ANNO lii • N. J • ROMA 21 GENNAIO 1939-XV/I 12 PAGINE UNA LIRA LA TERZA REPUBBLICA '•fil l< \ OPINIONE lat1pmcn1c diffu!a nel- ~ l,l ua.mpa francese, e negli stchi am- '>Ìcnti diplomatfr:i, che l'halia a,cssc " tt..i e non s.'\pcsse rassegnarsi ad una qu.1lsiasi dila:t:ionc dei e negoziati > che ,IH<'b~ro dovuto regolare le relazioni fr,t i due paesi. Si and:na anche dicendo che il , 1.u_;i;iu a Roma di Chambcrlain ;n 1t>bbc d.1to luo~o ad una nwdi:n·ionc. Di qui l'aff,rnno della diplomazia francese Juc sctti111,1nc fa, e il suo grande affacccndar>i, per 1",i1arc un quabia~i imcrHnto britannico ndlc questioni funco-italianc, per scon1ti11rarc una qualsiasi procedura che richiamasse c.omunquc quella di Monaco. l francc5i si sono imprcs~ionati a 1ono, si ~ono spa\"cntali prima del tempo e fuori misura. All'indomani dei colloqui di Roma, il Duce ha fatto sapere che non c'è pos10 pt·r media1.ioni, che ne11mno, da noi, ha mai invocato, dc,idcra10, comunque sollcçitato, i buoni uffici di ter.:i per liquidare qm·stioni p~r le quali l'ltali.i mmsoliniana po)sirdc lutti i tiloli giuridici e morali e la .forza ncces~.i.ria, o,·e occorra, per fore d.1 sè. Poi l'Italia non ha nessuna frella. La rn:1 saldezza alrinterno, al rip:1ro da qualsiasi vicenda parl:uncntare, la sua stessa posi1.ione intemazionalc, fondata sull'aue Roma-Ikrlino, le consentono qualsia~i at• ttsa Essa non ha nulla da temere dal tempo, che lavora per lei, in nessun caso contro di lei. Nelle attuali condiUoni dcll"Europa, fino alla vittoria nazionale in Spagna, nessuna sistcrn:u:ione può dirsi sicura e dure,ole. t per questo che l'Italia rimanda a miglior tempo un qualsia)Ì rcgolamt·nto dl'i suoi rapporti con la Francia, di cui è impossibile, allo siato delle cose, prevedere i modi e le proccdurc. :'\'on è un mistero che i francesi avrebbc_.ro preferito iniziare subito !(, trattati\'C, ndl'intcn10, quan10 mai illusorio, di abbinar/'." problemi e qucuioni, col sottin1cso di addi,·cnirc ad un qualsiasi compromesso, C'hc pcrmcnessc di « accon1en1are > l'Italia C'on poca spc~a e di favorire sonomano i hol~c, ichi di Spagn,, Fran<;oi) Poncct era \(•nuto a Roma P"r questo. Oo,rà, invece, aspcuarc. Dovrà a~pcttarc, perché i di1it1i dell'Italia derivanti da 1rauati non t,egui• 1i, ma M'tupre ,alidi, non comportano n~- suoa tran,azionc e, ,m·no ancora, una qualsi,,si intl'rfl'renLa con le co,e di Spagna. Si craua, conu.· il Fascismo ha sempre dichiarato, di Q\ICStioni diverse, di diversii.- ~ima origine-. Ve1so l'Italia la Francia ha obblighi cht· non furono mai osservati, impegni che tro,•ar10 la loro consacrazione in régolari tratlati. Si tratta, come ciascuno sa, d1 l'lvcdcre \'equilibrio mediterraneo, di sanzionare una situazione conforme alla nuova potenza dc-ll'ltalia imperiale. Sono più di vcnt",rnni che la f, ancia non fa onore alla propria parola e si sottrae con indegni sot• teifugi ai suoi doveri wrso l'l!alia. La sua malafede risale ai giorni del nostro intern·nto, che dovna decidere delle sorti della guerra, allo stesso modo che la nostra neutralità a..·c, a deciso della salvezza della Francia, per quanto il signor Tardieu non si vergogni di affermare che l'Ilalia in1er• ,,enne quando comprese che la Germania era llli:\ battuta. Sono, infatti, del maggio del 1915, quando il Patto di Londra era già uato sottoscritto, queste r:1ccomandazioni di Ockassé al princip(• Giorgio di Grecia: e Se entrai<' ~ubito ncll'allc;anza, noi faremo il pos~ibilc p<"r darvi anche le isole dd Do- <Hcane\o, che abbiamo promcs~ ali' Italia ;-;on "ogliamo che 1'[1alia si ingrar1di5<"a nel ~kditcrraneo. Riteniamo, inHcc, conformt• al nostro interesse l'ingrandnncnlo dt:lla Grnia >. Di natura dd tu'ilo din-r.sa è la questione spagnola. Qui, come proclamò so\cnm·mcn. te il Duce nel di~corso di Ceno,a, !"Italia ~i tro,a in assoluta, radicatissima antitc)i ,wi confronti della Francia. f\"'oi vogliamo la ,iuoria di Fianco, mentre a Parigi si \'uolc la vittoria dei rollli La decisione è rimessa alle r1rmi. L'Italia, C'he ha vinto il l.iol.sce,ismo in ca.sa propria, non può in nessun modo ammettere che il bolscevismo si insrnuri in Sp.1gna e d.:illa Spagna si propaghi nell'Europa occidentale e nei possedimenti africani. La sua azione in Spagna è un'azione di legittima difesa, che gio,•a, in ultima istanu., alla stessa civiltà oc<"identalc, Francia compresa. Per questo l'Italia ritirerà i suoi volontari solo qu:rndo saranno partiti dalla Spagna i volontari rechu:ui d:il Cominlun e solo quando sarà stato ri<'ono~ciuto a Franco quel diritto di l.iclliseran.ta, che è assurdo e ridicolo continuare a negargli. In ahrc par.t>le, solo quando franco avrà \ into definiti, amen le, o non ci sarà più dubbio alcuno sulla sua ,,iuoria finale e totale. Nessun compromt's~o, nessuna mcdiaziom.- su q0ucs10 tt'rrcno. Com'era da prevrdcrsi, la travo\genle avanzata di Franco verso I;\ \ittoria finale ha ridestato, ìn Francia, le corren1i dcll'intcn·entismo. ;-.;on sono più i soli sodalisti e I soli comunis1i a pretenderlo con le consuete intemperanze di linguaggio, ma gli stessi radicali, il parlito di Daladier. Si agitano i fnn1asmi della « sicureva > delle vie mediterranee, dclii.' comunicazioni ìmperiali. Si cerca di confe1i1e un senso e nazionale :t a quello che è 1rnramcntc- e semplicemente un aspetto della lotta ideologica contro il F:ucismo. Se è rosi, se sarà cosl, il fascismo non si ritrae da- \'anti a nesiuna eventualità. SPEDIZIONE IN ABB. POSfALE W~&l ~©(])ll~~Jl DEUAPITA.TAl "/r- ~SIEME con lo spettacolo di ~ Bwncantve cr,tno proit'ttate d,tl film Luct" alcun<' M:cm· prc,c al < a,tcllo di Agimont, re,iclen:r,a dd contt.• di Parigi nel Belgio. Il prcu.·ndcnte alla corona di Francia v,i appariva in qualità di giovane padre, muovendosi ar. camo alla sua sposa e ai suoi b,unhini. Per il pubblico romano quelle sccnt dovettero sembrare abba..,tanz.1 prive di significato 1 e molti si i.tranno chiesti perché mai, fr.1 il varo del solito piro,cafo e la <-0lit;t k!-ita campestre, ~i.1stata interpolata la visione di un !-.Ìgnon: di buona famiglia nella intimitiL Sarebbe stata divcr-...1l'impres- ,ionc di un pubblico fr.1nC:l.'SC? lo non credo. Decenni lunghi coll'l.Ci.ccoli ~- no ormai tr;l!-icorsida quando un problema dinastico era attuale in Fr,rncia e la Terza Repubblica app;1riva in malfcrm,1 ~alutc, a disagio nell:l ~u.1 fresca naturaliuazione nella storia del paese e ncllL· forme di governo di un'Eurcpa ..incora riblx>ndantcmcntc scttecentc~ca. Orni;-ii l.t repubblica ,i stt·ndc attr.t\·er- ~ due generazioni, e dai ricordi ..t.essi dei nonni svaniscono le ultime tc:itimonianzc di tempi divcr;;i, l'opera paziente dcli,\ M'.uola laica e del maestro elementare massone ha alterato piani e pros1x:ttive, e quello che potrebbe esSl'rc il rico~titm.•ntc ben dosato cd cffi. cacc dell'organi!-imo ;;t;ltalc francese, l'istituto monarchico con la ... ua auto• rità riconoscibile e le :iuc chtcv.c, appare oggi alla maggioranza immensa dei france,i un rimedio da e bo,rnes /emnus », come e..,..,jdicono. Eppure. quando :.i pcn..,i cos'è la Franci.t e cosa ,1vfebbc potuto es-3-CrC, quale bilancio di errori patenti e di catastrofi evitate per miracolo grava sul lungo governo di pala1,,zo Borbone, ::. quanto po<..a ~iJ, in Lr.