Il 1-:-iornodello ,cono Natule è morto a Prai,:a lo scrittore cecoslo"•acc:o K,rel Ciapek all't!tà di quanmtotto anni. Ciaj>ekera 50prsth.mo conosciuto all'cstcfo com" autore d'opcre drammatiche. Prima della guerra partecipò a movimenti letterari d'avanguardia, e oggi non è trascurabile la sua influenza tn molta parte della letteratura europea. Sarratore d'inclinazione fantastica e insieme mlNtitlà, Ciapck è autore della novella che pubblichiamo. I ON si tratta di un grafologo qualunque. Vi dico, signor avvocato generale, che voi dovete consegnargli un vostro scritto in una busta chiusa. Non l'aprirà. Toccherà soltanto la busta con le dita e vi dirà con sorprendente chiarezza il suo contenuto. Indovinerà filo per filo. Gli ho affidato uno scritto del vecchio Derga cd ha predetto il suo diabete, la sua imminente bancarotta. Che ne dite?•· , Che, certamente, conosceva già il vecchio Berga •• fu la risposta secca dell'avvocato generale. • Ma se non ha neppur viste la calligrafia I• replicò il signor J anovic. « Sostiene a pricri che ogni lettera ha il suo fluido, chiaramente individuabile da chiunque. Si tratta, secondo lui, di una proprietà fisica naturalissima, paragonabile a quella del radio. Non c'è trucco alcuno, né la minima ombra di speculazione: il principe Karadagh non accetta compensi di sona. Dicono che siij l'ultimo discendente di un'antica, ricchissima famiglia di Bakoa •. • Ho i miei dubbi,, fece quell'altro. "Se così fosse a quest'ora tutto il mondo iiipprofitterebbe della sua capacità. Vi pare?•. • Stasera è mio ospite. Lo sarete anche voi. Lo giudicherete con i vostri occhi; sapp!amo tutti quanto sia difficile ingannarvi•· «Cib non impedisce che qualcuno possa farla anche a me. Ma non mi oppongo. Verrò. Quanto scommettiamo che riescirò a smascherare questo impostore?•. Bisogna dire che sarebbe stato più preciso chiamare il dottor Klopka, invece che avvocato generale, primo avvocato generale. Nella prossima sessione di corte d'Assise egli avrebbe avuto la funzione di Pubblico Ministero contro Ugo Mòller, accusato di aver prima assicurato per una somma non indifferente il proprio giovine fratello e poi di averlo ucciso ·durante una gita su un lago facendolo cadere dalla .barca. Questa sua mansione non era ancora di dominio pubblico. Breve, tutti i documenti del processo erano ormai in sue mani. In verità, per la bravura del dottor Klopka bastava anche un solo documento. Stando le cose in quel modo, era necessario affidarsi alla sua eloquenza ed alla sua perspicacia, per districare l'imbroglio messo insieme dall'incriminato. E questa era la sua preoccupazione, come è costante preoccupazione di ogni Pubblico Ministero. « Un avventuriero!• questo era il giudizio che, quella sera, il suo intuito straordinario gli suggeriva. « Il principe Karadagh ! • presentò il giovane Janovic: una snella figura occhialuta, il cui volto poteva benissimo appartenere a quello di un qualche monaco tibetano. « Potremo corhinciare subito, se non vi dispiace, caro principe. Il dottor Klopka ha portato con sé un manoscritto. Eccolo,. e Grazie•• dice l'indovino; chiude gli occhi e tasta la busta. D'un tratto, rialza la testa: «Strano ... • mormora a voce bassissima. Fa scorrere le sue lunghe scarne dita sulla carta, si irrigidisce. Il suo OBTERBAY (NEW YORK)· BATTESIMO DI NEORI "BATTI8Tl 11 viso giallastro diventa più palhdo ancora. Tutto è improvvisamente silenzioso nella stanza, si avverte soltanto il respiro ansimante del vecchio signor Janovic. Le labbra sottili del principe si contrassero. Gocce