Omnibus - anno II - n.53 - 31 dicembre 1938

• O~lE molte grandi vocazioni anche quella del maestro Pichetti rimase, durante la sua prima giovinezza, incerta e piena di contraddizioni: figlio di un caff~uiere con spaccio in via :\larguua, Pichetti si sentiva, si, chiamato ad alti destini, ma ancora non sapeva quali. Diventare campione di nuoto? Era possibile: a sette anni era riuscito a traversare il Tevere, e, poco più tardi, aveva fatto il doppio salto mortale sull'acqua; poi però il mandolino lo attrasse, e con un gruppo di amici girò per gli alberghi romani, offrendo serenate alle americane romantiche. E<l il pattinaggio? Possibile anche quello: il teatro Apollo di Tordinona vide le sue esibizioni. Ma il teatro stesso doveva ispirarlo altrimenti, traendolo verso le lusinghe della danza classica: a quindici anni, infatti, Pichetti debuttò come ballerino nel ballo Amor. Per maestro ebbe Cccchetti, quel leggendario Enrico Cecchetti che doveva, pochi anni più tardi, dirigere la Scuola Imperiale russa, allcnnndo a mtruhats miracolosi h Karsavina, la Pavlova, Nijinsky: quel Cecchetti che, reumatizzato, ,·ccchissimo, ostinatamente segui il « Balletto russo• e Diaghilev da una capitale all'altra, sttzzosamente appoggiato ad un bastoncello che gli serviva a suggerire volanti eleganze. Con lui, il piccolo Pichetti doveva necusariamentc sognare trionfi di palcoscenico, ricevimenti a Corte, l'immortalità: più tardi, assunto per la parte d1 Sacerdote• nella Compagnia di Virginia Zucchi, che metteva in scena il ballo Brahma, Pichctti fu visitato da importantissime visioni, poiché ,•ide, nella formosa Virginia, che gli si prostrava ritmicamente davanti, addirittura lo« Spirito della Danza• che lo s•.1pplicava di dedicarsi all'arte: sì, abbiamo sempre pensato che i grandi balli artistici, mitologici e simbolici fossero •perniciosissimi• per la gioventù. Tuttavia anche Virginia Zucchi non bastò a fermarlo definitivamente, e, finito il servizio militare, Pichetti tornò a Roma, dai genitori. Modestamente, ancora csi. tante, cominciò a dar lezioni di ballo. Poca cosa; le famiglie borghesi lo chiamavano, qualche volta, ad organizzare le loro feste, le americane delle pensioni di via Sistina ballavano volentieri con lui il • Valzer-boston-a-tre•tcmpi •• timidissirru diciottenni gli domandavano consiglio intorno al modo di portarsi in società: P,- chetu per accontentare tutti apri una sala, in vicolo Soderini: dice lui stesso che non era molto bella, e noi gli crediamo senz'altro. Si ballava, in quei tempi, la bohimienne, e pare che fosse un ballo difficile: P1chem non si limitava ad mscgnarne i passi, aggiungeva consigli sul fine contegno, come salutare, invitare la dama, accompagnarla al posto e mille altre cose ancora. Egh si vantava (giustamente, certo) di parecchie qualità private, oltre che artisnche; correttezza rispettosa, rigidi costumi, e via via: fu cosl che i principi Odescalchi, dovendo far tnsegnare il ballo ai loro figlioli, chiamarono Pichctti: fu il suo ingresso nella aristocrazia romana. Un altro, al po.sto suo, si sarebbe accontentato d1 tanta gloria; Pichetti no, sognava le metropoli, il .\1011lin.Rouge, le nuove danze, e, nel 1894, se ne andò a Parigi. 01 11 a Londra. e finalmente in Liguria nella villa di una distintissima signora: Pareva che in me in quei giorni fiorisse tutta una primavera fascinosa. La :nia giovanile persona dall'aspetto distinto e signorile, il mio contegno m società corretti<osimo, elegante, all'ultima moda parigina, la mia ric"rcatezza nel vestire, l'arte .seducente del ballo che fa avvicinare signore e signorine, le novità delle danze che io portavo da Parigi. rutto mi fece di,.entarc il centro d'attrazione fra i villeggianti dei dintorni. Le riunioni alla villa di cui ero ospite acquistarono un sapore rutto nuovo, tutti