>rnpcmo, I.i '-li<-\ parte di merito nei pur grandi ri,ultati raggiunti, per c-::tcmpio, 11cllc colonie e nella guena, d.l osteggiati e incomprc~i temperamenti di pionieri e di -.oldati, vien fauo di domandarsi se ve- . ramcntc il destino della Francia non "ia ~cgnato in quc:ita sua incapacità di ritrovare il suo passato e le leggi e i costumi che lo hanno prc:iidiato. Di tanto in tanto, l'Action f,ançai. se annuncia solcnnèmcnte: « .\lani/este de A1onseig11eur le due de GuiJe •· Una volta N.•polcone I I I pubblicava ,ul suo giornale ufficiale le protc:itt del conte di Chambord contro il !)uo governo i la repubblica non ha hi50gno nemmeno di quc-.ta cavallcre!>ica furberia: lx:n i>oohi lettori, sperduti nel ,uITragio uni,cr~••h:, hanno oggi le cn• cicliche di Giovanni I 11. Il conte di Parigi pubblica.. con lodevole zelo volumi C'hc tracciano pirini di co..,tituzioni corporative, ,i sforza di rnantencr~i ,ul pi.mo nazimulc ;_\)disopra dei pat.'- titi, ..cònfc ....m.. do quando occona i na1io11ali:itidi :-.1aurras, compie gc-sti patetici che aggiorn.tno Walter Scott al ,ecolo delle tra~\ olatc-, come allorché ha volato fino al C;\Stcllo di un ,;uo fedele per lanciare al pae)>t: il ,uo grido cli ,i.11.mnce il ,uo monito. Ma la repubblica, ~e pur l'a\'\'CrlC, -.cuole con un impc1cctt1bilc fn·m1to clall~, ::tpe..-.a epidermide la puntura dell'appello generoso, e contimu la su;\ ,t1.,da. Questo regime n.ito mak, ,otto il "cgno del compromc..,...a e ddl.1 colpcvoh: rivolta di fronte al nemico u ionf.1ntc. ;1ppare oggi. di..,crcditato e privo di prl',ligio com'è, uno dei nwno minarci.1ti del mondo. S'intende: di meno minacci,1ti dall'interno. Giatché l'enormt· q1untità di errori ;Htr;l\ c-r-.oi quali la democrnzia francese ha moltiplicato le ragioni della sua insicurezza all'e'>tcr110 e i pericoli che gr.i\'ano \Ullc sue frontiere, sono (ahimè per i francc:ii !} .1111pi,1.1ncntcompcn,ati 1wl \UO bilanrio dall'accurata dili~eiwa con la quaJr ~ono ,t.,ti c-limin;.tti i nemici interni dd rc~inw repubblicano. Oggi qur,;,to 1·cgi1m.'anonimo e impc:r,onale grm .1 ..ull.1 Franci:1 con un molle ;1bbraccio che nulla può sciogliere, gkKché ad uno .1d uno la repubblica ha eliminato tutti i ... cg:ni rappn·..,cntati\'i intorno ai qu.1li avrebbe potuto raccoglicn.i una fortun;1ta cd animosa oppo.,izione. li ha a, viluppati nell'intreccio di un gioco politico superficiale di intcres,;,i di camp.rnilc e di gruppo, ccl ha rc,;,o cer.,ì impo..-.ibilr, non ~ià un movimento di risco,s~l e di ripul..,1, m,1 il condcns;i.r,i di qu<•<;tomovimento intorno a un uomo dcci!.ivo. Barrès invocava la salvl'na: e Où que tu sois, axiomc ou prince des hommes... », contro il dis- ,olvcr,1 delle frcli intorno a lui. La rcpubb\ic,t con,cntc ormai di affcrm.usi anche all'a,;,:iioma o,tik: tanto sa be• ni:.sìmo chr il pri11a des liommcs non nasce nd clima invido ddl'Uguagli:mza, e, lui a~~entc, l':i,~ioma vi rc-.ta una compiaciuta escrcit.11.ione accademica. Eppure, quando l.1 repubblica è nata. i111men\c riM.'1-vca\'eva ancora la f"ranc-ia per oppor,;,i alla colìuzione del suo t·ostumc politico. Contro il mondo di :iinistra _che veniva su, le 11ouv~llescou• ~hes d1 Gambetta, ,1pp.uiva ancora, nnpc.nentc nella nobiltà delle :iue aini• che linee, la F1.rncia tr.1dizionaic, col 'IUO ,e,1so delle gerarchie e dell'auto• rità .. I diciotto anni di regime napole_o111coa\ cvano con-.crvato molto più d1 qu~nto ncn avc~scro corrotto in una •ocict.ì. ;il/a cui f.11na h;rnno fatto un danno ,propor,ion.ito le appar<:nzc della Parigi delle cocodettes e del duca cli ~tomy. La buronazia conservava ;1_11cora la rigida sagoma della primiti\ :l _forin.:1consolare. Il prefetto napokornco er,1 ,tato un grande ammini• :itratorc: wttrdttO agli intrighi locali, e me~so dominico » di un -.ovrano on• nipotentc e, all'interno dell'impero • ~ulato e giusto, ave, .t COl1!:>Crvatlo ,tile e la tradi~ione bonapartista al disopr.l del naufragio di Scdan, e come lui. tutta l.1 burocrazia, solida ossatura J)L'r uno Stato forte. L'cpi::tcop.:1toaveva.. .in~or:1 il :iuo prestigio antico 1 e 1111!101d11dcuon !)i ~chirravano docili al ce~no ddle ,uncti:itc pa,torali. I vecchi nomi ari,tocratici e borghcr,i a~,ev,1110ancora un seguito, l':unputa• zmne completa delle classi superiori dal corpo della 11,1zioncnon era stata ancora praticata, e un duca di Broglic, un duca Dec;1zc~ contrapponevano ancora, eol decoro dei loro nomi e ~'indiJ><:ndenza dei loro patrimoni 1 la 1mmagmc d('ll'uomo politico di vocazione e di devozione a qucll-• dell'uomo politico di profe~ionc. r..... I! cam• pa~ne, il g,•ntiluomo rurale, mai com• plet.1mc·ntc sradicato 11Cppurc da Ro. bespicrrc, aveva veduto rifiorirsi attorno. un.1 in.attesa popolarità nello ~m:lrnmento della !'IConfitta. E infine gli ufficiali dell'esercito non avevano ancora scambiato il senso formale della diiciplina per l'i:.tinto profondo dell'or.dinc, l'<l erano ancora orgogliosi di pl'mare che « l'appeJ au soldat » rimane l'ultima istanza delle società cond.111nate. Oucsto mondo era risolutamente contrario alla repubblica: per lo sgomento della leggenda giaC'obina rinfrc- ~c:na dalle giorn.ne dì luglio e dalla Comune, per antico affctt0 alla Ca'>a Reale, molli per fermo convincun<·nto che la forma rcpuhblii:ana non potl's- ~e essere .1datt.1 a un,1 grandc potenza m Europa. e La Repubblica .:t diceva il duca di Broglie, « è una so/ictà p~- riodirarnenH' decapitata », e Rcnan :.ospirava: e La pa'>:-Ìone rivoluliJnaria. mortale a llltti i popoli che nr <;ono ,t.1ti colti, h;i. pn·-..o la Francia t· la uccide. Il suo rhorgimcnto è ll~gato al "UO ritorno ali<· tr,\dizioni dalle quali ha v~luto !.epararsi >. U1 repuhf,!i.-· 1 .i.ppanva anrhc, col suo •111.pcttoborghe)e, col ~uo ,tilc tr:1..,.rndato, pc,ricolm,uncntc spoglia di pre..,tigio per di- :icutcrc da pari a pari con le « Coni europee>. come allora :ii diceva. La lotta ddla cultura e del buon '-Cnso contro il suffragio uni\'e~a.h· er,1 di per se ,tes"" cnunnemente difficile: tre o quattro battute ad effetto di Gambetta arri\'.wano più lontano di un'argomentazione pacata, confortat.1 dall'1·'>pcricrw:1,del duca di liroglic. in un.i ma ... ,a <li elettori che anc\1f.1 crcdc\'a al ritorno dei diritti feudaE 'Il' e i ,ignori • avl·~~ro vinto. Pure n:m <'ra di~pt'rat,1 : a renderl.1. tale, ci volk un malanno cs.,cnzialmrntc francc,r. Le cla,,i alte, co:itituite in oli"archi.i ,111.1te:.t.1 del loro partito, non° ,eppcro t:ont<'ncrc r,li i,tinti di indi,ciplina e di lrggcrez:,,a latenti nel genio 11azion,1k. La tradi~ionc loro rra di <;<-rvire. non di go\·ernarc. oss<'rv.1 Danicl Halévv : g<,,nnare, nel loro mondo er.1 fun~ionc: dPI re. Scm,1 que,;ta ftuida antica, 110n ::,eppcro organizzare altro che una Fronda sterile, C'0ntro la qua~ le I.i provvisoria di!:>ciplina dei partiti di sini,tra trionfò attraverso vicende che talvolta Sl'ppero di dramma tal'altra di commedia; e la rcpubhli~a nac• qm·, confu,:-imentc, nella loro costrrna,ionc un po' ridicola di aver sciupa• 10 lamcnte\'olmcntc tante pos,;ibilità. Per un poco ancora apparvero a pala1.- Z? Bor!>0nr c. al L~,,~mbur~? i signoii d1 ~Il aspetto ~ d1 hnguagg10 misura. to, 11 barone. d1 ~lackau, il conte dc :-.tun,_ col loro seguito, dietro le quin• tr. d1 generali e di vescovi; per un o_oc~ancora du:a1_n~ le elezioni si par• lo d1 destra e d1 :iin1stra, e le istruzioni telegrafiche del pretendente ai suoi CO• mitati influirono sulle sorti dei ballot-
