ta~~i, Poi b retorica dcrnago~ica, il tono ",('mprc più alzato dl'lle voci democratiche, le promesse radicali. e sopr;_tllutto l'arma ben mano\•ratd del ta- ~lio delle circoscrizioni clcnorali combinato in modo da ,partire nelle masse d_i .sinistra le maggioranze ron'lervatrin. travolsero le ultime difese. La vecchia uffo:ialità disparve nel boulangismo e nell'affare Drcyfus, i proprietari terrieri si ritira,.ono fra il ]ocJ.t'y Club t· la conservatoria delle ipotc-chc, i vc- 'ìc.ovi e i parroci ripiegarono di fronte alla « milizia di centomila maestri clcment,ui » su~citata da Julcs Fcrry « per la difesa della repubblica e la riforma radicale dC'llo spirito francese». Allora si dischiuse, senza più freni, la dl'mocrazia nella forma repubblicana. Per di\trane i<' ma5.lic degli elettori d.1i problemi economici e sociali e dal ricordo delle promc~sc demagogiche di quando si stava all'opposizione, gli uomini di sini~tra ,;aliti al potere ass.1Jirono il clero, vc·cchio ncrnico tradizion,1le, con le leggi scola~tichc di Fcrry, poi con quelle sulle corporazioni religiose di Combcs. E per molto tempo l.t « repubblica laica» fu la meta proposta agli clcttc.ri, e ipnotizzandoli ,;;u quella, i piccoli borghe~i arrivi- ,ti riu..,civano a tcnC'rli abb.1,tanza di- ,tratti dalle rivendirnlioni sociali ed rronomiche dei prii)1i sociafoti. Fu quc-11.al'epoca d'oro della Terza Repubblica. Gli sc.mdali non la turbavano profondamente, e neppure i n.·..,idui delle rc.')istt'nzc di destra : n1..:mmcno il boulangi,mo, a distruggere il quale baMÒ in '>0!!itanzamodificare la lcg-gc elettorale :n modo da liCongiurar(' ogni po~-.ibilità di elezioni plebiscitarie intorno a un nome. Le dc\tre, del resto, « jouaient de m<1lheur > : dopo la carta Boulangcr, un generale romantico e parolaio, quella del proces'-O Dreyfu">. J .a n·puhblica u,civa da ogni crisi sempre più solida, non per virtù propria, ma perché ogni volta era apparsa più chiara la impossibilità di trovare non tanto un regime diver:-,0, ma la procedura per raggiungerlo. Forse essa ap• pagava un istinto nazionale, la pro• pensione all'in::,ulto, e come tale ri..,pondev:i o,curamcnte a una vocazione? La folla schierata al pa:;saggio del corteo del prc~idcntc appena eletto poteva vociferare: « Panama! > e insult~rc a piena gola il capo drllo Stato buttandogli in faccia le vicende o~cu• re dello scandalo finanziario nel quale era stato implicato. Alle cor~c di Auteuil il barone Chri~tiani, clubman distinto e membro della Lega dei patrioti, saliva sulla tribuna presidenziale e fra i fischi e i clamori della folla cleRant<· del «peso> sfondava con una bastonata il cilindro di Loubct. Al centro di Parigi, l'antisemita Guérin sfida- ,.-a autorità e polizia sostenendo un memorabile assedio nella sua abitazione di ruc dc Chabrol 1 rifornito dai monelli parigini sotto gli occhi delle guardie bonarie e poco convinte 1 in una strana atmosfera di uaudeuill'1 e di guerra civile. Tutto questo era scandalòso, ancora più ~andaloso dell'affare Panama con il suo contorno di assegni a vuoto, di giudici istruttori reticenti e compiac~nti e di cadaveri esumati per tardive autop~ie; ma in fin dei conti era forse quello che ci voleva P.er una capitale nerv05a che si era vista sfuggire un primato secolare: era fol")e !'accora!a e inconfessabile e inconfessata nostalgia di Luigi XIV a Vert>ailles che sospingeva la folla alla bravata piazzaiola contro i bravi signori che si succedevano all'Eli')co. ~\:r'nmeno la tragica fine di Sadi Carnot riusciva a conferire alla funzione