Omnibus - anno III - n. 3 - 21 gennaio 1939

PRANOE M.ILITAIRE • BOHIENA DI SOTTUPFIOIALE (Q E~BRA sia accaduto ieri, inve- ~ ce è stato vent'anni fa, quando mio zio Mclik studiava all'univl'rsità di C:difornia, Riusciva a studiare anche se per guadagnarsi la vita faceva il parrucchiere, il buttafuori nei circhi equ~tri, il cameriere, l'attore e tanti altri mestieri. Per una settimana, lavorò anche da dentista, Ogni suo lavoro era un tour de force, Aveva vent'anni e si trova- \,a in America da nove anni. Quando un circo equestre arrivò a San Francisco, egli riusci a trovare del lavoro. Lo collocarono su un'alta piattaforma, con un negro che batteva un lamburo. Doveva richiamare l'atten- ·1.ionc del pubblico con un megafono. Quando la gente si fermava per sentire di che cosa si trattava, mio zio ..t.rizz..'lndo l'occhio urlava : « Ohilà, chi va là! V~nite, affrettatevi qua!>. . Una ragazza usciva dalla tenda vicina e ,ali\'a sul palco accanto a lui. Mio zio, indicando con una bacchetta vari punii del corpo di lei, parlava continuamentr; parlava di storia; di Cleopatra; dei ~randì fiumi j di Pompei; di civiltà ,;comparse i dell'arte i della danza ; dei i:trandi amori e dei segreti di Parigi; e sempre con accento persuasivo. r tre fratelli proprietari del circo accompagnavano ogni sera le mogli e i fi- '!li allo spettacolo per ascohare mio zio. Stavano in mezzo alla folla e ogni tanto, scuotendo le teste, richiamavano l'attenzione delle mogli, le esortavano a !>tare attente. E tormentavano i figli i quali, benché meno giovani di mio zio, apparivano stupidi al suo confronto. Tanto convinti, alla fine, dal di1-CON> di mio zio, lo pregarono di tra- ~formare in qua'cosa di storico la danza hula ch'era nel programma. « La storia! > diceva il più vecchio dei fratelli. « Non potete fare in modo che la ragazza metta un po' dì storia nel suo numero? E un po' d'arte e altre cose simili? >. « C'è tutto>, rispondeva mio zio, « 11 pubblico è soddisfatto lo stesso ». Ebbe cinque dollari al giorno per il lavoro e ritornò a Bcrckley a continuare la sua educazione. Il suo compagno di camera, un ragazzo dai capelli rossi, era di Van, si chiamava Zangibaikar e aveva abbreviato il suo nome in quello di Zang. A quel tcmpo, Zang studiava legge e guadagnava il denaro necessario per vivere allo stesso modo di mio zio. Nessuno dei due aveva deciso che professione avrebbe scelto dopo e~rsi laureato, e per decidersi sudavano. In quell'anno, senza trovare nulla di adatto a loro, cambiarono undici facoltà, compresa quella di batterologia, che li obbligava ogni tre minuti a lavarsi le mani. E ciò in due settimane. Un giorno Zang disse: « Al diavolo tutti questi microbi! ~1cglio studiare qualche cosa che si poss.."lvedere con i nostri occhi >. Così piantarono la batterologia e andarono a lavorare con le mani. Vi furono settimane in cui nessuno dei due trovava lavoro, così, per poler mangiare almeno una volta al giorno, andavano a far visite all'ora dei pasti; capaci di rovinare le serrature delle case che visitavano, per poter ritornare più tardi a dormire in qualche anticamera. In una notte scrissero una commedia, affittarono una sala, distri• b11irono manifestini per la strada, dicendo che lo spettacolo era per beneficenza: raccolsero quarantasette dollari. Quel denaro era « per studenti bisognosi >. Dopo lo spettacolo, un uomo del pubblico chiese chi erano questi studenti bisognosi. « lo e Zang », rispose mio .:io. Quando Zang trovò lavoro presso un'agenz;a di detecliues privati, mio zio fu assunto come assistente dentista. Jl dentista era un ubriacone e aveva bisogno di un giovanotto che potCSliecurare i suoi clienti mentre egli, il dentista, beveva. Così mio zio indoSliÒun camice candido e cominciò a lavorare, chiedendo ai pazienti se non trovavano che la giornata era bellissima, pregandoli di spalancare la bocca, « più ancora, per piacere>, e tenerla aperta, mentre egli maneggiava gli strumenti, domandandosi a che co• sa potevano servire. Teneva ogni paziente ~ulla sedia per circa quindici minuti, facendo rumore con gli strumenti, parlando del tempo, sprm.:zando loro acqua sui denti, pregandoli di sputarla 1 facendosi pagare due o tre dollari, dicendo di tornare alle due del martedì prossimo. Yla arrivato sabato mio zio perse quel lavoro. Quella settimana, mio zio guadagnò trentasei dollari netti, facendo audarc e venire i pazienti del dentista ubriacone. Poi se ne andò, ma aveva imparato a tenere puliti i suoi denti con arnesi di dentista, che maneggiati bene non f.1ccvano male e non tagliavano le gengive. Zang dovette pedinare una giovane m.oglie per conto di un marito geloso. Gli davano tre dollari al giorno per le spc~e e poteva seguire con comodo la signora senza 1>erdere le sue tracce. I I suo romanzo con la giovine ,;ignora durò una settimana: la signora era innocente, ma fu licenziato perché il marito scoprì la moglie in compagnia di uno studente dai capelli ros.si. « t ridicolo>, disse Zang, « molto probabilmente l'uomo è un nevrastenico ». Aveva imparato questa parola quan• do studiava psicologia. Aveva lasciato anche q!Jella materia appunto perché non ci vedeva chiaro. « Credevo che si trattasse di macchinari », diceva a mio zio Mclik, « ma è una cosa da malli! Se io rido quando sono solo, è un "malessere" ! I-lo detto al professore che ridevo perché mi venivano in mente certe cose buffe e il professore ha cercato nel libro "Ri. cordi buffi" e mi ha detto che non era quello il mio caso. Invece si chianw.va "malessere". Mi sono tranquillizzato perché speravo che fosse qualcosa riguardante le biciclette. Chì sa che un giorno non si poss..1r. iuscire ad aprire un negozio! Ma per quella gente tutto è un "malessere"! >. Una sera delle 1antc che pativano la fame mio zio e Zang decisero di affrett.:irsi a far visita ad una signora poco più che trentenne, ~POS.'\taad un pastore angliçano che aveva un po' più di quarant'anni e predicava ~ulla vita dell'aldilà. Avevano .1.vuto un bimbo dopo tre anni di matrimonio. Mio zio e Z:mg erano ~tati tante vo!- te in chiesa dal pastore e si erano ingolfati in discussioni ~ulla vita dell'aldilà. Il pastore, contento del loro interesse per le cose belle e purt, li aveva invitati a cena. Erano stati là una. sera quando ancora il bimbo non era na10; avevano avuto un pranzo veg1..