di gente giovane e allegra pcrrhé non ~i annoiaot.ot.cF.ortunata lei. .L'americano tardava. Forse, improvv1ot.amcntc, un impegno di ~rvizio lo aveva trattenuto a bordo drlla cannoniera .. Poteva darsi che ci fossero. gravi complicazioni: il pcnc.icro attravrrsò rapidamrnte il ccrvc-llo di Vicra Alcxandrovna, e le parve un pcn~icro divcrtrntc : vedeva già con gioia i cannoni americani sparare contro i giapponesi. Ma quella visione non dmò che un attimo. Il ragazzo avrebbe potuto mandare un biglietto o far telefonare, anche ~e era ~oppiata la guc.:rra. Pa~,;ò il direttore della Bombay B,rnk ;,e le free un cenno di saluto e Addio> le di'i,c ·sorridendo, ma Vi~ra non ri~ 'iJ)OSC. L'in~lcsc in fondo alla sala continuava a parlare_ Raccontava, ora, la -,toria di Vicra. Per ragioni di affari a~f'va conmciuto il padre di lei, im• piegato alle dogane di Vladivostock prima della guerra. Era dovuto 1:;cap• pare con tutta la famiglia dura'ntc la guerra civile ; tra fuggito quando le truppe intcrn,izion,1li si erano ritirate dalll' regioni dell'ex.impero che ave. vano occup.1to. La famiglia si era ~ta• bilita a Ticn•t..,in e a sedici anni la ragana era ~tata in~aggi,ua come bai• lerina in un cabaret. Poi era venuta a Sciangai. Simile a quella, in ,ost,rn• za, era la stori., di tutte. Invece che ballerine talune erano operaie, impicgatt·, dattilografe, o cameriere nei caffè. Una generazione di r.1ga.;,zc nate e cre1:;ciutr in Cina. senza radici nel paese dove vi,cvano, !icnza pa1:;,;ato, srnza avvenire. L.t bellezza e la gio- \Tntù aiutavano le più fortunate e <;pregiudicate a campare la vita. Su alcune ,i raccontavano 1:;torie romantiche; rivalità di generali cim.'1:;ie di banchieri 1 di armatori e di contrab• bandieri di ogni razza ,;j erano intrecciate al loro <lt•,;tino.Altre erano lìcom• par,e per 'iempre nell'interno. ~(',;;,;un con'°lato <;i era intcrcs,;;ato alla sorte di qucllr donne;. gli amici non avevano saputo più nulla. Forse vivevano come concubine nrlla calia di un !ZCnerale o di un mrrcantc indigeno. Come una pietra cade in uno ,;tagno e le acque ,;i richiudono silcn,io\e su di rs• sa dopo il tonfo, co,;;ì quelle ragazze erano sprofondate ,;enza la'iciar traccia nel cuo[c della Cina. Le ragaz'le portavano sorridendo, senza sforzo, sulle loro spalle ben tornite il peso di quella fama. Saprvano che un giorno potevano avere gli uomini più ricchi di Sciangai ai loro piedi e il ~forno dopo ,;alt.uc il pasto. Facevano con,;umare in vini e liquori centinaia di dollari in una sera e abitavano nelle più desolate casupole limitrofe alla Avenue Joffrc, là !un• ghissima arteria della Concessione francese. Portavano pelliccette di volpe e lavavano con le loro mani la biancheria. Pochis'i1me avevano vanterie nobiliari. Di solito lasciavano alla gene• razione più anziana, alle madri invecdliate nella mj.,eria, la triste e sterile rivendicazionC' dr) passato: loro erano completamente nel presente e nell'effimero. Viera Alexadrovna si alzò dalla poltrona, :'vli'ic ~tto il braccio la borsetta con uno ~catto, risolutamente, come un soldato che imbracci il fucile, e andò con passo cianico verso il bar. Ur. tò sulla porta sc11:1achiedere scusa un uomo che non si era fatto da parte per )a,;ciarle