ANNO Il • N. 53 - ROMA 31 DICEMBRE 1938-XVII 12 PAGINE UNA llRA SPEDIZIONE IN ABB. POHAlt n I r r...:.:\( ~ l ASPETTA, con urra cena curiosità, ~ d1 conoscere le controdeduz1om del Quai d'Orsay alla nota del 17 dicembre, con la quale il conte Ciano dichiarava non in vigore• gli accordi italofrancesi del 7 gennaio 1935. A leggere i giornali di Parigi, anche quelli ufficio,i, non si apprende gran che. Sembrano concordi nel dire di no: non un pollice di territorio ali' Italia, nessuna concessione• oltre quella di qu:ntro anni fa. S1 nota una certa baldanza in questa intransigenza; ma si tratta di una baldanza puramente verbale. In rooltà i francesi non si sentono affatto tranquilli, prima di tutto perché- hanno tono e poi perché essi sanno p>r ar.>ericnza che la loro politica è sproporzionata alle loro forze effettive. Cna ripro\'a di questo stato d'animo, che cerca di conciliare la spavalderia col timore. si ha nel fatto che la stampa francese è unanime nell'invocare, come al solito, la protezione inglese e nel fingere di credere che la Germania non seguirà l'Italia fino in fondo, nella vertenza che si è aperta con la lettera del conte Cumo all'amba5ciatore François Poncct. Eppure i fr:mccsi dovranno persuadersi che è Riunto i I momento di regolare una volta per rutte le questioni pepdenti con l'Italia. Sono di ,·ecchia data. Risal~ono al Patto d1 Londra, all'accordo di San Giovanni d1 :\!oriana. Gli accordi del 1935 dovevano trovare una SO'!tilnzialccontropartita in un atteggiamento amichevole della Francia verso l'Italia dura,He l'impresa di Etiopia. Facn,mo parte della nostra preparazione diplomatica. Fu per questo che l'Italia si rns;;egnò ad accettare come compensi , le desertiche sabbie del Borku e del Tihcsti, l'isolotto d1 Oumc1ra e, più ancora, s;i 1ndus5e ai penosi sacrifici riguardanti lo staruM degli italiani della Tunisia. Senonché, non appena l'Italia si trovò ,,.,j:> .. bf1di.t lii Ltiv •u. .i, la r,d,n,.,; .. pc1.:..V nel campo det nostri nemici e aderl alle sanzioni con uno zdo.• una severità, un tecnicismo,, che nel dicembre del 1935 il presidente Laval poteva, senza vanteria, indicare ad esempio alle altre nazioni, che ancora si muo,•e,·ano incerte nel sinedrio ginevrino. Si dirà che alle sanzioni parteciparono altri cinquanta Stati e che non c'è motivo dì prendersela in modo ·speciale con la Francia. f: la tesi del Quai d'Orsay. :\I.i non regi;:-e.Non regge perché, insieme con gli accordi del gennaio 1935, era stato negoziato il pieno disinteressamento• della Francia m Etiopia. Tale dismteres~amcnto (e non c'è sofisma in contrario che valga) significan il riconoscimento, da parte della Francia, della mano libera all'Italia nell'ant1co impero del negus. C'è qualcuno, in Francia o altrove, che pos'ì-a 1n buona fede sostenere che il ~overno d1 Parigi si è regolato in conformità della lettera e dello ~pmto di tale speci::le accordo? Fu per questo, fu in conseguenza d1 tale voltafaccia, che il governo italiano $i tenne fin dall'inizio in una posizione estremamente riservata, e non procedette all'occupazione delle sabbie che retttficaqino • i confini della Libia e dell'Eritn:a, e lasciò cadere il regalo di Oumeira. Fu per questo che evitò la ratifica degli accordi del 1935. Da un punto d1 vista formale la nostra posi;,1one è perfena: accordi non ratificali equivalgono ad accordi inesistenti. Questo ncono5ce la stessa stampa france'ì-1:.È pacifico. '-:on è pacifico, invece, p<:rJ!h scrittori ispirati dal Quai d'Orsay. 11 buon diritto dell'Jrnlia. È quanto resta a ,eder•U. Perché, ad esempio, invece di ahbanddnars1 a dcplorc\'oli escandecicenze, nrm :,1 pro\'ano a dimo::.trare che la Francia ha fatto onore ai suoi 1mpeRni? Perché non ci mostrano quale contropartita, ha ottcnuto l'Italia m nrtl1 degh accordi del 1935? I.a dimoi.trazione è difficile. Allo ,tato attuale delle cose, di fronte alle vistose acquisizioni coloniali della Francia, stanno le sahh1e del Borku e del l'ihe<.,tiper tacere d1 quelle che circondano l'oa"i di Gadames. È, questo, un m1,do di applicare l'art1colo r 3 del Patto d1 Londra? E d1 fronte alle conce'ì-'ì-Ìoni fatte dall'Italia nei confronti della Tuni~ sia. che cosa sta? :0-:ulla.Qua il conto è tutto m no<;;tro pass1\'o. C'C ancora da ricordare l'articolo 9 del Patto d1 Londra, rihadito dall'articolo 8 dell'accordo d1 San G1n,·ann1 di \loriana, che contempla chiarissimam<:nte gli interes<;;idell'ltal1a nel futuro equilibrio mediterraneo, 1n vista d1 una divena sistemazione dei ternton dell'antico impero ottom::ino. Si parla d1 equa con'l1dcrazionc, .di tali interessi. La Francia ha ott<:m.Jtoil mandato sulla Siria. Coo,a ;;1 è fatto per ri1tahilirc."l'cquilihrio mediterraneo in favore dell'Italia, Secondo gli ufficio,;i francc!!