presidenziale un poco di dignità drammatica. Ma a sera, tirando le ~ommc della giornata, poiché nulla di grave aveva minacciato i patrimoni, e la bile si era acquietata sf~- gamlo~i, si poteva ria.'isumcrc l'opposizione con le parole della duchi:-..sa di Uds: « Nous pre11ons riotre bien rn patie11ct: >. Il compito di m,111tcn(•rc.le i~tituzioni era facile, in sostanza, giudica Bainvillc, « nessuno, tranne. qual• che dottrin.trio senza importanza, tcnev.1 a di,truggcre uno stato di cose che offriva tante comodità e wnti a,pctti piacevoli: si voleva, sì, c.s.5cre radicaJi.socialisti, cioè un po' sociali- ~ti, ma -.cnz.t arrivare foto alla confo.,ca dei patrimoni e alla loro spanizionc ». I deputati erano ormai reclutati, come nella democrazia nordamericana, in una classe di specializzati, di profes• ,ionisti del parlamento e del partito che non avevano altra qualità che quella della loro posiz.ionc nel collegio l'lt·ttorale: politiciens de ca,rière, diceva Poincaré. Essi non facevano più parte della grande vita laboriosa del pae~. se non per i contatti e le .tran- ~;1zioni con i grandi capi ?elle 1ndu- \tric e ddlc banche, e per 11commer• do al minuto delle raccomandazioni. t quando si frcero aumentare l'indennità parlamentare, « la massa non tro- ,·ò. in fin dei conti, che essi fo~">c.·rpoagati troppo, d::t.ti i servizi particolari rc'ii 1x·r una specie di contratto stipu- !Jto fra gli elettori e gli eletti ». Ogni t..i.nto, è vero, scoppiavano, e non ;il figurato. le bombe : « A questo vostro <·oncerto di voci liete, ho voluto unire una voce più sonora, quella della dinamite», declamava Ravachol davan• ti ai giurati della Senna; ma il dinamitardo veniva decapitato nelle- con- ~urt<' forme,, e il numero di coloro che :wt'vano finito per credere all'appros- -.jmativa eccellenza dclia « Repubblica dei professori » continuava ad aumcn: :are. C'erano ancora delle inquietudini, e malgrado tutti gli argomenti che volevano far credere all'impossibilità della guerra, questa restava, specialmente dopo Agadir, il formidabile paragone LONDRA • INTERVALLO AL OOVENT GARDEN contro il quale, si diceva, la rcpubbli• ca avrebbe finito per fracassarsi. Marce! Scmbat riassumeva la questione in un libro che ebbe una diffusione rivelatrice dell'inquietudine sparsa nelle classi che leggono: « Faites un roi, sinori faites la paix >. Eppure, a tre mesi dallo scoppio della guerra, le elezioni del maggio 1914 diedero la vittoria precisamente ,l quei candidati ra. dicali e sociafoti che si erano pre~entati agli elettori con un programma antimilitarista : riduzione delle spese militari 1 « follia buona solo a provocare Guglielmo e ad arricchire i mcrcan• ti di cannoni », e abb.tndono della ferma triennale da poco laboriosamente ottenuta da Ilarthou. Se la guerra, scoppiando più tardi, avesse lasciato a questa Camera il tempo di lavorare secondo il suo program• ma, la Francia non avrebbe potuto esser salva. Poincaré, un uomo, tentò di frenare la corsa lungo la china dtlle esperienze ruinosc, ma i suoi ammonimenti sulla 11;ituazione diplomatica furono « accolti con derisione». Un'imprc,·idenz..1 euforica po~scdeva i parlamentari. L'ultimatum, e forse più an• cora la revolverata che uccise Jaurès, li wegliarono all'improvviso. Ch.e sa• rebbc successo se, prolungando anche in quell'ora suprema il rancore di Tunisi, gli alleati avessero attaccato da tutte e due le frontiere alpine quando l'esercito inglc,e cr.t ancora .li suoi « premiers ant-mille >? Sono i fran• ccsi stes'ii che defini~cono Ja· Marna e un