cercavano dì conoscermi, le signore volevano ballare con mc ... ì\fa dovevo affrettare la mia partenza: era bene che rimanesse di mc qualcosa d'ignorato, ed era necessario che io mi allontanassi da quei luoghi, ove, oltre alla ricchezza dei fiori coltivati nella meravigliosa terra della Riviera, c'eran ben altri fiori, che assiduamente nùnv1tavano a raccoglier la bellezza e la grazia della loro persona 11. Cosl scrive Pichetti. ;-.;e1 novembre del '94, Pichem si installava in via del Tritone, con un certo lu.sso, parquets d1 legno, specchi ornamentali alle pareti: 11più bello era dono di donna 2\Iaria d'Annunzio, duchci,;c:;a di Gallese. :via la sua gloria pnncipale erano i •corsi•• lezioni colletm·e a gruppi d1 bambini nobili i quali dovevano essere, in un certo senso, demoniaci, se Pichetti racconta che qucstt fanciulli erano, pur nella loro squisita educazione, un po' vivaci e chiassosi, e, per moderarli, non sempre bastava la m.ia Se\'erità ... •. :\la non solo i bambini avevano bisogno d1 lui: parecchi membn dell'aristocrazia nera, che durante la Quaresima non potevan ballare, immaginarono d1 prender lezioni in massa, così che i balli avessero pretesto didattico. Personaggio ancor più solenne, 11presidente del Senato, Saracco, duese una lezione unica, ma riassuntiva, poiché alla sera doveva ballare la quadriglia con S. :\.1. la regma :\larghcrita, e pare se la cavasse benissimo. La regina stessa conosceva la fama di Pichetti, pot• ché tutte le dame che le venivano presentate, e dovevano poi farle i tre grandi inchint del congedo, allontanandosi senza volgerle le spalle, e senza ìnciampare nello strascico, prendevano lezioni da Pichetti, per risolvere cosi difficile problema: quan• do poi un'ambasciatnce straniera inciampava e si confondeva, Sua 7\-faestà, con un 1mpercett1bile sorri!lo diceva: Eccone una che non è stata da Pichetu •· Era insomma la celebrità, o quasi. Pichetti si trasferl alla Sala Vmberto, dove IL KAESTRO IN OOSTUKE SPAGNOLO IL KAEBTRO JN OOBTU!IE )URINARO IL MAESTRO SOTTO I VELI diede feste mcmorab1h, mmueltl infantili, pavanc, polonaists: dava lezioni private ai Colonna, ai Ru!lpoh, ai Guiccioli, ai Lancelloui, a tutta l'aristocrazia, in- .fine, e a tutte le amba.sciate; i vecchi signor'i ripassavano regolarmente la quadriglia, i giovani invece ballavan la Tnnptsta, • ballo cosiddetto per la sua vivacità scapigliata ed il movimento turbinoso di tutte le coppie•· Erano i tempi dei quattro colletti d1 ricambio, che gli uomini portavan nelle tasche della marsina, e fra un valzer e l'altro potevan così rimettersi in ordine: erano i tempi degli strascichi .strappata, delle trecce sfatte, dei volti arrossati, dei fiori appassiti, dei seni ansanti, delle tisi fulminanti, dei versi di D'Annunzio sospiratt a mezza voce, dei quadn di Etcheverry, dei valzer, infine, e dei cotillons. Durante l'estate del '98, Pichctu fu ospite del .senatore conte Sacchi, ad Alessandria. Per dimostrare la sua riconoscenza, dedicò alla contessina Vittoria un cross-step di sua composizione, cd 11 senatore replicò ringraziando, con alcuni versi: Tu, inspirato a dt>hcau sensi, sapesti trar dall'arte tua di\·ina mosse leggiadre... ..ben n'avrai il mertato favor da eh,, felice, nella bell'opra tua vorrà. bearsi... I::, inutile, com'erano bravi i senatori, una volta! Nel 1899 P1chetti insegnò il valzer boston; e poi se ne andò a Buenos Aires. Difatti a Buenos Aires ebbe .successo, allievi, avventure con mulatte, banchetti d1 ammiratori: decise perciò di tornarci ogni anno, in giugno, quando l'estate vuotava Roma e l'inverno affollava Bue• nos Aires. Passò l'inverno del '900 a Roma, e nel maggio ebbe la soddisfazione suprema di ballar la Ci-ocia,a alla Kermesu benefica del Pincio, fra gli applausi del pa,ttrrt dt rois, e gh elogi di Sua :\lacstà la regina :\larghenta. Durante il viaggio verso Buenos Aires ebbe modo di scoprir ladri, han, trafficanti d1 donne, e d1 punir tutti con estrema eleganza, s'mcontrò con la peste bubbonica, che però non gli impedì di dar lez1on1 e d, inventare pantomime, d1 resistere agli mv1tt· troppo pressanti di belle dame, che lo adoravano ecceuivamente, di mostrarsi compito, cd all'altezza della situazione. Salvò perfino una povera pazza: e come meravigliarci, se lo fecero cavaliere? Durante il viaggio di ritorno, per uno di quelli che si defini11cono graziosi giochetti d1 bordo•• P1chett1 cadde, ai fece male ad una gamba, nschiò l'amputazione, durante la malattia progettò d'aprire un'accad<:m.ia, a Roma, e, appena guarito, iniziò la costruzione d1 un palazzo, in via del Uufalo. Ebbe, dapprincipio, un certo numero d1 guai, poi tutto ,i aggiustò per il meglio; nel 1902 1I palazzo era quasi ultimato, e Ptchetu, ormai stanco di • aver scorrazzato qua e là, scapestrato e scapigliato•, decise di sposarsi, con la signorina ?\laulde Cacc1alup1, esimia musicista se anche digiuna di danze, che però, per accompagnare degnamente il marito, diventò bravissima ballerina. Tanto bella e sciccosa risultò l'accademia che fu dcci.so di darvi uno spettacolo d1 beneficenza, con l'opera Filenia, organizzato dal barone Kanzler sotto l'alto patronato di S. ~1. la regina Elena. Fra gli artisti figuravano Vittoria Colonna, la principessina di Paternò, il conte Ferretti: tra il pubblico, le due regme, il corpo diplomatico, tutta l'aristocrazia, in un lusso inaudito di decorazioni, abiti, gioielli: ma la più bella era donna Franca Florio, in un semplicissimo abito di velluto nero, con un solo filo di perle alla scollatura. Nel 1905 ci fu un congresso di maestri di ballo, a Londra, e Pichctti preo;entò le sue ultime creazioni, Roman Da11u, .\-lin11etto.\1argh~rila, Cat:otta Satofr1.Petrov1t; nel 1908 11 congresso s1 tenne a Berlino, Pichetti presentò la Ciociara. ~on tra,curava per queMo la soci1,;tàrolllfna, tutt'altro, e ogni tanto, riasc:;unto delle sue atuvità, sbocciava un balletto per bambini, che, a seconda dei casi, sì chiamava Fata delle Bambolt, Noli d'un Pierrot, Dan~a dtllt Ore. Ci fu poi il minuetto ,'Hargherila ballato a palazzo Brancaccio dalle più belle ragazze di Roma; Vittoria Colonna, lt' tre principessine Ruspoli, le tre sorelle ~knotti. Ci fu il memorabile cotillon off\:rto dai ricchissimi americani del Gran<l Hd· tel, che regalarono ven cronometri d'oro, e preziosissim.i gioielli; supponiamo d1e propno a loro alludesse 11povero Oii.-g:o Angeli, quando scnvcva L'orda d'oro. Anche le lezioni conunuavano, agli Or• sini, a, Del Drago, ai Potenzian,, a1--tli\J. dobrandmi, a1 San Faustino, cd ,\nc\u· al Collegio ~tilitare, ai meglio comcntl d, Roma, alle scuole più mondane. ,\ fo for1<:c l'attività che Pichctt1 prediligeva er,, ancora l'organizzar balli: uno, memorJhtle, fu detto •rosa•, e la principe'lsa d1 V1ggiano lo dedicava alle signorine: rMa dovevano esser gli abitt, i doni, i fiori: un lutto di famiglia pnma, d1 Corte pot, lo fece rimandare due volte, ma in fin dei conti il ballo s1 diede, e fu un tnonfo. ~on sempre, però, gli allievi d1 Pichctti erano anstocratic, cosl: cl fu anche una certa contessa straniera, che chiese a lui come introdursi nella società elegante, e, dietro suo consiglio, diede una festa di beneficenza, con un certo successo, sulle pnme; poi si d1ffu,e la voce che fos8e una spia, e fu messa al bando. ~cl 1909 ci f4 una piccola rivoluzione del divertimento: il pamnag~io a rotelle conquistò dapprima l'anstocra1.1a, poi la bor~hes1a, mfine 1i popolo. ~femore del teatro Apollo d1 Tordmona, Pichetu si preparò a 1nses;i:narle piroette con diRnità e compostezza: ,I salone da ballo fu trasformato in -.alone di pattmag'l'.10, e nelle ore dd mattino affluì la meglio gente