-i, l'Italia donchbc stJ.rsenc contenta al quio. ,on poctctono essere in buona fede. *** .-;i,: ,. > DI -e~ .... ~-- •~ -·- ,_, _,_ -, .. --..... , ... ..,,...,,1',....., __ _ ~ . .,.. ..,..._ , ... , .... ~~._. .... -:...•'-•"" ... ._ .... __ S,,.,. t ) l"'"\ ·-X 1 ~~ ).'\O le ru-.~, '.'oignorc>, di-.-.c ~ il servo cinc,.c. Dopo un attimo ripctè la frase, pazientemente, con un certo disprezzo, e una piega sdcgno..a sulle labbra. 11 ,;;crvo era piccolo e rotondo, portava un accollato camice bianco. Sta\'a fcnno c;.ulla porta della carnera buia. la debole luce dr! corridoìo cadeva -.ulla sua faccia, faceva brillare i capelli lucidi e 'iCuri. .\:on di,~ altro, si ritr:i,;;sc acco-.tando con cura la porta, che si richiu..,t• ..e.nn rumon•. ~cll'altra sunza, ricominciava il frastuono. Qualcoo:.a rotolb su un tappNo, poi si udì il rumore di un vetro che si rompeva contro uno "'Pi~olo, un piede pc- ..,antc <-iposò ..u. i frnmmrnti facendoli ,cricchiolare e una voce ma1:;chilc si lc\'Ò alta C' imprrio ..,.,. L'uomo grida\'a. :\fa la donna aveva più fiato di lui, ,,prì la fim·,tra e ,_j mi'-<' ad urlan: a ,quarci.1~ola, poi ... j voJ...edi nuovo vcr- ,o l'int<·rno, urtò un tavolo, frcr c-aderc t?;li ~rltl che rrano "-Opra. Lo straniero ,;;j alzò a ..r.drre ,ul lrtto, arcr"<' la lurr, g-uardò l'ora: erano ..o.Jo Jr tre dr! mattino. I.o "1ranirro ..u. ono il C<tmpancllo pt•r chiamare ancora il -.trvo e andò ,tlla fin<',tr,t. Di lì pcu·va vC"de-re,..,po~enclo<-i un poco, la ,crna nella stanza vicina. L"n ~io\·;.motto in pant,lloni corti, con l.t carniri.t di <.Na lucid.1 di -.udort e i c 1p<'lli sn,mpo-.ti . ..,t,1vadi fronte J. due g-iovani donrw: una hi(-.nda, robu..,t;t e ,l.anci~lta con una f,1,;,c:ia ro<.a .,ulla front(' (' ~li oahi furrnti; l'altra, più piccola. bruna. con g-li occhi obliqui, avf'\'a la p<'il<·di uno -.1r,tno colore oli- \·,t\tro; cpwlla ~rida"a ag-itando un C'abmaio dal quale traOOc,·.tva l'inchio- <.tra. qur ..t.a, ..,jJt•nzio,,t r imp;,, ..1. bile, t?;Uard,wa la <".omp,1g-na <' approvava con 1'-nti C("nni dc•! capo, ~ravemrntc, com<",r ,i fo,..sr trattato di \Ottolinrart• un pac1to di,cor-.o. L'uomo ,i .1rcor,e rhr l.1 firH•,;;tiarra aperta, <ht· qualcuno lì a, canto e;uard,,"a <.·tirò ron di- "Pc-tto il cordon,• della wnda. :\f.t. ,tpp<'na chiu ... t, b t1·ml.t ..,j gonfiò d'un tr.ttto come p,·r un colpo cli ,·1·nto e ,j c-hi.in,\ d'inchio ..t.i-o hl11. m1·ntn· il ca• bmaio ,i infran~~'\',t ... 1~ h·e;n() del cla- \'an7ak .\pp;in(• ..,uhito alla firn·..t.r.t la donna hiond,1. ~uarclò fuon un momento, poi ripr<.'')(' .1 ({I 1d.1n·, conw pn far udire le suC" parole a tutto l'allwrg-o. AvC'\'a una pronuncia dura, pien.t di erre ,ceche ed ~·1wrgkhe: un inglc"t: che <'ra l'antitr,i drlla puri<;sima, \'Cllutata lingua di Oxford. Lo 'itraniero non capiva una parola, ma il boJ che, appcn.t chiamato. era tornato ne-Ila ,tan7.a drll'o,pitC' cd a,e\'a atu·..o. silen7io~amcntc gli ordini, di<;;..<iC di nuovo: e Le ru,3C' 1 ... ignore ». ;\'on di,,(' una ru.,,a, ma, come prima, « le I U'i"C» : qu,t..,i chf' quella rag.tu,\ ag-grappata al da\'anzalc della ,tanza acc.rnto non f.m..C. ' una donna i~olata, ma facc·,,c pane di una oscura con~re~a, fo.,..<. " mandat.uia di una pctcn;,a -.otterranca. ;tnonima e inl'luttabik. La. ~ala da pram:o dell'albcr~o era all'ultimo piano, ~ul ~r.mdc tcrra21,o dt'i gratt.1cil'io. Si vf'ck\'a intorno la imm<·n,a e ìrre~olan· città. ~ligliaia di ca,<"tte minmrolc ,;;tringcvano poche centinaia di palanoni, un r-.c'rcito di pigmC'i intorno a pochi e <;p,1e-..atgi ii:;:anti. Lo \tranirro attraver,;;ò la ..,aJaa pa,;;- ..o. incerto. Aveva rilC"tto con cura, 'iU un prontuario, le parole inglc,i che gli p<HC'\ ano ~CrYire pC'r ordinare la cola. zionr. Birra, hi..,tC"cca,c,iffè. minc ..t.ra, grazie, pane: sr la pote\·a cavare. Era arrivato il pomeriggio prima dall'Europa non ;:tvc\·a ne,,una <"s1wrienzadrlla vita in Oriente-. ma gli ..e.cca\'a far la fit?;ura drl nuovo arrivato. Guardò un attimo la liqa dellr \'iv.mdc, Je,.