Omnibus - anno II - n.53 - 31 dicembre 1938

/ . / ?':'" - _,., ~/ 1-4-__ -,..- ,< ·,, • _.~ l .:/ 1' l - ---- -· • - ~ Il ; • • . -~ . -,/- ~ ·. I , .. . .. . ~ l ,-, . I II. DOUH.ET E LA GUERRA AEREA ..J .. L GRA~ merito del generale ~ Douhet ~ quello di a"er compreso la importanza militare dell'ac::roplano quando ancora nessuno l'aveva nemmeno vagamente ~o,pcttato di aver difeso le sue idee per oltre vent'anni, sfidando l'incomprensione e l'ostilità generali. In una serie di articoli, pubblicati nel 1909 sulla Preparat.ioue, egli difese l'aeroplano centro il dirigibile, che allora godcv;1 l'incondizionata fiduda degli alti comandi. L'obiezione che ~i sentiva rumoreggiare intorno: « Chi siete, voi, che osate dar torto a tutti? » non gli da~a pensiero. « Io sono semplicemente>, rispondeva, « uno che non crede a Budda, quantunque vi siano centinaia di milioni di persone che credono ·a Budda >. Specialmente dal punto di vista militare, l'aeroplano è scnz;i; confronto superiore al .dirigibile. L':icroplano è capace di risolvere in maniera completa il problema del volo· il dirigibile non potrà mai diventare' un \ ero e proprio strumento di volo e potrà e~'icre distrutto da un aeroplano che gli la~ci cadere sopra qualche straccio in fiamme. Fin da allora il Douhct aveva capito che l'aeroplano cr .,. un'arma che sarebbe diventata sempre più formidabile. Oggi questa è una verità di La Patisse, ma non si dC\ic dimenticare che nel 191::J, quando il Douhct a'i(Ull· se j) comando del battaglione aviatori, perdette la stima delle persone serie sino al punto che non potè pili ritornare nel corpo di Stato ~1aggiorc; e che in una i'>lruzione da lui scritta non gli fu pcrme:.so di chiamare ,uma l'aeroplano. Negli articoli del '909, Douhet diceva e~plicit.unente che l'e- 'ìCfCito c la marina dovevano vedere negli aerei non dei mcizi ausiliari capaci di essere utili in cci te circostanze, ma un tcr-.to fratello più giovane. ma non meno importante di loro. Jn quegli articoli egli esprimeva pure l'idea ciel dominio dell'aria. « Attualmente •, diceva, « abbiamo piena coscienn della import:rnza del dominio del mare i non meno importante ~arà fra breve la conquista del domiriio-delfaria, perché solo po~edendo il dominio dell'aria, e solo allora, noi potremo u,;;ufruirc dei vantaggi di cui non potremo godere i benefici finché non avremo CO.>trettoil nemico a rimanere sulla superficie. Si combatterà dunque, ed a.spramente, per il dominio dell'aria». Non c'è ancora l'idea di rcsi~terc sulla superficie per far massa ncll'a,ria perché non c'è stata ancora la guerra mondiale. La guerra mondiale è la grande esperienza di Douhet. Vi si butta dentro co~ì disperatamente che si guada.gn.1 un anno di carcere. (Se Cadorna gli dava :Hcolto, forse si sarebbe cvitato Caporetto). Le sue idee sulla guerra • ,r .. ,~~ ~ ~ ~ • 1 ~' .,:y· ~r - '-~ ,'I~~•,.• ~ I • ' . . , HONOKONO • SOLDATI OINEBI IN ON CAMPO DI OONOENTRAMENTO GIAPPONESE a.crea 11;pi recisano e assumono la forma definitiva. Solo l'offe1hiva, egli dice, può farci vincr-re. Ma sulla superficie l'offensiva, se pure è pos~1bilt:, non è redditizia, dunque bi..,ogna far mas.sa unicamente nell'aria. L'arma aerea, d'altra parte, non può e~~crc impiegata che offen(ivamentc, perché in aria non wno pos- '-ibili trincee e perché la difensiva aerea, cioè l'opporsi con aeroplani ad altri aeroplani, non è economica. A proposito di quest'ultima afferma1.ione, occorre osservare che l'autore si ln11;ciaprendere la mano dal suo spirito matematico. Qualche volta egli arriva a so,;tenerc che per difendere effieaC'rmrntc un certo numero di obiettivi occorre a\erc un'i\nnata a.ere-asuperiore- a quella del nemico, in ciascuno dcg:li obiettivi. Evidentemente questo (arcbbc vero se gli obiettivi fo55ero molto dic;tanti e se il comandante clcll'arnrnta al·rea foc;,:>emolto mediocre. Se imecr- il comandant(' sa schierare opportunamente le sue forze, sa 1accoglicre noti.tic sul nemico, quand'è formo e quando è in \'Olo, e ,;e sa manovrare, tutto cambia. Senza fare i profeti, ..i può !,e11z'altroaffermare