•tariano, avevano parlato del paradiso e d'altri posti simili per due ore. Niente caffè, ma cacao. Mio zio e Zang avevano deciso di non andarci più se non in caso di enrema urgenza. Ora era proprio il caso. « Ricordi quella verdura? » disse mio zio. 1 « Non era poi tanto cattiva>, rispose Zang. « Erano carote ». « Si dice che facciano tanto bene alla salute >, disse Zang, « anzi sono più sane della carne». « Provo un certo malessere >, fece mio zio, « possiamo dire loro che siamo andati per vedere il piccolo>. « e proprio cosl? >. « Veramente >, disse mio zio. « Daremo un'occhiata e diremo "meraviglioso" e torneremo nella sala da pranzo». e Forse il piccolo sarà addirittura nella sala da pranzo>, disse Zang. ! Jn_ ogni modo proveremo», disse ,mo ZIO. « Dobbiamo prendere in braccio il piccolo o qualcosa di simile? » chiese Zang. « Se cc lo chiederanno», disse mio zio. « E se lo lasci cadere? Tu sorridi soltanto e di' "meraviglioso" ». « Va bene>, disse Zang. Erano usciti in fretta, sorridendo, e ltrada facendo videro il picColo, il papà e la mamma. Dissero: « Meraviglioso! », riuscirono a non prendere il piccolo in braccio facendo due o tre passi indietro ogni dieci secondi come se volessero ammirare da lontano quel fenomeno di bimbo, il quale, invecchiato benché avesse soltanto due mesi, li adocchiava sospettoso ed era cosa poco piacevole a guardare. I genitori, facendo molto rumore attorno, parlarono con molto 01 goglio di un bimbo non comune, con genitori non comuni, che cresceva senza tanti problemi complicati e moderni. Tutta roba che Zang pensò dovesse essere un « malessere >, o roba da libri di psicologia. L'l moglie chiese se preferivano mangiare subito o più tardi. Benché gli ~tudenti ave-.sero voglia di mangiare ,ubito, d.is-:ero gentilmente che era lo stesso per loro. Allora la madre e mog:lic disse che prima ~vrebbc fatto fare il bagno al piccolo e poi avrebbe preparato il pranzo. Gli studenti si ritirarono nella saletta per pensarci su e ~uonare un po' al piano. Il padre e la madre cominciarono a far fare il bagno al piccolo alle cinque del pomeriggio. Alle sci erano ancora c.ccupati e i due studenti decisero di andar a vedere che cosa succedeva. Il bimbo era completamente nudo1 la madre gli premeva i fianchi dicendo: e Singhiozza per la tua mammina ! ». Quando ella vide i due studenti me• ravigliati, spiegò che i genitori comunemente non si preoccupavano di certe cose, ma che ella faceva al suo bimbo un buon massaggio tutte le sere. « Così », ella disse alla fine, « il bimbo prima di dormire deve singhi07.zare ». Gli studenti ammirarono la tecnica meravigliosa della madre ncll'in- ..c.gnarc al piccolo ad avere un carattere e tornarono nella saletta, memre ~ntivano dietro di loro la madre che diceva: « Singhiozza per la mammina! Singhiozza per il paparino ! >. e Zang », disse mio zio quando furono tornati in saletta, « e se il picco• lo non vorrà singhioZ7.are? ». « Vedrai che 1-inghiozzerà. Lo fa da due mesi; perché vuoi che proprio oggi non lo faccia? ». Cosi i due studenti aspewtrono per un po' di tempo ancora.. Dopo mezz'ora l.1 mamma diceva ancora : « Singhiozza per la mammina, singhiozza per il papà! > ma il bimbo continuava a ignorarla. « Non credo che singhiozzerà ». disse mio zio, « Dagli tempo», di-:~c Zang. « Perché glielo fon no fare? » dis,;e mio zio. e Quando cri piccolo, anche tu singhiozzavi? ». « ~on mi ricordo >. e Credi che saremmo capaci di farlo singhio1.:zare noi? ». « Non aver fretta; non sta bene>, disse Zang. « Hai ragione. Pensiamo piuttosto a ciò che avremo per il pranzo. Credi ancora della verdura? >. « Io dico di sì ,. « Credo che sia una cosa molto sana ; altrimenti perché la gente vorrebbe -.offrire?