IL SOFM DELLE MUSE 5.t ESITO, finu ..d osgi, del concor:t0 del U:::J no~tro giornale e pc-r la narr..z'.onc di un fatto quab'asi r<'..t!mentc accaduto ,1 chi scrive> ,i presta a qualche comidcra- /onc. Parzi,1.lmcntc, ~u qu<'lle c'hc sono le r!rnrsc ordinarie· dd pubblico che seri\·('. ç:cnn"camcnu·, rn quelli che po~s<>noessc1e i caia.tttri di ura nastia lcttt'ratura modcrn,l. Pc-rché se il nostro '{iOinalt', aprendo il suo corcor:.o a prt'mio pn un racconto, avn•a \'ar·a di andare in ccrc.1 di ' dccun~cnti di \lta, sc,itti qua'>i p[·.r ca,o, d'..tltr.l pa.1te ~ vcr~ . ..;hc pc1 11udl::i. \trad.1 pOlC'\3 vcn=n: fuori -inatte,.,mt·ntc un nuovo se, ittorc. In li.tra, non da og~i si tenta questa cart.,: scopr're lo scrittore non pc-r dc lcttt'rnr'.c: quello che ha dalla natura le doti dello st:ic e della f.rn1.isi.i, ,~ cht' per non a\'cr mai .1,u10 modo di m,.mifcsta,- k, quando poi le circost:rnz'-· lo conducono a scri,rrL" rhcb 111tta la novità di un talento imupctlato. ~la se qut"ll,1 cr.i l'intt-nzionc del no11tro giornale nell':n\"Ìtare i lettori a narraz.ioni e di fatti acc.1du1i a chi \crh e •• si dc"e ammettere che, come non ~ono ,cnuti fuori scritti di tCcl·zionalt- int,·rt•sse rlocumfntario, così non llOll0 apparsi per nulla i segni d: un qua!che nuovo scrittore. I pochi prt-miat, lii potrebbero scambiart- con scrittori che hn oi:1110·sccondo gli umori e la man:cra della nostra ktt"r,1t11ra contelilp(\• r.mea. '.\'icntc di più. Si d'rchbe rhe abbiano ,cé~to 13 str,ìda del concor'òO pt·r modeui,1 o <:0!11odità. Potc,ano mandare i k10 i,c1'.1ti secondo gli usi correnti. Ì't'S'-U• no se ne ~arcbbc stupito: si potc,,1 trovare un ,·ar:arc di tale:110, ma in fondo neuuna novità. I nostri premiati, fino .- oggi, mo- \trano i segni di un'ab:tud!ne lcttcrari,1, se non o,d:nar:a, tu1ta,ia non di t'CCtziom·. ~fa i manoscritti \ono nati molti: per mesi e mesi ne gium<:ro de-eine ogni giorno, e gli arrivi cont·nu:ino e cont:nuer:m• no. Buste grandi e piccole, calligrafie s1cn1ate e c:1ra11cri di macchine da scriHrc, r.iffin.ite comt- prefcri.,cono le donn!'. E poi i::F P"Cudonim; p"ù strambi e ingenui, uoiti o1 preghiere di non rivelan· il nome a nc..suno. R'.chicste di i,cgreto continuamente: come se invece di concorrere. quei m:. stcr"osì scrittori crcdcuero di abb.indonate ai flutti dell'oceano un mano.scritto nella bottiglia .. \la forse s: tratt.iv:i. di rag.-1:tz,tte; quelle che il figlio ,·uole nascondere ai g~- nitori, i quali r:dercbbero di lui se lo sapene1·0 oggi, in tempi come questi, ,cgrctamcntc dc.,ider0$0 di far lo ,crittore. O fol"!c non erano soltanto fanc:ulli l' fan• - ciul!c a dorr.andarc il no\lro se!(rt't0; ma spose rrature che uov;mo il mestiere delle lettere in contrasto con le cure materne e familiar:; ,cechi signori che per tutl..l la vita hanno riguardato con org.umo alla letteratura. Hanno l!"tto l'a\viso di un concorso e non hanno s.aputo rcs·sterc. Si sono buttati a\·ant?, c firmando con qu<'i nomi str.imbi che r1\cl,mo un'ab:tud'.nc borghese e fa:nili.1rt, di st.idi ginnasiali, di settimanali" parrocch'ale, hanno immaginato di po• ter na~condc1e lo scherzo. Fors.e se :l premio fo~se stato guada({n:ito, a,·rebbcro fatto 1a sorpresa in ca§a • oppure, avrebbero taciuto, arronendo quando qualc~c familiare o qualche amico si fosse acc!nto a \fogliare il nosiro g'.ornalc in sua prcsenu. ~fa fra gli pseudonimi non -ono man• cati quelli