~e i nomi di due o tre piatti sottolineandoli col dito. Poi ,_j mi... <' il tovagliolo sulle {{inocchia <" ..,j guardò attorno. Cinqut" in~lr~i ..ed<·vano ,t un tavolo vicino; port.'\\,ll\0 pantaloni corti e camici<' col collo aperto. S<'nza dire una parola mangiavano. bevevano, si a ..d.ugavano le labbra c·ol tovagliolo. L'unica parola cht~ vl'ni\'a '-PC'"'iO alle loro labbra na; ~ Do,>, e la diceva• no enc·r~ic:unrnt(' (' il bo}' corrcv.t dicrndo e Sì, \i~norr ». c,·,mc per a..-.i. curare prima ;:mçora di rin·v1•r(' gli ordini tutt,1 la 'lU:t prrmura. nell'ese- ~uirli. Du,· -.ignore .1ng-l,,...;_1wm("irano ,t un ,1ltro t,t\.l)lo. p.u1·v,1110vrcrhj..,..,j. mr. g-1.t pn,1111•,a ..c.c·ndrn· 1wll,t tom• □ □ :.: . l-·' .( - I •, .,. ,... ..... ~~~ '7 ......... ,i-- ._, f• ...... . ANNO NUOVO, CARTA NUOVA bJ.. Erano \t·,titc di bi.mt·o, e 11·nt'\,tno l'ombrellino da 'iole lunghi,.simo col pomo d'argento pog-giato al tavolo. Anch'c,'\C mangi,1vano \Cnza intcrrompcr-.i "<' non prr lx-re acqua minerale ghiacciata, ma,;ticavano lentamente, con tenacia. muovendo ritmicamente le guance decrepite e la pelle rugo-..:1 del collo. Qualcuno dj..,._, lì accanto, in una lingua conosciuta: e Che ne ditr;,, ~on ~no meglio le rus"c, a.nche "C fon no un po' di fraca..,,o quando ,ono arrabbiate? ». Lo straniero ..,j volse. L'uomo che gli parlava sede\·a accanto .1 lui : era quello ..t.esso della oottc prima, aveva la ,tcs,a camicia di seta, gli ..,t(.'.s.i pantaloni. ma i suoi caprlli ora C'rano li- ~ci. be-n prttinati. lucidi di brillanti113 . Sorridc-,·a ~oddi\fatto, fumando. Chiamò il boy e free portare due aperiti\·i. « Bene arrivato>, di-..c;,cl,evando il bicrhiere. « Si vede -.ubito chf' "'irte- un llUO\'O \'C"lluto». continuò poi. « Xon cono- ~cete l'.,mhirnte. Altrimrnti non vi ,areblw venuto in mentC" di afT.tcrìar"i, ..t.anc,tte, pc·r t?;UardarC'nella mia ..,tan- '"' S,lrc,tt.· rima..io tranquillo a dormire nel vmtro l<'tto. Avrc ..t.(' capito e he ,j t1att,1,·a di una nt'-"a, -.olt.11Ho di una ru,.<-ache aveva brvuto un po' tmppo e ('OI vino le erano venute rrrtC' prrtc,:.<.•.Capite, no? Voleva ..o.ldi, molti ,oldi. Lei gridava, l'altra (vr la ricordatr? Era una mrn:o---angur, una rag-ana con un po' di "anguc a,:.iatico (' un po' di o:.angu<'portoghr\e nelle \"C'llC' doveva chit·drrmi il denaro. :\fa i J IC' ho mr..,,:.c:illa porta tuttf' e due. J fo Ja,:.çi;Hoche la bionda ,i ..,foga""" un po' Poi ho chiamato il ~uardia. 110. uno di qurlli chr ,t,'.lnno all'ing-re .... ''l ron il cinturone di cuoio, la pi\lola e il ha\tonr, un ru<-'i0anchr lui. eh<' l1a pl"l1'-ato a toglirrmi da.~li impirci. ~(r la ,on cavata con un centinaio di c!olla1i di danni e una manda >. E p<'r "'ùttolineare qurlla "Pic-gazion<' < rdinò d1w altre b1·,·.1mk. « Cominciarono a \'Cllir<' durantr ~li l'!timi m1•..,j ddla ,:ruerra. Arriv.1,·ano .iffamat<·, ..t.;rnthe. ve..,tit<·alla meglio, moitl' .ncvano i bambini att.1<:c;1tialle gonne e i vecchi da 'iO'itcncrc. Per la prim:i. volta i cine'ì-i vedevano gruppi di europei viaggiare nelle tcn:c cla,.._i,mangiare i loro cihi, cercare allog~io nelle ca.'iupolc. Le donne ru~se, chr prima parevano più alleno~ dcJ,!ii uomini, erano ridotte a una vita più mi"l'ra drlle mogli dei coolies. Fuggiv:ino dalla Siberia, \·cnivano da Vladi,·o<;tock e da Chita, confm.e tutte in un ,olo, spaurito e affamato armcnlO. Chi pote,·a diqingucrlc? ~togli di impiegati dC'llc dog,rne, di fun.1ionari, di ufficiali, di nobili, di ricchi mercanti confu~ con le loro "rrve e con le contadine d(.']l'E~tremo Oriente ru"- "0. I treni rrano pit:ni di loro; i ricoH'ri della Croce RO'-<iaerano affollati di profughi; i giornali ingle~i ,tampa- ,·ano lunghi rlenchi di sotto~cri7ioni bcncfirh,·. Le donne ('rano tanto più numero..,(' degli uomini: qucc;,ti er.tno lontani. for-..e sui fronti di gunra in Europ,1, o arruolati da Koltciak. il co• mandante dell'Armat.i bianca. oppure. attrnvcr,o d1i ,a quali tr;wcr,ie, ave- \'ano abbandonato le farnic;lic ». L'inc;le'ic parlava pa<'atamcntr. "Ottolinrando con quakh(· le-nto ,'{e~to il <;uo di,C'or..o.. Erano ndla ~rande ..a.la del circolo francr ..C. '.La .