc nel messaggio di N,uatc. Ed è e-on questo con, incimento che C..hambcrlain a1ti a ~ton.aro e continu<'rl ad agire n<"I nuo,o anno; e le sue probabilità di successo s.iranno ;1umcnta1c in ra(j:t0n<" del tramb\nto dell'anno chr si è chiuso>. ~id 11.HtoqucMo a un,1. condi:,ionc c~sen• 2.ialt•; r cioè che la C,·rmania non cc1chi di conlcndcrci I.a ,11pr,·mazi:1. na, :alt" >. Appl nto ~:rciò Sc,utotor trova e ,1n poco sconcertante > la richi<"sta tcdcsc:a di parità in ,na ~ d1 «Hl<>marini. L,1 Grrmania adduce comr argomento il fatto chr la Rubi.a ha la più grande flotta di ,otto• marini del mondo. ~ia ai souomarini non ,i contrappon11:ono sottomarini. e lnt"\Ìtabil• mentr si è indotti .l '°spettare eh<' la Germania intenda M"condare le ambi7ioni drll'It,ìli,1 nel Mcditerr;rnf'o, come l'ltalia ha srcond,110 k s~ nd continente. Bii.og;nc-- rebbc fare ben capire alla Ge,m.,,ni;i, che qualunque ,uo intt-1,·cnlo na,alc, capace- di complicare i probkmi mcditcrrant'i, fart'bbc dubitart gra\'t'mentc ddla sua rinunzia a.J. l'Ah:u:ia-Lorcna e della 1ua afTt>r111,\1ion(' di disinlcrcuamrnto politico d.11i'occidcn1e: gi.1nht così b 1-'tancia come la Gran Brcta~na hanno drllr frontien: nel ~tediterranr-o. >. Da tutto cii> Sovtator trac la conclusione eh,. fo una pro,.·a di più della 1aggeu.'\ di Chamlx•r lain il suo 1forzo di migliorar<" i rappo1 ti dl'lla Gran Bretagna con r halia: per<"ht 11 ~lcditcrr.an<"o è l'anrllo che coll<"~a l'o,·nt e l'eit, menttt b u-p.unione dcll'O\"Cst e dell'est ~ a b.tsc drlla p01itica di p,1,cifica2.ione co,l dt'lla Franci.a, come dt'lla Gr,rn Bretagna. Srparnionc non facile, ma possibilr in trrra Il mare, im·ect-, è uno. E se la Grrmania di\.enl.l\'t" una potc-nza mr-dìtcnanca, molte Spt'ranze morircbhc10 ,ul na~•·rc. Fo~ sarà qm·,to il principale problema dell'anno nuovo: l'osta• colo, sp<-riamo uhimo, ad una pace duratura Ci sar<"bbc da fatt lunghi commenti a questo articolo di Sc,u:a1or. A dire- il ,·ero, &embra piuttosto amrna la tesi che se: la Germania mette le mani sull'Europa orientai(' e sud-orientale, J;, pace 1i consolida, mentre se la Crnnania aumenta il numero dei suoi M>ttomarini, ogni spcranu di pace muo~ sul nascere. Comunque, l'articolo ha due meriti: 1) di enunciare con grande f ranchcu:a l'idea centrale della politica britannic::a, di offrire, ciot, alla Gem1ania \utta l'Europa, purché rinunt.i ad avanxuc verso la Manica e il Mtdit('rranco; ~) di rendcrt giustizia a Chambt-rlain. Tutt'altro che con equità hanno ratto il bilancio del 1938 gli avversari del Primo Ministro. In genere, cui si r1fiut,1,no di am• lllrtrcrc che l'impero britannico si trovi nella frrrc• alternativa di comb.attf"rt o cedere. Essi non vogliono combattere. E 1mprc:uno a Chambcrlain, reo, a.i loro occhi, di a,-cr ceduto La u.ampa americana offre gli rM:mpi più tipici di questo attrggiamcnto. L'Am('rica, comr è noto, ~ ancora nt'lla i.u.a grande m•l!:gioranz.a isoluionill.a, mal1rado gli tfor• z.i df'I prcsiden1t Rooic:vc:lt per convertirla alrintef"'·cnto. Es>,1, è con1.inta che l'Europa Ila un con11ncntc impauito e che m:ai più i suoi figli dc.bbano .a.ttr.i.vcn.arc l'Atlan. tico p('r rimetterlo in ordine. t un'opinione rupcttabile; anzi, dato che, ('ventualmentc-. l'America inttr\.crrcbbc contlo ili Stati to talitari, diremo che ~ un'opmion1· rispctt, bihuima. Ma, cib pttmesso, l'Americ.i. .