il pas'io e guardò intorno per cercare qualcur.o. Non ,apeva chi : un conmcrntl' 1 cercava, che fosse di• ,;posto a pagarle la c('na e i liquori. Vide il direttore della Bombay Bank che teneva in mano il bicchiere di cuoio dri dadi. Stava curvo sul banco del bar per vedere il .risultato del colpo. Viera guardò 5Cn7..adisgusto la testa quasi calva, coperta di chiaz7C· rosse, la pelle che si affio~iava fuori del colletto della camicia, gli occhi piccoli e arros,;ati. Se le avessrro ricordato l'ufficiale americano, il bcll'ufficialc bruno e aitante che raccontava tan• OMNIBUS i'AGJNA 1 POLITIOA FILATELIOA: FRANCOBOLLI DELLA BOLIVIA E DEL NI0ARAOD.A te C0'iCd' ivertrnti mi pac\i al di là del Pacifico1 si sarebbe stupita. L'aveva dimenticato imieme al foruncolo se• polto sotto il rossetto. Fof'.c se ne !klreblx· ricordata la 1:;cra, lcv.'.lndosi il trucco davanti allo specchio. Pas,ò ,cm.".."c\ s1:;evr ista accanto al ban• chic-re, a'isorto a calcolare il risultato di un nuovo colpo dei dadi. U<1cì ~ul• la veranda dove i \·cechi re1:;identi si adunavano ogni sera a bere e a chiac• çhicrarc. Qualcuno, guardandola, dis• se un complimento. Girando, annoiata, nella bìblioteça, \'icra udì qual• che fr:1mmento della conversazione: « Ilankau ... le dogane ... ì F:iapponr,i ... il prezzo dell'oro ... •· Quando quei si• gnori ,;j sarebbero deci..,i a cambiare argomenti? Sul grande tavolo centrale della bi• blioteca. c'erano mucchi di !Ziornali europei \"Cechi di un mese. Una intera settimana del Times, una pila enorme di carta stampata, ~iunta tutta in,ie• mc il giorno prima, tronc~giava al centro. Virra crrcò di lcggcre qualcoc:a1 fatico ..arnentc compitando una parola dopo l'altra. Si trattava di uno ~trano annuncio pubblicitario: era l'appello di un O\ìpizio pC'r vecchi indigenti ai suoi benefattori perché lo c;occonc'\- 1,ero ancora. Sti7.zita per e..1:;c~iaffati• cata a decifrare quella paludata pro'la umanitaria, depose i grandi fol{li del Tzmrs. Le pagine pubblicitarie di una rivista americana le piacquero di più. Vi .:;ivedeva gente ben vc'itita. vi <;ivedevano uomini ~rridenti con la pipa in bocca, ra({azze al vol:lntc di stupende automobili, vecchi sereni, villette ben co,truitc col giardino intorno, salotti col caminetto acceso. A poco prcz7o, lag~iù. si poteva comprare quella felicità. Non c'erano i cinc-.i. in America, que<itidannati cinesi che volevano 'lempre essere pagati troppo per oe:ni <;Crvi1io1 che u11av.1no per la strada, ,;Cn• za riguardo, le r.i~azzc bianche, che <;,pargcvano in tutta la città un odore cattivo, un lezzo qual era quello, ri• cordava, dei campi di Vladivostoc.k appena concim:1ti. u~cì nella 'itrada senza fcnnar'-i a guard,1re1 nel salone d'ingresso. b gcn· te vestita da sera e chiamò un ricsciò. Ne accor<1ero quattro i urtandosi, urlando con le loro voci roche e aspre, i cool,u ~i contr,;ero quella cliente. Viera Alexandrovna gridò ai coolies un insulto in cincM!, uno di quelli che aveva imparato da piccola a Tit'"n• tsin, giocando per la strada con i bam• bini cinc;;i. Stese 1:;ul rozzo ~edile di tela un ampio fazzoletto e ,;alì 'iUI ricsciò, sollevando la gonna per non in- 'iudiciarla contro le ruote. CARLO BEDINI POLITICA FILATELICA Nel ct·ntro dt'I