ta~~i, Poi b retorica dcrnago~ica, il tono ",('mprc più alzato dl'lle voci democratiche, le promesse radicali. e sopr;_tllutto l'arma ben mano\•ratd del ta- ~lio delle circoscrizioni clcnorali combinato in modo da ,partire nelle masse d_i .sinistra le maggioranze ron'lervatrin. travolsero le ultime difese. La vecchia uffo:ialità disparve nel boulangismo e nell'affare Drcyfus, i proprietari terrieri si ritira,.ono fra il ]ocJ.t'y Club t· la conservatoria delle ipotc-chc, i vc- 'ìc.ovi e i parroci ripiegarono di fronte alla « milizia di centomila maestri clcment,ui » su~citata da Julcs Fcrry « per la difesa della repubblica e la riforma radicale dC'llo spirito francese». Allora si dischiuse, senza più freni, la dl'mocrazia nella forma repubblicana. Per di\trane i<' ma5.lic degli elettori d.1i problemi economici e sociali e dal ricordo delle promc~sc demagogiche di quando si stava all'opposizione, gli uomini di sini~tra ,;aliti al potere ass.1Jirono il clero, vc·cchio ncrnico tradizion,1le, con le leggi scola~tichc di Fcrry, poi con quelle sulle corporazioni religiose di Combcs. E per molto tempo l.t « repubblica laica» fu la meta proposta agli clcttc.ri, e ipnotizzandoli ,;;u quella, i piccoli borghe~i arrivi- ,ti riu..,civano a tcnC'rli abb.1,tanza di- ,tratti dalle rivendirnlioni sociali ed rronomiche dei prii)1i sociafoti. Fu quc-11.al'epoca d'oro della Terza Repubblica. Gli sc.mdali non la turbavano profondamente, e neppure i n.·..,idui delle rc.')istt'nzc di destra : n1..:mmcno il boulangi,mo, a distruggere il quale baMÒ in '>0!!itanzamodificare la lcg-gc elettorale :n modo da liCongiurar(' ogni po~-.ibilità di elezioni plebiscitarie intorno a un nome. Le dc\tre, del resto, « jouaient de m<1lheur > : dopo la carta Boulangcr, un generale romantico e parolaio, quella del proces'-O Dreyfu">. J .a n·puhblica u,civa da ogni crisi sempre più solida, non per virtù propria, ma perché ogni volta era apparsa più chiara la impossibilità di trovare non tanto un regime diver:-,0, ma la procedura per raggiungerlo. Forse essa ap• pagava un istinto nazionale, la pro• pensione all'in::,ulto, e come tale ri..,pondev:i o,curamcnte a una vocazione? La folla schierata al pa:;saggio del corteo del prc~idcntc appena eletto poteva vociferare: « Panama! > e insult~rc a piena gola il capo drllo Stato buttandogli in faccia le vicende o~cu• re dello scandalo finanziario nel quale era stato implicato. Alle cor~c di Auteuil il barone Chri~tiani, clubman distinto e membro della Lega dei patrioti, saliva sulla tribuna presidenziale e fra i fischi e i clamori della folla cleRant<· del «peso> sfondava con una bastonata il cilindro di Loubct. Al centro di Parigi, l'antisemita Guérin sfida- ,.-a autorità e polizia sostenendo un memorabile assedio nella sua abitazione di ruc dc Chabrol 1 rifornito dai monelli parigini sotto gli occhi delle guardie bonarie e poco convinte 1 in una strana atmosfera di uaudeuill'1 e di guerra civile. Tutto questo era scandalòso, ancora più ~andaloso dell'affare Panama con il suo contorno di assegni a vuoto, di giudici istruttori reticenti e compiac~nti e di cadaveri esumati per tardive autop~ie; ma in fin dei conti era forse quello che ci voleva P.er una capitale nerv05a che si era vista sfuggire un primato secolare: era fol")e !'accora!a e inconfessabile e inconfessata nostalgia di Luigi XIV a Vert>ailles che sospingeva la folla alla bravata piazzaiola contro i bravi signori che si succedevano all'Eli')co. ~\:r'nmeno la tragica fine di Sadi Carnot riusciva a conferire alla funzione presidenziale un poco di dignità drammatica. Ma a sera, tirando le ~ommc della giornata, poiché nulla di grave aveva minacciato i patrimoni, e la bile si era acquietata sf~- gamlo~i, si poteva ria.'isumcrc l'opposizione con le parole della duchi:-..sa di Uds: « Nous pre11ons riotre bien rn patie11ct: >. Il compito di m,111tcn(•rc.le i~tituzioni era facile, in sostanza, giudica Bainvillc, « nessuno, tranne. qual• che dottrin.trio senza importanza, tcnev.1 a di,truggcre uno stato di cose che offriva tante comodità e wnti a,pctti piacevoli: si voleva, sì, c.s.5cre radicaJi.socialisti, cioè un po' sociali- ~ti, ma -.cnz.t arrivare foto alla confo.,ca dei patrimoni e alla loro spanizionc ». I deputati erano ormai reclutati, come nella democrazia nordamericana, in una classe di specializzati, di profes• ,ionisti del parlamento e del partito che non avevano altra qualità che quella della loro posiz.ionc nel collegio l'lt·ttorale: politiciens de ca,rière, diceva Poincaré. Essi non facevano più parte della grande vita laboriosa del pae~. se non per i contatti e le .tran- ~;1zioni con i grandi capi ?elle 1ndu- \tric e ddlc banche, e per 11commer• do al minuto delle raccomandazioni. t quando si frcero aumentare l'indennità parlamentare, « la massa non tro- ,·ò. in fin dei conti, che essi fo~">c.·rpoagati troppo, d::t.ti i servizi particolari rc'ii 1x·r una specie di contratto stipu- !Jto fra gli elettori e gli eletti ». Ogni t..i.nto, è vero, scoppiavano, e non ;il figurato. le bombe : « A questo vostro <·oncerto di voci liete, ho voluto unire una voce più sonora, quella della dinamite», declamava Ravachol davan• ti ai giurati della Senna; ma il dinamitardo veniva decapitato nelle- con- ~urt<' forme,, e il numero di coloro che :wt'vano finito per credere all'appros- -.jmativa eccellenza dclia « Repubblica dei professori » continuava ad aumcn: :are. C'erano ancora delle inquietudini, e malgrado tutti gli argomenti che volevano far credere all'impossibilità della guerra, questa restava, specialmente dopo Agadir, il formidabile paragone LONDRA • INTERVALLO AL OOVENT GARDEN contro il quale, si diceva, la rcpubbli• ca avrebbe finito per fracassarsi. Marce! Scmbat riassumeva la questione in un libro che ebbe una diffusione rivelatrice dell'inquietudine sparsa nelle classi che leggono: « Faites un roi, sinori faites la paix >. Eppure, a tre mesi dallo scoppio della guerra, le elezioni del maggio 1914 diedero la vittoria precisamente ,l quei candidati ra. dicali e sociafoti che si erano pre~entati agli elettori con un programma antimilitarista : riduzione delle spese militari 1 « follia buona solo a provocare Guglielmo e ad arricchire i mcrcan• ti di cannoni », e abb.tndono della ferma triennale da poco laboriosamente ottenuta da Ilarthou. Se la guerra, scoppiando più tardi, avesse lasciato a questa Camera il tempo di lavorare secondo il suo program• ma, la Francia non avrebbe potuto esser salva. Poincaré, un uomo, tentò di frenare la corsa lungo la china dtlle esperienze ruinosc, ma i suoi ammonimenti sulla 11;ituazione diplomatica furono « accolti con derisione». Un'imprc,·idenz..1 euforica po~scdeva i parlamentari. L'ultimatum, e forse più an• cora la revolverata che uccise Jaurès, li wegliarono all'improvviso. Ch.e sa• rebbc successo se, prolungando anche in quell'ora suprema il rancore di Tunisi, gli alleati avessero attaccato da tutte e due le frontiere alpine quando l'esercito inglc,e cr.t ancora .li suoi « premiers ant-mille >? Sono i fran• ccsi stes'ii che defini~cono Ja· Marna e un miracolo». Ci volle un dittatore e Clémcnceau per due anni, prendendo il governo in pieno « Anno torbido >, fu un dittatore. Il personale politico che chiudeva gli occhi sugli atti di coloro che, « sediziosi oggi 1 potevano essere i padroni domani>, com<' in Ru,sia. fu convc11icntcmcntc epudto: come al fronte i plotoni di cM:cuzione, all'interno i mandati di cattura arrestarono lo ,faccio. Intorno ad alcuni nomi vag,mo ancor oggi mi')teriosc leggende giudiziarie: ~1.ilvy, Alméreyda, Le Bon,iet Ro11_1:e, un'aureola un po' arro~sata 1.1ggia intorno al « vi~o mongolo» di Clémenceau: ma nes,uno contesta che metà del merito di .:1ver permesso alla rrpubblica di superare la cri,;;i suprema della guerra s1>etta a lui. L'altra metà non va a nes~una persona; \'a anzi preci-.amentc a un'a..,senza di per- ~ona : per il suo particolare carattere la guerra. non aveva permesso che sorgc.