che svelano subito una diYcrsa a:nbiz'onc. C'era in cs!ii e,idcntc la speranza d: una ma1Jnifica carriera lcttc-rar·a: p~c:udonimi dannun:tiani, bcnclliani, e forse: di natura ancora più scadente. Da Verona e Pit"grilli hanno ispir.;;.10molti nella scelta :~~'~ !CORRE proprio in que,ti • > ~iorni l'c;.tt,1ntc-.imo çornpl~- anno d'uno dei più ,·cg:·ti e al• !i-~ri pe:-~o:1.:1g~e;h:- o.:cupano, ~n diritto ;1ll'ctcrnità, l'o~pizio dei grandi « tipi » della kttcratura mondi:1le, e l'cditon· Giulio Einaudi di Torino. eh(' ha ini1i.:1to da poco una lx-lla col!ezion<· di cla,.~iri str..inicri del rC',:nanzo e dl'ila novl'lla e rnagiqralmrmr tradotti >. ,'è for~e ricordato ddl.t f.1u,ta ricorrcnz.a ripubhlicando, «. rivt•duu e corretta», l'unica versione it.tliana dd capolavoro ,he ha ad eroe eponimo il pcr"iOnaggio suddetto: l'Oblomov di han Gonciaro\' (, . Gonciarov portò per lunghi anni dentro di ..,éla propria cre<1tura, ma ne mi¼.' per iscritto ic .in·enture (o meglio, le mancate a,·. venture) nel b:ennio 1857-1858, per rendrrlc pubbliche l'anno !.u::.ce~..,ivo. E. nostra intenzionr di <Tlebran: anche noi. a modo no!>tro. que\ta fotidira data. t:-aendo qualche i\truttiva illazione dalla ril('ttur.:1 di prammatica di que~to capola\·oro. Do\ remo ad ogni modo richiamarci ~ni tanto a11a no- ~tra per,;onale intcrpreta,ionc di una opera come qur,ta che, scco:ido quanto ripete dili~cnteml'ntc quahia,i ma• nuale. è il romanzo della pi~rizia fisica ,. dcl!'iner,tia morale. Qwrnd'esso apparve, l'eco in Ru-.!>ia fu ('nonne. e uno dei corifei della critica sociologica e radicale allor.:1 in vo~.1. nonché rampollo di un mode .. to ,acerdote ortodo~so1 :."\i::.olaDobroljubov, scri~e un sagi;io rima~to famO\o, che: deci~e per sempre le ~orti di Oblomov nell'intendimento del lettore rusL'lmp'egato: "E lei come li chiama?" "!dari11,., Marisa... " d("I nome che \i spc-rava di far divrnlan.' famoso. ~fa chiedt'ssero il .!òt'greto, o si butta~St·ro a,·.inti col loro oscuro nome, sempre. p!>r il magg'.or numero, i concorrenti hanno avuto l'ar'.a di s,·clarci finalmt'ntc qualche ii;ran• dc seii:r<'to. ~-folli ass·cura,·ano della Ycridic·tà del fatto, e si dichiara,ano pronti a provarlo ; poi, non erano che pallide a\"• venwre di amor(' o di guerra; ~crittc con un'cnfa~i di poco vo!o, pur nello sforto drgli aggl'tti,·i tutti tesi ad ctstre csprcqivi. Chi raccontava una scorpacciata di fichi, chi un'avventura al mare per fo1tuna fi. n:t,1 ben(", chi un'avventura con qurlla chr po: do\cYa d!vcnt.lre la e S\13 sig •ora >. Per la rnaggior parte, gli scrittori del no- )tro concorso parevano ingenuam .ll, pro11ti al racconto di grandi fatti, ~ poi non erano c.he aneddoti n:i.rrati male e ~PC"-Wdi poco rircvo .. \\'Hnturc di qudlc che polC\..t.no ispirare Fucini, ma narr.1t...· d:1 quei per)On.i.ggi che Fucini rappresenta, a. E non che alcuno non abbia avuto da narr.J.re q\Jalchc fatto meno eonsueto: ;.,.-rcva ~t.co- ~l.lni timida:r.cnte al racconto, •."cché i casi p:ù eccez'.onali si face,·ano po, rri t' triti. Tutto impallid'.\'a in un linguag~:o gcnt'r:c-o e stinto. t.:n manzoni\:no dct,.rior", dm'UtO ai cat1i,i lc11ori di ~1anwn:: quelli cht" si sono uditi gridare fin dalla ~cuoia che ti de\C scrivt:te come si parla. L'equi• \·oco fr:l uno sflc che .