Sud-Amr-ica $000 immcn,,r:odi.neSt' di t('rra, in part(' a.ridr, in partt" pantanOSt", in cui vi\"ono rolo pochi indiani \t'l\"aggi. Una gran partt' di quen(' tcrrl' formano il Gran Chaco e fac(':vano p.irtc, da Ct'nlinaia d'anni, dt:lla r('pubblica del Paraguay. Erano complt:tamente aUbando. nate e nessuno se ne curb ma.i: finché ,i si 1rovb il petrolio. Appt'na si t'bbc:-qualche ,('ntOrt' d('lla rie• chczza che quel d('~eno nucondrva, il Pa. raguay si affrcuò a mandare un reggimento di wld:ui per fart' atto di posst>sso. La Bo. livia, alla sua ,·oha, a\'rt'bb(, "oluto fare al• tre11a1Ho, ma si tro\"b nella impo~~ibilità di farlo perché era stata prnenu1a dal Paraq:uay. Come potc,a mandare 1ruppe n1"1 Gran Chaco senza pco,ocart" un conflino con le truppe del Paraguay, eh(' ii;ià \"Ì si erano stabilite? E com(' si sart'bb«- mai po• tuta gius1ificarc una guerra simih·, in cui la Bolivia avrebbe assunto chiaramcnt(' la parte dcll'a'(grcssorc? ,\llora il go\"crno l,o. li\"iano immaginb un modo veramente originale di rare atto di possesso: reee st.am• pare una serie di francobolli, nei quali era di~cgnata una carta gt-ografica della Bolivia, e il Gran Chaco ru, in effigie, incor• porato ~lb. Boli"ia. > Appena i nuO\"i franc0bolli cominciarono a diffondersi, l'ira del paragua)'ani ~coppiò veemente: le dimostrai.ioni popolari, ad Asunci6n, contro l'ambasciata boliviana si susseguirono sen1..a tregua, di giorno e di notte, un Kgrctario dell'ambasciata fu mal♦ m('nato, alcuni ,ctri furono rotti. Dopo di che, le truppe cbbc:-ro ordine di marciart: ; e scoppib la guerra. Non ci furono che quarantamila morLi • prr un francobollo. Un caso analogo ndl'AmcriC'a ccmralt:. La provincia di ~osqui1a appartene\"a da lunghi anni alla piccola repubblica dell'Hon. duras. E nt:ssuno nt' a\"C\-3mai dubitato, fin• ché, un giorno, il go\"t'rno del Nicar.agua t:bbc l'idea di pubblicare un francobollo, in cui era disegnata una cartina dt'I :S-icaragua, con annessa la pro\'incia suddetta PO<'hr-ore dopo la pubblicazione del francobollo, l'Honduras presentò una nota di protesta al governo dd :-."icaragua Qu('sto finst: di non s.apt:r niente, e persistcue in qut'sto puri10 di vista, se ,i può chiamarlo così, finché lr truppe dt"!l'l londuns si pn·• 1tntarono alla frontiera. Allora il governo del Nicaragua cambiò punto di vista e di• chiarò St"mpliccmentc che non aveva alcuna intenz.ionc di ritirare il francobollo incriPARIGI - LE SUSANNE E I VE00HI0NI minato dalla circolat.iont' L'Honduras mo• bilitò e il conflitto st'mbrava inevitabile, quando si interpoK il prc~ident,. d('gli Stati Uniti. 11 Nicaragua non pOIC\'a non dare ascolto al richiamo di Roosevelt e ritirò i francobolli; ma non poi~ soddisfare l'ul• tf'riorc richiesta ali' J londuras di con~gnar(' anche i cakhi, perché li a\~·a gil ,..('nduti comt' (erro vecchio. Dopo tutto questo, <embrb piuttosto strano che, ora qua ora 11, circola~M- qualcuno dei famosi francobolli. Si frcero indagini C' si accertb cht" i calchi ciano, sl, suti ,·cnduti, ma ad una tipografia che era in ottima u·• laz.iont" col go,·rrno. Fu facilr-, quindi, spie• ~are come mai riapparinao, di 1anto in tanto, i francobolli fatali. Alla fine l'Honduras si ri,olse alla SO<'ictl dellt :-.'azioni, invocando il 1uo energico intcf\·tnto. ~fa il !'