di Roma, il marchese Spinola, ìl pnnc1pe Rospigliosi, Annina Morosini, cosi bella, e perfino il re (;ostanttno di Grecia: naturalmente non m:mcava Vittoria Colonnaj la sua caduta, anzi, mentre pattinava con il principe Rospigliosi, fu la più notevole caduta della stagione. Se si chiedesse a Pichetti quali furono gli avvenimenti principali, dal 1909 al 1911, risponderebbe, semplicemente: «l'a• scesa e la decadenza del pattinaggio a rotelle•· Difatti, nel 1911, con la comparsa dell'ont•sttp, nessuno pattinò più:• l'om• sltp rivoluzionò il sistema di ballare, perché basato sui principi nuovi; questo ballo materiato d1 mezzi semplici, spontanei, quasi d1rei naturali, ma gcnialiss1mi, segnò una grande tappa nella storia della danza... li ballo diventò un vero riposo mtcllettuale, un d1vert1mento se• reno, un dtlcttoso passeggio, mentre si ha la dama non di fianco, ma di fronte, stretta fra le braccia, in un'inumità familiare che unisce e nello stesso tempo isola dal turbinio delle altre coppie ... •· A Vienna durante 11 Congresso Internazionale di danza, a Roma durante le feste per l'espos, ione, non si ballò che l'ont-st~p: ma ben presto• la danza, quasi ad affermare la sua inesauribile vitalità, che s1 rinnova nel tempo, e dal tempo trae nuovi aspetti, attraenti cd impensate 1n1ziat1ve, fece comparire un nuovo ballo, ,I tango argentino!•· Ah, tempi del tango! Perché non era- \·amo ancora nati? Era 1I tempo degli abiti spaccati di fianco, dei corpetti ricamali, delle scarpe a tacco •rocchetto•, delle musiche di Stra\•inski, della mondanità di ~larccl Proust, delle souls inglesi, dei pots pourri.s m vasi di cnstallo, delle principesse che scappavan con gli zigani, di :\lata-Ilari sirena, d1 Colette mima, di madame de Noailles ispirata, di P1errc Louys ispiratore: felici tempi, oziosi, snobs, ricchissimi, quando la gente, per far qualcosa, si ammalava di nostalgia, di nomadismo, di 1Veltsd1merz, e cercava nel tango mouvi di sofferenze ele• gantissime, nmp1angendo le bettolt" e le pampm del Sud-America, le folh passioni sconosciute, Ja libertà spirituale: il tango era un ballo da ballarsi ad occhi chiusi, e con luci rosso-sangue. Era anche un ballo crit1catiss1mo: apparve da pnma sul palcoscenico del va• netà, ballato, ben s, comprende, con quella esagerazione di atteggiamenti che lo rese odioso ... ~la il tango d1 scuola è mvcce un ballo molleggiante, fascinoso, aggraziato, flessuoso, guidato quasi dalla prudenza, tanto è lento e ragionato: è un ballo di sogno, e cosl signorile, rispettoso e languido, che non potrà mai ballarsi alla perfoz1one se non da due persone che abbiano lo ste~so modo d1 sentire quella musica, lo stesso gusto della vita ... , e 1 due ballerini debbono parer guidati da uno spmto solo, uno ombra dell'altro, in una piena fusione armonica, gentile, fiduciosa, che la musica rapisca m un mondo ideale ... •. Per dimostrar tutto questo, Pichett1 dccise d1 presentare alla società romana il vero ta,1go, ballandolo, con sua moglie, alla. presenza di uno .sceltissimo pubblico: l'ansia generale era enorme, la sala zeppa, il mormorio fittissimo. Finalmente i coniugi Pichctti comparvero in abito di società, • usando la maggior cura nell'eleganza del vestire, nella correttezza del presentarsi 11, e ballarono un valzer, poi un ont-slt-P, infine annunciarono il tango: parve subito • che nella sala non ci fossero più persone vive, ma solo occhi aperti, intenti, fissi. Ci avvolse una ventata di spasimante attesa... io sentivo, mentre compìvamo con grazia e diligenza le figure più criticate e foriere di discussione, che veni,·a smont:1ndosi la preconcetta avversione, e che un senso di compiacimento .subentra, a, riportando, nei volti già contratti, negli occhi troppo aperti, nelle mani nervose, un sentimento di sollievo, d1 gioia estetica, che fini poi in un applauso che forse mai cosi vibrante e generale ha risuonato nella mia sala ... •. Il tango aveva conquistato Roma. La principessa di Radziwill fu la prima a prender lezioni, poi S. A. R. il pnnc1pe Saxe di :'\lciningen, che aveva già sessant'anni, mentre la principessa ne a\'eva cinquantacinque, infine l'aristocraiia al completo . Si fece perfino un filmetto, con le esibizioni dei signori Pichctti, che trionfarono anche sullo schermo. Furono mvitati a Spoleto, do,.