(COXTUWA.Z, DA.I lfUJURI PllCBDENTI) IL TUONO che aveva accompagnato con un ~~o brontolio ~: ultime parole d1 T1llayou scoppio a quc~to punto con tale fragore da sommergere -completamente la sua voce. Contemporaneamente la ,tanza in cui eravamo seduti fu immersa nel buio, e l'intera scena spa~ì come in sogno. I lumi si erano spcnu. Le donne urlavano, qualche sedia si rovesciò, ci fu un mo1!1cnto _di misteriosa confusione e oostcrnaz1one, con gridi e perfino risa nelle tenebre. Ma una voce che urlava frenetica in fondo alla stanza nera ci inchiodò ad un tratto ai nostri posti. Era Tillayou. « La~ci::imi ! Mi uccide! Aiuto! Aiuto! Dio mio! Mi sta uccidendo, ucc ... »: La voce si spense come se due ~ani ne soffocas,;ero il suono. Nel bagliore giallastro di un lampo ~he per. u~ istante riempì la stanza. c1 sembro d1 vedere qualche cosa di assurdo : Tillayou stramazza.to in un angolo con I~ mani coperte di sangue al cuore. P01 l'immagine paurosa ~vanì... Seguì un istante d1 terribile commozione: ci sembrava di assistere a qualcosa di irreale, e non eravamo gente da rovesciar sedie, da urlare o da credere in un delitto solo per una fuggevole apparenza. Emily Ouane chiese con voce educata un lume. O'Shea fu il primo a piegarsi con un accendisigari acceso sul vecchio. Inginocchiato, ansante, u~a mano sul pavimento, e sfon::andos1 apparent~- mcntc di strisciare in non so quale direzioni::, riconoscemmo infine Tillayou. Nel medesimo istante il signor Schleuttcr, che evidentemente .non si _sn:i~rriva in simili frangenti, s1 prcc1p1to su O'Shca con una lampadina elettrica, appa1entemente convinto che egli fos- ,;e l'assassino. Ora finalmente le donne ,;i misero a urlare e gli uomini a reclamare istcrkamcnte un lume, e su tutto sovrastavano i gemiti e i ~s~iri e i rantoli di un moribondo che 11signor Srhlcutter tentava invano di sottoporre a un estremo interrogatorio. r n realtà noi tutti, il signor Schlcuttcr e Tillayou compresi, recitavamo! avresti detto, un dramma: uno di quei melodra!11mi. d_i B:oadway. picn~ di tenebre, dt delitti, d1 sospetti e d1 tutte le trappole poco convincenti del mistero teatrale. Qualcuno accese fiammiferi altri accendisigari, altri cercavano Ìumi o si misero anch'essi a interrogare il morente con, il fren~tico ~ abbaiante Schlcutter. O Shca c1 forni un minuto fuori programma di commozione assestando calci a una porta e riapparendo davanti alla ri~oltclla brandita del signor Schleutter (11 funzionario aveva proibito che si abbandonasse la stanza) con un candclaQro. L'accese, e le candele illuminaro!~o con la loro luce calma una scena p1u teatrale del secondo atto della Tosca. e f:. scuro >, gemeva Tillayou. « M_arzia dove sei? Mia piccola bambina bio'nda, Marzia, figlia mia!."· . . Corremmo tutti a curvarci su d1 lui ~upplicandolo, come un branco ?i ~om~ parse bene ammaestrate, di d1rc1 chi / -:tl¾il!?@Jli¼f.~ìlfil.ii&àTul~i3J:il~:l~:.l~Ull!lllrit.l!.· . 11 , .. il dolort .., aTtu a1111ebbla\OII c,"ello del Ttotb!o..." l'aveva ucciso, e intanto ci si osserva• va l'un l'altro impauriti. Convinto in particolar modo che il vecchio attore !ltessc per nominare il suo assassino, !I <ignor Schleulter aspt:ttava con la rivoltella in pugno. Ma il '."ecchio Tillayou continuava a vaneggiare. « Sangue >, di~ solleva,_ldo le mani e guardandosele. « Il n:110 sangue>. Come veniva implorato d1 parlare ancora, si rimise a eiangerc sua figlia. « Ascoltatela », diceva, « ascoltatela. Chiama sempre... non ancora pla~ata >. Seguitò per un pezzo a dire cose c;trazianti e fantastiche. Poi ci fu un momento terribile in cui il vecchio· sembrò cercare intorno a sé qualcuno. I suoi occhi erano calmi. Riconobbe il signor Schleuttcr. e: Ora vi rivelerò il nome::., mormorò ansioso, e con voce così bassa che l'udimmo appena. « Non deve sfug: girci. Avvicinatevi, amici. Tendete gh Òrecchi ... >. « Chi è stato?