-,se la tl'mibile figura del « Generale vittorioso». Tutti i paesi usciti dalla guerra celebrarono questo anonimato della guerrn con un rito nuovo, in uno stile so~ Jenne e primitivo. Solo a Parigi il corteo funebre del ~\iilite Ignoto, tran- <1uillizzantc protagonista, si sovraccaricò di un ornamento barocco: dopo l'affusto di cannone la folla reverente vedeva avanzarsi un carro funebre di prima classe con le sue pariglie im~ pennacchiate, il suo cocchiere in tricorno, le sue colonnine doriche verniciate di nero cd oro. E allora si ricordava improvvisamente con disag-io che in quel carro era po~to il cuore di Gambetta, da trasportare al Pantheon della Patria. Questa presenza faceva della "Celebrazione nazionale una solennità democratica, un rito civile delle sinistre, e riaffermava, con poco gusto, ma con molta efficacia, che quc- ~te intendevano imerirc ndla continuità repubblicana la Vittoria, ottenuta da tutto quello che era rimastù di 11011 repubblicano nelle istituzioni e nc-ll'educazione. Nulla fu cambiato nel regime alla luce delle esperienze tragiche della guerra, quando la catastrofe era sembrata imminente e palesi le cause anti("hc che la provocavano. li regime si vendicò di Clémcnccau scartandolo dalla presidenza della repubblica e preferendogli il -,ignor Dcschanel, repubblicano vestito con gmto che presic-• dendo la Camera domandava al deputato 13oni dc Castellane dove avc~c comprato la ~ua cravatta. Clémrnccau all'Elisco avr('bbc portato qu.1lche mutamçnto profondo nella pra'-.Si del regime, o si ~arcbbe, vecchio tigre di serraglio, amm.rnsato nelle c~i• bizioni in pubblico e nella placida sicure;,za della lista civile? Chi lo sa: « era un'c~pcricnza da tentare e la repubblica non ha o'ìato: ha 3\'Uto p,tu· ra di un'individualità». Più t:1rdi. contro un tcnrntivo di intervento pcrç,onale di ~,fillcrand, il cartello oppose una nuova forma di ~ciopcro, lo sciopero dei ministri, per costringere il capo dello Stato a dimcttcr,;;i 1>er ordine di una maggiora1n,1 JJ.\rbmentarc. Proprio mentre in tutto il mondo si risvegliava l'ic;tinto dell'autorità, la Francia si ,forzava di mortificarlo quanto più c1-.1possibile. Dove ~i andava a finire? Cli scand.tli che avevano accompagnata la repubhlic.i fin dal suo na-..ccrc culminavano in quello famoso di Sta\'isky. La polizia stessa era implicata in tutto quello che di sordido avviluppava il paese-. Per la prima \'Olta in tutta la 1>toria delle lotte politiche dclb repubblica, nelle quali si era molto gridato e molto ba~tonato, ma nulla di grave era mai \UCC<'~o,la truppa sparò sulla folla ostile al mini~tero e ai deputati, Si parlò, ccn il linguaggio dei tempi eroici, di « giornata del 6 febbraio>, e ,i proclamò che la misura era colma; i1wcce la ~iornata non ebbe domani, gli stessi uomini rimasero in sostanz,1 nelle stesse posizioni, spostandosi appena il ncce:-.Sario per non e:;'>Crcpresi in pieno dalla vent.lla presto quieta della indignazione popolare. Pure la impos:-iibilità di continuare in quel modo diventava ormai evidente. L'instabilità ministeriale, tollerabile nell'Europa di prima della guar.:i dove il gioco diplomatico 1;j svolgeva lentamente, e le « sorprc,;;e » avveniva• no ogni quinquennio, diventava as::,ur• da quando tutt'intorno i vicini si costituivano in regimi impassibili. La ncces~ità di una rcvi-,ionc della co'-lituzionc in senso antiparlarncntarc riconosciuta ovunque, trovò finalm~nte il suo autorevole propugnatore nel ministro Doumcrgue, uomo consolare dell,i repubblica. BrevC' tpi~io: con uno stile placido e borghese, parlando alla radio dalla sua biblioteca, chiamando gli ascoltatori « amici miei>, Gaston Doumergue perorò, av\'ocato mellifluo, b causa dell'autorità. Le sue propo~te erano miti, qualche co,;;a come di :irmarc il potere esecutivo della possibilità di sciogliere la Camera, ma sembrarono ai deputati del Cartello rC'azionaric come le ordinanze di Polignac, e Doumergue si ritirò a Tourncvillr fra le sue vigne, pre\'edendo tempi mortali per la repubblica. Il parlamcnt.trismo ha ~confitto co,ì il revisionismo legale. 1e può temere un altro, violento, dall'c...rcrno del regime? La 5toria malinconica del movi• mento c.1pitanato dal colonnello La Rocquc ra..,sicur.1 gli apprcn~ivi: come fuochi di artificio sciupati dall'umidità1 le croci di fuoco scoppiettano qua e là senza accendersi mai. E quanto ai camclots du roi, h;_mno mai fatto un,, spc-di1ionc in un sobborgo po1>0larc p<'r (trappare e bruciare una bandier.1 ro..,. S<.l?Non credo: c~si scrivono, essi kg- _gono, C'Ssisfilano anche a pas11;0cadcn~ zato ... ; ma le loro ~aie di redazione, dice uno che è ~tato dei loro, Bc·rna. no,;;. s,rnno di rinchiu~ e di stantio. Quc,t:1 inatt.1cc:"1bilità ddla repubblica, questa 5ua garanzia di durata illi- ~n:~~~~nz~ ~~~~ 1 F~a1~~i~scctl~e7 1 fra~~~j pt-r primi lamentano? Chi lo sa! Si vorrebbe poter augurare a <1ucsto vecchio popolo di ritrov.1re, prima che sia troppo tardi, il gr;rndc risolutore di t.quivoci: ll)a :\lazz\irino diceva: e Sono i francesi stcs-.i che mi danno preoccupazione, comportandosi in modo che sc.mbra ch'c~5i vogliano il di">ordine a qualunque prezzo». MANLIO LUPINACCI fl E QUE~J IONI, nelle quali la politica l.!:J del no.st,o paese è direttamente itn• pcgnata, vengono trattate di solito nella prima pagina di questo giornal!" Questa rubrica ,iene, perciò, ad a,erc un carattere complementare, e perciò, in essa, esponiamo spesso problemi lontani, ai quali la .steua stampa quotidiana dedica non molta allenzione e non molto spazio. Qualchl' settimana fa i giornali hanno annunciato le dimissioni del Consiglio dei ministri giappoues.c presieduto dal principe Konoye e la fonnazione del nuovo Gabinetto prc.1ieduto dal barone Hiranuma; ma nori sono stati molto larghi di spiegazioni. Poiché il Gabinetto Konoye a,e,a fino,a condo110 con abilità e con successo la cam• pagna cinese, le ragioni e il significato della crisi saranno riusciti piuttosto oscuri a una gran parte del nostro pubblico. Cerchiamo, perciò, queu'ot,gi, di raecoglie,e qualche elemento che possa rcnderc più intelligibili gli .sviluppi recenti della politica giapponese, valendoci di fonti non sospNte e cioè prevalentcmente giapponesi o tcdciche. Prima di tutto il problema militare. La guerra in Cina, nel linguaggio dei circoli ufficiali giapponesi, è chiamata ancora oggi e l'incidente cinese >. Ciò non toglie che questo e incidente> si.1 il rauorc dominan. tc. non solo della politica giapponese, ma di tutta la politica asiatica. Alla campagna giapponese in Cina, dunque, la F,ankfiirte, ,{eitung del ~o dicl"mbre dedicò un editoriale chiaro e perspicace. Il tiornale comi11cia,•a col chiedersi e se i giapponesi, dopo a,er riportato i gran. di succcs~i della presa di Canton e di Hankow, continueranno la loro avanzata; il qual partito avrebbe la conseguenza di trascinare i loro eserciti ancora più loniano nell'interno della Cina, di allungar<' le lince di comuni('azione e di costare infinitamente più caro in uomini, ma1crie prime e dcn.