~entr andava e vcni\'a Pas(avano gli ufficiali delle m;trine '1ranirre vc,titi di hianco, i mercanti anglo..,a,,.c:ni ,i a,,\'i,l\ ano :ii tavoli da gi()('O, le donne ce1-ca\-ano gli amici al har. « Lr donne che vedete ora >, conti• nuò il Vt'("('hio ingle"<', « vmo le figlie di qucllr profughe, I<' bambine- scese dall'Asia c,trema, dalla :\ianciuria, d.11le provincie marittime dell'impero ru..,,o ,·c•NO il sud, fino a Sciangai, ai';'~ c;rappatc allr gonne delle madri. Che co"a fanno? Tutti i mestirri po,,ibili per una donna. Cht cosa pos!'lono spe• rarr d,dl'a\'\'cnire? Qua-,i null..l, ~<"non spo,arc uno <.tranino per rifar~i uno stato ci\·ilc. Sr non riC',cono a far1:;ispo- ~are, \Ì ag({rappano ugualment<· agli uomini, ai loro amici N1ropci e americani. Sciang.1i non ..,arà più, fra un annn o dur o cinque, 11e..s.uno può dire rs.1ttamrntc quando, la città che \'CdrtC'. Già è r.ldi<almC'nte divC'Na. Divienr un,, ottJ. inr,C' control1;1t.\ d,,i giapponesi. e i bianchi ne sono a poco a JX>COcac..:iati finché un giorno perderanno tutto, anche le Concessioni. Quei rul:iSie quelle russe sono figli della città internazionale; potevano vivere di ..n. etamente in un tempo di traffi<:i intt•nsi, di denaro facile, di allegria, ai mar~ini della prosperità anglo.:.a,"-One.Le cose cambiano ora. Si chiudono le banche. le imprc,;e di com• mcrcio, le industrie straniere. I caba- ' ets lan~ui,cono. Si beve meno, (i gioca ni<'no, ,:.j balla poco. r vapori ingle- -.i e ,uncrirani non ri,.algono più il Fiumr Avurro. Le merci invendute riempiono i magazzini. Noi chiudiamo gli uffici, wendiamo tutto e cc ne andiamo. ~b i rus"i? Dovranno restare e adattar,i. La loro vita f" qui. Questo è il loro orinontc: dalla foce <lf"IFiume Anurro al limite dellr Conccs,.ioni. ~on po~,ono concorrrrr c011i cinesi nei più du1i me..,tieri manuali o n<'Ì (·ommrrci, non J>O"ronoandar via. Restr1;mno. uomini e donne. Formerano una. tcmunità '-Ottomessa ai nuovi padroni. come i ru,-.i res.tati nella :\Lrnciu,ia: i primi pari.i curopri della ..,tori,1mn~lcrna ». La mu~ichrtta portava via l<' parolf' dtl mio compilgno. Le risate alleg-rc coprivano il -~uono di quella voce. \'iera Alcxandrovna cercava l'ufficiale del corpo di 'ibarco americano che le avev~\ dato' appuntamento in quell'angolo dd circolo francr,r C' a, rebbC' dovuto e'ì-,.ere già in attr~a. Sedette 'ili una poltrona e guardò il proprio vi1:;oincipriato, lr ci~lia artificiali, lr lahhra r0S\C' nello "PC'Cchif'tto della bor,;a; toccò l<'g-g(·rme-nt<c'on il mig-nolo l'angolo della hocca : s'ingannava o un piccolo foruncolo la drturpava in qurl punto? Quella piccola macchia ro,._a, quella impura sporgenza sulla ,upcrficic della sua faccia perfrtta, le di(·de un (cnso di m;tJe,.1:;erce di fastidio. Con la lingua spime fuori l'ane;olo dl·lle labhra e inutilmrnte ~i affaticò ad eliminarr quel neo della 'ìUa bcllrzza. Si consolò fi\,_;rndo nello ,pecrhio i qioj occhi ~curi di contadina cauca~ira. Poi, ~tancamente 'ii guardb attorno. L'amica Tatiana hallava con un fun7ionMio di un con~lato ~traniero 1 appoggiando lan~uidamentc la guancia a qurlla dell'uomo. Tamara sedeva lì vi4 cino, al!C'~ramrntc chia<chierando. Riu- ,:.civa ad c,;,sere ~C'mpr<"il centro di una compa~Ì,l dh·C'itcnte. Quel ~uo vecchio av\'0c,1to france,;;c la circondava
di gente giovane e allegra pcrrhé non ~i annoiaot.ot.cF.ortunata lei. .L'americano tardava. Forse, improvv1ot.amcntc, un impegno di ~rvizio lo aveva trattenuto a bordo drlla cannoniera .. Poteva darsi che ci fossero. gravi complicazioni: il pcnc.icro attravrrsò rapidamrnte il ccrvc-llo di Vicra Alcxandrovna, e le parve un pcn~icro divcrtrntc : vedeva già con gioia i cannoni americani sparare contro i giapponesi. Ma quella visione non dmò che un attimo. Il ragazzo avrebbe potuto mandare un biglietto o far telefonare, anche ~e era ~oppiata la guc.:rra. Pa~,;ò il direttore della Bombay B,rnk ;,e le free un cenno di saluto e Addio> le di'i,c ·sorridendo, ma Vi~ra non ri~ 'iJ)OSC. L'in~lcsc in fondo alla sala continuava a parlare_ Raccontava, ora, la -,toria di Vicra. Per ragioni di affari a~f'va conmciuto il padre di lei, im• piegato