•1 arroga il diritto di giudicare l'Europa · in particolare, di condannare l'lnghilurr.i, perché non avrtbbc, a s.uo av,iso, r,-,1•t;IO al Teno Rcich. L'America non ha au,,o la minima intenzione di battrni per I A..a• uria o per la Cecoslo,-acchia Ma b1.-~irna l'Inghilterra che non 1i è battula per L\ustria e per la Ccco1lo,.acchia L'America non inlendr batteni per la coiì detta de.mocra• zi.a ~la condanna I' I nlj:hiltcrra che non ai b"ttc per la dan<KraLia. L'A,otric.a non fa llÌf'utt per gli rmigr.1t1 ebrei. ~ia rimpftl'\,·er.a aspr ..mente all'ln11hiltcrra di non rare abbast;1,nz.1 per t-Hi Proprio a proJ)O'l1to della qurstionc ('braj. ca, la Nailon di :<;t-w York ha pubblicato un umoristico dialogo immaginario fra Chamberlain e Hahru W 1<:cna ~ in Downing Strrt-t. 11. 101 in un pomcrin:io dt-ll.1 fint' dd 1938 A. ~{ il..c- due iniz.i,.Ji 111nifì.c.1.no: Afu, .\111,aid, dopo Monaco•). Tra i dut' pcnonaggi è un mappamondo che f'Ui, di t.. nto in tanto, fanno girare. JIALIP'AX- &:ne; che faremo d<"gli ebrei? CHAMHaL,1, - Yn, gli ebrn Terribile rutidio ! L4 C«oslo,acchia era già un a(- fart" abba~tan:z..t brutto. Ma è rdath·a.mcnte f.acilc trattare- col siJnor Hitler, quando chìrd,. qualche ro,.l. Baua dargli quello che chiede ~la quando non dom.anda nirntt-, eh,. coi.a s.i pui> r.ar<', caro Halifax? HAUP'AX - Dopo tutto, la drmo<:.razia non è che un'idea, e a Praga c·cra Runciman. M.a 'l:li ebrei CnAMB!RLA!t,. (apre un ombrello, che era 4pf'o11ia10 alla suo udia e vi si mrlte solto) • Lo Upt-tc - pcn10 meglio, quando JOno totto un ombrf'llo. $c-n50 di ,ic-urcua e ($1 ,,cc-l11a ,:Ila porto F.ntr• '"' sezrcto.- ,io · 101 bel 11ova11, cfrt•nu,runte vestito. 1/alifax 1l1 lancia uno szua,do s1omcnto). IL "'tt0M.ETAlll0• Gli ultimi dispacci, sir, (Ho.l1/0.x lo sc1ve con lo 11u•rdo, mentre ,zii SI 1,achina e l:a ,10. Chambc,Ia,n e H~ l1/11.x le11ono i di.space, r,H10 doJw l',:ltro} C11AWHJlLAJ:.. • t sp.a.,ento,o! t cominci.tta la fin,. degli t'br,-i HALJP'AX Uaccndo 111are vi10,osamente ii x mappamondo) - Dobbiamo fare qualcosa. C'è l'Australia CH,01uau1, (qvoJi allez,o) • C'è aochc il C.. nadi ; proprio là, fate ancora -tirare un J>OC'O.Eccolo. Li manderemo a H.;a.lifax (,idt dtlla sua fr,ddu,a) ... Ci M>no. Vedete quel piccolo punto? t l'isola di Pitcaim. L'n'ik:lla del ~iart- del Sud. Potrebbe es.sere con,·t-rtita in un ,rro 11iardino. SI, un ,ero giardino dell'E.dt-n. Potremmo chi:amarlo il giardino di Anthony Eden. (ridt 1 IIALl'1A!C (acc11liato) • Potr<"mmo manda1r ancht" lui là C..:HA)UEllLAlt- - Via, Halifu:, non s.iate catli\O. ComidC"n.to che ct:li non ~ in diU.<"Cordocon noi 1ui punti di ma!l:«iore importanza, io penso che Anthony 1i sia fatto un buon nomf' per suo conio. Solo un 1cnlleman inglt'~ è capace di qut'sto. Egli mi f.a teniire che le classi diri~cnti inglesi $000 .abili, comf' dicono gli ameri~.tni H,.1.,1tAX - Dobbiamo agir~- Mandiamoli a Pucairn (Preme un eampandlo. Compatt un sc11ttario t Hali/at 1l1 dia di far vc11itt 1m t1p,,10. Compa,r l'e1puto~ IIALll'AX (all'npnto) - Ditemi, quanti .anRrli potrcbl>cro danzar<" iulla pu111a di un ombrdlo? L'r,;f'UI.TO (ra11iantt t stropicciandosi le mani) - t con1rowrso, sir; è un'intc.-1·c-,santc cont10,·crsia, che nQn è )tata mai riwha ~dcfinìti\arncntt; ma lr più ah<" autorità, ,·intcnd<", non un1a quakhl' rott·vole ccci i:1on<" (Ettt,a il u1rrta,1, t pori.i ''"oui d1spaa1). H... 1.11·Ax (le11,ndol1) - ~{io Dio I Gli <"brei ..ono tutti morti. (.Il u:rcta,io\ Potete andare Chambcrl.ain chi,1dc l'ornhr<"lio. Per un momt'nto si 11'.u.