-,icara11:ua,come fu infor. mato del passo fatto .dall' Hondura,, si ri• vobe anch'cno alla Socit'tà ddle :\'azioni chitd1·ndo cht" vrni~\t riconosciuta l'anne•• sion(' al \uo trrrilorio della provincia di ~losquita La ra~iont- della richitsta era St'mphccmentc q:rottt'sca che l'Honduras a,cva la,cia10 travorrnc due mr): dal• r,lpparizionc dei francobolli per pre~n1art' la sua nota di prott"sta alla Società dt-lle Na. zioni. Probabilmtnte la raq:ionc del ri1ardo fu la difficoltà. eh(', pt"r uno Stato comf' l'Honduras, presenta la rtdazionc di una noia ufficiale. Comunque, su questi due me~i di ri1ardo, il Nicaragua fondò le sur prele\t". Che f,-ce allora l'Honduras? Di nuO\o conc('nlrb truppe alla frontiera ; e di nuo\"o intcr\'enne Roo,cvclt e fu, ancora una volta, e\ i1.a.10 il pegsio. ~forai,.· c-k,- lddio ricp:1rmi all'Europa almeno la calamità dei funcobolli geo~ra. fìci. t una complicazione di cui non ,i sente il bi$0g·no. IL PAPPAGALLO SAPIENTE Gli annunci economici del Time1 sono sempre affa~cinanti per noi, cosl folti, cd ogni \'Olta ci sì incontrano almeno ~t'ttt drammi, una pochade, e mena trage-dia greca Oggi ( 1 7 dicembre), e.i troviamo un pappagallo, ma as~olutamente cccezionalc: e Carlet10, pappagallo che parla mt'ra\ig!io. sa.mente, gio,ane, buon compagno, sosticnc qualunque conversazione, balla, canta, pian• gc, miagola, ride. Pennt' meravigliose. Ha abitato finora al Grand H0tcl >. Ci ~i domanda, naturalmente, quale sia, dopo C~'<"rvenuti in possesso di simile pappagallo, la neccnità cd il piacere drll<- amicizie umane: C' si conclude per il trionfo ddla mi~antropia, ralle"rata, naturalme111e, dallo <1pr-t1acolod'arte varia che il camrrat.1 pennuto pub organiz:r.a1e in qu3hiasi 1110· mento. ~la <'onfessiamo il nostro rimpian• to, amaro, per i pappagalli di Stcvcnson, che, rizzandosi fieramcn1e ~ulla spalla di un marinaio wppo, foce'"ano risonur: i Mari del Sud di artiuieht- cd irrip('tibili ~. uemmic. A.C. LA OONFERENZADI LIMA (~ LLA baw- dri rc10Conti <:ht"pubblica• ~ vano i qJotidi,,rni, non era facile fani 1lll'idea chiu .. di ql1CI che accad,-va alla Conrrrt"nza di Lima. Dal primo giorno Stati Vniti e Argt"ntina non foro-no d'accordo; si discu,~,. prr due Yttiman,., finché la Conrerenza ..pprovò una dirhiau.,ion,.. di 1olidarìctà piuttouo gcnnica r si sciol1e fra l'insoddi1faz.ione di tutti. ~fa au eh,- vn• ttva il diw-nro? Qut'llo che il leuore di quotidi.mi po1è capirt fu, all'incirca, questo: cht' lo1.dcle• gazion(' dt·gli S. U si baucva in nome drlla cosi d,-ua dottrina di Monroe t che la dc. l('p:-az1onearg1·n1ina si oppone\·;t. Ora, per dottrina di !\lonroc ,'intende c01nun('mente il prindp:o eh,- gli Stati Unili difendono l'indipcndt"nu. di lutto il continrntc ame• ricano. E poiché nc~suno Stato europeo o asia1ico ha mai pen1ato, in questi ultimi decenni, di anentart' alla indi?f>ndt"nia di qualsi,.oglia rrpubblica am,.ricana, né di sbarcare 1ruppc o di far(' roid1 aert'l sul continrntc americano, rieicr diffiC'ile capire contro chi o contro qualt" imminente per;. colo gli Stati Uniti; in nome df'lla sullodata dottrina, in,ocas1.t-ro )a e contirun1ol soli• dorily :t. E, d'ahro canto, St' gli Stati U nit, ron facevano che ribadirt- la dottrina di 1tonroc, t" se questa consta del duplicf' postulato dc-Ila indipcndt"nu americana C' d,·lla dif('sa di qut'\ta indipf'ndcnz.:i. da partt" dc• gli Sta1i Uniti, a eh~ eo1.a mai si opponeva l'Argentina, battendo$= contro la te~i de.