di sudore apparvero sulla sua fronte. • Non riesco a capire•• soffiò, e ritrasse le dita dalla busta. Si asciugò il sudore e bevve un bicchiere d'acqua; poi riaccostò di nuovo le sue dita scarne alla carta. « L'uomo che ha scritto questo foglio•, cominciò con voce alterata, 11 è dotato di una forza immensa ... ma ... • (era chiaro che aveva trovato la via giusta) • ...questa forza è in agguato. ~ qualche cosa di spaventoso•· Emise un gemito e abbandonò la busta che cadde a terra. • Non vorrei avere per parente un tale individuo•· « 11 motivo?• chiese l'avvocato generale. • Che ha commesso mai?•. "Non domandatemelo•, pregò l'indovino. «Ogni domanda mi fa trasalire in tutto il mio essere. Quest'uomo ha attraversato un periodo straordinario, lavori grandi e spaventosi, dopo i quali bisogna ricominciare tutto da capo.. una volontà disumana ... brama di successo ... di denaro ... Un uomo simile non sarebbe capace di rispetto neppure per la vita di chi gli sta vicino. Non è un delinquente secondo l'usuale significato delta parola. Neppure la tigre è un delinquente. Non è capace di certe bassezze, non si considera un padrone della vita e della morte dei suoi vicini. Ma quando è a caccia vede soltanto la propria preda•· • Abbastanza esatto sotto questo punto di vista•• mormorò l'avvocato generale. «Quest'uomo•, disse il principe, , ha dei principi morali del tutto particolari e anormali. Non deve nulla a nessuno, non ruba, non mente. Quando uccide, per lui è come dire "ah!". È un grande giocatore, e, indubbiamente, sa giocare a perfezione,. L'i~d~vino tacque immerso nei suoi pens1er1. «Non so che cosa ciò significhi ... lo vedo vicino a un lago... sul lago una barca ... ,. i Continuate... Ancora, ve ne prego•. La voce dell'avvocato generale era ansiosa, usciva a fatica. • Impossibile. Non vedo altro. Tutto è cinto di nebbia. E questa nebbia, è tanto difficile a paragonarsi a quella forza, a quella volontà senza misericordia, necessaria a cogliere la preda. No, in questa volontà non c'è terrore, soltanto la fredda ragione. Tutto è ragionato al millimetro .. come qualcuno che abbia da risolvere un problema tecnico. Un uomo del genere non è capace di rinfacciare mai nulla a se stesso. È di una tale coscienza che non sa pentirsi del proprio operato. Esamina tutto da un punto di vista superiore alla legge e all'umanità. Superbo cd estraneo, gode di ciò che reca male agli altri ... È. un commediante. Freddo e mordente, si prenderebbe volentieri gioco di tutto il mondo. Basta. Sono stanco. Odio un essere simile,. « Il vostro indo"·ino, signor Janovic, è una persona di capacità non comuni •• disse l'avvocato generale, tremante di emozione. « I-la rappresentato alla perfezione il carattere di quell'individuo: robusto, senza riguardi, teso unicamente alla preda, compiuto commediante della propria arte, gentiluomo, commediante ancora•· «Ve l'avevo detto!, fece, raggiante, il signor Janovic. :'\la toglietemi h curiosuà: di chi era la lettera?•. Di Ugo ::'\Mller,1Ifratricida. Non avete fatto caso alla barca, al lago, cui accennò il principe? Da quella barca :\l611er ha gettato il fratello nell'acqua ... •· • Volete mostrarmi quella lettera? In vita mia non ho visto lo scritto d1 un delinquente•· Volentieri•. fece l'a, vocato generale, e tolse la busta di tasca. Oh, un documento interessantissimo!•. E ne estrasse un foglio. •Sì. .. •. Il volto dell'avvocato generale cambiò d'improvviso, si fece terreo, pauroso ... • Ecco... vedete ... si tratta d1 un atto pubblico. Non posso mostrarvelo ... •, e borbottò ancora qualche parola incomprensibile. L'avvocato generale si avviò verso casa mentre (non se ne accorse) la pioggia venin giù a dirotto. • Sono un cretmo ... un asino!