-rdano l'un l'.,1,lt10 con M>· lcnnit.¼. Poi un 10rri,o di wlli<-,·o .1pparc ~ul \Oho di t'lllrambi. Il silrnUo continua, ment1·c ~lr. Chamherlain si prepara per un'altr4 SC('na di pace RICCIARDETTO A,., lll . N < • 28 0o,Hlo 1939-un I Il IINIBUS SETTIMANALEDI A'l'l'UALITA POLITICA E LETTERARIA ESCE IL SABA.TO lX 11-1' PA.OINE ABBO!IAME!ITI Italia e lmp,ro: anno L. 42, 1tmt1trt L, 22 r..uiro I HDO L. 70, MIDMtre L. 36 0011 •aa,ao aMJ.ua& )hnouinul, duegni • (otoplt, Hche M 11n p11bblloatl,11011 ■i mdtal.&cc,no, DlrnJ0111: Roma • Piuu della Pilat.ta, 3 Ttltfoao N. 66,-470 .laalais"°u:loae: Milano - Pi■ua Carlo Erba, fl Telefoao N, 2-4,808 PubblldtJ.:
Napoli, gennaio. •\ :\'XIBALE. uno cspre..so ! >. ~ Panita. J>O(he ore prima da Rom,1, l' e utilitaria> a\'eva tr-1v<.•r- .,,1to un ponte a schiena <l'a\ino, poi i ba"tioni di una città piccola e chill'la nelle sue mura rctondc come un ptiti nella sua c,1(c-.l'5.l di pa,t., frolla, e allo ~bocco di una \'ia ...m.•u::, e popoloM come la galleria di un bazar ~i era fcrm,Ha ndl.l piau., principale, ricono:...cibilr- d.\11.t cattc-dr.dc e dalla <.'il• ,a del Comune. affacciate entra.mlx• a ~.udarc dirimpetto il e Grande Caffè Roma >. lvi, udita la n<htra richit•,t,1, un uomo turrhino di b.1rh,1 fin sotto gli occhi e con la ~ta d<"llo smoJ.itig bi•rnca di forfor.,, avc\'J. bnc:i.ito quell'ordine d,ll -.ornmo della ca~\3 w cui "-<"- dha. e Annih..1.lc, uno rspr<.'hO ! >. ~b l'idra ckllo <..ur ,t~duti è tri.im;ogol.i.rc, e colui imccc, privo di ~arnlx-, cr.\ e po~to > sulla ..._.diaal modo d,·i bw.ti 1a~lia11 al bacino che u~no h.• '1-rtc per le pr0\'C, e che al posto della u·.,,ta portano un manubrio. Alla \.'OCC del padrone un adole,n.·nte modell,ltO nella mota era emerso d.\l banco. ,i l"r.1 me,..-.oa m;,no\ rare le lc·- ve della \ecchia Pa\'oni. che dai fi,rn- < hi ,buffò \'.tpori furiQ<;,i e 3ibilanti Anche Annibale port,wa uno smol..Ulg lu'iitro l' 'iilfl'lnt'nzito, e la pettina <iiudicia che gli ,i apriva a borc,t ri\'cl,l\"a la miq·ri.i drl \UO ,trrno carenato. Scquc,tr.ua a tutta prima dal tra~i<"0 mi,irizzi p<.i,,llo ~ulla ca\,~\, la no~tra attl'nzion<' ,i ,1ccentrò quindi sul punico crot.• manoHante la vecchia Pasoni del principale caffè di Capua. Inquietante \(."gno di immortalità! Era quello dunque il gio\'inctto e nutrito d'odio>? Il bcver,1g~io che l'rtnno Annibale ci pol"'C. e che la sua mano inetta ad altro che a br.mdir la 3pad.1 aveva spa~ JX"rmetà ndla '-Ottocoppa ,beccata, ~,pcva d'a,fodelo. L'ingrc:-,\0 ,l ~apoli avvit•ne fra due file di albfori -.ovrani, platani per un tr.ttto t" qut·rcc per il rithancnte, f.L'-C'Ì.l• ti al tronco da un largo bracciale b1.tn• co, come coscrittl diml's~ dal distrt•tto e avviati J due a due ,ti magaaino dl"lla vl"\tiiione. Il \l.ilt• ,cendc in città C:on lan:!;hi c;l'rpeggi.imenti, tra villt· ma~ìcce e parchi gonfi di vegcwzione, che fugacc:-mc:-nterivelano l'ombra dd loro labirinti aurav('rso i cancelli chiu- ,i per scmprc, e ai cui bti. ,u alti pil,t!.tri vellutati di mu\Chio, "i~ilano immobili e ,n,l~ti i cani di terracotta .;eme in ogni luogo prenovecentt•- M:o,anche qui 'ii ridc~tano ricordi am;.thili e lontani. Ecco Il· 1m·rcnde opimt• con panettoni <' barbJ~liate, i lunghi pomcri~~i di giochi im·(•rnali, il pi.a.i- <.