~f Sta1i Lniti? LA DOTTRINA DI MONROE li')ER rapire, dobbiamo prendert" le. mo1.~t' lS"' da molto lontano: pr('ciu.mt"ntc dal presidt"nte ~fonroc (' dalla sua dichiarazion('. Xon cr• un ~rand'uomo, codeno famoso presidt'ntc ~tonr<>t', e, Hnrndo dopo uomini comt' Jdfcnon e ~1adiiw>n, appare ancora più nettamente mf"dioc.re. Era un onesto cittadino, molto srmplice, capace, e che 1rae,a un certo prestigio dalle sue solidt' \-illÙ Dupntc la sua pre1.idcnza, 1utta l'Am('rica fu in ebollizìon(': le colonie spagnolf' erario in«>rtc, t" alcune erano già diventate indipt"11dcnti, altre lotta ..ano ancora. L'opinione pubblica d,-e:Ji Stati L'niti era tutta a fa,.or(' df'"li inM>rti, ma il go\·crno l'~itava a rico. nosccrc i nuo"i Stati. Due pt"1icoli erano alrorinon1e: la Santa Allc-anta e la Russia RecC"nteinentc, la Santa Alleanza era intcf'\enuta a :-."apoli, ren.;.u. rando"i l'uJOluti1.mo, t' in Spasna, do\"(' prr mezzo dc!rl"sercito franct"sc ave\"a rimcsw il re sul trono. C'esa da tt'mere eh(' dopo av_er YC$0 al detto re questo primo ~cl"'\ izio, ghene rendeuc un secondo, aiutandolo a ri• conquinarc le colonie. La Russia, alla sua ,oha, ii era stabilita in Arnt'rka nel nord• O\ ht, t:, snluppando il commt"rcio delle pdlicce, si andava an-icinando ali" Oregon che l'~nghiltcrra e gli Stati t.:niti occupa~ \ano m comune dal 1818. Il ~grctario di S1ato Adams, futuro prt"sidcnte ddla repubbliea, lf'me\a che lo zar spingcue la Santa Alleanza a in1crvenire in America con1ro le colonie insorte e che poi si fa. ces.sc pagare dalla Spagna con la ceuione della California, chiudC'ndo eosì il Pacifico allo S\'iluppo dt"lrlinionc. Fu questa duplice preoccupa1:ionc che ispirb la famosa e dot• trina>. Cli S. t;, erano gil diventati una po• lenza bcn di\er,a da quella che erano stati al lt'mpo dC'lla guerra di indipendenza. Il te1ritorio era più che raddoppiato e la po· polazione era quasi triplicata da 4 milioni nel 1799 saill a 10 nel 1820. InoltrC', la g10\·anc repubblica aveva sostenuto una guerra vittorio\3. contro l'ln~hihcrra, dal 181 2 al 1814, per costrim;f'rla a rispt·ttarci ~uoi diritlL di ncu1rali1à o, come si dirà un seeolo più tardi. e la libe1tà drì mari >. Tutta\ia ben difficilmente gli S. U., da soli, anebbcro osato proclamare una co~ì superba dottrina (B:~marck, più tardi, 13 definirà e una impt'rtinenza intl!'rna:i:iona?e se non \'Ì fos~ero stati incoraggiati d.t Canning, \"Olna tenert- in isc;1cco la Santa Alll·an.-:a 11 prc•idente ~lonroc, dunque, dopo a\"C"r con~ultato i suoi due grandi prrdcccs~ri, Jefferson e ~bdison, e ahri capi politici, nel mc·,saggio dC"l dicembre 1823 al Congn-vo inserì alcune dichiarazioni di politica eslC"ra, redatte, a quanto pare, dal vgre1a. rio pC"rgli Affari Esteri John Quincy Adams. Qut'sto testo, alquanto prolis~o e non C\cntcda ripeti2.ioni, si può ridurre a due principi: non intent'nto dcli' Europa in ,\mc• rica e non interHnto dC"~li $tali Uniti in Europa o in 3ffari coloniali europei. 