che i Napoleoni dcll'.tria risolveranno problemi che ,;;embrano insolubili. Non ,;;i può nemmeno ammrttere che l'armata aerea po11;sasempre sfuggire la battaglia. Lo ste:;so Douhrt ha riconosciuto che chi intende sfuggire non è libero nelle sue azioni e deve Ji. mitarc b ,;;u,1ini1.iativa. cioè ..,j deve mettere in uno ~tato di inferiorità. In altra occa11;ionc. pt'r sostenere che l'aeroplano, oltre che e~sere adatto al bombardamento. de\·e poter comb,Hu·1e nell'ari,1. l'au!Orc ha detto giustamente che chi non è in grado cli combJtterc non può nemmeno bombard~,- rc. Purtroppo egli non ha compreso tutto il valore della sua prczios,t ,unmi,,ionl'. Fermo nell'idea rhe l'arma aerea è arma c,cJu..,i,·amt·nte offenc;iva. il Douhet so,;;ticne che all'inizio delle ostilità, prima della dichiara.done di ~unra, l'ann:ita acrea ~i debba lanciar<' tutta riunita alla. conqui~ta del dominio dcll'ari,1, privando il nemico di tutti i suoi meui di volo e impedendo~li perciò di \·olare, mcnt,e noi dobbiamo ancora poter volare. 11 dominio ,i è ottenuto, egli chiarisce, non quando nemmeno le mos-::hcdel nemico J)O'iSOl1p0iù volare, ma quando il nemico è rima..,to ..,oJo con qualche campione di macchina aerea cd è quindi praticamente ridotto all'impotenza. Dominio però non vuol dire preponderama o supremazia. Ottenuto il dominio dell'aria, si devÒno di<.trut?;~eretutti i centri vitali del ncmico (nodi ferroviari, ca~errnc, uffici, centrali elettriche, ,;;tabilimenti industriali, città). Saranno così distrutte IO' 'iue for,e matcriali e morali e si ,lvrà la vittoria. Per poter recare al nemico il mas- ~imo danno nel più breve tempo pos- .,ibile, l'annata aerea non solo de\'e agire in ma.ssa, ma deve essere forte. L'esercito e la marina si devono ridurre al minimo. giacché il loro compito è puramente difensivo. Xon vi deve nemmeno e~~ere aviazione au~iliaria (noi abbiamo, e con r.-igione, tre aviazioni au~iliarie: quella per l'esercito, quella per la marina e quella coloniale). 11 Douhet è così contrario all':wiazio,. ne ausiliaria che, per un momento, ,;marrisce addirittura la bu..,sola. Egli comincia a dire che, istituendo l'aviaiionc ausiliaria, si riduce la forza dell'armata aerea e perci.-l diminui- "CCla probabilità di conquistare il dominio dell'aria. A questa prima affermazione si può· rispondere che nella ipote..i che in una certa guerra il generalis.,imo voglia resi~terc sulla superficie e far ma ..s.a nell'aria, può impiegare nella ~rande azione aerea anche l'aviazione per l'esercito e quella per la marina 1 che saranno così per un certo tempo aggregati all'annata al'rca. Il ~eneraJic;simo può impiegare tutte le for-1.earmate come meglio crede. Conqui":itato il dominio dell'aria, egli può di~truggcre i centri vitali del nemico, se lo crede utile o possibile, ma può anche far muovcrc l'esercito. valendosi dell.1 cooperazione di tutte le forze acree. 1n questo caso anche l'armata aerea sarebbe impiegata come aviazione ausiliaria, cioè farebbe azioni di bombardamento, di spianamento, di controbatteria, di interdizione, intensificando e prolungando l'azione dell'artiglieria. Quando l'esercito nemico fo11;1i1n;efuga, l'armata aerea J)Otrebbe e,scre destinata all'imcguimcnto. Essa potrebbe anche provvedere a rifornire reparti isolati o troppo lontani dalle basi. Co-.ì ha fatto Badoglio in Etìopia e co"ì stanno facendo i giapponesi. Se il generalissimo volesse lasciar fermo l'es.crcito e far muovere la marina, gli aeroplani potrebbero, tutti o in ma~(ima parte, cooperare con la marina, A priori non ,;i cl<'\'e preci,;ar troppo, ~e no diamo quella ricetta per vinrcrc che il Douhct dice di non voler dMc. Per dimmtrare che l'aviazione amiliaria è inutile, il Oouhet fa quc,;;to ragionamento. L'a\·iazione ausiliaria. di- 'itraendo delle forze dall'armata a.crea, rende più probabile la conquista del dominio dell'aria da parte del nemico. M.;1 ~C' il nemico conqui11;ta il dominio dell'aria.. per definizione il no- ,;,tro \'Olo non è più posc;ibilc e quindi la no,tr.i avialione au"iliaria non può più