> concluse mio zio. e Sarà prob:1bilmcnte un altro "malc~ere" >. Aspettarono fino alle sette e dicci e dopo cominciarono a manifestare tutti i ,;intorni dei mali psicologici. Un rr..tlesscrc. Camminavano su e giù per la. saletta, gesticolavano, parlavano a ,e stessi di vcrdu1a e della ,;alutc che può dare un pasto simile. Alle sette e ventidue minuti il piccolo singhiozzò per' la mamma, per il papà, per il buon Dio e la patria, e gli studenti, alzando gli occhi in alto, ringraziarono « Lui ». 11 piccolo fu messo a letto e b madre, finito il problcm~, del figlio, si dedicò a quello del pranzo. Alle otto gli studenti si misero a ta• vola e mangi.1rono le carote lesse e 'ìChiaccì.11c, rape, ..,pinaci e patate les,c. Vi erano inollre quattro fctlc di pane sottilissime! Quando zio Mclik ci raccontò questa ~toria, disse che era curioso di sap1..-reche g-,,.nerc di uomo era venuto fuori da quel bimbo. WILLIAM SAROYAN (trad. di Lea Scliiaui) Pur conservando inalterate le sue caratteristiche di grande rivista mensile di vita teatrale e la consueta ricchezza e varietà di contenuto e di materiale illustrativo, SCENAR esce nei 1939 a tre lire (anziché a lire cinque) Ogni fascicolo sarà di 48 pagine ed offrirà, Un'intera commedia inedita scelta fra le più applaudile; Tutti gli aspetti dell'attività teatrale esaminati dalle firme più competenti; Un copioso materiale fotografico di eccezionale interesse; I principali avvenimenti e i maggiori problemi del teatro, del cinema, della radio, della danza, della scenotecnica, ecc., illustrati e messi a contatto di tutti i. lettori. IJ fascicolo di gennaio conl1ene: VENT'ANNI, Ire alti di SERGIO PUGLIESENICOLA DE PIRRO, Teatro Anno XVII - CORRADO PAVOLINI, Spettacolo non è sempre Teatro - ANDREA DELLACORTE, Appunti per una biogrof,o di Francesco Cileo - SALVATORE PUGllSI, Cerimonie e spettacoli primitivi. Nel mondo dello preistoria - MARIO CORSI, llotio Vitolioni - ERNESTO SABBATINI, Come s'entrava in orte oi miei tempi - ENRICO ROCCA, lo vito dello Rodio: l'annunciatore, ovvero prova se sei capace - CARLO PICCINATO, Ore 20 e 30, si cambio spellocolo - X: "lezioni", da non seguire, sulla musica - le novità teatrali del mese - lo vito delle f,lodrommotiche - l'amletico dubbio - Sporta e Messene - Teatro in pillole. QUESTO STUPENDO FASCICOLO È IN VENDITA IN TUTTE LE EDICOLE D'tTALIA A LIRE TRE Abbonamenlo annuo: Italia, colonie e Impero, L. 30; semestrale L. 16 - Estero: annuo L. 40; semeslrale L. 2 f FASCICOLO GRATUITO DI SAGGIO A RICHIESTA ABBOHAMEHTI CUMULATIVI In ce~o di ebbo11emento e due o più pubbllcnlofl! del gruppo Riuoll. I preul-bue de sommare "elle ve,1e comblnedonl divenleflO I ,egue"11, OMNIBUS. lA 0ONNA BERTOl0O NOVEllA . TUTTO ..• ANNABEllA . CINEMA . SCENARIO ....•. CINEMA lllUSTRAZIONE . CINE lltUSTRATO. MARC'AURELIO . ITAUAECOlONIE e11nuo semestr. 40,- 21,- 45,- 23,- 33,-- 17,- 22,- 12.- 22.- 12,- 22,- 12, 38,- 20,- 28,- 15,- 22,- 12,- 22,- 12,- 33,- 17,- ESTERO ennuo Hmest,. 66,- 34,- 57,- 29,- 66,- 34,- 4-4.- 23,- '"·- 23,- ,,. 23,- 57.- 29,- 38,- 20,- ,44,- 23,- 4,4,- 66,- 23,- 34,- RIZZOLI & C. EDITORI PIAZZA CARLO ERBA N. 6 . MIL~NO

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