• si ripeteva. • Nella fretta ho messo entro la busta alcune mie annotazioni invece dello scritto del ;\lOller. Quello, dunque, era il mio carattere. Te la farò vedere io, brutto imbroglione!.. Però•, aggiunse con meno violenza, non è poi tanto meschino ciò che ha affermato: una forza paurosa, volontà senza misericordia, incapace a compiere delle sudicerie, esamina tutto da un punto di vista superiore all'umanità. i\la, per bacco, questa è la esatta verità! E quell'altra: "incapace di rinfacciare qualche cosa a se stesso"! Dio sia ringraziato, non è poco questo! Compio il mio dovere, io! Però, che io sia un commediante, no, questo è falso. È una menzogna! Quel principe è un imbro~lione! •. Si ferma un momento. pt:n<1icroso,poi continua: ~ naturale ... tutto ciò che quel babbeo ha affermato può .:1.<lattarsai qualunque uomo. Sono afforrnaz1oni generiche. Ogni uomo è un commediante. E il principe Karadagh sa collocare con tanta abilità le sue parole che ciascuno dei sugj uditori pensa si debba trattare di un altro e non di se stesso. Proprio così•. Quasi per concludere aprì energicamente l'ombrello imboccando il viale di casa sua. «Cristo!• gridò il presidente avvolgendosi nella cappa. • Un altro lunghissimo processo. E non c'è da farne meraviglia se il Pubblico Ministero parla due ore di seguito I Però bis6gna riconoscere che ha vinto la battaglia. Ila abilmente sciolto la trama tessuta dal MOller basandosi su così scarsi documenti. Un vero successo! I-la parlato con un'eloquenza straordinaria. Le caratteristiche del ì\,JOller, poi, le ha definite meravigliosamente: non è un delinquente comune, è incapace di compiere piccole sudicerie, non mente, non ru~a. ~. q~~ndo uccide per lui è come dire ah! ... Non ammazza per passione, ma con calcolo, come se avesse da risolvere un qualche problema tecnico ... Un discorso che era una meravi- ·glia!. .. forse quell'affare della tigre è siato un poco teatrale. Non mi è andato troppo a genio•. • E•, fece un giudice, « quando ha detto: "Questo assassino sicuramente non si pente di nulla, è tanto cosciente da non essere capace di pentirsi sul suo operato ..... •· • E la profondità di quell'analisi psico- •!ogica •• disse il presidente, giungendo le mani, • quando ha affermato che si tratta di un commediante che gode del male di tutti ... •· « Ugo M6ller, giudicato colpevole da venti voti,, si udì la voce di un altro giudice: • Chi lo avrebbe detto all'inizio? Non vorrei avere per nemico il dottor Klopka! •. • Forse•, disse il presidente, « è un po' troppo presuntuoso. i\la è dotato di una volontà senza misericordia, specie quando si tratta del successo. Una forza paurosa, una forza che .. ,,. Il presidente non era capace di trovare la parola esatta. KAREL CIAPEK il}} OSALI A, 'l<'dut.1 di tavolo, con gli ,m} occhiali sul na~, scriveva nel quaderno delle spc,e. Jacopo, al fo. colare, rimescolava lo zucchero che aveva gettato nel vino bollente. e Jacopo, chiudi le imposte », dis'"-C Rosalia. e Aspettiamo Luca, le chiuderà lui dall'esterno, senz.'l che il \'ento venga a gelare la cucina »1 rispose Jacopo. Poco dopo fu bussato alla porta del cortile. Ma non poteva essere Luca, che sempre entrava senza bu!!