miracolo». Ci volle un dittatore e Clémcnceau per due anni, prendendo il governo in pieno « Anno torbido >, fu un dittatore. Il personale politico che chiudeva gli occhi sugli atti di coloro che, « sediziosi oggi 1 potevano essere i padroni domani>, com<' in Ru,sia. fu convc11icntcmcntc epudto: come al fronte i plotoni di cM:cuzione, all'interno i mandati di cattura arrestarono lo ,faccio. Intorno ad alcuni nomi vag,mo ancor oggi mi')teriosc leggende giudiziarie: ~1.ilvy, Alméreyda, Le Bon,iet Ro11_1:e, un'aureola un po' arro~sata 1.1ggia intorno al « vi~o mongolo» di Clémenceau: ma nes,uno contesta che metà del merito di .:1ver permesso alla rrpubblica di superare la cri,;;i suprema della guerra s1>etta a lui. L'altra metà non va a nes~una persona; \'a anzi preci-.amentc a un'a..,senza di per- ~ona : per il suo particolare carattere la guerra. non aveva permesso che sorgc.-,se la tl'mibile figura del « Generale vittorioso». Tutti i paesi usciti dalla guerra celebrarono questo anonimato della guerrn con un rito nuovo, in uno stile so~ Jenne e primitivo. Solo a Parigi il corteo funebre del ~\iilite Ignoto, tran- <1uillizzantc protagonista, si sovraccaricò di un ornamento barocco: dopo l'affusto di cannone la folla reverente vedeva avanzarsi un carro funebre di prima classe con le sue pariglie im~ pennacchiate, il suo cocchiere in tricorno, le sue colonnine doriche verniciate di nero cd oro. E allora si ricordava improvvisamente con disag-io che in quel carro era po~to il cuore di Gambetta, da trasportare al Pantheon della Patria. Questa presenza faceva della "Celebrazione nazionale una solennità democratica, un rito civile delle sinistre, e riaffermava, con poco gusto, ma con molta efficacia, che quc- ~te intendevano imerirc ndla continuità repubblicana la Vittoria, ottenuta da tutto quello che era rimastù di 11011 repubblicano nelle istituzioni e nc-ll'educazione. Nulla fu cambiato nel regime alla luce delle esperienze tragiche della guerra, quando la catastrofe era sembrata imminente e palesi le cause anti("hc che la provocavano. li regime si vendicò di Clémcnccau scartandolo dalla presidenza della repubblica e preferendogli il -,ignor Dcschanel, repubblicano vestito con gmto che presic-• dendo la Camera domandava al deputato 13oni dc Castellane dove avc~c comprato la ~ua cravatta. Clémrnccau all'Elisco avr('bbc portato qu.1lche mutamçnto profondo nella pra'-.Si del regime, o si ~arcbbe, vecchio tigre di serraglio, amm.rnsato nelle c~i• bizioni in pubblico e nella placida sicure;,za della lista civile? Chi lo sa: « era un'c~pcricnza da tentare e la repubblica non ha o'ìato: ha 3\'Uto p,tu· ra di un'individualità». Più t:1rdi. contro un tcnrntivo di intervento pcrç,onale di ~,fillcrand, il cartello oppose una nuova forma di ~ciopcro, lo sciopero dei ministri, per costringere il capo dello Stato a dimcttcr,;;i 1>er ordine di una maggiora1n,1 JJ.\rbmentarc. Proprio mentre in tutto il mondo si risvegliava l'ic;tinto dell'autorità, la Francia si ,forzava di mortificarlo quanto più c1-.1possibile. Dove ~i andava a finire? Cli scand.tli che avevano accompagnata la repubhlic.i fin dal suo na-..ccrc culminavano in quello famoso di Sta\'isky. La polizia stessa era implicata in tutto quello che di sordido avviluppava il paese-. Per la prima \'Olta in tutta la 1>toria delle lotte politiche dclb repubblica, nelle quali si era molto gridato e molto ba~tonato, ma nulla di grave era mai \UCC<'~o,la truppa sparò sulla folla ostile al mini~tero e ai deputati, Si parlò, ccn il linguaggio dei