alle dogane di Vladivostock prima della guerra. Era dovuto 1:;cap• pare con tutta la famiglia dura'ntc la guerra civile ; tra fuggito quando le truppe intcrn,izion,1li si erano ritirate dalll' regioni dell'ex.impero che ave. vano occup.1to. La famiglia si era ~ta• bilita a Ticn•t..,in e a sedici anni la ragana era ~tata in~aggi,ua come bai• lerina in un cabaret. Poi era venuta a Sciangai. Simile a quella, in ,ost,rn• za, era la stori., di tutte. Invece che ballerine talune erano operaie, impicgatt·, dattilografe, o cameriere nei caffè. Una generazione di r.1ga.;,zc nate e cre1:;ciutr in Cina. senza radici nel paese dove vi,cvano, !icnza pa1:;,;ato, srnza avvenire. L.t bellezza e la gio- \Tntù aiutavano le più fortunate e <;pregiudicate a campare la vita. Su alcune ,i raccontavano 1:;torie romantiche; rivalità di generali cim.'1:;ie di banchieri 1 di armatori e di contrab• bandieri di ogni razza ,;j erano intrecciate al loro <lt•,;tino.Altre erano lìcom• par,e per 'iempre nell'interno. ~(',;;,;un con'°lato <;i era intcrcs,;;ato alla sorte di qucllr donne;. gli amici non avevano saputo più nulla. Forse vivevano come concubine nrlla calia di un !ZCnerale o di un mrrcantc indigeno. Come una pietra cade in uno ,;tagno e le acque ,;i richiudono silcn,io\e su di rs• sa dopo il tonfo, co,;;ì quelle ragazze erano sprofondate ,;enza la'iciar traccia nel cuo[c della Cina. Le ragaz'le portavano sorridendo, senza sforzo, sulle loro spalle ben tornite il peso di quella fama. Saprvano che un giorno potevano avere gli uomini più ricchi di Sciangai ai loro piedi e il ~forno dopo ,;alt.uc il pasto. Facevano con,;umare in vini e liquori centinaia di dollari in una sera e abitavano nelle più desolate casupole limitrofe alla Avenue Joffrc, là !un• ghissima arteria della Concessione francese. Portavano pelliccette di volpe e lavavano con le loro mani la biancheria. Pochis'i1me avevano vanterie nobiliari. Di solito lasciavano alla gene• razione più anziana, alle madri invecdliate nella mj.,eria, la triste e sterile rivendicazionC' dr) passato: loro erano completamente nel presente e nell'effimero. Viera Alexadrovna si alzò dalla poltrona, :'vli'ic ~tto il braccio la borsetta con uno ~catto, risolutamente, come un soldato che imbracci il fucile, e andò con passo cianico verso il bar. Ur. tò sulla porta sc11:1achiedere scusa un uomo che non si era fatto da parte per )a,;ciarle il pas'io e guardò intorno per cercare qualcur.o. Non ,apeva chi : un conmcrntl' 1 cercava, che fosse di• ,;posto a pagarle la c('na e i liquori. Vide il direttore della Bombay Bank che teneva in mano il bicchiere di cuoio dri dadi. Stava curvo sul banco del bar per vedere il .risultato del colpo. Viera guardò 5Cn7..adisgusto la testa quasi calva, coperta di chiaz7C· rosse, la pelle che si affio~iava fuori del colletto della camicia, gli occhi piccoli e arros,;ati. Se le avessrro ricordato l'ufficiale americano, il bcll'ufficialc bruno e aitante che raccontava tan• OMNIBUS i'AGJNA 1 POLITIOA FILATELIOA: FRANCOBOLLI DELLA BOLIVIA E DEL NI0ARAOD.A te C0'iCd' ivertrnti mi pac\i al di là del Pacifico1 si sarebbe stupita. L'aveva dimenticato imieme al foruncolo se• polto sotto il rossetto. Fof'.c se ne !klreblx· ricordata la 1:;cra, lcv.'.lndosi il trucco davanti allo specchio. Pas,ò ,cm.".."c\ s1:;evr ista accanto al ban• chic-re, a'isorto a calcolare il risultato di un nuovo colpo dei dadi. U<1cì ~ul• la veranda dove i \·cechi re1:;identi si adunavano ogni sera a bere e a chiac• çhicrarc. Qualcuno, guardandola, dis• se un complimento. Girando, annoiata, nella bìblioteça, \'icra udì qual• che fr:1mmento della conversazione: « Ilankau ... le dogane ... ì F:iapponr,i ... il prezzo dell'oro ... •· Quando quei si• gnori ,;j sarebbero deci..,i a cambiare argomenti? Sul grande tavolo centrale della bi• blioteca. c'erano mucchi di !Ziornali europei \"Cechi di un mese. Una intera settimana del Times, una pila enorme di carta stampata, ~iunta tutta in,ie• mc il giorno prima, tronc~giava al centro. Virra crrcò di lcggcre qualcoc:a1 fatico ..arnentc compitando una parola dopo l'altra. Si trattava di uno ~trano annuncio pubblicitario: era l'appello di un O\ìpizio pC'r vecchi indigenti ai suoi benefattori perché lo c;occonc'\- 1,ero ancora. Sti7.zita