volare. Perché il ragionamento abbia scmo c;.ideve ammettere che la no- ~tra aviazione au,iliaria non sia stata cli,trutta. Se è distrutta. '-Ì capi,cc che non può più vol:1rc ! Il nemico ha di- <;trutto dunque solamente l'armata aerea. Il Jolamente non vuol dire che ,;,ja poco (è moltissimo, è una supremazia così <.chiacciante che si può senza esagerazione chiamare dominio): vuol dire che tutti i nostri aeroplani sono stati distrutti, salvo quelli che oostitui~cono la nostra aviazione ausiliaria. E se que~ti non sono stati distrutti, perché non dovrebbero poter volare? Possono volare. facilita.ndo il compito dcll'esercito e della marina; anzi, se l'esercito e la marina travolgono ogni ostacolo, si vince la guerra, perché e\'identemente se noi occupiamo tutto il territorio del nemico, distruggendo tutte le sue forte di superlicie, l'annata aerea perde ogni eflìcienz;1.e ogni ragione di cs11;erc~. on ~trà m~ra bombardare la sua patria; e m ogm caso non potrà sempre re<.tarc per aria. lo so che è molto diffi<"ilc vincere quando la nostra annata aerea sia stata distrutta, ma anche il Douhet ammct• te che non sia del tutto impmsibilc. Dal carattere offensivo dell'aviazione il Douhet deduce una comcguenza parado~,;;aJc.Occorre, egli dice, « rac;.<.egnarsi a subire le offese nemiche per ,utilizzare tutti i mezzi disponibili allo :,eopo di arrecare al nemico le ma~sime offese>. 'In altri termini, scoppiata la guetra noi dobbiamo trascurare l'armata aerea avvcr ..ària e cercare di colpire a morte il nr-mico. Naturalmente il nemico cercherà di fare lo ste~~o, ma se noi sapremo scegliere bene gll obiettivi, se sapremo lanciare nel più breve tempo contro di csc;ila massima quantità di ,;;ostan.tc esplo,;;ive, incendiarie e tossiche. noi, ,;ia pure a costo di sacrifici gravissimi (la guerra è la guerra), finiremo col conquiqare il dominio dell'aria e in seguito vinceremo. Non dico che questa tesi c;ia a(surda. Anche Federico li diceva che bisogna saper perdere a proposito, che ,e si vuole difendere tutto non si difende nulla, che si deve temporaneamente lasciare all'avverc;ario qualche provincia per poi riprendergliela, e tutti i grandi generali hanno detto o fatto qualcma di simile; ma da questo a lasciare che l'armata aerea nemica distrugga le nostre città ci corre molto. Il principio del Douhct potrebbe es~ere accettato soltanto in casi ecce- ,,jonalisc;imi,quando c;i fosse siC"uriche, così facendo, i danni rhe infliggiamo al nemico sono mortali, mentre i nostri sono relativamente picco)i:;simi. E, allora, che si deve fare? Ecco, il generale Douhet ha dhprczz.1.to troppo, almeno in primo tempo, la difesa e la protezione antiac-rea. Per la prote1ionc, negli ultimi tempi si era ricreduto e oggi. dopo l'esperienza della guerra spagnola, si ricrederebbe anche nei riguardi de-IlaE:lifesaantiaerea. La difesa aotiaerca ha fatto tali progressi che può costringere gli aeroplani del nemico a voi.tre molto alto. In ,;;eguito~i otterrà molto di più. Anche la protei.ione antiacrc-a ha fatto molti progressi e altri a~ai maggiori se ne faranno: è il campo dove c'è più da lavorare. Se non possiamo mettere tutta la nazione sotto l'om• brcllo, possiamo 01 meglio, dobbiamo protcg~cre i nostri centri vitali i dobbiamo effettuare sfollamenti e dispersioni, occult.,mf'nti e. ma.,cheramenti; e n("lla co~truzione di nuovi edifici e di nuove città, non dobbiamo dimenticare il pcrìcolo aereo, come non dimentichiamo, o non do, remmo dimenticare. il pericolo dei terremoti. Dovremo fare que,;to e altro se ci vogliamo mctte1e davvero in condizioni di resistere sulla superficie, come comiglia il Douhet. Giulio Douhet merita il titolo di precursore che fi!livien dato comunemente. Ne~suno ha. capito l'aviazione meglio di h1i. Ma egli ha supposto, o sottinteso, cene ipotesi, certe limitazioni, certe circostanze. li campo di validità delle sue te?rie, come di qualunque teoria, è lirrutato; e occorre andare avanti. SEB. TIMPANARO A. LESSONA V E R SO L' I M P E R O Volume in 8° dl pogg. 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