·orino al collo dcll'.,bito alla marinara, le pauro)C na.;conderclk nelle ville piene di c.,mc:-rcdeserte, di corridoi bui, di sotterranei mhtcri~i Pio...e a pt·ttine, e fra i liquicli denti il sole brilla a ~prazzi. Sull'a,;,falto lucido "i accendono i fant.t,mi di Minu1• 7olo e di GiJnnettino, e giocano le~- gc·rmcnte tra gli alberi dt'I vi,1le. Ma d.tl fondo di quc,to t·cco ..av,lll• z.irc un't·nonm• macchio., nera. una p,Htoda torrt·J(~iante e traballante, trai• nat..1 d.1. dw· Ca\'J.lli eguJ.lmente nc:-ri, impcnn..tn;hi.1ti come cavalli da gio• ,tra, e con gli ocd1i tri,ti dietro i tondi df'll.1 bard.1tura. La ~(orte ci .... iene incontro, ma~ifica e 3tracfiona. Per una dt·mt·ntan· mi,ur.l di prudrnta, fermiamo I' e utilitaria > al m,1rgi11c della ,tr,\da. Appc.-na frmti, uno '-CÌJ.mcdi raga~- Li circond . .1 I' e utilit.1ria > im:rme e indifew. Sono 'loOrtid.tll'J1 ia, oppuu· li h.1 ~ener.1ti I., pokc:rc, \icrome a dt:t• t<l di Plinio il Vecchio e,,a genera le puki? Gran miracolo da que~te parù ).t ~ent·razionf' Gc-~ticol.tno \'Crti~mo- ,.im<·nt<• f• < i parl,mo ;1ttr .tn·~ il \'t"- tro, ma d.t <1ud parlart fitto una -.ola p.,rola enwrgc e que.,tJ pure incomprtmibik, <·ome il trl.tlrlì trhfrlì chr !(li .1bitanti ddl'i-.ola f al.ti ripetevano -11 <·apiw.no ddla ]ant e al ~uo comp.,gno Gordon Pym. Che import.t ! 11 dr,tino ha pari.Ho: ha detto dir ~.,r<·mo frlid. Giunto all'.1lt1·,.u di·II' e utilitaria>, il carro ,i ri\'<"la p,ù <lu pirno. Infatti. dietro 11• ntrt't' p.,rcti a n,nca. il ftrt"tro. come un formaggio "otto la ,tu camp.mJ. tr,1,parrnu·, appare m<htruosam1·ntr ingigantito. Grandioso e dimc:-v-0, il ccrteo ifila da ...dnti a 001. In M·rp.,J arranto al ,·occ hirn• imp.tri ucc.tW a 1ghimbe..c io e p.,r..tto di m·ro, un vallrtto l"gualmrntc p.trato di 1wrn ,'è tolta un..t ,rarpJ. 1 di rui baw• un chiodo rol manico di'!· l.t fruc;t.1, li pic-d,· nudo f' sudic-ìo >p<"n1:ola ,ull.1 .·t·trina df") morto. I parc·ntì 5<•i::uono ir. c,1rroudl.1, una corona 111filata sul f.1n..1lr. La città 'ht pndt-ndo h· ,ue c:hiom<\ ,. alle villr rir ,mdate di gi.trdini fan• no ~,·guito lt• ca'iC ralv<·, um le f.ic« appiccicate una all'altra. Si infittiscono anche i passanti, e il rostro dell' e utilit,tria > penetra nel magma umano come cucchiaio nel ca\'iale. Il soll' sbaraglia la nuvola, e d'improvviso il mare brilla davanti a noi. Accanto J.11' e utilitaria• che a\·anz.1 a passo d'uomo, cammina, invisibile, un poeta. Come cent'anni fa, Leopardi ripercorre l.1 urada che d.11la sua abitazione SCC'ndcal Caff~ d'Italia. L<.-op~trdimorì a Xapoli nel 1837, e cent'anni dopo, nel 1937, fu doppiamente rommemorato nella ,·illa di Tor• re del Greco e a S.rn Vitale. La rhit•,J. di San Vitale è situata fra '.\fergellina e Picdigrott.1, in qut'lla parte di ~.tpoli che (' un patetico po,- try corner. Jacopo S.inn,uzaro, in Arcadia e Atto Sincero•• Virgilio e idralmentc > e Leopardi con la ,ua ,poglia ,uppo,.t.1, ,ono riuniti tr.i questo m.ue e questi monticelli di tufo. Quale ragionè volge i poeti ~\ gu.ardare a occidente piuttosto che aJ ....icntc, a mezzogiorno o a mc11.rnottc? Quella medesima for.e che ~pinge i popoli a migr.:m.•da lc-\·antc ., ponente, come• a -.cguire il \Olc pc..