tempi eroici, di « giornata del 6 febbraio>, e ,i proclamò che la misura era colma; i1wcce la ~iornata non ebbe domani, gli stessi uomini rimasero in sostanz,1 nelle stesse posizioni, spostandosi appena il ncce:-.Sario per non e:;'>Crcpresi in pieno dalla vent.lla presto quieta della indignazione popolare. Pure la impos:-iibilità di continuare in quel modo diventava ormai evidente. L'instabilità ministeriale, tollerabile nell'Europa di prima della guar.:i dove il gioco diplomatico 1;j svolgeva lentamente, e le « sorprc,;;e » avveniva• no ogni quinquennio, diventava as::,ur• da quando tutt'intorno i vicini si costituivano in regimi impassibili. La ncces~ità di una rcvi-,ionc della co'-lituzionc in senso antiparlarncntarc riconosciuta ovunque, trovò finalm~nte il suo autorevole propugnatore nel ministro Doumcrgue, uomo consolare dell,i repubblica. BrevC' tpi~io: con uno stile placido e borghese, parlando alla radio dalla sua biblioteca, chiamando gli ascoltatori « amici miei>, Gaston Doumergue perorò, av\'ocato mellifluo, b causa dell'autorità. Le sue propo~te erano miti, qualche co,;;a come di :irmarc il potere esecutivo della possibilità di sciogliere la Camera, ma sembrarono ai deputati del Cartello rC'azionaric come le ordinanze di Polignac, e Doumergue si ritirò a Tourncvillr fra le sue vigne, pre\'edendo tempi mortali per la repubblica. Il parlamcnt.trismo ha ~confitto co,ì il revisionismo legale. 1e può temere un altro, violento, dall'c...rcrno del regime? La 5toria malinconica del movi• mento c.1pitanato dal colonnello La Rocquc ra..,sicur.1 gli apprcn~ivi: come fuochi di artificio sciupati dall'umidità1 le croci di fuoco scoppiettano qua e là senza accendersi mai. E quanto ai camclots du roi, h;_mno mai fatto un,, spc-di1ionc in un sobborgo po1>0larc p<'r (trappare e bruciare una bandier.1 ro..,. S<.l?Non credo: c~si scrivono, essi kg- _gono, C'Ssisfilano anche a pas11;0cadcn~ zato ... ; ma le loro ~aie di redazione, dice uno che è ~tato dei loro, Bc·rna. no,;;. s,rnno di rinchiu~ e di stantio. Quc,t:1 inatt.1cc:"1bilità ddla repubblica, questa 5ua garanzia di durata illi- ~n:~~~~nz~ ~~~~ 1 F~a1~~i~scctl~e7 1 fra~~~j pt-r primi lamentano? Chi lo sa! Si vorrebbe poter augurare a <1ucsto vecchio popolo di ritrov.1re, prima che sia troppo tardi, il gr;rndc risolutore di t.quivoci: ll)a :\lazz\irino diceva: e Sono i francesi stcs-.i che mi danno preoccupazione, comportandosi in modo che sc.mbra ch'c~5i vogliano il di">ordine a qualunque prezzo». MANLIO LUPINACCI fl E QUE~J IONI, nelle quali la politica l.!:J del no.st,o paese è direttamente itn• pcgnata, vengono trattate di solito nella prima pagina di questo giornal!" Questa rubrica ,iene, perciò, ad a,erc un carattere complementare, e perciò, in essa, esponiamo spesso problemi lontani, ai quali la .steua stampa quotidiana dedica non molta allenzione e non molto spazio. Qualchl' settimana fa i giornali hanno annunciato le dimissioni del Consiglio dei ministri giappoues.c presieduto dal principe Konoye e la fonnazione del nuovo Gabinetto prc.1ieduto dal barone Hiranuma; ma nori sono stati molto larghi di spiegazioni. Poiché il Gabinetto Konoye a,e,a fino,a condo110 con abilità e con successo la cam• pagna cinese, le ragioni e il significato della crisi saranno riusciti piuttosto oscuri a una gran parte del nostro pubblico. Cerchiamo, perciò, queu'ot,gi, di raecoglie,e qualche elemento che possa rcnderc più intelligibili gli .sviluppi recenti della politica giapponese, valendoci di fonti non sospNte e cioè prevalentcmente