per e..1:;c~iaffati• cata a decifrare quella paludata pro'la umanitaria, depose i grandi fol{li del Tzmrs. Le pagine pubblicitarie di una rivista americana le piacquero di più. Vi .:;ivedeva gente ben vc'itita. vi <;ivedevano uomini ~rridenti con la pipa in bocca, ra({azze al vol:lntc di stupende automobili, vecchi sereni, villette ben co,truitc col giardino intorno, salotti col caminetto acceso. A poco prcz7o, lag~iù. si poteva comprare quella felicità. Non c'erano i cinc-.i. in America, que<itidannati cinesi che volevano 'lempre essere pagati troppo per oe:ni <;Crvi1io1 che u11av.1no per la strada, ,;Cn• za riguardo, le r.i~azzc bianche, che <;,pargcvano in tutta la città un odore cattivo, un lezzo qual era quello, ri• cordava, dei campi di Vladivostoc.k appena concim:1ti. u~cì nella 'itrada senza fcnnar'-i a guard,1re1 nel salone d'ingresso. b gcn· te vestita da sera e chiamò un ricsciò. Ne accor<1ero quattro i urtandosi, urlando con le loro voci roche e aspre, i cool,u ~i contr,;ero quella cliente. Viera Alexandrovna gridò ai coolies un insulto in cincM!, uno di quelli che aveva imparato da piccola a Tit'"n• tsin, giocando per la strada con i bam• bini cinc;;i. Stese 1:;ul rozzo ~edile di tela un ampio fazzoletto e ,;alì 'iUI ricsciò, sollevando la gonna per non in- 'iudiciarla contro le ruote. CARLO BEDINI POLITICA FILATELICA Nel ct·ntro dt'I Sud-Amr-ica $000 immcn,,r:odi.neSt' di t('rra, in part(' a.ridr, in partt" pantanOSt", in cui vi\"ono rolo pochi indiani \t'l\"aggi. Una gran partt' di quen(' tcrrl' formano il Gran Chaco e fac(':vano p.irtc, da Ct'nlinaia d'anni, dt:lla r('pubblica del Paraguay. Erano complt:tamente aUbando. nate e nessuno se ne curb ma.i: finché ,i si 1rovb il petrolio. Appt'na si t'bbc:-qualche ,('ntOrt' d('lla rie• chczza che quel d('~eno nucondrva, il Pa. raguay si affrcuò a mandare un reggimento di wld:ui per fart' atto di posst>sso. La Bo. livia, alla sua ,·oha, a\'rt'bb(, "oluto fare al• tre11a1Ho, ma si tro\"b nella impo~~ibilità di farlo perché era stata prnenu1a dal Paraq:uay. Come potc,a mandare 1ruppe n1"1 Gran Chaco senza pco,ocart" un conflino con le truppe del Paraguay, eh(' ii;ià \"Ì si erano stabilite? E com(' si sart'bb«- mai po• tuta gius1ificarc una guerra simih·, in cui la Bolivia avrebbe assunto chiaramcnt(' la parte dcll'a'(grcssorc? ,\llora il go\"crno l,o. li\"iano immaginb un modo veramente originale di rare atto di possesso: reee st.am• pare una serie di francobolli, nei quali era di~cgnata una carta gt-ografica della Bolivia, e il Gran Chaco ru, in effigie, incor• porato ~lb. Boli"ia. > Appena i nuO\"i franc0bolli cominciarono a diffondersi, l'ira del paragua)'ani ~coppiò veemente: le dimostrai.ioni popolari, ad Asunci6n, contro l'ambasciata boliviana si susseguirono sen1..a tregua, di giorno e di notte, un Kgrctario dell'ambasciata fu mal♦ m('nato, alcuni ,ctri furono rotti. Dopo di che, le truppe cbbc:-ro ordine di marciart: ; e scoppib la guerra. Non ci furono che quarantamila morLi • prr un francobollo. Un caso analogo ndl'AmcriC'a ccmralt:. La provincia di ~osqui1a appartene\"a da lunghi anni alla piccola repubblica dell'Hon. duras. E nt:ssuno nt' a\"C\-3mai dubitato, fin• ché, un giorno, il go\"t'rno del Nicar.agua t:bbc l'idea di pubblicare un francobollo, in cui era disegnata una cartina dt'I :S-icaragua, con annessa la pro\'incia suddetta PO<'hr-ore dopo la pubblicazione del francobollo, l'Honduras presentò una nota di protesta al governo dd :-."icaragua Qu('sto finst: di non s.apt:r niente, e persistcue in qut'sto puri10 di vista, se ,i può chiamarlo così, finché lr truppe dt"!l'l londuns si pn·• 1tntarono alla frontiera. Allora il governo del Nicaragua cambiò punto di vista e di• chiarò St"mpliccmentc che non aveva alcuna intenz.ionc di ritirare il francobollo incriPARIGI - LE SUSANNE E I VE00HI0NI minato dalla circolat.iont' L'Honduras mo• bilitò e il conflitto st'mbrava inevitabile, quando si interpoK il prc~ident,. d('gli Stati Uniti. 11 Nicaragua non pOIC\'a non dare ascolto al richiamo di Roosevelt e ritirò i francobolli; ma non poi~ soddisfare l'ul• tf'riorc richiesta ali' J londuras di con~gnar(' anche i cakhi, perché li a\~·a gil ,..