·r non perderne la luce. Qui, <.,otto I.i chic,., di Santa ~l.lria del Parto, e pre~so l'.1hitazione di quel Barb.tia che fu impn·,.trio con Bellini, gil.!itronomo con R°',ini e ~condino con Doni.t:t'tti .lo chiu,,· ,\ chiaH' nel ,uo .tllQJtl{iOdi via dei Guantai, per co~tringcrlo a lavor.uc quando al mu- -.ici...ta comincia\'a a d..tr di volta il cc:-rvello}. era I.i casa purL' in cui Alfomo di Lamartine s'incontrava con Graziella. :\Icntrc prendiamo quc,te notl', \ul tcrrauino del B.1rbaia pa'-',C'ggi.1 3 scatti un magnifico gJ.llo, e a ogni pa,- ~ acccnn.t di 'liÌ con I.i tt·sta b.,rbata di ro,;,o. ="elle ca~e dì ~.1poli galli e galline abitano a tutti i piani, e fr,1 le gamhc drgli uomini , Ì\'0no in grJ.ndc confidcn.t:.\. :'\cli.i villa di Torre del Greco, Leopardi fu commemorato dJ.ll'accad<"mico Farint·Jli e Ga,tonr \'t•nchi dtclamò la GineJtra i J. S.in Vitale da Giu,1, µpc Lingart·tti. Li -.era tra piO\ 0-'a e coNa ddl libeccio. Sulla tomba dd poet.1, l,;ngarctti, ,tarnutante e to"icolo..o, sj .1~1tava nrl c.1ppotto con grandi gc!,;tJ m•ri e i suoi occhi spari ...,mo dietro il brillio dt•lle lenti. Terminata l'or.uionc, una drlc-gazione di dame napoletane rav,-.oltolò l'or,,tore dentro caldi panni di lana, e con infinite prccau.t:ioni lo riportò in albergo. Leopardi morì dur.mtl' un'rpid<•rnia di colera, di una lc~gt·ra colite che i napokt~mi chiam,mo 'a cacardla. Que- ,to pure è un modo di ,traniar,i, com<" a un b..t.mhetto di \'l'Oli portate pa- ,tc·ggiarc con pan(• e ac-qu..t. :'\'on (' che LeopJ.rdi fo,,e- imrnunc:- del t<'rrihile morbo e· lo di,pn·"·"""· ché an.ei lo temeva moltl'o,imo, e que- ,to timorr, nonché ,pontaneo. ~li cr.:, ~tato r.:,fforzato dal pot·ta Platen, il. quale, diC'ono i bi~r.lfi, e fu uCfÌ\O dallJ. paur., df') colt•r.t in Siracu\.1, a!.- '-li prim.t che il morbo \'Ì giun~t',,e >. Chi di noi non h:1. pianto ,ulle mi- '-"rie fi~irhl" di GiJc01no Li•op.irdi? Tanto pili profondarm·mc però frri- ,cc la nm,tr.i poetica cornpa,;,,ione la notizi.1 C'ht•parte di qu,·lle misnir rr.l dovut.1 .,11.1 irrcfrrnJ.hile ingordi~a del e contino>. Leop.ard_i er.1 grandt• amatore di gelati, ~rh<·tti, mantrC'ati, ,pumoni, c,,,..,,ne e rn·molati, il c·hr, ~~t'::~ ,e ~tcs--o. è '('~O rlquanto Il gelato piace ai r,t'-';:,tni, .tllr- dQnne e ,1gli uomini privi di c.Kcup,,zioni mrn• tali. Non ,i concf'pi\ft.' uomo grave e di pcnc;i<·ro~cduto da\'anti a un l·rt•mo• lato di vic;ciole, col C'Urchi.iio a ,patol..\ in mano e la bo< c.1 arrotondai., .1 vcnto ..a, (h1• è la po~i,in•u" nrattrri,uca drl m,rngiatorr di grl..tti. La ma"~ior divorJtrir~ di g<·l..ttiè l.t md rin~, da ~uerra. ~rll'1•,tatr dt•I 1917 C"ravamo a Taranto, m auc-...ad'imh,,ar. carci ~-r l.1 ~lacedonia, O\C anchr noi cc,mb,ttttmmo i bulg.iri pur !>CllLJ nwritarci quc•l titolo di e hulg.1roctono >, che ,i mnitc> un impnatorr JZrt·co, tuttora ricordato in una ddle princip,,li \'il' di Salonicco. Eraw, cirra le C"inqur del pomi·riggio, e noi ,t.,\amo sul pontr girevole" rhc di...-idt•'J'.1ra11to vt·,·,hi.1 da Tar~tnto nuova. li ,olt·, ancora molto ard<'nU\ "'(intillava ,ullo ~pt'('< hio drl ~far PiC"colo e sull'auiaio drllc:-co1an.ate. Era l'ora dell.t libera U',,C'ita, r le imharrMioni a motore, lrte di uomini biJnchi, \i \taccav,1110 dai fianchi ddl<' navi da gu,.rra, comr ~arafagtti d.11 cada;,.