> si lasciò sfuggire qualcuno, esasperato. Il signor Schleutter comandò con voce sonora il silenzio; ma un Ì<ìtante dopo era lui a ripetere egli stesso la domanda. « Ah > fece Tillayou, « è stato ... è stato ... ..' E tacque. Seguirono disordinate domande mentre il silenzio del vecchio si Proh.m~ava. Il signor Schleutter non sorvcgl1J.va più i presenti: fissava il vecchio che piangeva silenziosamente. Qualche lacrima gli cadde per le guance. Poi, una incredibile cosa accadde: Tillayou mori. Si era udita, !IÌ, un po' di tosse, e quel rantolo che si fa subito riconoscere anche da chi non l'ha mai udito. Ma, chi sa perché, nessuno sì aspctta~an 1 di:~d~~~, addirittura folle seguì la fine di Tillayou. Si telefonò alla po- ~ii2i~gn~~e s~tl~~~!~~ i~1\,~;,~a~~us°~~~~ la rivoltella. Strappato al suo sonno sorvegliato dagli angeli, l'incartapecorito Harvcy si chinò gemendo sul suo padrone mentre tutti ~i rivolgevano a lui domandando perché l'interruttore elettrico fino allora non aveva funzionato. Malgrado gli ordini impc~iosi del signor Schleuttcr, che lo cons!dcrava ormai apertamente un assas<ìmO, 01Shea diresse questo interrogatorio. Harvey sembrava incapace di qualunque risposta, quando ad un tratto O1Shea si buttò gil1 carponi e incominciò a ,,trisciare sotto il tavolo. Vedendo in quella manovra un tentativo di fuga, Schleutter gli gridava inranto che il colpevole non sarebbe uscito vivo dalla stanza. Ma a un tratto, nel bel mezzo di quelle mina.cc~ (O1Shea continuava a frugare sotto 1! tappeto, dove finiva il tavolo), le luci si accesero di nuovo. « Se mi permettete di dir quattro parole e se riponete quell'arma >, disse O'Shca, alzando la testa di sotto il tavolo « vi dirò che il mistero è scmplicissi:Oo. Tillayou ha spento egli stesso i lumi, premendo l'interruttore che era sotto i suoi piedi. Poi si è ucciso>. Era l'alba quando Locksley, O'Shca cd io entrammo nell'appartamento di O'Shca, dopo aver passato una c;erata molto attiva e rumorosa sotto la custodia del signor Schleutter e di due agenti di poli1iJ\, Finalmente Harvcy si era deciso a parlare. Tillayou aveva fatto installare l'interruttore sotto il tavolo il giorno prima e quell'indizi? importantissimo era stato subito venficato interrogando gli elettricisti ch_c avevano eseguito il lavoro. Harvey nferì inoltre che Tillayou gli aveva ordinato di non preparare nessuna pietanza per il noi,tro banchetto. Era inutile, gli aveva detto; aveva aggiunto che né stoviglie né argenteria sarebbero state necessarie. La mancanza di questi accessori era stata appunto uno dei particolari strani notati appena eravamo entrati nella stanza. Harvey riconobbe anche nel pugnale estratto dal cadavere di Tillayou un accessorio teatrale usato dall'attore in un'antica edizione del Macbeth. Il suo padrone aveva passato diverse ore ad affilarlo, nella sua ca.mera, prima dell'arrivo degli invitati. Non c'era dubbio, Tillayou si era ucciso. Ma il modo del suicidio lasciava perplessi Schleutter e i due agenti di polizia. O'Shea, aiutato dalle lacrime e dalle geremiadi di 1-larvey, li persuase che il dolore per la morte di sua figlia aveva annebbiato il cervello del vecchio attore, e che l'intera faccenda si poteva. spiegare solo con la pazzia d! Tillayou. Ci fu concesc;o finalmente d1 andarcene, dopo aver assicurato al funzionario che ci saremmo presentati ad ogni chiamata della polizia per ulteriori chiarimenti. Nell'appartamento