1 ) Il primo principio era forrnulato ìn due propo,itioni Prima di tutto la nota pioclama,·a di frontr alla Ru~sia che l'.\me• rica n(m era più territorio susceuibilc di colonizz.1zione da pane di una pot("nz.a eu• ropca >. L'altra propo,izionf' an•\ a un ca• rattt"ie più generale (", in fondo, comprc-nde\·a la prccf"dt"nte; l'Europa non d('ve più inttr\"enirc in \merica. e Pes qud che riguarda i toverni, che hanno dichiarato e mantenuto la loro indiprndcnza, per la quale noi abbiamo una grandt' con,idcia• 7ione, noi non potremmo con~!dcra1r un intervento di una potcnia europ,•a, a\·t"nte per scopo di opprimerli o di controllarne in qualsi\oglia ahro modo il dt-'1ino (lor thr purpose o/ opprtwng them or 1n an)' othcr ma,111,rrconiro(ljng tht'ir dutiny) che .. come una manifestazione di disposi.-:ionc o'1ile \erso gli Stati L'niti >. 2-a-) 11 secondo principio è, per co,ì dire, l'inver~o del primo: !i!"iiStati Uniti non interver~anno ne~li affa1i delle altrt- potenze, né nei loro ::affari coloniali O('i due principi quello \ namentc clas• sico, quasi diremmo congenito alla politica americana, era il secondo, non il primo; Washington, infat1i, nc-l suo di~cono d'.-iddio, a\'c.va raccomandato al suo pacSC" la neutralità Ora ~fonroe ,tggiungc\"a l'altro principio. In ,ostan.-:a egli dirna alle potenti." Niropi."t": non interwnite nt:gli affari no~tri r noi non int,·rvt"rri mo nei vostri; incidenralmentc, tuua l'.\mt:riC'a divt'ntava un e affare> degli Stati l.:nici. I due principt, e qu("SCOè il punto ca· p:talt-, f'rano in nr,.tta conn,.~sionr-: l'uno era la contropartita n ..turale r necenaria dc.Jraltro. Ora tutta l'evoluiione d,.lla dottrina con• siurrà m qut-,to: cht gli Suti Uni1i pcnf'• guiranno con una inArHibil,- l!"nacia il prin. cipio impouo all'Europa, mt'ntre Jl'tadata• mf'ntt" si affrancht'ranno dalic rt'Hri:,ioni c::ht": I, dottrina imponeva a loro stt:ui. Eui fi. nira.,,no, rosì, non soltan10 con l'eliminare dal loro continentt' qualunque inff.i,.nza che non sia la loro, ma col farvi r•·gnare t,0vrana la loro. Qur-~t.. prc-tna è la forma nuo,a della dottrina di ~1.onrM. molto lon• tana dal librralim10 e d,! di~inv·re .-.amf'nl0 dt>lla forma primitiva tRoz EVOLUZIONEDELLA DOTTRINA ® l EST A e\olu1ione ,~ compì olttta,.·rno Lirir fa~i. ~cl pnmo pt"riodl), ehc .forò una vttanùna d'anni, gli S. U. cncarono di fare onen arr- la dottrina dallt' potenu curop,.e, ma non wmprc vi riu~ci• rono: queuo, per qu,.llo che Ja dourina im• pon,·va ali' Europa. Ma prr quello che cua impont"\·a a loro sws,i, gli S. U. bt-n prc-~to dim<rarono una straordinaria ricchezza di iniziativa. In IOStanza ,-ui ,i anrn·uero, uno dopo l'ahro, una ~rie di vani e ricchi te1ritori in omaa:- gio_ alla dottrina,/' ciOC per impt'dirc che c1<1 cadf"H('rO tf~•\'- mani d,-ll'Europa l'Orcton, la f londa, il Tcxa, poi, in wgu;t 0 alla gut"rra col Mc,~ico, il :-."uovo ~fel• 1Ì\'O t la California; e, piU tardi, J"Ala,ka, che acquistarono dalla Rus<ia La dottrina fu 1rasfonna1a ndl'altra dd e manifesto dt'5tino :t: e lt iJ mani/ot d,- JtrnJ •• proclamò uri prt"siden1r, e cht- la r('pubblic.a. ~i incorpori le comuni1l \ icine >. Il sccando periodo 5i inizib intorno al 1890. Gli Stati l' niti erano gil un grandt" pa"<t"' induuriale e comm<:rdalt', ma tro'"a,ano ~ban.J.t.J. la via alla lol'o e~pan~ionc d.i.lle potc-nz.