-bbia la naturalezza drl di.scorso, s:a pure fat:cosa'mcntc rag- ~·unta, e quello che del parlare co:num· )ia !"ombra, continua da anni, e .il pubbtco chr \Cri\·c ne porta i segni. Tante \"Oltc càp:ta di entrare in casr do• \e, dai mob:li alk persone, gli anni pa·QnO f!'rmi a quel tempo modesto e onore\'ole cht" è drtto convcnzionalmt'ntt' e umbcrti• no>. Si \'a a,·anti quasi tra1tcne:1doci dal rcspir..rc come sc si avesse r'.pugnanz.i di quell"aria vecchia. ):on si tocca un mobile senza ribrezzo, r il sedcr'ii d:venta una pena Simile a questa è rimprcn'.one che si cava dalla lettura dei manoscritti in,iati al nostro concorso. Come se il te:npo si ,o dcll'epoc,1 e delle gcncra1ioni succc,,i\"e. Il critico aff<'rrò a ,·olo una p.uola ccniat.t dallo \tcs.,o Conciarov, e che ricorre un paio di \·oltc in tutto il romanzo, una ckllc quali proprio ne-ll'ultima pagina. e\"idcntrmentc per c_·hìuden•la o;,(•mplicce naturale vicenda con un lieve e fugace sorri~o. Quc- ,t;i p.,rola è oblòmOi'Jcina « oblomovi,mc l.o,. e affrrrat.i che la chb~', il buon Dobroljubo\ non se la lasciò pili ,fug~irc di mano, ma ne fece tc,oro, la mi"c in cornice, e giurò e ..p. crgiu1ò ai qu.utro \enti che c,,a rarchiudr'"a il ,r:~rcto ncn -.ola del grande e po\·ero Oblomov, ma addirittura dl·I grande e povero popolo ru"so. Ed infatti, pci Dobroljubov (il cui cognomr. ironia dc!le parole, suona c~attamcntt· come « buon amore»), il protagonbta del rom,rnz.o di Gonciarov non è Oblomov, ma l' « oblornovi,mo >. (emplire /latus l·ocis nel qual(' egli giun5e a identificare una delle pi1Ygra, i malattie della -.ocietà e dell'anima rn ...a. , '"aie e dire l'incapacità a produrre e a creare, ,i vivere nella pratica e ncll';tzionc, a lc.ttarc contro il reale per concretarvi i propri platoni,i e ncbulmi idrali. :-.Ia arn.m<:tu·ndo che la diagnosi ..i.a. giu• \ta, e che Conciaro\' fos\e lo scopritore del bacillo di un morbo che fino allor,1 nr~~uno axeva ,aputo .,piegare, Oblomov a noi ,embra arti~ticamcnte fo,ì sano che tutt'al più ci -.enti.amo dispo,ti a classificarlo nrlla categoria dei e malati immaginari >. :\'ondimrno, come .,pc,so -,ucccde, l'autore non rimcì a libc1,1r.i dall'intctprcta,iol\e del criti,o, <."più o m<'· fo\)r fcrm,1.10, anchl' per gente che quando 1.tcconta 0\U:nta di essere a, ,·cua ad andare in a<'rcplano da.Ila man:na alla sera S1 dircbl:c che la nostra lingua, fa nostra sin1ani, le no~trc parole, mt'ntre negli scr!t• 1ori eh• appaiono sui gi. mali e nelle r:viste mos1rano caraueri tr.odl'rni, si ,:ano fermate per il pubtlico che scri,·c agli esempi p:ù ,·cechi. Non potremmo nemmeno cscmplifirare no:n~ di ~crittori italiani. A citart' Dc :\larchi o Fucini o ~fart:ni ~i ~.lrehbr_o nel vago: forse si tratta, nel no,1ro caso, dì timidi imitatori di quelli. Ogni an-cninicnto CO\Ì pcrdt· rilic,o. ogni aii;gctti,o eh,· ,ogl'a desrr:\.l'rl' una strada, una casa, una stanza, appare gener:co, sc<"ho scnz.a fanla~ia. Sc.1mpagnatt', scorpacciate, burle, amori da canzonetta: raramente qualche .:irgomcnto d'imptgno più .scrio, E si aggiunga mai;ari il realismo p'ù ~fatc'ato, qncllo che non SCI\C mai a d~scri,ere. con pocsi.2 e arte, il vero. Proprio nc'la loro prc dilezione per ,.rgomcnti e .tmb:enti fami- !i;lri, i concorrenti h.mno mostrato I Ji. m!ti della 1010 f,tnt.