-ro; o se, in,ccc, non sceglieranno di arre.stare provvi~1iamentc la loro offen~h•a; il eh<' permett<'rebbc di edificare una Cina nuova, dietl'O il baluardo dell'cu:1cito giapponese. e Una .simile strategia sarebbe diretta ad esaurire l'avvt'r.sario. In Europa n(m si sa ,e la 1os1a nelle operazioni, di queste ultime sc11imane, significhi che lo Stato ~taggiore giapponeM.: abbia scelto questa stratc• gia o se esso, invece, uia raccogliendo le forze p~•, poi fare nuovi ba!zi decisi, i in avauti. e Quello che è sicuro è che tutto il problema militare giapponese ha asiunto da alcuni giorni un ;ispetlo nuo,o. Nuovi in• tcreuati sono inter\'enuti, senza forc ru• more, IK'nza mJnifestazioni bellicose: solo i ministt·i delle finanze hanno parlato; ma i generali sono stati ad a-.coltarc attentamente. Cli Stati antlosa.ssoni hanno sempre sentito che la guerra in Cina li intcr-essava in grado estremo; ma, fino ad oggi, la loro stampa si era limitai.a a scagliare contro i giapponesi .accuse morali, e i loro governi, all'infuori dì proteste di amicizia, non a"e"ano fatto niente per la Cina. « Per la prima , olta, es.si hanno abb.an. donato qucsto atteggiamento. Gli americani hanno conce'50 un prestito ai cinesi e gli inglesi si preparano a (are altrettanto. l.,e somme di cui si tratta, a dire il \·ero, non sono grandissime: una guerra mod -rna le inghiotte in qualche settimana, anche in Estrt"mo Oriente. E, del resto, ditte americane e australiane continuano a fornire materiale di guerra all'ese~ito giapponese. e Per l'awenire della campagna milita• re, sarebbc interessante sa.pere se questi pre11iti costituiscono una misura iso!ata o se, im·cce, saranno l'inizio di un aiuto alla Cina più efficace di quello che finora le è stato prestato. In ogni modo, Tokio segue molto attcntamcz;tte C']uestc con\'ersazioni. Se i prestiti continuano, se, per conseguenza, gli anglosa,soni prendono la responsabilità delle finanze di Ciang Kai Scek e gli forniscono- matcriale di guerr.i, lo Stato ~laggiore giapponese si tro,erà di fronte a una situazione nuo\'a. Allora i panigiani della strategia di esaurimento per. deranno terreno e, invece di logorare la resistenza cinrse, bi$0gnerà distruggerla ,. Il n dicembre il principe Konoye fece alcune dichiarai.ioni, molto importanti e moho abili, sulla politica che il suo mini• stero intendeva perseguire in Cina. Le riassumiamo brevemente: 1) Il C , .,ion-e. la Cina e il ~1anciukuo !ò'lr.anno uniti nello K"opo di stabilire in comune un « "ordine nuo,·o ,. in Asia oriemaJc •• e uniti nella difou contro il comunismo e nella cooperazione ncc<'ssaria per raggiungere questi Kopi. ~) La Cina dc\C abbandonare e la follia ddl'anrinipponismo »; de,c collaborare col Giappone e concludere con esso un accordo anticomintcrn, 5ul tipo di qul"llo nippo-tcdcsco-italiano. 11 Giappone domanda che le sue truppe restino in alcune zone cinesi da dcfii1irc, allo scopo di assicurare l'csccuzione del suo piano. 3) Nel campo economico, « il Giappone non ha alcuna intt'nzionc di Cst'rcitare un monopolio economico, né di domandare alla Cina di limi1arc i diriui delle terze potenze,, che abbiano capito il senso ddla nuova Asi.1. o,ientalc e abbiano conformato ad esso la loro condolrn. Il Giappone cerca unicamente di rendt'rt cffe1tiva la collaborazione dei due paesi... « Non domanda cessioni tcrri10.-iali, né indl'1111ità, ma sohant 0 un minimo di garanzie nt"ccss.'\rio per assicu• rare l'adempimento da parte della Cina del suo compito di partecipare alla is1ituzio1w ddl'c ordine nuovo>. Il Giappone rispetta la sovranità della Cina e la aiuterà a liberarsi della extraterritorialìtà, dei settlonous, ccc. Queste dichiarazioni presentavano la politica e i propositi giapponesi nel modo più ,,ccettabile, se non più seducente, per i ci. nesi. Ciò nonostante, non ebbero gli effetti che ~e ne attcnde~·ano. Wang Ching Wci rimase un isola10 e fu sconfessato dal partito nazionalista cinese. Trentacinque gencrali cinesi telegrafarono a Ciang Kai Scek dic-hia1andosi risoluti a combattere e a re• si.ctl"rC. Il principe Konoyc fece quelle dichiarazioni, ,ipctiamo, il 22 dicembre. Due settimanc dopo (esa1tamentc il 4 gennaio) si è dime.sso. Da ciò i circoli cinesi di Ciung King hanno creduto di dedurre che la causa della caduta del ministero Konoyc fosse nato il fallimento della sua e offensiva pacìfista >. Questa interpretazione è arbitra• na. La spiegazione delle dimissioni dd Gabinetto e della scelta dd nuovo presidente del Comiglio è nella nota che lo stesso principe Konoye distdbuì alla stampa al mo• mento di lasciare il potere: almeno per chi, in essa, sappia leggere tra 1-e righe c. Fu poco dopo che io assunsi il potere, nel giugno 1{>37 >, così si leggeva nella detta nota, e che scoppiò l'incidente di Cina. Poiché questo incidente diventò s,,.mpre più serio e la situazione estera 5empre pitl compleua, io temei spesso di essere inforiore al mio compito; ma la gravità delle circostanze non ha pennesso, fino ad oggi, un cambiamento di Gabir.etto. ._ Tuttavia l'affare cinese è ora entrato in una nuo~•a fase. t ,enuto il momento per il governo di concentrare tutti gli sfor1i nella coSlruzione di un "ordine nuo,o ", che consacri una pace dure\'Ole in Estremo 01 iente. La politica fondamentale del governo imperiale riguardo all'affare cinese è ora stabilita cd è app1-o,ata dall'imperatore. Essendo così liberato da questa grave responsabilità, io sono persuaso che le mie rapacità sono troppo modeste per permet• tere la continuazione del mio compito. Perciò ho prest"ntato le dimissioni del Ga• binetto >. Come den: essere interpretato quelitO dorumen10? Bisogna premettere che da parecchio tempo le ahe sfere militari e i circoli politici di estrema destra non nano del tutto soddisfatti del principe Konoye e della sua politica. In particolare gli rimprovera\·ano: 1) di non avere distrutto quello c-he resta dei partiti politici e di non a\'cre costituito un pani10 nazionale unico, sul 1ipo del Partito Fascista italiano o del Partito Nazionalsocialista tedesco; 2) di non essere sta• 10 abbastanza duro cd ("r\i:rgico di fronte JIJ'U.R.S.S.; 3) di essere stato t1oppo conciliante di fronte alfa Gran 81ctagna, all'Ainerica e alla Francia. Per altro, questi critici del principe non a,t'vano o~ato finora a11accarlo per la grande popolarità di cui egli gode in tutti g~ ambienti, e per la sua altissima posizione personale. (t noto che la ca!a dei Fugiwara, alla quale egli appartiene, è, delle Cinque Case Subiimi, quella che ha dato più imperatrici al Giappone, e l'imperatore stesso è, per sangue, pre,alentcmen1e un Fugiwara). Ma poiché la ca'Tlpagna militare in Cina è oggi con!idcrata ('Ome •.1nuahn("nte finita, i dirigenti militari hanno preso po~izione più risolu1amcnte per il programma che , .1 tempo andavano annunziando. Questo programma può essere riassunto come segue.: 1) Nel campo della politica estera: maniera fone in tutto e contro tutti; U.R.S.S., .'