-sare.Rosalia guardò curiosa, al disopra degli occhiali, e Jacopo dopo un istante di esitazione disse: e Avanti >. La porta ,;;j aprì e tre uomini entrarono. Due si tennero in disparte e uno, un tipo alto, con grandi baffi neri, si fece avanti e si tolse il cappello prima di parlare. Aveva lo sguardo corrucciato; disse: e Siamo diretti al monte, lavoriamo nel boM:o, ma con questo vento non possiamo proseguire. Ho visto che avete un fienile sopra la stalla, fateci pernottare lì dentro •· Ro,;a\ia si tolse gli occhiali dal naw per guardare il marito. Jacopo era rimasto a borea aperta. L'uomo dai baffi aveva parlato con tono di comando. Era difficile rifiutare l'mpitalità. Scntc-ndo sopra di sé lo sguardo della moglie, capì che doveva inventare delle scuse. Ma non sapeva che dire. Ardì: e Io non vi conosco ... >. « Non vorrete cmtringerci a pro~eguirc con questo tempo», di~c l'uomo irritato: e più su la neve è alta da non poter camminare >. e Sicuro>, rispose Jacopo. Tolse dal focolaio il recipiente del vino e lo mise sul tavolo. e Sapete, non mi fa piacere che degli estranei dormano nel mio fienile. Si sono dati tanti casi d'incendio ... ». «Sentite», lo interruppe ~ccato l'uomo, e noi non siamo ragazzi 1 non fumeremo nel fieno e per vostra tranquillità vi comegniamo i fiammiferi che ci restituirete domattina >. Si fece dare i fiammiferi dai compagni e assieme ai propri li mise sul tavolo. e Sta bene», acconsentì Jacopo 1 poi disse: e Volete andare a riposarvi subito?>. « Siamo molto :,,tanchi ,, rispose l'uomo. Jacopo invitò i tre uomini a seguirlo nel cortile, ove incontrò ii garzone. « Luca>, gli di.;.;e1 e questi tre amici dormiranno nel fienile, accompagnali su e 1>0ivieni in cucina ». Augurò la buona notte agli ospiti, ma invece di rientrare in casa attese il garlonc prc:.so la stalla. Non nevicava, ma il vento soffiava con violenza, frusciando tra gli abeti dei boschi vicini. Sul monte, a quell'ora, infuriava la tempesta. Quando Luca vide il padrone attenderlo accanto alla stalla, si meravigliò. Jacopo gli chiese: e Li hai visti qualche volta questi tre, tr3 gli altri lavoranti del monte? >. Luca confessò di non aver badato . troppo alle loro fisonomie. Jacopo avrebbe voluto raccomandargli i cavalli 1 ma preferl non mettere inquietudini indosso al ragazzo. Augurò la buona notte anche a lui, che dormi\'a nella \talla, e rientrò in casa. Subito Roc.ali~ lo rimproverò di avere mpitalo i tre sconosciuti. Jacopo .,i difese dicendo: e:H"nno l'..t'-J>CllO di brava gente>. Ro-.alia gli dttte dello :,,tupido: e ~1a ti pare (;hc sia quc-.ta la Stdgionc di andare ~ul monte a l.1Vorarc? >. e: E perché no? » chiese Jacopo. e Qu.tlcuno lavora anche d'inverno•· e Fai male a fidarti >, di\-,c R~lia. e Non hanno chic\to nemmeno delle coperte con quc.;to freddo; u.·mo che domani JTidttina non troveremo più i cavalli». Jacopo \'irritò: e In tutto quel fieno !)taranno · caldi anche l')Cnz.t copcne >. Amnl~ tuttavia: « Md COJ.J pos!iO fare ~ vogliono rubdrc I cavalli? :t. e Tu non ~ai mai ciò che dcvi fare», di.)$(: RO'.-al.iadi malumore, ma invecedi comigliarlo lo rimproverò: e Hai fdttO male a comperare i cavalli j potevamo continuare a servirci del carro di Augusto,. ~teucro qualche minuto in .;ilen✓.io. e Avrei un'idea », dis'iC Jacopo d'impro"vi~: e Luca potrebbe attaccarli al c.arro e l>C<•ndereal villaggio, facendoli pernottare nella stalla di Augu~to ,. La moglie lo guardò con sprezzo : e Br;1, o »1 gli disM.:. e E i ladri, non trova1ft:10 i cav~lli da rubare, entrano in casa, ci portano via i M>ldie for:.c (i ammazzano ... ». Jacopo urlò: « E co.;a devo fare allora, 3i può saperlo?>. e Niente puoi fare>, rbpmc Ro,ali.i. alzando le .;palle, « il peggio ormai l'hai fatto. Al po.