·nia. Rat:cont:nano di si:, dr!la propr::i. rr.adre, ddla propria casa, e pochi quelli di css'. che hanno sapulo dt)criverc sia puri· pr:r,cme e co~ familiari con un .tggcttivo capace di S\Clan· un vn(m{'nto ,ero, un"imprès\:one non fug• ge,·ole. Perché .,e rimproverassimo ai concorrenti d\ non raccont.arc che fatti di por·o co11t", ~arcmmo crrtamentc in trrore. I '):randi fatti .l\ ,·engono raramentt', e il p:ù delle ,ohe non sono che :l\\Cnimenti comuni fatti tòl'.randida un'alacrr: fantas·a lmpo-.,;. bil1: ch1tdcre ai no~tri le1tori fatti che non hanno ,·:ssuto e che, dd resto, non prt-diligono ne:-:.1mcno con l'imma~inaz·one. li loro, rc~ti pure un p:ccolo mondo. :'-.fa ~ m I dtscr:v~re le piccole cose che spes~o si può mcqlio scoprire le rhorsc d'an!mo e di ìmmaginazione che po.s~ono una volta tan• 10 nella v:ta fare scrivere una pa,fna che, magari ,provJista di grandi· 1tile, abbia un acantQ non i;cncrico. ARRIGO BE:,./EDETTI no a malincuo1c Gonciarov C'Onvcnnc con Dobroljubov aff<.-nnando che nel .,uo libro ;1vr\"a intc,o di rievocare < il tempo d'arn-..,to dl'll.1 Ruc;,i,1 addormentJ.t.1 :.. Ba'-tÒ qu<:~ta affcnnazicm· .1 .,an1ionarc per ~cmrre il g;udizio di Dch1oljub0\·, t.' da allora in poi ogni Jcttc,rc ru,~ ebbe il dii itto di con,idrr;uc il 10111.\nZO di Conciarov come un'opera di critica ,ocialr. o come un atto d'accu,,1 : il l"hc. ridotto in formula letteraria. equi\·ak- al 1 ifono,;cimc:nlo di Oblc)mov C"omru: na grande figma ,atirica. .\ 1.1 un lettort.' comune 'che \:trà d<·· finito comr « colui dlC' g:iudica gli eroi dei libri altrui ,<'condo la unità di mi•ur;l dc·i c.1\i ..uoi >,. quel tipo di lettore che crede di vedere in Anna Kart'nina la c,alta.zionc dt•i diritti della pa,,ion(', h,, in compenso il diritto di cc:1,ideran· Oblomo1· come un'indulgente <' bcncvoh prc,rnta'tionc di uno dei ~ctte peccati mc:rtali. l'accidia. li che <'quh-alc a dir(' che il lettore comune, al quale, in que .. to ca,o, ,ia• mo di,pmti a dar µiù ragione che .1 un critico rm,..;o.wnde .t con,ider.ire il romanzo di Gonciarov come un'opera d';1pclo_g-iaC. ome \i ,a, è proprio lo \lato d'animo ,tpolo({ctico quello che co- ,titui,ce 1.:.1 b:i,e p,icologica dcll'i.,pira1ionc epica, <"hcè, agli antipodi della j.,pirarionc sati1ica: ba,t,1 pcu~are ad Oint·ro P"r ~ntire d,c Oblomov, malgrado L.1 lcg'{cr,l ;ttmo.,fcra di ironia chr circola per tutto il romanzo, è tratt.110dallo ..crittorc pit\ come un Arhilli· rhe come un Ter,ìte. Se Gonciarov non casti_~at ridn,do (O ... Ji K,noli) JEAN LORR.\1:--;'. Pe/léa.stre.s (cd. ~kricant, 1909). Jcan Lorrain rappresentò, ai prii-nj del Novecento, un ide.a\e di giorna1:sta, sprcgiud:cato cd elegante, robusto g.iu. drnte e malinc,n:co peccatore. Si fece chiamare, con predilezione, ga,.s lonain, sforzandosi' poi sempre di ma1nenerc lt· u.- rattciistiche g:ovanili, e in un certo ~cnso campagnole, che valc~cro a mrritargli quel titolo. Così l,l vecchia·a, la dec:i.dcnza, le malattie, lo affiissero in modo irrag·one,ole: il ga,s si dip:nsc l.t facc·a stanca cd aC· ces.t, c:>mc una bcll:i donna in rov'.na ; sot· 10 i capelli tinti e scolor:ti in dh·cni toni di bionc!o, bruro e ro!>Sicc:o, il suo vi~o si coprì della dema biacca, della dcm'~s·ma cipri:i. ind!spcn~ab:ti al maqu.illaRt di allo• r .. Ce1ch:ati di Aoht, i suoi occhi molati 1,•navano auurr:, e Jean li accentua.,., por• t.1.,do. ali\.~d1idlo, un fiort• ccl,llte, oppure una cra\'att.\ turchina, o Add'rittura una gi.1cca alla rr.arinara. Già colpito da di,-cr5 attacchi, lt' bbbra pendule c:J ctcrnamc-nte umide, 1cguita\'a a frt·quenta1e la c-olorat.t mala\'ila di ~fars"glia, così, un ca.mente per il piaccrt" di ,antarsene: e Il /1rn1 b,,11 i-. dicc,·a, e culliue, .sa ltgtndt >. Quc~to suo l:bro, usc:10 postumo, vuol t'SS<"rc la satira del panic··larc ~nobi~mo che si formò intorno .l PtlléaJ et .