('nduti comt' (erro vecchio. Dopo tutto questo, <embrb piuttosto strano che, ora qua ora 11, circola~M- qualcuno dei famosi francobolli. Si frcero indagini C' si accertb cht" i calchi ciano, sl, suti ,·cnduti, ma ad una tipografia che era in ottima u·• laz.iont" col go,·rrno. Fu facilr-, quindi, spie• ~are come mai riapparinao, di 1anto in tanto, i francobolli fatali. Alla fine l'Honduras si ri,olse alla SO<'ictl dellt :-.'azioni, invocando il 1uo energico intcf\·tnto. ~fa il !'-,icara11:ua,come fu infor. mato del passo fatto .dall' Hondura,, si ri• vobe anch'cno alla Socit'tà ddle :\'azioni chitd1·ndo cht" vrni~\t riconosciuta l'anne•• sion(' al \uo trrrilorio della provincia di ~losquita La ra~iont- della richitsta era St'mphccmentc q:rottt'sca che l'Honduras a,cva la,cia10 travorrnc due mr): dal• r,lpparizionc dei francobolli per pre~n1art' la sua nota di prott"sta alla Società dt-lle Na. zioni. Probabilmtnte la raq:ionc del ri1ardo fu la difficoltà. eh(', pt"r uno Stato comf' l'Honduras, presenta la rtdazionc di una noia ufficiale. Comunque, su questi due me~i di ri1ardo, il Nicaragua fondò le sur prele\t". Che f,-ce allora l'Honduras? Di nuO\o conc('nlrb truppe alla frontiera ; e di nuo\"o intcr\'enne Roo,cvclt e fu, ancora una volta, e\ i1.a.10 il pegsio. ~forai,.· c-k,- lddio ricp:1rmi all'Europa almeno la calamità dei funcobolli geo~ra. fìci. t una complicazione di cui non ,i sente il bi$0g·no. IL PAPPAGALLO SAPIENTE Gli annunci economici del Time1 sono sempre affa~cinanti per noi, cosl folti, cd ogni \'Olta ci sì incontrano almeno ~t'ttt drammi, una pochade, e mena trage-dia greca Oggi ( 1 7 dicembre), e.i troviamo un pappagallo, ma as~olutamente cccezionalc: e Carlet10, pappagallo che parla mt'ra\ig!io. sa.mente, gio,ane, buon compagno, sosticnc qualunque conversazione, balla, canta, pian• gc, miagola, ride. Pennt' meravigliose. Ha abitato finora al Grand H0tcl >. Ci ~i domanda, naturalmente, quale sia, dopo C~'<"rvenuti in possesso di simile pappagallo, la neccnità cd il piacere drll<- amicizie umane: C' si conclude per il trionfo ddla mi~antropia, ralle"rata, naturalme111e, dallo <1pr-t1acolod'arte varia che il camrrat.1 pennuto pub organiz:r.a1e in qu3hiasi 1110· mento. ~la <'onfessiamo il nostro rimpian• to, amaro, per i pappagalli di Stcvcnson, che, rizzandosi fieramcn1e ~ulla spalla di un marinaio wppo, foce'"ano risonur: i Mari del Sud di artiuieht- cd irrip('tibili ~. uemmic. A.C. LA OONFERENZADI LIMA (~ LLA baw- dri rc10Conti <:ht"pubblica• ~ vano i qJotidi,,rni, non era facile fani 1lll'idea chiu .. di ql1CI che accad,-va alla Conrrrt"nza di Lima. Dal primo giorno Stati Vniti e Argt"ntina non foro-no d'accordo; si discu,~,. prr due Yttiman,., finché la Conrerenza ..pprovò una dirhiau.,ion,.. di 1olidarìctà piuttouo gcnnica r si sciol1e fra l'insoddi1faz.ione di tutti. ~fa au eh,- vn• ttva il diw-nro? Qut'llo che il leuore di quotidi.mi po1è capirt fu, all'incirca, questo: cht' lo1.dcle• gazion(' dt·gli S. U si baucva in nome drlla cosi d,-ua dottrina di Monroe t che la dc. l('p:-az1onearg1·n1ina si oppone\·;t. Ora, per dottrina di !\lonroc ,'intende c01nun('mente il prindp:o eh,- gli Stati Unili difendono l'indipcndt"nu. di lutto il continrntc ame• ricano. E poiché nc~suno Stato europeo o asia1ico ha mai pen1ato, in questi ultimi decenni, di anentart' alla indi?f>ndt"nia di qualsi,.oglia rrpubblica am,.ricana, né di sbarcare 1ruppc o di far(' roid1 aert'l sul continrntc americano, rieicr diffiC'ile capire contro chi o contro qualt" imminente per;. colo gli Stati Uniti; in nome df'lla sullodata dottrina, in,ocas1.t-ro )a e contirun1ol soli• dorily :t. E, d'ahro canto, St' gli Stati U nit, ron facevano che ribadirt- la dottrina di 1tonroc, t" se questa consta del duplicf' postulato dc-Ila indipcndt"nu americana C' d,·lla dif('sa di qut'\ta indipf'ndcnz.:i. da partt" dc• gli Sta1i Uniti, a eh~ eo1.a mai si opponeva l'Argentina, battendo$= contro la te~i de.~f Sta1i Lniti? LA DOTTRINA DI MONROE li')ER rapire, dobbiamo prendert" le. mo1.