·e la loro serata di tango prese proporzioni d, lotta politica. In casa \Villdhagen la signora invitò a pranzo Pichetti, ed alcum monsignori: dopo il pranzo ballò con Pichetti 11 ta,igo, ma senza dirne il famigerato nome, ed i monsignori, ben nutriti e bonaccioni, lo ap• plaudirono cordialmente, restando poi stupitiss1m1 nello scoprir che quella danza, addirntura settecentesca, era poi il ta,igo. Per chiuder la stagione del 1912, Pichetti diede, naturalmente, un ballo per bambini, durante 1I quale si presentò • sotto altre spoglie, in veste d1 ciociara, della Ouncan, della bella Otero, di Rita Sacchetto: che festa, che gioia in quei teneri volti!•· Dopo il ballo, Pichetti andò a Parigi, per studiar le ultime novità: nei grandi caffè dei Campi Elisi le novità venivano presentate da ballerini professionisti, che, m uno spazio lasciato hbero da, tavolmi, davan saggio delle loro abihth. Questo bastò per far nascer nella mente di Pichem l'idea dei tè danzanti, cd 10 autunno s'iniziavano I tè danzanti del mercoledl da Pichetti •, che riunivano, ogni volta, almeno cinquecento persone: naturalmente si ballava soprattutto il tango, che però P1chctt1 aveva ribattezzato dam:6n, dal nome d, una danza cubana, per dissipar cosi le prevenzioni che il nome tango ispirava. ~la altri avvenimenti s1 prepa• ravano: la principessa Anuci Mattei, parlando con 11Santo Padre, sii aveva confessatp che i suoi figliuoli ballavano il danz6ti, o tango che fosse, ed il papa, sor• ridendo, disse di saper che Pichetti insegnarn un tango corretto, e che quindi la colpa non era grande: ma, aggiunse Sua Santità, • perché si debbon cercare queste brutte danze esotiche? Quando io ero a Venezia si ballava la furlana, una danza piena di grazia e di cortesia ... ,. Pichetti prese fuoco, in poche ore perfezionò la f11rlatia, la insegnò a sua moglie, diramò biglietti d'mvito, cd il mercoledì .seguente, davanti ad uno sceltissimo pubblico, lanciò il nuovo ballo: fu un trionfo, da tutti gli angoli d'Europa accorsero i profe1sori benpensanti per imparare il ballo del papa, Pichetti fu supplicato di andare a Parigi, dove, alla sala del Nouvrau Cercle, la furlana ebbe un successo enorme. A Roma, la principessa Giovannclli die• de un ballo in onore della f11rlm1a; ma ci domandiamo che cosa si ballasse in casa dell'ambasciatore del Giappone, durante la festa che ricorda con orrore, perch6 • alcuni giovani, trascinati non so da quale spirito maligno, si abbandonarono con scorrettissimo contegno ad un chiasso veramente indecente; inoltre, per i.scher· zo portaron via alcuni cucchiai d'argento, che rimandaron la mattina dopo, aggiur.- gendo così il dileggio alla mancanza d'educazione ... lo non nascosi la mia disapprovazione, e mi guadagnai il nome di censore, ma cosi innalzavo una simpatica difesa alla mia accademia •· Nel maggio del '14 P1chettì fu ancora chiamato a Parigi, per dirigere il e Salone Persiano•, dove • le luci attenuate, rosee e voluttuose, le musiche flebili e vive, molli cd eccitanti, rapivano le coppie in una ridda fuggente, in un abbandono estenuante•· Si ballava, di preferenza, il D~rnier tango. E poi ci fu la guerra. L'Accademia P1chetti rimase aperta, per offrir conforto ai combattenti in licenza, ai bravi alleati, •che introdussero, anzi, l'uso del primo jazz: quando gli americani, nel '18, partirono, lasciarono