\lilisan• dt: snobisTo ~omplcsso, che , oli·, a g1i abiti med:evali, orie11tali e fa1,1li, h• chion,c \pane, le musiehc p<"rnic-·osccd i profum: pOtC'nti: lutti gli attlin.s, molti salott: dl•111 p·cco1a e rnedia borghellia, moli"\Sim: g'o• ,ani intellettuali presero il contav:io da quc• sta rr.ania artificio~a e pesante. Jean Loriain se ne fa il cast"gatore: m.:i i r:uatti che cc Io mo~trano, al centro del suo studio affol'a10 di icone, p'.ante, dr.ippeggi, statue mist"che, con il suo \iso a1tcfatto, le: mani cariche di orrib:Ji gioielli ,:mbol'.ci, ci fan tt'mt.re che anche lui, po,cro gars, fosse, nel fondo, un pdUa1tre ì\l. d. C. morcs. rna al contr,lrio è dotato dell'indole '>Crcna.e po.,iti\"a di un poeta epico. è ,hiaro e hc egli ,crb~e il ,uo C,lpolavoro per tutt'altro c;copo the quello di dimo~trare che e l'ozio è il p,,dre dti vizi >. Oblomov non è una vittima, ma un c1(X· cklb pigrilia. nella quale vì,c tome un pc,cc nell'acqua. come nel ..uo H'ro ckmC'nto. Perciò c~li è un pcr,onag~io più unico che r.tro nella letteratura dl'I suo pae-.e. dw abbond.1. di abuliC"i,ma di abulici. di un.i· ,perir panicola1c; c,si infatti ,ono mabti nrlla ,·olontà ..,oJoin quan• to ~< no maniaci di e..,a, e sono ridotti .11l'imp-otcn..1. dalla. loro ~tc~\a fcbhre di Ltrc. Oblomov è l'unico ero~ lettr-1.1:-iorm,o ca.pace di gu,tarc le ddi1ic drl dolce far nit'ntr, ~ i per~- tl<l~C:cihi.' più gli somigliano avparten- ~ono c~clu,ivamentr alb kttrratur.1 itali.llla e fra.nccc;c-.Jl paese di Curcag-na dcll'infanzi.\ :nel « So~no di Oblomo\· »' è rievocato da Co!1ciarov in in uno ..t.ile pingue e favoloso che fa prnc;arc· a. C,1rgantua e Pantagruel, rm'ntrl' la ,intc,;;i mor,i!r dl'I protagoni- ,ta lo 1i;.w\"icina a fklacqua <'d a i\(irhel,lffio. Da quc.,t'ultimo Oblomov c;j di~tingue perché non gli pi.1ce e: .md.i re .1 sp.1c;c»;o, cd è questo particolan' che ci ~pie.~a come mai talora in qur,to libro ~i avverta un lieve sentote di pol\"cre r di rinchimo. :\1J. le fa.. mosc parole del ,;,imp.uico pi~ro dantc~co: e Frate ... l'and,1re in 5u che portJ.? » <,ono vcramrntc degne del noc;tro eroe che, benché tanti critici e lettori condannino ingimtamente a\. l'infrrno della riprovazione sociale, si m<Tita per conto no!itl'Oun comodo e lun~o ,og~iorno in un cantuccio del Purgatorio. E ~iamo certi thc in Pur.i:;ator:'>~i trova t1.llt0rit il buon Gonciarov, che <1uiin tt'rra ebbe tutti i vi;-i e le virtù della propria crc-atur,1. Egli vi,,c la maggior palle della su.1 esistenza colTI<• fun,-ionario gov('rnati\"O, come un SESSO E STORIA E.eco qui 1111 cur·o,o lil>ro clH" non si puè propri.mwnte d"re di s1ori.1. ÙltO Gr,if: /.,'impero britannico (traduzione dal tedesco di ~f.,rio Bacchelli, t"ditore San- ,e,ni, 1938). Fiuuo,to lo dirrmmo un libro di d:\agaz.ioni \1cricht-. L'au1rn· è o,\cssiona10 da un,1 str.1na idea· r c·ot: che la ~toria )·a dominata da due pi· nei pi: qut·llo rraschile e quello fcmrni• nile-. E si ~fori:i. di in1crprn.1re la storia irg'c~e, nonché il cJ1<11t1•rcì.ngles,·, la lette• ratura inglese t' tutto c'.ò che l'lng:\:ltcrra abbia p1odotto ,1ttravcr!,,Q i \CColi, in funzione or.1 dc:Jruno, oia ddl'alt10 principio, o di tutti e due insicrne. Gentleman? e La prima. pa1 a· dcli.i pa• ,ola \0 11:nificacorceui p1l·,~le1Hc:1~1t'ntcfemminili ( !). Man è conceuo e~prt'~So solo in fine d· p.irola. L'ideale della civiltà inglcSt' cottituiscc, così, una combinai.