\merica, Inghilterra; soppressione dei pri- \ ilcgi delle terze potenze in Cina; soppressione dell'open door e eliminationc delle potenze rivali dal mercato cinese. 2) Nel campo della politica interna: terminata la parte militare dell'inten·ento in Cina, cominci.a la parte costrutti\a, e in questo nuovo compito il Giappone de"c concentrare tutte le sue for1e e tulle le sue risors,.;: quindi la neccuità di organizzare il paese su ba~i to1alitarie. Il principe Konoye, dichiarando di non 11.vcre la capacità necessaria per poter continuare ad adempiere il suo compito nella nuova fase in n1i è entrato l'« affare> cinese, evidcntemen1e intendeva dire che non si senti\a in grado di assumer.si la responsabilità di attuare una delle due parti di questo programma o più probabilmente nessuna delle due. Il suo successore, il barone lliranuma, di• scende da una antica famiglia di samurai di Tsuyama nel diparlimento di Okayama. Ha 72 anni. Studiò diriuo all'università di Tokio, poi entrò in magistratura e, nel 1906, diventò direttore degli affari civili e pl"nali al ministero della Giustizia. ;\'cl 1923, di ritorno da un viaggio in Europa e in America., diventò viceministro del Gabinetto Saionji e poi ministro della Giustizia. Fu nominato membro della Camera alta e, ne! 1936, \ iccpn::sidentc di es,a. I mutamenti, che si sono fatti, di titolari di alcuni mini~teri non hanno grande in•portanza. 1 ministri degli Esteri, della Guerra, della Marina sono gli s1essi del Ca. binetto precedente; il portafogli dell'Interno è toccato al principe Kido, che è il migliore amico di Konoye ; e lo ste~so principe Konoye è rima$to come ministro senza por1:ifogli. I:., dunque, soltanto la personalità del nu0\0 Pri1110Ministro che dà la spicgazione del mutamento. Si rili<'nc c-he egli .sia l'uomo di fiducia dei circoli militari e dt'i gruppi a tendenze fasci~te. Peraltro i due partiti sono stati ill\ itati a partecipare al bOvcrno. Sembra, in sostanza, che si debba pre"edere: 1) una politica e~tera giappon('SC ancora più dura e risoluta che in passato, soprattutto per quanto riguarda la eliminazione delle potenze ri, a.lì dal mercato cin06C ; 2) un acceleramento nd processo di trasfo.rmazionc del Giappone in senso totaliRICCIARl)ETTO \ 11 Am Ili • 11. 3 · 21 :mio 1939-nn OMNIBUS SETTlMANALEDI A'l"l'UALITA I POLITIOA E LETTERARIA Il ESCIELSABA=T=O=I=N=•=•=·•=·=· I Ita..l:im!e!:~!o~~2~ m~1!re L2.2 1il Eauiro I a.nno L, 70, HmNtNI L, 36 I OGNI NUMERO UNA LIB& I !hno•oriul, dlHgnl e rowgntìe, 1Dohl H non pnbbllcati1 noo ai ~nh11i1cono, Dlrnl.oa1: Roma • Pi111adella Pllotl&, 3 Telefono N. 66,470 .&m..mJ11latrufone: Milano • Plana Culo Erba, 6 Telefono N, 24,808 PubbUdii: Pu milllmttto di aluiua, bue una oolonn11 i·n!~!i;j~g8~~!1~\:' 1f T:\:rB2;o~98i Parigi, ~6. Rt11d11FanbourgSa!nt--Honoré
Nizza., gennaio. • I CONTANO a milioni gli esuli che vivono su\ suolo francese. L'argomento ha ~ fornito, per anni cd anni, un gran lavoro ai giornalisti che amano le inchieste; l'immenso dramma dell'emigrazione è stato sfruttato in non so quanti volumi, e c'è sempre qualcosa di nuovo da dire e da scrivere, anche perché da qualche tempo in qua non meno di due volte l'anno nuove masse di emigrati politici premono alle fronticrc della Francia. Quella dei russi bianchi fu addirittura gigantesca, molto meno nume- Gabricl Rochard dell'Accademia, presirosa ma sensazionale fu l'emigrazio- dente degli "Amici della Georgia"; io ne provocata dalla rivoluzione hitle- ne sono il delegato per le Alpi Maritriana, la terza emigrazione chiassosa time; se vi interessa vi farò nominare ha avuto origine dalla guerra civile membro onorario>. spagnola. e Non ho parole per ringraziarvi ». L'inferno dei fuorusciti è la tenta- Siamo giunti a casa sua, nel centro colare Parigi con il suo clima durissi- di Nizza; è una bottega che porta mo e le enormi difficoltà per il pane l'insegna : e Al candore della Gcor• quotidiano; il purgatorio è la triste e gia >. li nostro esule lava e stira la sconfinata ba11lieue parigina, fredda e biancheria dei russi bianchi e dei tuvuota ma calma, silenziosa e propizia risti; anche così ha trovato modo di al sonno j il paradiso è la Costa Azzurra, e particolarmente Nizza. esaltare le virtù della sua patria op• I fuorusciti che vivono a Nizza sono pr~~lti miei compatrioti >, mi dice, i più strani, i più bizzarri fra tutti i e hanno scelto il mestiere di autista o fuorusciti che ospita la Francia: quel- di cameriere, io ho preferito far lo stili che al caffè rovesciano un regime in • r 1 • fi r poche ore di discussione. I russi bian• ratorc, mia mog_te ava_, mia g 1a v~ chi sono, e sarebbe superfluo dirlo, i a . cc~ca_r I~ . biancheria SJ>;Orca_dai più divertenti. Sarà il sole, sarà il ma• ,,.chenu, io dingo i sono vent anm che re, sarà il tepore primaverile che in• ho messo su questa bottega, ero colonfonde tanto ottimismo, fatto sta che se nello e deputato, ho fatto la grand~ c'.1cdete loro quando avrà fine la <lit- guerra,_ h~ combattuto anche contro i tatura rossa vi risponderanno : bolsccv1ch1, ~ue volte condannato. a e Con certezza matematica, è ormai m?rte, caro signor~, due volt~ so_n_nu• una questione di giorni >. sc~t~ _a s:3l_var I~ r:n 1a pelle e_ 1 _m1e1ru• Questione di giorni è per gli ebrei bli • ~ miei _rubli h ho_~~ttatt via a Cotedeschi il tracollo del nazismo, que• Slantmopoh e a Pangi , c_hc volete, .a stione di giorni è per gli spagnoli re• quel tempo eravamo ecru eh~ Lc~m pubblicani la sconfitta definitiva di e ~rotzki e tutta la ~anda ~!vo!~z10: Franco. Che i fuorusciti siano austria- nana non avrcb~ro tenuto p1u d1 ci, bulgari, ungheresi, turchi, greci, u~ an~o, al, mas_s,mo un anno, e sono portoghesi, cubani, brasiliani o di al- piu. di vent ~nm. che d_ura; _alla_fine tra nazionalità tutti sono fermamente abbiamo deciso d1 organ1zzarc1 noi tut• convinti che ii regime che domina il ti georgiani in esil_io e di passare ~l loro paese ha i giorni contati; han contrat_tac~o per ridare. all~ Gcorg1:"" quindi le valige pronte e, se non è I~ sua. ind1p.endenz~. ~talm_ c1 ha t:ad1oggi domani certamente s'immagina- t1 e c1 ha 1mbroghat1; lui, georgiano, no di poter ritornare in patria. h_aosato distrugg~re la civiltà _millcnaQucl montenegrino che tutto il gior- na della sua patna facendola invadere 110 gioca a carte ha fede cicca ncll'im- dai mercenari sovietici e riducendola mincnte resurrezione del suo piccoli.s- a una semplice provincia dell'U.R.S.S .. -.imo· regno, cd afferma: . Una_ provinci~, la '?corgia ! Ecco i! vee L'eterno e glorioso Montenegro n- ro ritratto d1 Stalin >, esclama I esusorgcrà fra breve dalle sue .sanguinan• le, m?5trandomi u~a illustrazione del· ti cd eroiche ceneri ». la Rucossa georgiana: lo zar rosso, e E come? > gli chiedo con il più brutto come il demonio, assassina alle vivo interesse. spalle la sua vecchia madre. Un altro e Questi sono fatti che non vi ri• disegno rappresenta Stalin come un guardano>, mi risponde, e mi doman- dragone che sputa fuoco, abbattuto da da a sua volta: un nobile cavaliere georgiano: e Chi e Leggete i giornali?». di spada