~to tuo non li avrei O')pit.1ti nel fienile ... •· e Allora avrebbero preteso di dormire nella casa; non 1·icordi più il tono di quello che parlava? ». e Ti .',CÌ l.a3ciato .;pavem,:m.: dal :.uo tono?> chiese Ro-.alia con sprezzo. « E tu perché !tci rimasta zitta? :t. I m cce di rbpondere alla domanda Ro,.~lia di')i>Cwgghignando: e Se domani non troviamo i cavalli mi voglio divertire ... ». Jaco1>0, dalla rabbia, battè un pug110 -.ul t.wolo1 rovesciando le scodelle del ,-ino, orm;.1i freddo. Poi, senza augurare la buona none alla moglie, andò a letto. Ro.,alia che non si a:.pettava quello :-.e-attod'ira fu pentita di aver n.•,pinto l'ido.a di far tras.corrcre la nette ;.ti cavalli nella ,;talla di Augu'itO. Stette un poco a riflettere e po1 entrò nella ~tanza da letto e, al buio, chiamò il marito. J\copo ris)}CY)dCapprima con un brontolio di m.ilumorc. Poi le chie- :.e: « Che vuoi? :t. e F on,c '-arcbbc bene condulTC i ca- \'alli al villaggio ,. Jacopo imprecò: e E li dovrei condurre io. ade,;so che sono a letto?». e Potrebbe farlo Luca », propose la moglie. « E se quelli s'accorgono che porta \ ia i cavalli e lo fermano o vogliono ~alirc sul c::irro? > chie,e Jacopo, e aggiunse : e E poi Luca non può farlo da solo, non li !>aprcbbe guidare al buio». . Ro,ç.aJia si spa,-entò : e ~1a se ci vai tu dovrei rcstam1ene sola in casai io? :t. Jacopo si alzò a sedere sul letto: e E allora andiamocene tutti e due», di\~ 1 e co,;;ì siamo certi che i ladri ci vuotano la casa con tutto comodo ,. e Co..a vuoi che portino via se nascondiamo i soldi >, disse Rosalia; e aggium,e: e lo sola in casa non resto •· Si affacciò alla finc)tra, ma non poteva "edere la stalla. DisM:: e I I vento non_\'uol smettere, ma almeno così non nevica :t. « Se avevano intenzione di rubare i e;.-walli non venivano a farsi \'edere »1 dis.-.c Jacopo. Ma Rosalia insi~tè : e Domattina rubano i cavalli scnz.a dubbio. Devono a,ere apprel,() da qualcuno che ades,o abbiamo dei cavalli nostri e che è facile portarceli via. Che :,,cioccheu.a è stata comperarli! >. Jaco--o disse di malumore: e Vorrei che Ct.. li portassero via, così non ci pensiamo più :t. Tacquero nuovamente. Vedendo che Jacopo !ti rivest.iva Rosalia andò in cucina. Quando fu pronto, Jacopo di'i'>C: « Va a nascondere i soldi nel bosco e a-.pcttami accanto alla strada, io intanto vado ad attaccare ». Rosalia avrebbe voluto obiettare, ma suo marito era già uscito. Nella .;talla trovò Luca addormentato sotto un mucchio di coperte. Lo toccò cautamente e quello si svegliò di soprassalto. Gli disse di far uscire i cavalli scnz.'I. rumore e il ragazzo eseguì gli ordini, in~nnito ma spaventato. Attaccati i cavalli al carro, Jacopo li avviò lcntamentç verso il bosco. Fece 'ialirc la moglie a cassetta e disse a Luca: e Se ti chiedono di noi rispondi che siamo andati da Augu'-tO. Se vogliono entrare in ca-,a la~iali entrare :t. Luca disse che ora aveva timore lui e che domattina i tre lo avrebbero picchiato. :Ma Jacopo non lo ascoltò perché aveva fretta e paura. 1n due ore arrivarono da Augmto che si meravigliò di vederli e volle conoscere il motivo della loro venuta. Jacopo raccontò tutto. Augusto, che aveva interesse di far la\'orarc i propri cavalli, disse che tenere dei cavalli in luogo così solitario significava farseli rubare o prima o poi. Di mattina acquistò carro e cavalli a Jacopo, ma accompagnò marito e moglie col carro fino al bosco. E55i trovarono Luca ad attenderli in cucina, affamato, non avendo bevuto il caffè. Disse che i tre se ne erano andati all'alba senza chiedere altro che i fiammiferi lasciati la sera precedente. ENRICO MOROVICH I CLASSICI RIZZOLI Diretti da UGO OJETTI i• ù11mi11r•1lle rmf.,i'o della pub~ blicaziottP a di.rpe11.1eseuima,, n{t/; rii .JP.J.10/it.aquuuropa,qin,, l'una rie/IP OPERE DI GIUSEPPE ,\1AZZJNf A cura di L. SA L\'ATORELI .I Volume Il: SCRITTI VAUI Al volume contenente L1 scelta Ji Lettere <lei .:\1a?,;,:ini..,<"S{uuen '!