giapponesi o tcdciche. Prima di tutto il problema militare. La guerra in Cina, nel linguaggio dei circoli ufficiali giapponesi, è chiamata ancora oggi e l'incidente cinese >. Ciò non toglie che questo e incidente> si.1 il rauorc dominan. tc. non solo della politica giapponese, ma di tutta la politica asiatica. Alla campagna giapponese in Cina, dunque, la F,ankfiirte, ,{eitung del ~o dicl"mbre dedicò un editoriale chiaro e perspicace. Il tiornale comi11cia,•a col chiedersi e se i giapponesi, dopo a,er riportato i gran. di succcs~i della presa di Canton e di Hankow, continueranno la loro avanzata; il qual partito avrebbe la conseguenza di trascinare i loro eserciti ancora più loniano nell'interno della Cina, di allungar<' le lince di comuni('azione e di costare infinitamente più caro in uomini, ma1crie prime e dcn.-ro; o se, in,ccc, non sceglieranno di arre.stare provvi~1iamentc la loro offen~h•a; il eh<' permett<'rebbc di edificare una Cina nuova, dietl'O il baluardo dell'cu:1cito giapponese. e Una .simile strategia sarebbe diretta ad esaurire l'avvt'r.sario. In Europa n(m si sa ,e la 1os1a nelle operazioni, di queste ultime sc11imane, significhi che lo Stato ~taggiore giapponeM.: abbia scelto questa stratc• gia o se esso, invece, uia raccogliendo le forze p~•, poi fare nuovi ba!zi decisi, i in avauti. e Quello che è sicuro è che tutto il problema militare giapponese ha asiunto da alcuni giorni un ;ispetlo nuo,o. Nuovi in• tcreuati sono inter\'enuti, senza forc ru• more, IK'nza mJnifestazioni bellicose: solo i ministt·i delle finanze hanno parlato; ma i generali sono stati ad a-.coltarc attentamente. Cli Stati antlosa.ssoni hanno sempre sentito che la guerra in Cina li intcr-essava in grado estremo; ma, fino ad oggi, la loro stampa si era limitai.a a scagliare contro i giapponesi .accuse morali, e i loro governi, all'infuori dì proteste di amicizia, non a"e"ano fatto niente per la Cina. « Per la prima , olta, es.si hanno abb.an. donato qucsto atteggiamento. Gli americani hanno conce'50 un prestito ai cinesi e gli inglesi si preparano a (are altrettanto. l.,e somme di cui si tratta, a dire il \·ero, non sono grandissime: una guerra mod -rna le inghiotte in qualche settimana, anche in Estrt"mo Oriente. E, del resto, ditte americane e australiane continuano a fornire materiale di guerra all'ese~ito giapponese. e Per l'awenire della campagna milita• re, sarebbc interessante sa.pere se questi pre11iti costituiscono una misura iso!ata o se, im·cce, saranno l'inizio di un aiuto alla Cina più efficace di quello che finora le è stato prestato. In ogni modo, Tokio segue molto attcntamcz;tte C']uestc con\'ersazioni. Se i prestiti continuano, se, per conseguenza, gli anglosa,soni prendono la responsabilità delle finanze di Ciang Kai Scek e gli forniscono- matcriale di guerr.i, lo Stato ~laggiore giapponese si tro,erà di fronte a una situazione nuo\'a. Allora i panigiani della strategia di esaurimento per. deranno terreno e, invece di logorare la resistenza cinrse, bi$0gnerà distruggerla ,. Il n dicembre il principe Konoye fece alcune dichiarai.ioni, molto importanti e moho abili, sulla politica che il suo mini• stero intendeva perseguire in Cina. Le riassumiamo brevemente: 1) Il C , .,ion-e. la Cina e il ~1anciukuo !ò'lr.anno uniti nello K"opo di stabilire in comune un « "ordine nuo,·o ,. in Asia oriemaJc •• e uniti nella difou contro il comunismo e nella cooperazione ncc<'ssaria per raggiungere questi Kopi. ~) La Cina dc\C abbandonare e la follia ddl'anrinipponismo »; de,c collaborare col Giappone e concludere con esso un accordo anticomintcrn, 5ul tipo di qul"llo nippo-tcdcsco-italiano. 