ferisce di sp'ada perisce>. e Sì >. e Siamo per fortuna alla fine di que- « Seguite gli avvenimenti tutti i gior- sto incubo">, conclude il georgiano, ni e una di q4este mattine ne ripar- « ormai non è che una questione di lcremo >. giorni, lo smembramento dcll'U.R.S.S. Così dicendo il montenegrino ripiglia è già cominciato e una di queste mata giocare a carte con una violcm.a che tine di colpo sarà il crollo totale>. è il riflesso dei suoi desideri. Impo:isi- La moglie lo ascolta tristemente e bile sapere di più, e tanto meno oserei continua a stirare accanto a un perfido guardarlo ancora un istante nei suoi fuoco che lentamente la consuma, è occhietti neri e minacciosi. magra e curva, e spesso, povera don- « E: un povero illuso quel montene• na, tossisce; è fine e gentile, il suo sorgrino>, commenta a bas~ voce un riso è profondamente dolce e amaro; fuoruscito georgiano che ha una gran sarà vero che appartiene a una nobivoglia di parlarmi del suo ideale con- issima famiglia georgiana dispersa dal trastato. « Conoscete la Georgia? Sa• ciclone bolscevico, ma vaghe tracce pctc dov'è la martire Georgia? >. rimangono ormai della sua innatz. ari- « Sì e no :t, gli rispondo. stocrazia. e E potreste dcdicanni me7.z'ora del- e E voi, signora, che ne dite?> le la vostra giornata? >. chiedo. e Per far che? ». La languida stiratrice leva i suoi e Venite, vi dirò, ho da darvi l'ar- grandi occhi stanchi e mi guarda con ~omento di un "formidabile" articolo; una pena infinita; d'un filo di voce che quando Io pubblicherete avrà una ri- vien fuori dai polmoni bruciati, mi percussione mondiale; in questi giorni dice: nei giornali non .si parla che della e lo so soltanto che aspetto da venti Georgia. Conoscete la grande rivista anni e che non rivedrò mai più la mia che si pubblica 0$ni tre mesi a Parigi, bella Georgia; forse mia figlia ci rifa Riscossa georgiana? >. tornerà, ma io... >. / <No>. <Stupida>, esclama il marito, e tu < Ve ne farò leggere un numero, mi non capisci nulla di politica; stira, i;;tupiscc che non la conosciate;. abbia• ,;tira! >. mo fra i principali collaboratori Jean e Stiro, ,;;tiro>, ,;o,pir.1 la donna, abl'RANOE M'ILITATREt 11La raun l la Ttrt. ,lt& dell'uomo", (Garibaldi) bassando la testa fino quasi a toccare il ferro caldo col naso. Intanto il georgiano timbra una cin• quantina di fazzoletti stirati. « l mic.-i clienti >, mi dice, e quando si soffieranno il naso guarderanno questo timbro e leggeranno: Libera Georgia ; caro signore, anche questa è propaganda, anche questa propaganda ha la sua efficacia : io timbro tutta la ~ianchcria che mi passa per le mani, timbro le calzette, le camicie, i faz.zoJctti, i colletti, i polsini, le mutande, le maglie e perfino i reggipetto e le lcn2uola dei miei clienti ; verrà un giorno che un fazzoletto che porta il timbro della Libera Georgia avrà un valore inestimabile>. La figlia, che è una bella ragazza di sedici anni cd è nata sulla Costa Azzurra, non prende sul serio l'ideale del padre, non parla che francese e quan- ~~J:i:a~llontanarsi dalla bottega è fe- < E voi, signorina>, le chiedo, e che ne dite?». e Per mc>, mi risponde, e fa lo stesso~ _io mi trovo bene dovunque, e la politica non mi dice nulla». e Non avete alcun desiderio di conoscere la patria dei vostri genitori? ». e Bah! ... >. e Ed ora usciamo>, conclude il georgiano, dopo di aver riempito le tasche di opuscoli di propaganda, e la giornata è splendida, approfittiamo per andare al mare>. . Nella botte~a umida. e senza sole, la signora conunua a stirare; anche la ragazza è uscita (ma per conto suo), cd eccoci sulla spiaggia. « Un po' di riposo di tanto in tanto fa bene>, riprende il fuoruscito, CO· mc se avesse l'abitudine di lavorare; « quando voglio distrarmi vado al ma• re e mc ne sto giornate intere con la pancia al sole; mia figlia viene a portarmi da mangiare, e rincaso la sera ; dopo una giornata di sole e di mare, dormo beatamente e la mattina mi sveglio ritemprato; non c'è nulla di più snervante de.Ila politica, la politica logora come il più potente degli acidi, mia moglie non arriva a capirlo e spc,- so o.sa darmi del fannullone, io la metto a posto subito, ci ho le mani dure, niente sentimentalismi, niente de• bolczze, altrimenti non si arriva j ho cinquant'anni, ma.1 come vedete, mi porto come un atleta, non mi faccio mai cattivo sangue, mangio di buon appetito; sono, insomma, quel che si dice un predestinato. Stalin lo sa e perciò mi odia a morte, non fa che parlar di mc tutto il giorno, paghe• rebbc qualsiasi ,,;;ç,mmaper aver la mia testa o per avermi suo collaboratore; io non accetto alcun compromesso, so· prattulto ora che la terra gli trema sotto i piedi ... >. Gli occhi del georgiano brillano sinistramente come di c-brezza e di ferocia insieme, si dircb• be che abbia già la vittoria in pugno; poi, improvviso, ha un senso di nausea. e Ed ora bassa con la politica>, esclama, e facciamo un bagno! >. e Io no>, gli rispondo, « per tutto l'o~o del mondo non mi bagno in gennaio>. e Ma l'acqua è calda >, grida lui già nuotando come un forsennato, e spogliatevi! >. Lo spetta.colo che dà quest'uomo in mare è davvero eccezionale, centinaia di persone stanno a guardarlo, e lui fiero non sa più che fare di stravagan• ze di uomo-~sce per suscitare un più grande entusiasmo nella folla che ripete: e e un matto, è un matto ... >. Il georgiano ritorna a terra, gonfio come un pavone, cd ora esibisce le sue qualità di tenore. La folla si disperde la.sciandogli addosso un ultimo sguardo di disprczro, soltanto lui non St; f1c accorge e ha l'aria di voler dire: e La vita è bella sulla Costa Azzurra ed io sono un uomo straordinario! >. Il sole è andato via. 11 georgiano rincasa. Nella sua bottega ritroviamo la moglie come l'avevamo lasciata, più stanca ancora e col ferro da stiro in mano. e Ho una fame da lupo >, fa il marito, e rivolgendosi alla sua donna : e Che c'è di pronto? Katiucka, a tavola!>. < Non mi va di mangiare >1 mormora la stiratrice, e i raggi di un lume a petrolio mi additano i suoi occhi umidi di lacrime. Il primo grande ballo della stagione ha avuto luogo, alcune sere or sono, nel salone di un magnifico albergo; è il preludio alle sfarzose frste del Car• nevale di Nizza. Un amico mi illustra ad uno ad uno gli invitati alla memorabile soirée danzante: aristocratici russi, tedeschi, austriaci, spagnoli, turchi, e quasi tutti son fuorusciti che si fanno del loro esilio, volontario o no, un motivo di charme; se non ballano conversano volentieri di politica : i ru~si parlano come i tedeschi, gli aus~naci come i turchi e come gli spagnoli: tutti prevedono imminente il crollo di tutti i regimi dittatorialì, in una sola volta, e tutti han l'aria di voler dire: e Divertiamoci fin che c'è tempo, questo può essere l'ultimo nostro ballo sulla Costa Azzurra, dopo di che saremo costretti a rientrare nel nostro paese, a ripigliare il nostro posto di comando>. Sono convinti che i popoli li aspettano ansiosamente, che senza di loro non si può andare avanti. La Spagna, per esempio, una volta pacificata, e anche prima, potrà fare a meno dall'invocare il seducente Juanito? Quel grosso signore .sdraiato sulla poltrona, dietro di mc, è appunto il nobilissimo papà di Juanito j da circa un'ora non fa che parlare delle eccezionali doti politiche