>('Condoed ultimo con una ~celta dt_.,e;liScritti. Per <pianto le Lettere ci diano una rappre!>Cnta1:ione vivi~,;ima dello spirito del ,\1aaini in tutti i suoi aspetti e ci fa{'(·iano -,e,l!uire le vicende: della -,ua a.1ionc:, e:.c..e 11011 J>O.!i:o.Ono ba,.,tdfe alla cono-.("enza completa dell'uno e dc,.11'.alt1a. Il pensatore, l'a~itatore, 11 polemista, l'apo:,tolo hanno impre~~o larp;arnentc: di -,l· l'Epi:-.tolario: ma si pre:.entano con orJ!anicuà e compiutezza di tram negli .scritti propriamente detti. I quali, peraltro, non hanno nulla a che fare con esposizioni sistematiche, fredde e pe~ dantescht·, ma sono frammrnti di vita non meno delle Lettere, vari quanto queste di contenuto, al1retta1Ho ade-renti alla realtà con· temporanea. E~'>i ci mo~trano i problemi politici, morali, religiosi di una tra lt: più grandi epoche cielia Storia d'Italia e di Europ CO'iÌ come furono interpretati dal· lo spirito ricco e profondo dc:1 l\1azzini. In una forma eflìca("is· sima, che fa di loro aute1nici capolavori della letteratura ita· liana, ,e:liScritti ci mostrano sotto tutti i suoi aspetti una delle più alte coscienze dell'umanità, spira· no luce e calore, diffondono ammaestramento e conforto. La scelta è ~tata compiuta in modo da rappresentare il J\1.uzini .scrittore in tutti i suoi aspetti diversi: le note forniscono brevemente quanto occorre per comprendere i te~ti senza necessità di sus.:,,idi ~peciali. Una introduzione espo· ne con semplicità e chiarezza il pensiero del i\1.azzini, e mene in grado il lenorc di comprendere i nes.=.i fra i diversi scritti e di approfondire il significato di eia· scuno di essi. r6 di.rpe11.re circa /ornu:nucno questo secondo volume. Ah,, bonamento lire .28. Costo di o[!ni dùpensa separata lire .R. I RIZZOLI & C. EDITORI - MILA;-;'O ABBONAME a " OMNIBUS" per un anno (Italia Colonie e Impero) . . . . . . L. 42 Sei mesi ...... L. 22 Estero: un anno . L. 70 Sei mesi ...... L. 36 lflla1c.&ttlt h!tu ~~ ~N~~~~A. : : : : : : : : t !~:= :t= t ~t= ~:= HRT0L00 ••..•... L 33.- 11.- L H,- 34.- :~f~~:::::::::: t i: ~=:= t!!:=~:= IIIN'ABElU••••••.. L !2.- 12.- LU.-23.-- C\Nf"A ••.•. , ••••• L. l&.- 20.- L 51.- H.- SCEIIARI(0C0MIEDIII.LU.- 15,- L 31,- 20.- cnmu. llLVSTRAZION[ L 22.- 12.- l. «.- u.- ~1::,!l!i::~r~::: : t ~t= :t:t :::: ~!:= IMPORTANTE! Abbonemento cumulatlvo allf' 1111ddct• le 1t pubblic.,.1ioni (1111.lite. Colonif') 1... sio Abbonemento cumulativo alle suddcl• le pobblin,ioni e 11.duo ,olumc della "C.ol- ~~:·1:;1~~!:rd~J~l~~:111: !~iCf~~·~ic1Prfi° d1ttlt1 da t:go Ojetti (editione in 1telle) J,.MO CALENDARIO ARTISTICO 11 TORINO" 1939•XV11 ~"~.:13n1':~~~:;:~ìicte"~iliT 1jì i~ rrande formato. S1 lralta di un anlentic:Ò f~0~~~j :;1:J!; ~!~!:~~\!,~"~nd~n~g ~enl~. li u.lendtirio ,·iene offerto in 1·omb1na1.1one cumulo,lh•n ai no,tri •bbonati I quali r,olranno ritM•erlo 11g~h1ngendo L •G ali' impor10 dell'abbonamento. · l1ttior-e importi oon ('(lglia o fro"cobolli a: RIZZOLI & C. - EDITORI Piazza C•r-lo Erba N. a • MILANO Oppure «niorli •wl Co"to Co,-,-f:,1/e fufo. te N. 3-20i6 intte1lato a RIZZO L 1 ~ C.
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