in dono a Pichctti i loro strumenti, e quando gli italiani tornaroi:10, poteron ballare sui primi ritmi negri. Erano i tempi inverosimili in cui si ballava sempre, in cui i tappeti st~van scm~ pre arrotolati negli angoli, i grammofoni giravano di continuo, le ragazze eleganti canticchiavano di continuo, i giovanotti eleganti si dedicavano allo xilofono. Erano i tempi delle sottane e dei capelli sempre più corti, delle pe~ne di struzzo incollate sulla pelle, della cocaina, delle donne fatali, dei pescecani, dei nobili decaduti, delle case m stile antico, dei cappelli di organdi lilla, delle facce coperte di cipria bianca, con occhiaie nere, peste, e labbra sanguigne: erano i tempi di • Salomi, Saloml ... •. Da Pichetti si ballava a tutte le ore: c'era il •vermut danzantt:•, alle 11, il • tè danzante•, le • serate danzanti•; la principessa Murat, donna Cora Cactani, donna Marianna Gìovannelh, donna Vivina di Sangro, donna Giulia Antici ì\1attei, e, come si diceva nei romanzi d1 Balzac, altre venti duchesse, altre cmquanta principc~-.;e. tutte comparivan sfolgorando alle serarc Jazz-band ball •. ~1onoc..,Jo luccicante, aria vissuta, bracc1.1lettoal polso, ecco anclw Lucio d' Ambra, con Guido da Verona. Fu ~lario Antonin, a fondare il Club dts 1/uits, otto gentiluomini che presiedevano i d1vcrt1menti superiori: loro ca• polavoro, il Tea afte, tht Derby, in occasione del Duhy Reale, ai Parioli; la sala pareva una serra di azalee bianche, e la riunione ebbe la freschezza profumata della primavera•· ~laria :'vlelato, Gandusio, f'regoli, Leon• cavallo e don Marino Torlon1a prendevan lezioni; 1I commcndator Genovesi, direttore dell'Excclsior di Vf"nezia, chiamò Pichetti, nel r919, a dirigere le foste di Venezia, ed il senatore Borletti, con famiglia, _"nparò il tan{(O. La contrsa :\lazzott1 era .Ja più ricca, la contessa Suarez la pili bella, l'una diceva all'altra: Contessa, \'Orre1 a,·er le sue perle! 11 e l'altrn. rispondeva: Contessa, 10 vorrei aver la sua bellcua !•. Dopo Venezia, \'illa d'Este. :'\cl 1920, Viareggio, ma. 1 terremoti rovinarono la stagione. :-,Jel 1921 il ballo raggiunse la più intensa frenesia ... •; d'mverno balli 10 costume, d'estate ancora Venezia, d'aurunno Salsomaggiore: e infine i solenni festeggiamenti a Pichetti, per il trentesimo anniversario della sua attività. ~el '22 • cominciò un certo rilascia• mento nel contegno dt>ì ballerini durante la danza ... La donna si mascolinizzava, ma non può la donna impunemente rinunciare agli attributi della femminilità e della po<:sia, che è la sua più grande forza nella famiglia ... •· Ci fu però una fiera di beneficenza, sciceosissima, e visitata da Sua Maestà la regina. Nel 1923 P1chctti fu ncevuto a Con e, pove introdusse il poso doble: il pnnc1pe ereditario volle .subno impararlo. Durante la primavera Pichctti prese in affitto la Casina Valadier, ed 11 Pincio Dancrng Bar fino al 1925 fu il più elegante ritrovo di Roma, nei mesi estivi, mentre l'Accademia di via del Bufalo lo era per i mes, invernali. Nel ,927 ci fo la Ktrmesst d1 Villa Cehmontana, e cosi ogni anno portò al maestro P1chetti un ballo. un passo nuovo, ma che cosa, oh, che cosa avrà pensato del charltslo11? Probab1hnente ne avrà fatto una danza saggissuna, fra 11minuetto e la furlana, assolutamente da ballarsi in prescn1:a dt tutti 1 cardinali: questo di moderare, livellare, rendere educaussimo e mediocre ogni avvenimento, fu appunto il grande segreto d1 Pichetti. Ora egli è un vecchio signore, soddi• sfatto d1 sé, delle sue figliole, della sua carriera: se si guarda indietro certo la sua vita gli appare un seguito di balli per bambini, per vecchi principi, una vita candida, innocente, da ballarsi in tre tempi, con piroette leggere e profondissimi inchini. :MAR(O

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