·1·n• del lombrico \UI qu.,lt" non r<:\t., più nulla d.t ~urchi.ut-, f' \tnivano ad attrJ.fcare ..ti molo Perip,tto. A Tar.tnto il pa.,s<·ggio ,i chiama Pc·- ripato, p<·rrh~ Taranto è una ,mti<'hi,. ,im.i città greca, r :-cdi• di qu,·i pit.titorici nf'i qu.tli tmvi.,mo l'originr dr-i teosofi e dei vt>gct,triani. In mC'n C'he non ..,, dica, quegli uomini bianchi come uomini di carta invasero i t.l....olini schierati davanti ai caffè che ..,j rbpondono da ambo le parti della via dei Due :\-fari, e con uno ,lancio, una ,erictà, unJ. concentruione, una volontà, curvi u1i tavolini di ferro, a\sorti, ostinati, diffidenti dei compagni e rome dando ,fogo ad un hio;0gno lungamenw rcprc,--o, ,i diedero a divorare gelati. I gabbiani vol.ivano alti su qurllo spett.trofo, uno de-i pili privi di 1>en- \iero rlw ci fu d.ttO vc:-dere. Chr dire poi di Giacomo Leopardi, il quJ.lt· non c;j contrnta\'a di un \Olo gelato alla volta, come quei marinai tutto che .1"·idi,'.Ìmi1 ma ne vo)("\'J tre e anche qual• tro imit•me, e se li faceva porre uno '50pr.1 l'altro, CO\Ì da comporre una piccola montagna di )ciroppi e cn·me rappn•,t-' ~fctu.irnoci per un momento nei panni del e contino •· O'est.tte, ., ~apoli, i pomeriggi wno scintillanti e a~- "ieme ombrosi, frt.,.C'hi C" a'-~ieme ardenti. O~ni tJnto, in c.tpo a una ,tr,tdJ., sopra il u·uo di una ca,J.. brilla il m.1• re. Lunghe le omhrl·, e il !iOIC pa,,a tra le gambe dtgli uomini. Dopo l'obbligata cri\talliuatione del meriggio, la vita dà fuori con furia, com<" l'acqua di sdz dal ~ifon<". e. facile arguire i v·ntimrnti di Giacomo Lc·opardi, u,cito or ora dalb ,ua ahita,ione da talp,11 mrntre da Santa Tcre,a degli Scal1i ,n·ndeva ..rJ Caffè d'Italia. Pa,- '-IVa pt"r Toledo. Co,tl'ggia\·a lt bott<"ghe vocio-.e e par,ttC' comr teatrini. Sfiora\'a le donne raldr c:-as,i1•mr fresche e \Oprattutto odoro~e: lui che le donne non ,apcva altrimenti ..un.ire ~ non con gli occhi <"ron la fant.t,ia; e la :t,tu gioia rra JC('rC.1<iuta dal r:..unIL 0J.PBI00I0 DEL 00KKEB'DAT0BE minare in di'<Csa, perché il ,c·ntimento di facilità, di di,tacco dalla terra, di volo che dà il camminare in di(;Cesa, super.i la felicità e del cavallc:-rizzo, e del cicJi..,t., che \Ccnde un,, china a ruot.1 libera, e d<·ll'automobili,ta che corre un'auto,tr,ld;l. Grandi e <.olitaric gioie dei timidi 1 ben note ,·rnche a noi che nonché lt· donne, ma gli ,tes'lii gelati non <-app1.1moaltrimenti amare se non con gli occhi e con la fantasia. Tr,1 i vari tipi di studi~i, c'è :rnche lo ,tudit'):)() dri piccoli fatti dei grandi uomini, dei loro uolon.s d'lngr~s, drllc loro manic:-,della loro vita marginJ.lc. Di que..,ta ,pccie di ,tudi~i partrcipa il profe~,orc France,co Lo Parco, docente, ~r non andiamo t·rrati, di letttratura umani,tica all't:nivcl'ità di ="apoli, e grandc:- ,tudiChO della vita m.1rginale dei due poeti chr più gli !Jtanno a cuore· Giacomo LC'opardi e Pietro Paolo Panane.,c. Chi dc\idcra più ampia noti,i., ,ulla pane avut~l dal gdato nella vita dell'autore dt·ll,1 Batracomiomachia, consulti l'aur(•o librt·tto del profc3,orr Lo Parco ,ul Gelato uno t tri110di Giacomo lropardi. A N.1poli1 U'opardi dimorò parte nella \'illetta drll'avvocato Frrrigni, ora e Villa Ginr\tra >, a cavalirre di Torrr del Gn•co e di Torre Annun7iat.,, alle falde dt'I \'c,uvio i'dov<· aveva la t<·,ta il e contino> qu,mdo C'hiamò e 3t<·rminator \'e,t·,o > quc3t0 p,lcifico fumate.re di pipa 'ì, e p,trte in un e quJ.rtino > al \'Ìco Pero, pre,\O SJ.nta Tt•rc:-,a degli Sr..t!li Il «quartino> napoktano ~ ciò che 1wllc·altrr citt.