del figlio, del « genio politico di Juanito > destinato a.I più luminoso avvenire: « La Spagna governata da J uanito ritornerà al suo antico splendore, anzi a uno splendore ancora più grande perohé Juanito ha concezioni nuovis• sime della vita sociale, è un uomo impeccabilmente moderno, sportivo, bel101 è un dio del sauoir /aire diplomatico. Bisogna leggere le lettere che gli inviano i suoi camerati che combatto• no nell'esercito nazionalC, lettere tra• boccanti di amore e di ammirazione : tutti lo esortano a rientrare in Spagna, Juanito è costretto a gettare un po' di acqua nel fuoco del loro entusiasmo e ~crivc: "Non è ancora giunto il momento", perché Juanito sa c1uel che fa, ha b. testa sulle spalle, anche con noi parla poco, con frasi incisive, lapidarie, secché, ma piene di significato: "Non è ancora giunto il momento", e se insistiamo, ci manda al diavolo con una sola parola: "Caramba.'". Ho fede in lui, gli si legge in fronte che è nato caudillo, che ha un'aquila al posto del cervello. Lascia• te che si diverta, ha venticinque anni, fra poco le pesanti responsabilità del comando peseranno sulle sue spalle >. ~Ma. dov'è Juanito? > chiedo al nuo anuco. e Lì al bar 1 è quel ragazzo che ha in testa più brillantina che capelli, lo vedi? Si sta. preparando un cocktail. Non conosci la sua ultima avventura? Te la racconto subito. Juanito ama molto bere e giocare, e per bere e giocare fa spesso debiti. f:. l'amante di una signora un po' matura che gli permette tutti i capricci. Quando Juanito ha bisogno di denaro, va da lei o le scrive: "Se entro oggi non mi farai pervenire quel che mi occorre, io vado a farmi ammazzare in Spagna". La signora ha sempre sborsato pur di impedire a .Juanito di andare a farsi ammazzare in Spagna ; ma sette giorni or sono volle mettere alla prova le intenzioni bellicose di Juanito e lasciò la minac• eia senza risposta. J uanito scomparve. L'amante, allarmatissima, si recò dal padre di Juanito, fu uno svenimento generale, quindi l'affannosa ricerca; in tutti i circoli ari,;tocratici della Costa Azzurra non si parlò che della partenza in aeroplano di Juanito per il fronte catalano, si era sparsa perfino la voce che subito appena giunto e andato all'assalto, era stato ucciso con una pa'lottola in fronte. Fandonie. Juanito è stato ritrovato a Beuil, con un' altra amica, in costume da sciatore, che si divertiva. sulla neve>. La mia curiosità non ha più limiti, voglio veder da vicino l'insuperabile Juanito. Mi alzo e vado al bar. Juanito è alle prese con il suo cocktail; mezzo ubriaco, circondato da amici più abbrutiti di lui, ma come lui tutti giovani e abilissimi alle fatiche di guerra, brinda al trionfo di Franco. Ho conosciuto un altro curioso tipo di emigrato in un caffè della Passeggiata degli Inglesi. Il suo biglietto da visita è stampato a caratteri arabi. e u~ musulmano ortodosso e un panislam1sta fervente, è di nazionalità turca, ha settantacinque anni, si chiama Ma• lyk-bcy. e Ero il medico pili stimato di Costantinopoli >, mi racconta, « ho curato anche la famiglia imperiale. Considero la dittatura kcmalista, o per meglio dire il fenomeno ~ifustafà Kcmal, come un accidente della mia carriera, qualcosa come una parentesi. Prima della guerra libica, Kcmal venne a consultarmi nel mio gabinetto di Pera 1 era allora un malinconico ufficiale squattrinato e nevrastenico. Il suo fegato, senza esagerazioni, era grosso così, per gli effetti dell'alcool e del tabacco e di tutta una vita disordinatissima; il suo sistema nervoso era in pessimo stato. ''Figlio mio", gli dissi, "curatevi, per carità, smettete di bere e di fumare, andate a letto pre~to e levatevi tardi, rispettate un severo regime per il vostro fegato che è peggio di una spugna, abbandonate la carricra militare, piantate la politica, altrimenti siete un uomo perduto, vi resta• no pochi anni di vita". Se avesse asco). tato il mio consiglio, oggi sarebbe ancora in vita e avrebbe risparmiato al• la Turchia tanti e tanti _guai. Ora sappiate che sin da ragazzo io sono stato sempre fedele al Corano e alla famiglia imperiale. Jl giorno che Mu• stafà Kemal cacciò gli alleati ed entrò a Costantinopoli, feci le mie vali~e e mc ne andai, ma ero sicuro di ritornare al mio gabinetto di Pera dopo po· chi mesi ; più di ogni altro io ero al corrente della salute di Kemal; non c'era dubbio, il suo fegato non pro• metteva nulla di buono, anche perché Kemal continuava a bere e fumare e a tondurre vita disordinata. Mi dicevo : morto il dittatore muore la dittatura. Ebbene, con quel fegato ridotto in istato irriconoscibile, Kcmal ha vissuto ancora trent'anni! I più grandi specialisti del mondo studiano il caso Kemal senza averci capito un gran che. Ma è morto lo stesso j però non riosco a comprendere come mai, dr. to il ditt:1torc1 la dittatura sia rimasta in piedi. Ma per quanti giorni ancora? Senza dubbio non è che una questione di giorni. Queste son le chiavi del mio gabinetto di Pera. Un giorno o l'altro ripiglierò il piroscafo a Marsiglia e rientrerò a Costantinopoli, come se nulla fosse successo; dirò agli amici che sono venuto a riposarmi dieci an• ni sulla Costa Azzurra >. Malyk-bcy conclude, stringendomi la mano: e Se venite a Costantinopoli, eccovi il mio recapito, vi rivedrò volentieri >. Questo mio breve colloquio con il fuoruscito turco data da circa due mc• si, tutti i giorni da allora lo ritrovo allo stesso caffè, sempre allo stesso posto, appartato, in un angolo quasi buio, con la sua pipa, i suoi giornali, con la minuscob. tazza di moka ; né gaio né triste ; e tutti i giorni ci scambiamo pochissime parole, sempre le stesse : « Malyk-bey, a quando la vostra partenza per Stambul? ». Il vecchio turco, che è di una pigrizia senza limiti, non si da più nemmeno la pena di aprir bocca, e con un breve gesto della mano cd un'occhiatina maliziosa mi fa capire che il suo ritorno a Pera è una semplice questio• ne di giorni. Quando sotto la mia finestra pas,a un carro funebre, e ne oas,;;ano molto spesso, penso che potrebbe portare verso la squallida ultima dimora degli stranieri il corpo di uno dei tanti esuli che vivono in questo paradiso terrestre; umili carri mortuari tirati da scheletrici cavalli, nascondete un gene. raie dell'armata zarista? Una nobildonna del Cremlino? Un potente per• sonaggio della Duma? Una famosa ballerina di Vienna? Un figlio del sultano di Turchia? Un pezro grosso della democrazia tedesca? Un caballero spagnolo? La morte li ha sorpresi men• tre preparavano le valige per ritornare in patria, o, almeno, questa fu la loro co::;tantc illusione, la loro spcran• za sempre viva, convinti come erano che la trasformnz.ione che il mondo subi:icc dalla guerra mondiale a que• sta parte, non è l'inizio di una nuova epoca, ma una brevissima parentesi. Perciò hanno vissuto come in un sogno, in un miraggio, ignari- della realtà, protetti da un destino, generoso anche nel suo inganno, che ha voluto trapiantarli in questo fiabesco mondo mc• ditcrranco per allontanarli ancora di più dalla verità della storia contemporanea; fra mare, sole e fiori, la vana attesa, in un piacevole ozio, è !itata dolce per loro; cd è un fatto che la felicità è una tenace pianta che spezza anche le pietre pur di vedere la luce. ANTONIO ANIANTE
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