- europee ; l'America Ialina era, in !;Un p.1rte, nelle mani ddl'I ngh:lterra Al1<,rail vgrt'tario di Stato 81aine ('bbr l'idf'a che la dottrina pote~sc e\<•·rf> anche un buon 1trum('nto di pcnctrazionf' commrrciale. E Co\i la ~i trasformò in un principio di ~olidari('tà morale e- coinmt'rcialt" .1el :-:uo,·o ~1.ondo· il panam<"1icanismo wtco la dirt:zione degli S1ati Uniti. Qualche anno dopo cominciò la fu,. dt'l grande impcriali,mo americano. In nome dt'lla dottrina dì 1-lonroe, nel 1895, gli S U. intervennero violentemente in una controvt'nia di confini fra il Vf'nezucla e l'lnghihcrra (Guiana britannica) dichiaran• do di t'sscre e pra1icamt'ntc i so,.rani di questo contir.ente > e che e la loro \·olontà t'ra la 1,-S&:t'nt'~li affari ai quali ,.,t,.ndf'- ' ano il loro intervento >. Scmpr(' in nome della dottrina di Monroc, pochi anni dopo, nel 1898, rcccro la guerra alla Spagna e si impadronirono di Cuba, di Portorico, delle Filippine, delle Hawaii. Era e manifrsto destino.>. L'America latina. fu sgomenta Lunt;i dal far lega con \\'ashington contro l'Europa, \'Ol"t'\a ora gli occhi all"Europa. Poco dopo, nel 1 903, scoppiò molto op• portunamcnte una insurrcz.ionc nella Colum• bia t" ~i staccò, da eua, una nuo\a r('pubblica, quella di Panama. La quale, no,·C" giorni dopo di ('SSC'rsi costituita, conccss~ agli S. Li la -zona del Canalt- .. \ncora in nome della dottrina di ~1onroc, Roosc\·clt prett"~ di inter, cnire n<"gli affari delle re-• pubblicht" americant· ch<' <i amministra5~ro male; e intt'f\•enn(', difatti, a San Domingo. E il prc-cedcnte (u poi s,·guito per J'l-londuras, per Haiti, per il :S-icarafi";ua. Che dire drll'altra 1cstrizionc, dt"I principio del non inlt'n·cnto ncq:li affari politici del \\.cd1io ~!ondo? Gli $. U. intef'\c:ll• nero allr confer('nlt' di 1lad1id (' di Algc• \ira~ per il ~1arocco, int('rvcnn('ro in Cina. prete,ero in Estremo Oril"ntf' la e ,ovr.1nid d("I P3cifico >. ,\Ila fine mobilitarono , a1 ì milioni di uomini e intnvenncro rwlla !l;ucrra europea. La conclusione è che gli amt'ricani, qi,b. bene da t 15 anni continuino ad in\"ocar(' la dottrina di M\)moe, in rt;altà \'hanno più ,·ohe interamente 1ra~fonna1a e rifatta e qua(i ,i può dire che o~ni gent'razion; abb:a a\uto la sua dottrina di ~lonrOC'. EBi wno r"ma1.1ì rcdeli al nome (e nient'altro che al nome) perché e~so ha la forza di una grande tradiz.ione e- ba.sta a dare a\;a loro politica una paf'\•enza di nobile di~in• tcrcs..tc:.Ma per dottrina di Monroc hanno scmprt" intc,o e intendono o""i qut"llo eh(" meglio risponde al loro interesse. RICCIARDE-11O 1-=I =lotmbn,1938-nu 'OMNIBUS SE'l''l'IMANALEDI ATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA ESCE [L SABATO IN 12·16 PAGINE ABBONAMENTI Italia e Impero:annoL, 42, Ee111eeLtr.e22 E.turo= anno L. 701 acmutr1 L. 36 00NI NUlltR0 llNA 1.lRJ. Ah1101criul, diugni • fotograh. anche le non pubblica\i, non al ~tìrn!1cono. Dlreslo.11.1: R4ma • Piana della Piloti., 3 TelefonoN. 66.470 Am.mlal1trazl.on1: Jililano• Pi1u1 Carlo Erba, 6 TelefonoN. 24,808 PlabbUdtt.:
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