·onC' di ele1r.en1ì femminili e mMchili: come chi dicose un uomo modificato da ccrtl· qua1 tà fc-:nminili >. Il traduttore ri\'da in nou la c,atront'na: gtntlt, ccmc l'itafano e gcn• 1ilc >, dcr:\'a d.1I latino gen.s e significa 1101110c~e d\cendr da fa-niglia ,rnt"ca e nota. E, ,,p-giurg:amo noi, Cict'rom• dl"finiscc gentile.s qui ab rngruuis o,:irndi. '.\'icntc < conc,·tu f..:1111 ,inil >, perciè, t· 1,.c-nt,· princi• pio ft.mm:nilc •· LJ Rinallc-c11z.1?e Rmasct·nza, na~cc,c, rin.,rccre: concc11: '.nconcepibil: se11za il prc- \Uppo~to femminile>. Il regno di Elisabct• t; 1 Trionfo, incarnaz:or.e dc-I princ"pio femminile: e gli uorr.ini portavano i capf'i• li lunghi r a,r·cci.d! e 1r brachette cr.:i--io t.tii;liate in modo da far 1i~altarc s.1per!ativame:i1c gli .iur:huti della. '"ir:lità > ; ma, e alla fint" dt•: conti, ciò a\Vcni,a ,,ppunto perché la ,·irili1à era a5sai scarsa: il carat• 1ere di quegli uomin! cr.1 stranamente dopp'o, femmineo>. La Spago.i di Filippo Il, invece, a,,c,·a crcdit:ito da Roma e dagli arabo-berberi un c:uattcrc masch:lc e e ne cra ri~ultato un domin:o maschile e un pt•mi<"rOmaschile cristall'.zza1: >: di qui le sue sventurt-, Shakr\pcare, ndle sue traged· c, era ,.otto l'iu-pcro del princ"pio fc:nminilc; ma, nella Commedia degli errori, è e animato 01111aida spirito assolutamente ma~ch"le >. Fn.·udi:mo applicato alla sto• r· J? Può dars'.. ~I a il risultalo non sembra bri 1fante. Qu.1 e là il Ci af fa .tnchc della grafolo• ria. E anche quc~to è freudmno. La fii ma di Elisabt·tt., « a prima ,ista turb.i (!) chi J., os~er,·.1. CotnpOllt.l d.1 tratti ncnosi che ~i modano l' si intrcc-ciano, come le maglie d, una re:, o !e )pr.1:1g:hc di una cancdl.1ta, quel!a \Criuura ~i sfoi-i..1di na~condere ~otto l'aspetto superficialc una sordi. tà statuaria, qua~i a d:~s:mularc una dc• tcnn!nate.:.::a esemplare. I ~t·gni ~i intrt'C· d,mo, corr.e le nr:n .itun: delle arcate in unl n:ha got ra ( !}. Po'. ,e:nbra che tutto dilegui come fumo(!). Alla p1ima occhiata pare di scorgen· soltanto vanità e gusto d1·- cor.ttivo. ~la ossef\ando mcgl o, ecc.> e il Gr.1f continua ancora per pan·cch:r alir~· ri~hc rn qm·sto tono a fare ddla b11111.1 r 1or:('a ~u una finrJ! lll\cce la firma di Filippo 11 di Spa11:nau.1 e simile a una te1.. d. ra~no spczl.lta, irrequieta e confusa, enz,t un proprio nurleo, dilcguantr~i nclLls,urdo (che s·gnifica?), come un gro,igljo v:~chioso di fili portato dal vento>. f: chiaro: la ~orte dcll'/nvinc:bl..: .•4'mado erri -.c~r.ata nella firma di FiEppo. Si -'tg:unga l'enfasi insopport.-bile d("I Ji. bro, il suo ro:nant ·c:smo di maniera, la. banalità di certi quadri storici, e si è costretti a chi,·dcrc: perché mai un editore b('neincro1ul-df·Clli1. com<• un ,,1cerdotc della poltrona; e l'ufficio più importante cht _occupò nella ,ua carriera fu quello di crmorc : una ragione di più per r-en,arc che non ,cri-.,r Oblomou per corrc.·rc il ri~chio di ,·cdc-rlo finire ,ot10 lt· fo1bici e lo n·lo di qualche colle1:Z"·A'· ! contrario di .\lichclaccio, ma <.·eme 11 '-llO eree, Gonciarov non co• nc:hh(" altro oriz1.ont1•d1e quc-!lo delle quattro pareti, l' il ..u.o umore. C?mc quello di tanti celibi, prnsionati e sedentari. non ig,orò qualch·· cri,i di mi- ,antropia. E fu con ,pirito di misantropo r di \Cdl'ntario che compì per• fino un pNiplo intorno al mo:ido, accompa~n.indo come S<'grct.1.rioun ;1mn~ir;og-liorm~o i•1 c:r:lciera ci.ti B,tlfr:o al Giappone. ma, naturalmente, pa,- !