11 Giappone domanda che le sue truppe restino in alcune zone cinesi da dcfii1irc, allo scopo di assicurare l'csccuzione del suo piano. 3) Nel campo economico, « il Giappone non ha alcuna intt'nzionc di Cst'rcitare un monopolio economico, né di domandare alla Cina di limi1arc i diriui delle terze potenze,, che abbiano capito il senso ddla nuova Asi.1. o,ientalc e abbiano conformato ad esso la loro condolrn. Il Giappone cerca unicamente di rendt'rt cffe1tiva la collaborazione dei due paesi... « Non domanda cessioni tcrri10.-iali, né indl'1111ità, ma sohant 0 un minimo di garanzie nt"ccss.'\rio per assicu• rare l'adempimento da parte della Cina del suo compito di partecipare alla is1ituzio1w ddl'c ordine nuovo>. Il Giappone rispetta la sovranità della Cina e la aiuterà a liberarsi della extraterritorialìtà, dei settlonous, ccc. Queste dichiarazioni presentavano la politica e i propositi giapponesi nel modo più ,,ccettabile, se non più seducente, per i ci. nesi. Ciò nonostante, non ebbero gli effetti che ~e ne attcnde~·ano. Wang Ching Wci rimase un isola10 e fu sconfessato dal partito nazionalista cinese. Trentacinque gencrali cinesi telegrafarono a Ciang Kai Scek dic-hia1andosi risoluti a combattere e a re• si.ctl"rC. Il principe Konoyc fece quelle dichiarazioni, ,ipctiamo, il 22 dicembre. Due settimanc dopo (esa1tamentc il 4 gennaio) si è dime.sso. Da ciò i circoli cinesi di Ciung King hanno creduto di dedurre che la causa della caduta del ministero Konoyc fosse nato il fallimento della sua e offensiva pacìfista >. Questa interpretazione è arbitra• na. La spiegazione delle dimissioni dd Gabinetto e della scelta dd nuovo presidente del Comiglio è nella nota che lo stesso principe Konoye distdbuì alla stampa al mo• mento di lasciare il potere: almeno per chi, in essa, sappia leggere tra 1-e righe c. Fu poco dopo che io assunsi il potere, nel giugno 1{>37 >, così si leggeva nella detta nota, e che scoppiò l'incidente di Cina. Poiché questo incidente diventò s,,.mpre più serio e la situazione estera 5empre pitl compleua, io temei spesso di essere inforiore al mio compito; ma la gravità delle circostanze non ha pennesso, fino ad oggi, un cambiamento di Gabir.etto. ._ Tuttavia l'affare cinese è ora entrato in una nuo~•a fase. t ,enuto il momento per il governo di concentrare tutti gli sfor1i nella coSlruzione di un "ordine nuo,o ", che consacri una pace dure\'Ole in Estremo 01 iente. La politica fondamentale del governo imperiale riguardo all'affare cinese è ora stabilita cd è app1-o,ata dall'imperatore. Essendo così liberato da questa grave responsabilità, io sono persuaso che le mie rapacità sono troppo modeste per permet• tere la continuazione del mio compito. Perciò ho prest"ntato le dimissioni del Ga• binetto >. Come den: essere interpretato quelitO dorumen10? Bisogna premettere che da parecchio tempo le ahe sfere militari e i circoli politici di estrema destra non nano del tutto soddisfatti del principe Konoye e della sua politica. In particolare gli rimprovera\·ano: 1) di non avere distrutto quello c-he resta dei partiti politici e di non a\'cre costituito un pani10 nazionale unico, sul 1ipo del Partito Fascista italiano o del Partito Nazionalsocialista tedesco; 2) di non essere sta• 10 abbastanza duro cd ("r\i:rgico di fronte JIJ'U.R.S.S.; 3) di essere stato t1oppo conciliante di fronte alfa Gran 81ctagna, all'Ainerica e alla Francia. Per altro, questi critici del principe non