di O'Shca, Locksley cd io attendemnio pazienti che il celta nervosis~imo, apri,.,:,c varie bottiglie ~ ci preparasse da bere. Compiuti tali riti egli andò ad aprire il cassetto di una scrivania. * Vi leggerò questa lettera», disse. « È di Mar.t:ia, e fu imbucata la sera della sua morte :t. Cì tese un foglio coperto da una scrittura irregolare. Ltggemmo : < Alfred, sono annoiata, stanca., ferita, malata, piena di cose malvagie. Tu sci sempre stato il migliore. Occupati di mio padre, sii buono. vuoi? Mi tratterrei un altro po', ma la morte mi sembra più facile e più semplice della vita. Che cosa sono poche pillole più o meno per una che ne ha inghiottite tante? A rìvcdercì. Ricordi la prima della Donna dimeriticata? Per l'ultima voha - Mar✓.ia •· Quando avemmo finito cli leggere, O'Shca ci sorrise, amaro. « B la verità», disse. « Mar✓.ia si uccise». « E le pallottole? > chiesi. «Indovina>, rispose O'Shea. « Tillayou », disse Locksley. « Esatto», disse O'Shea. « Probabilmente la trovò morta ancora col veleno in mano. E questo non potè sop• portarlo». e:Non posso pensarci neanch'io>, disse Locksley. I « L'ador.tva », proseguì O'Shea. « Era la sua stella. Ma le stelle non si uccidono, solo i falliti si tolgono la vita. Solo la gente disgraziata e sconfitta ii riduce a questo. Tillayou voleva che Mania rimanesse una grande· .attrice e così incominciò a demolir<" i mob{li e squarciare il quadro. Fu un gesto molto coraggioso. li mondo non doveva soi,pettare nemmeno che Mar1.ia era finita così ingloriosamente. « Perlomeno» riprese O'Shea, e co- !oÌ io giudicai lì per lì. E d_ecisi di no11 dir niente. Quel che ho visto sta~otte mi ha molto commosso», aggtunse sorridendo, e vuotò un altro bicchiere. e e stato terribile», disse Locksley. e Meraviglioso », rinforzò O'Shea seguitando a sorridere. La sua gran boe: ca muscolma tremava per la febbre d1 parlare. . . . « Ho interpretato male I segni >, d1sc;c. « Sapete quel che è veramente accaduto?>. « No», disse Locksley, « so soltanto che il vecchio era pazzo da legare, poveraccio>. e Non rra pazze», di.sse O'Shea, «_era perfettamente ~no. 11 vecch_io pagliaccio non ha mai creduto un istante che Marzia si fos~ uccisa, cari miei. La trovò sì, morta di sua mano, ma quei!ltO n~n voleva dir niente. La vide as- ~assinata da tutti noi. Assassinata, ragazzi, da una banda di amici falsi,_bugiardi, indegni, che le avcvai.10 girato intorno incluso il vostro umile servo, Alfred 1 O'Shea. Eravamo stati noi ad ucciderla », aggiunse cupo. e R~cord~- te come ci chiamava "onorevoli e distinti amici, pieni di dcvozion~ e di dolcezza"? Attore consumato, 11 vecchio: guardandoci, sapeva lar~ciare quelle sue frasi melliflue a n01_ che odiava tanto. Eravamo per lui un branco di vampiri sfamati col sangue di sua figlia. Ci vedeva così. Quan?o trovò ~artia morta, la pensò ucca~ da noi, da Broadway. Le nostre mani avevano avvicinato il veleno alla sua bocca. E la strana idea di portare i~ c1ualche modo tutti q~ei f~ntomatic1 as~assini in tribunale divento una fissazione >. Approvammo. O'Shea continuava a OCrc. e Il banchetto di stasera è stato un grande spettacolo>, r_ipresc. ~ 11 pubblico era freddo, ma 11 vecchio ha suPC:~~es~o!~~~1:· fatto pensare a quell'interruttore? ::. chiesi. « Capivo che sotto c'era qualco~a di tragico», seguitò O'Shca. « Avrei d~- vuto intervenire, ma non ho avuto. 11 cuore di rovinare la parte del vecchio, qualunque fosse. E sono quas_i contento di non averlo fatto. Voi che ne dite?