-anclo il più del ,uo tempo in rabin:t: ,l chi kQ"gc Il' ,uc memorie di vi,1gg:o, intitolate La Fregata Pallade, (' che, pur ,l.ttr:" c..·: .,o tanti m,,ri ,trani cd c~otici, hanno qua~i l':nia di u~l Voyagc n:utow dc ma chambrc, ,·1c11efatto involont,lri;uncnte di dom;1ndar,i : « Que diable allait-il /aire da,u crtte ,1:alère? ». Eppure, riuc;cc:ndo a dar fot ma, nel \'UOto della ,ua ca,a <' dell.1.sua "°litudine. a un pc1,c.naggio co,i va,to e co..,ivivo, Gonciarov ,ublimò la propria v_itae ç,antifìcò la propria pigri1ia. Egli nu\cì a comr_g1i:-trc,1i po'>te1i un vero e proprio poem.1 lidico, che ci p;1r giu.,to ddì.nire come « un'cpopeo. della veste da c,unrra ». Ed è per que)to c~1e t~nto l'autore qu..i.nto il per~on.1gg10 e, fanno penç,.i.rcal 81/zac di Rodin,_il famo,;,o monumento ,he r~1ffigura 11 grande c;crittore frane-e-se iu H·· ,taglia e pantofole, sudiri'.) e ,cap:gli1to, e con la camicia da notte J.perta. ~ul petto. Il monumento non fu innal'lato in nc\\una pi,1Z1J.di P.1rigi perché l'arte borghese, com'è 1i,aputo, con!'.lidcr,\ il nudo cla,~ico meno scand.do~o dC'i plastici panneggi.1.mcnti d<:lla bianche1i10, comi.' il S.rnsoni, e un 1raduttorc co~ì inteli gente, co1nc il Bacchelii, abl;.iano perduto del tempo con questa roba, quan• do ar.cor,l non sono 1radott<" in itaJ:ano opere classiche come quelle del Ranckt' o con e la Sto,:a del popolo tedeuo del Trritsrhkr A, G. ODISSEA V IIEISE.R, L'odissea di 11n dottor( amt• ,ica110 (Ed. Sansoni, Firenze). Nella lette• ratura od:l'rnJ si com:ncia a sentire odurr di farmacia.: non perché s:a in malferma <alutc, ma pc:1ché aumenta di g·orno in giorno 11 numero dcg1i e uom:ni in b'.1nco > cht· scrÌ\"Ono di sé. Il gusto dr\ puborco tende al docurncntario, e pa.na con ~;;ddisfa1iom· d.1i personaggi storici :ii microbi. L'ame1:cano dottor lleiser, della Fonda• zionr Rockde!lcr, ci racconta i1t cinque• cento pag'.nc la rn~ vita onorevolmente spesa a combattere le malattie trcp·<'a. 1i nel- \(' Filippine:, nel Tonchino, nel!' I n<lia inglese, nei pos~cdimc:nti olandesi, fra indigeni supc~tiz:osi e burorrati sceti"ci, spol'c:- zia, acque inquinate, sirri, d·sinfcttanti, e, con i d"s'nfettanti, a.nchl' bai.iden· e danza. u '.ci g'.avanrsi. I! libro è ,corn.·, olc, rap:do come un buon film, i personaggi ~ccondari e le mas• lit vi lii muo,ono con disinvoltura, ,e fa piacere rc(p:rare il 1ob11sto ottimii.:1:0 ,a11kt~ di un uomo che dichiara e straordinaria:uent(" fc\'rc > una , :t,t cominc·;ua con uoa ir.ondaz·one nella quale affogano i suoi gc1ùori e tutti i suoi averi, e continuata at• tr.tver!o un panorama di l.1zzare1ti t' di lcbbrcsari. M. L. UN ROMANZO Il cu.vrr pnduto (Soni.ogno, 1936), di R111a ~lar:a Picr:i.zi.:,); ~ibro, come s'. mo! dire, d'impt•gno: cd è illustfotO d.11 motto: e ... e la d'~perazionc si portò v:a il nostro cuore, come la pror.1 iufaticab.!c porta ,·erso la infinita lontan.rnza il peso <li una li\cntura ... >. Frase che ci p,ir pic:-ta di mistericsa bdlt-ua, e tcl\liamo, ma inutil• 1;,cntc, di mandaila a me:r.oria, pt'r poi i1 trcdur 1a ncl\.t comcnaz:om•. f: dunqul:' facile imm,ui;inarc- che gli eroi della signor.t P:craizi so1o gl·ntc ~en'l.ibilc cd ar·uocrat·ca: il