a,t'vano o~ato finora a11accarlo per la grande popolarità di cui egli gode in tutti g~ ambienti, e per la sua altissima posizione personale. (t noto che la ca!a dei Fugiwara, alla quale egli appartiene, è, delle Cinque Case Subiimi, quella che ha dato più imperatrici al Giappone, e l'imperatore stesso è, per sangue, pre,alentcmen1e un Fugiwara). Ma poiché la ca'Tlpagna militare in Cina è oggi con!idcrata ('Ome •.1nuahn("nte finita, i dirigenti militari hanno preso po~izione più risolu1amcnte per il programma che , .1 tempo andavano annunziando. Questo programma può essere riassunto come segue.: 1) Nel campo della politica estera: maniera fone in tutto e contro tutti; U.R.S.S., .'\merica, Inghilterra; soppressione dei pri- \ ilcgi delle terze potenze in Cina; soppressione dell'open door e eliminationc delle potenze rivali dal mercato cinese. 2) Nel campo della politica interna: terminata la parte militare dell'inten·ento in Cina, cominci.a la parte costrutti\a, e in questo nuovo compito il Giappone de"c concentrare tutte le sue for1e e tulle le sue risors,.;: quindi la neccuità di organizzare il paese su ba~i to1alitarie. Il principe Konoye, dichiarando di non 11.vcre la capacità necessaria per poter continuare ad adempiere il suo compito nella nuova fase in n1i è entrato l'« affare> cinese, evidcntemen1e intendeva dire che non si senti\a in grado di assumer.si la responsabilità di attuare una delle due parti di questo programma o più probabilmente nessuna delle due. Il suo successore, il barone lliranuma, di• scende da una antica famiglia di samurai di Tsuyama nel diparlimento di Okayama. Ha 72 anni. Studiò diriuo all'università di Tokio, poi entrò in magistratura e, nel 1906, diventò direttore degli affari civili e pl"nali al ministero della Giustizia. ;\'cl 1923, di ritorno da un viaggio in Europa e in America., diventò viceministro del Gabinetto Saionji e poi ministro della Giustizia. Fu nominato membro della Camera alta e, ne! 1936, \ iccpn::sidentc di es,a. I mutamenti, che si sono fatti, di titolari di alcuni mini~teri non hanno grande in•portanza. 1 ministri degli Esteri, della Guerra, della Marina sono gli s1essi del Ca. binetto precedente; il portafogli dell'Interno è toccato al principe Kido, che è il migliore amico di Konoye ; e lo ste~so principe Konoye è rima$to come ministro senza por1:ifogli. I:., dunque, soltanto la personalità del nu0\0 Pri1110Ministro che dà la spicgazione del mutamento. Si rili<'nc c-he egli .sia l'uomo di fiducia dei circoli militari e dt'i gruppi a tendenze fasci~te. Peraltro i due partiti sono stati ill\ itati a partecipare al bOvcrno. Sembra, in sostanza, che si debba pre"edere: 1) una politica e~tera giappon('SC ancora più dura e risoluta che in passato, soprattutto per quanto riguarda la eliminazione delle potenze ri, a.lì dal mercato cin06C ; 2) un acceleramento nd processo di trasfo.rmazionc del Giappone in senso totaliRICCIARl)ETTO \ 11 Am Ili • 11. 3 · 21 :mio 1939-nn OMNIBUS SETTlMANALEDI A'l"l'UALITA I POLITIOA E LETTERARIA Il ESCIELSABA=T=O=I=N=•=•=·•=·=· I Ita..l:im!e!:~!o~~2~ m~1!re L2.2 1il Eauiro I a.nno L, 70, HmNtNI L, 36 I OGNI NUMERO UNA LIB& I !hno•oriul, dlHgnl e rowgntìe, 1Dohl H non pnbbllcati1 noo ai ~nh11i1cono, Dlrnl.oa1: Roma • Pi111adella Pllotl&, 3 Telefono N. 66,470 .&m..mJ11latrufone: Milano • Plana Culo Erba, 6 Telefono N, 24,808 PubbUdii: Pu milllmttto di aluiua, bue una oolonn11 i·n!~!i;j~g8~~!1~\:' 1f T:\:rB2;o~98i Parigi, ~6. Rt11d11FanbourgSa!nt--Honoré
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