\ d'Italia è il e quarticrinn ,, u., all~l{io origin,triamrnte comJX,,to d1 qu,tttro ~t.mtr, ma che per amplificazione può averne tre o cinque, o a:nchc una sola, purché preceduta da un',rnticamcra e arricchita di alcun piccolo !.Crvizio. Xci pomeriggio, all'ora del ~clato, Lt-opardi wciva di casa, co,tegg1ava il pala1.zo che il conte di Lcmo\ trasformò da caserma in univcr ..ità e che oggi raccoglie la mirabile pittura pompeiana, e, per Toledo, scendeva al Caffè d'IL,lia. Il Caffè d'Italia è morto or '°" tre ,umi, ma o.,em..;til furore vandalico che fuma dalle n.uici dei novccc·nti.,,ti, 3an·bbe ancora in vita. Fino ,t tre anni addietro, que)t0 cJffè gcntili,;,~imoe intd\O di ricordi mC'tte.,..ain mo,tra con grande discrc1ionc le mc filettature bianche e oro, i ,uoi div.mi ro:-si "iui quali tante natiche illmtri ,i erano poYl<', i grandi ,pecchi nc:-iquali all'infinito (,i era ripc..·tut.,la figura del poeta chino con I,, bocca a pompetta ~ul gelato e uno e trino>. Ma tre anni fa il Caffè d'lt.tlia è ,t.ito ucri~o. e al suo po,to è ,orto un h.tr e nm«·u·nto >. In qursto luogo, pc11'i,1mo not guardando il bar p<.'tulantc e \'Uoto dì ricordi, .1lcunc memorie, piccole ma pre1io$C',"i0no $late assassinate. E d'istinto C<'rchiamo ,ui );!\troni cli lava le tracct· drl sangue innocente-, chi.iro e leggero c.ome il ~.anguc dei b.imbini. Fermi ,ul e luogo del delitto>, fi,.i.iamo attra\'cr~ i vetri le mani ro..,\e drl ginvane barht.l che sciacqua i caliti di .lito fu,to, nc:-iquali un barista più anzi.mo confond<• l'onice e lo .,meraldo. ~(.1 la compa~na dc:-lla no,tra \Ìt.1, colei che vigila 'iulle nostr<' dimentiramr come l'angelo veglia sui so!!;ni dt·I h,tmbino, tronca l'amaro trac.ognamento: « Bada che allr «'i hai dato appunt..11ncmo a Lorenzo, all'a11golo dl Gambrinus •· Più che correre voliamo, perché d quel conHgno fis\.illO tclcgraficamcnt da Roma dipc-nde in gran parte la sor te del no-,tro 'tOggiorno napoletano. :\fa il Gambrinus non c'è: il Gam hrinus non c'è più e, per una ine~pli rabilc 'iostituzione, il po,to del veC('hic e glori())o c,1ffè è ~tato murpato da un, inatte'-a ,uccul"\ale del Banco di Roma Eppure il Gambrinus c'era : non trt anni fa. coml' l'antico e leopardiam Caffè d'Italia, ma solo pochi mesi ad I dietro. St,,va qui, con i suoi vNri, suoi ori, le sue luci. t for,e il brutt( sogno che ,j prolunga? Giriamo imbambolati da un angolc del marciapiede all'altro, ma il wgm non si di,.,ipa, e all'immagine cara < pc:-rduta il Banco di Roma continua .i opporre le sue· vetrine opache, b lavagna sulla quale un calligrafico gt•,- \0 ha 3Cgnato il cor.o dei titoli in Bor• !-a, la natura morta finanziaria nella quale sono riunite le banconote dei principali pac..•sid'Europa. A"..cnte il caffè manca ~,nche Lorenzo, '.'liccome .:t\\Cnte l'albno manca anC'he la foglia. Un tetro ,ipario caia .,ul teatro delle no,tre fortune napolnane. L'aria di Napoli è esiziale ai bei caffè, come le rose 'K>nomortali agli a,i. ni. Con le ~ue sale dorate e i suoi tavolini cioccolata. i suoi di"ani di \·elluto ro(,so r le sue grandi vetrin; aperte ~u piaua San Ferdin,indo l' su piazza del Plebiscito, il Gambrinus l'ra meno un caffè che un monumento, una htitlJzione, uno dei gangli vitali d\ que~ta città. Perché è stato ucciso? Pidocchio è morto, la pulct piange, cantava una nostra fante che aveva una e perla > in un occhio e ~endcva dai monti sopra Ancona i cantava accorata, mt•11trc lavava i piatti e rl ,uo occhio ~pariva tra le nubi dei vapori gras,i : Pidocchio i morto, la pulct piange. 