contl' Fui ·o di 11ontc~perell::t, la conwssa sua mog1ic, il· contino loro figJio, la conte. (a madre idrop:ca e strcttamenfc im• parl'nt.11a. con la princ:pe~sa delle Vergini dt Ile rocce. Ca~a elegante, ricevimenti, domcstid. teatri, ca\'alli: questa fcl'cità lu.s• suosa \·iene- pi·rò turbala dalla comparsa. di fosca Zeno che affascina Furio e lo disto- ~1ic dagli affrtti familiari. (;01wegni amoros:, dunque, in un salot• ,:no ~ troppo buio, troppo caldo, troppo ~aturo del profumo comm~sto di mil'e profumi>; Fosca ,i abbandona, sl, alla cieca lussuria, alla. bieca fol\'a, ed a simili a1tre pa,s·oni, m::t la e sua fredda fcmrninilit~ nelle cui ,·cne scorreva sangue reale • non s1 •· commuove .-bb,1sta.nz.-i,quindi sparisct-. Fu· r'o n,cd:1a il su:c:d·o, la fui;;a, poi, avvc- , dendosi che la go\'ernante del barnb:no sta ~educ1.'ndo il ,·1·cch:o suocero, dec·de di , cgliar1• sull;t virtù della casa.: e an_cor_a ncll'omln.1, i m.,li mos1ri aHunga,ano I v1sc·di tentacoli per• ghermirc la preda ••• >. :'-.lar!to e moglie ~i riconciliano: ma la co,~• tl"•sa, pur perdonando, ripcle che la « disprr.u·one si è p:::r1ato ,ia il 1,uo cuore, •• >. Quel che ci \asch perplessi è poi il tempo di questa stor:a: i capelli corti, le satiresugli arr·cchiti, il dopoguerra., farebl:cro suppo1 re un'epoca recente: ma le vt•lctte, le \·enurc dalle tende abbassati', i toccl1i di m:n:o, ~: ria!\acciano piuttosto al\\·p;;ca mond;ma di ~1at'lde Sera.o: Cuore in/ermo, Addio amore, la sola St-rao che ci c!i-.piacc·a. Es·s1c del resto un cl'.ma, fluttuante, ma ìmmutabilc, deuinato ad anolgcrc i brutti romanzi. l\1, d. C. ria intim,t <' c.1,alingil, :\'oi ci immagini.uno co~ì ;inche J';tutorc di Oblomou, con le sue ~tanche membra· di Ercole pigro 1.· sudc1to, che una volta tanto si è dimo,tr,1to c.:1paet::di una grande fatic.1, dandoci, in un volumt· di cinquc.·ccnto pagine, tutt.i qu,llll,\ la ~ua Commedia Gmana. Or.t vogli,tmo chiudt·rc quc.·,ta no,tr,1 mod1•'1arivendicazione dc-Ila~ratuità di Ohlcmov prc!>cntando a no,lro app'.'>gµ,io un,1 di quelle tc..1imonianze di ,ui !.i ,uol dire eh<' tagliano la w,t,, <ti to:-o. fl µiù 1eC!'t1te,o~ll·nitorc ddl'interp:ctazior.e cla"ica di Oblornov fu :'\icob Bud·aarin. rex-tc·or:co ddb Rivoluzione di Ottobre, che. nd!c ultirn~· pagine d t lui con-.cgnatc :lllc '{Cncr:- ~ioni future, riprc~c la concCJ:ionl"dd1' e oblomovi,mo > ~t.·condo Dobrnl jubov. affc;imando in più che si tratta, a di una malattia. d:1 cui il popolo russo nou era !>l.ttoguarito neDpurc mcdian• te rdter,He iniez.io:li di bol,cevi"mo. Aprili c:elo! Le paro!(.' di Huch,Hin parvero una bestemmia conlio la divinità dei Piani Quinquenn.1li. e -.e qualcuno prote..,tò limitando~i a dire :.;ht.· l'c oblomovi~mo » era una mal,Hti,t che appai teneva al µ.issalo, i più, vale a· dire gli ..,talini.ini, in un accc,~o di pau iou:,rno retrospettivo, so~tcnncro che Oblomov non era nitro che un per'°naggio letterario, r che il popolo rmso non aveva mai cono~eiuto il morbo rli cui l'eroe di Conciarov non era altro che una vittima-- individuale-. P:l1 urdi, come sapete, Ilucharin fu fuc-i. bto, for,c per dimo,trare che an:::hl' nel ca.moo della critica letteraria Sta• \in ha sempre ragione. RENATO POGGIOLI (1) hA-. GoscuRov: Oblomov. Traduzione di F.ttorc Lo Gatto • Narratori stra• nicri 11adotti >, N. 3 • Giulio Einaudi tditore, Torino, 1938.
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