>. Lo approva~o, ma i _nostri sguardi facevano capire che desideravamo ::i.1tre spiegazioni. O'Shea bcv~c ~nc.ora1 e 1,o~rid~ndo, con gli occhi p1em d1 ammirazione : « Vi rendete conto>, chiese, « che il vecchio guitto ha cominciato a recitare la scena dcll::i.sua morte ncll'i)tantc in cui è entrato nella stanza, portandosi al rimorchio Sherlock Holmcs? Aveva il pugnale in tasca. Aveva preparato tutto, provato la parte nella sua camera da letto per settunanc, aflìlan. do il vecchio pugnale di Macbeth. Sapeva a mente la sua parte. Aveva deciso di uccidersi con i\ nome dell'assassino sulle labbra. Giunto l'istante di rivelare chi aveva as5-assinato Mania, avrebbe spento i lumi e si sarebbe con: ficcato il pugnale in cuore. I sospetti sarebbero caduti su tutti. Saremmo stati cacciati in prigione tutti e torturati, non ~!tanto per qu~to delitto, ma per l'assassinio di Marzta. Questo e~a l'importante. L'assassino di Marz~a aveva spento i lumi e ucciso il v~ch10 nell'istante in cui egli stava per nvclare il nome. Questa era la trama. Ma che attore, quel Tillayou, cari miei! Non dimenticherò mai la sua morte! >. «. 'emmeno io», approvai. « Agonizzando, ha ricor~ato fi1;0 all'ultimo la sua parte>, disse O Shca. « Che memoria prodigiosa ! I versi che ha citati erano presi dal mio poema preferito: Pioggia su Calho,m di Joyce. Mc li aveva uditi recitare, una volta durante la mia luna di micie. Rico;date, quando giaceva nell'angolo col pugnale in cuore, continuando a recitarr, perdio! Tutti quei lamenti e quelle divagazioni su Marzia, sapete che cos1erano? Tillayou recitava a sogl{etto, da quel vecchio guitto che era, marcava tempo perché la morte ritardava il suo arrivo. Si tratta proprio del vecchio stile, "cerone e sangue". E ricordate come finalmente ha gorgogliato con quella sua vecchia voce falsa : "ii: stato ... è stato ..." e poi è morto esattamente nell'istante giusto? Che tempo, ragazzi! >. « Ricordo quando ha detto addio a Harwey >, disse Locksley. « ~ stato bello•· Rimanemmo muti, vinti dal ricordo delle ultime parole dc! vecchio Tillayou; le riudivamo di nu0\"0 1 senza più mistero. « 'es..,;uno di noi morrà eroicamente», disse O'Shea, « tanto meno nella piena santità dell'amore e dell'arte». Locksley si alzò rabbrividendo. Un -,orriso arido apparve sul suo viso pickwickiano. « Bel pezzo di antì9uata recitazior.c », decretò, « ma il dramma più inutile che io abbia avuto la disgrazia di ascoltare >. « Hai ragione>, disse O'Shea, • la trama era piena di lacune. Avrei potuto aiutarlo a raggiustarla. :vfa... ma è stata ugualmente una grande "ultima">. BEN HECHT 4 • (ji11,) (trad. di M. A1arto11e) ~ I è la QUESTA marca della vera f.a.vanda.Còfdwwa. e Pro9raftte c:eftle il fiore• • Distillato con procedimento nuovo dalle sommità ~orite e scelte dello pianta alpino, lo Coldinovo è lo solo che riproduce a perfezione l'odore fresco e vivace del fiore. t richiamo di pulito e di SO· no, poesia di profumo p~r lo bionc:heria, igiene deli11osa per lo toeletta e il bagno. MASSIMO BONTEMPEL~I Acud,mico d'luli.i lVVIHI~ I (1919-1911) ~ATI!: SEMPRE ATTENZIONI!: AL NOMI!: E ALLA MARCA . • L -~, A. NIGGI & C. - IMPERIA ,J //olum, ,/, P~e'"' 4/Jo · · · · · ,o ~----- __ / ILLIBROPIODIVERTENCTHEE SIAUSCITOINEUROPADAL PRINCIPIDOELSECOLIONQUA I I CLASSICI RIZZOLI I Diretti dn UGO OJETTI Il .A?.S Gennaio sarà ÙJ 1·e,ulùa tuue le edicole la prima di, spen.sa delle OPERE DI GIUSEPPE ?