11 Gambrinus non conobbe Leopardi, perché \Olo nc:-1 1890 vide la luce col nome di Gian Caffè, ma in compenso riunì intorno ai suoi t,wolini tutt,l l'agorà intellcttu;\)e del suo tempo, d~i paladini df'll..t h-ultur a D1Annunuo giornalisw, da Scarfoglio a Salvatore di Giacomo, da Roberto Br,tcco a Fl'rdinando Rus,o, da Mario Giobbe ai pittori Dt'lbono, Morelli e De Santh; da Gemito a Zola e a Maupa~sant, da Olll:ar \\'ilde a Renan e a Flamm,1rion ;. e nel 1916, è al Gambrinu'.I del pari che Ardengo Soffici, col nome di Turchini, visse quell'amore degno dr! Satyri~on, che poi cantò nel Diano napoldano. Oltre che fondatore del Gambrinus, l'indimenticabile Cicchelli la~iò fama di amatore di pittura e di collezioni~ta dei più bei Palizzi, o non sappiamo sr si possa dire altrettanto de-I cavalic:-rc o commendatore che, sul luogo conY.• crato ,da tanta gioia, diri~e oggi que .. ta succursale drl Banco di Roma. Le lesene del Gà.mbrinus erano state dipinte dai pili famo!-i pc:-nnelli della "'(uola napoktJ.na: da ~ligliaro, da Caprile, da Vincenzo Volpe, in quell" nile caldo e frullato che aveva il suo equivalente mu11icale nelll' romanze di Luigi Dcni., e di Frann·,co Paolo To-. , sti. · Anche G.'letano E~posito aveva f ml·,~ mano a quelle dtcorazioni, colui che dopo una notte pa'li,ata. a disputare' con Vinn~nzo Gemito sulla immortalità dell'anima, sce~ dal Vomcro al ~rgcn· del <,,0)c e si impiccò nel 5UO \tudio con un pezzo di fil di ferro. Chi \"ord ,(htenere ancora che non c'è affinità ira l'anima dc:-1nostro Mc• ridione e l'anima ~lav.1? Quc,;ta s'intt•rr;\ ai confini della Rus~ia e, tra11formata ma non divrf"iòa, rit·mt•rge nella Campania, nelle Puglic. in Sicilia, a qud modo e hl' l'Alfeo '-Crndc in mare ,ulla co,b dd Pcloponnl',o, e ne rit':-.ce all'abbraccio di Arctuo,;;\. Fino all'ultimo Salvatore di Giacomo tenne ùrcolo al Gambrinu~. mc110 cht• nei giorni in cui il caffè era « infettato> dalla prt'M.'nu di &:alcr.t: Saluatore di Giacomo pur' iJso à rniua o' Gnmbrinusse mo' a ban,i~ra, ce t•à, però, quan11.o nori et sta Scalera, e sa fa cu' Dell'Erba spiJJo spiJSo. . Quanti M>pra\'vi\'ono dei gr.indì e gambrini\ti >? \;no solo Roberto Bracco. Per prolungargli la vita, i ...uoi ,unici, tutti 11apcletani l' tutti dc\"oti dc·lla ::.c~\fama111ia . .,pargono di tanto in tanto la noti,i.a della !IU<l morte. :\-la om1ai, colui chr Giovanni P.-pi• ni "'oprannominò I'« Ib,en da Pit.-digrotta >, \Ì\'C ~ontro~o t· solitario. L'ultima volt.i che uscì di ca,a fu per rkonciliar,i con Luigi Pirandello che p,trti\',1 per I' Aml·rica. Fino all'ultimo tutto andò bene, e gli autori dc:ll'incontro, superata. l,t paura, as-.aporavano !.rnz,1 più pn·<>Ccupa.eioni l,1 buona gioia dei pacieri. M,1 quando i marin.ti ur,lrono indirtro la pa,..crrlla e il piro,cafo pre~ l'abbri,o, l' e lbsc.·n da Pirdigrott,\, ~i ;:w~1nzòfin 'i1tll'orlo del molo, e là, st·ntenclosi .il ,iruro e agit,mdo l'indice grinzo,o, ~ridò : e Xeh, don Luigi, ....a purc:-nrllc \1nt· riche, che un Piccolo santo tu non lo v.:rivcrai mai! >. E la nav<', con e don Luigi > appoggfato al ba,tinga.~~io, ,i allcntanò al ,unno ddl'orchc:-~trina di bordo. Per sempre. ALH1':1tTO SAVlNIO
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==