\1AZZINI Acurn di L.SALVATORELLI Volume 11: SCRITTI VA/Cl Al volume contenente la scelta di Lettere del ì\\azzini segue un secondo cd ultimo con una scelta degli Scritti. Per quanto le Lettere ci diano una rappresentazione vivissima dello spirito del Mazzini in tutti i suoi aspetti e ci facciano seguire le vicende della sua ~zione, esse non possono bastare alla conoscenza completa dell'uno e dcli' altra. Il pensatore, l'agitatore, il polemista, I' a posto· lo hanno impresso larp,:amente di ~é l'Epi:ttolario; ma si presentano con organicità e compiutezza di tratti negli scritti propriamente dcui. I quali, peraltro, non hanno nulla a che fare con esposi· zioni •: ~tr-rnatiche, fredde e pedantesche, ma ~ono frammenti di vita non meno delle Lettere~ vari quanto queste di comenuto, altrettanto aderenti alla realtà con· temporanea. Essi ci mostrano i problemi politici, morali, religiosi di una tra le più grandi epocbe della Storia <I' ltalia e di Europa, così come furono interpretati dal· lo spirito ricco e profondo del Mazzini. In una forma efficacis· sima, che fa di loro autentici capolavori della letteratura ita· liana, gli Scritti ci mostrano sotto tutti i suoi aspetti una delle più alte coscienze dcll' umanità, spira· no luce e calore, diffonclono ammaestramento e conforto. La scelta è stata compiuta in modo da rappresentare il .Mauini scrit· tare in tutti i suoi aspetti diversi: le l)0te forniscono brevemente cp1anto occorre per comprendere i testi senza necessità di sussidi speciali. Un.:1 introduzione cspo· ne con semplicità e chiarezza il pensiero del .i\1.a;,...zinei, mette io grado il lettore di comprendere i nessi fra i diversi scritti e di approfondire il significato cli eia· scuno di essi. Ogni dùpeu.sa C' di 6.1 pagine; 16 di.spense circ.:a /ormeran110 questo secondo volume. Ab.- honamento lire .28. Co.sto di o,rfui dispensa '.separata lù-c .2. RTZZOLI & C. EDITORI - MILANO Questo volume è il secondo dell.1 Collezione ncll.i qu.ile stiamo raccogliendo tutu l'opcu narutiva di Bontempclli. Essso comprende le tre r.iccoltc:: h ,.,;,,, i1tfr11111, l« 1•it11 oprroSII, Vi11,1:Ki r ,sroprrtr, che, più \'Ohe rist.imp.itc, cuno ormai intro\'.1bili. L, t1it11i1ttrn111 sono i dicci ucconti che nel 1919 l'autore scrisse per i dicci numeri di qudl'.1nno di ArJit,, \,1rivist.i lcttcrui.i mensile che Mussolini fondò a fianco al Popolo J' lt11lù1: ognuno ricor~ il gr.indc suc. cesso di quei ncconti in tutto il pubblico giov.inilc italiano d'.illora. U t1it11oprros11 è un,1specie di rom.inro aneddotico della Mil.ino ddl'imm~- di.ito dopogucru, uscito nel '10 .i punt.ite sull.i ri"isu fn,/,utrir /t,,/ù,- nr /l/111tr11/r. Nello stesso anno uscivano nella sccond.i .inn.lt.i di ArJit11 i sci f.inusiosi v.ig.lbondaggi che form,1noI.i p.arteprinciiulc di Vi,,.(,ti r 1,·oprrlr. Nel loro .issicmci tre libri qui uccolti costituiscono una ~ivcrtcnte trilogia compatta, qu.is, un.i stori.i dello spirito dcli' uomo d,1ll.a f.1nciullezu alla maturità ♦♦♦. GUELFO CIVININI Polume Ji p11~i11r i J6 .... l. , o LA PIO ORIGINALEE SAPOROSEASPRESSIONE DELL'ARTEDICIVININI Gesummorto 1 vecchio c.impagnolo maremmano ncll.i cui serena uru.init1 sembra rivivere la sm.ig.1t.1i.lggczza d'un .intico .iruspicc etrusco risorto fu i muti pietrami dcli.i sua tcrr.-.vctust.l e fra essi spuito in un.1 realtà che u di favola, è un.i delle hgurc più singol.aricreate d.i Guelfo Civinini, e forse I.i più origin.ile e s.iporosa espressionedcli.i su.i ,1rtc. lntor. no ad essa, attraverso l.l tram.i dei racconti che riannodano in chiau unitl lo str.ino rom.inzo d'una \'it.i sempre ondeggiante fra I.i tristez:u dcll.i \'eritl vera e il conforto di quella imagin.at.i e cicduta, si muove un.i folla vÌ\'J di personaggi indimcntica· bili, uomini e donne della forte m.iremm.i, tutti ritratti con quella ic.istic.aforza e insieme con quella c.1p.icit1 di t1.ishgurazione poctic.ache sono le doti peculiari di questo nostro grande narratore. A.MONDAD
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