~t' lS"' da molto lontano: pr('ciu.mt"ntc dal presidt"nte ~fonroc (' dalla sua dichiarazion('. Xon cr• un ~rand'uomo, codeno famoso presidt'ntc ~tonr<>t', e, Hnrndo dopo uomini comt' Jdfcnon e ~1adiiw>n, appare ancora più nettamente mf"dioc.re. Era un onesto cittadino, molto srmplice, capace, e che 1rae,a un certo prestigio dalle sue solidt' \-illÙ Dupntc la sua pre1.idcnza, 1utta l'Am('rica fu in ebollizìon(': le colonie spagnolf' erario in«>rtc, t" alcune erano già diventate indipt"11dcnti, altre lotta ..ano ancora. L'opinione pubblica d,-e:Ji Stati L'niti era tutta a fa,.or(' df'"li inM>rti, ma il go\·crno l'~itava a rico. nosccrc i nuo"i Stati. Due pt"1icoli erano alrorinon1e: la Santa Allc-anta e la Russia RecC"nteinentc, la Santa Alleanza era intcf'\enuta a :-."apoli, ren.;.u. rando"i l'uJOluti1.mo, t' in Spasna, do\"(' prr mezzo dc!rl"sercito franct"sc ave\"a rimcsw il re sul trono. C'esa da tt'mere eh(' dopo av_er YC$0 al detto re questo primo ~cl"'\ izio, ghene rendeuc un secondo, aiutandolo a ri• conquinarc le colonie. La Russia, alla sua ,oha, ii era stabilita in Arnt'rka nel nord• O\ ht, t:, snluppando il commt"rcio delle pdlicce, si andava an-icinando ali" Oregon che l'~nghiltcrra e gli Stati t.:niti occupa~ \ano m comune dal 1818. Il ~grctario di S1ato Adams, futuro prt"sidcnte ddla repubbliea, lf'me\a che lo zar spingcue la Santa Alleanza a in1crvenire in America con1ro le colonie insorte e che poi si fa. ces.sc pagare dalla Spagna con la ceuione della California, chiudC'ndo eosì il Pacifico allo S\'iluppo dt"lrlinionc. Fu questa duplice preoccupa1:ionc che ispirb la famosa e dot• trina>. Cli S. t;, erano gil diventati una po• lenza bcn di\er,a da quella che erano stati al lt'mpo dC'lla guerra di indipendenza. Il te1ritorio era più che raddoppiato e la po· polazione era quasi triplicata da 4 milioni nel 1799 saill a 10 nel 1820. InoltrC', la g10\·anc repubblica aveva sostenuto una guerra vittorio\3. contro l'ln~hihcrra, dal 181 2 al 1814, per costrim;f'rla a rispt·ttarci ~uoi diritlL di ncu1rali1à o, come si dirà un seeolo più tardi. e la libe1tà drì mari >. Tutta\ia ben difficilmente gli S. U., da soli, anebbcro osato proclamare una co~ì superba dottrina (B:~marck, più tardi, 13 definirà e una impt'rtinenza intl!'rna:i:iona?e se non \'Ì fos~ero stati incoraggiati d.t Canning, \"Olna tenert- in isc;1cco la Santa Alll·an.-:a 11 prc•idente ~lonroc, dunque, dopo a\"C"r con~ultato i suoi due grandi prrdcccs~ri, Jefferson e ~bdison, e ahri capi politici, nel mc·,saggio dC"l dicembre 1823 al Congn-vo inserì alcune dichiarazioni di politica eslC"ra, redatte, a quanto pare, dal vgre1a. rio pC"rgli Affari Esteri John Quincy Adams. Qut'sto testo, alquanto prolis~o e non C\cntcda ripeti2.ioni, si può ridurre a due principi: non intent'nto dcli' Europa in ,\mc• rica e non interHnto dC"~li $tali Uniti in Europa o in 3ffari coloniali europei. 1 ) Il primo principio era forrnulato ìn due propo,itioni Prima di tutto la nota pioclama,·a di frontr alla Ru~sia che l'.\me• rica n(m era più territorio susceuibilc di colonizz.1zione da pane di una pot("nz.a eu• ropca >. L'altra propo,izionf' an•\ a un ca• rattt"ie più generale (", in fondo, comprc-nde\·a la prccf"dt"nte; l'Europa non d('ve più inttr\"enirc in \merica. e Pes qud che riguarda i toverni, che hanno dichiarato e mantenuto la loro indiprndcnza, per la quale noi abbiamo una grandt' con,idcia• 7ione, noi non potremmo con~!dcra1r un intervento di una potcnia europ,•a, a\·t"nte per scopo di opprimerli o di controllarne in qualsi\oglia ahro modo il dt-'1ino (lor thr purpose o/ opprtwng them or 1n an)' othcr ma,111,rrconiro(ljng tht'ir dutiny) che .. come una manifestazione di disposi.-:ionc o'1ile \erso gli Stati L'niti >. 2-a-) 11 secondo principio è, per co,ì dire, l'inver~o del primo: !i!"iiStati Uniti non interver~anno ne~li affa1i delle altrt- potenze, né nei loro ::affari coloniali O('i due principi quello \ namentc clas• sico, quasi diremmo congenito alla politica americana, era il secondo, non il primo; Washington, infat1i, nc-l suo di~cono d'.-iddio, a\'c.va raccomandato al suo pacSC" la neutralità Ora ~fonroe ,tggiungc\"a l'altro principio. In ,ostan.-:a egli dirna alle potenti." Niropi."t": non interwnite nt:gli affari no~tri r noi non int,·rvt"rri mo nei vostri; incidenralmentc, tuua l'.\mt:riC'a divt'ntava un e affare> degli Stati l.:nici. I due principt, e qu("SCOè il punto ca· p:talt-, f'rano in nr,.tta conn,.~sionr-: l'uno era la contropartita n ..turale r necenaria dc.Jraltro. Ora tutta l'evoluiione d,.lla dottrina con• siurrà m qut-,to: cht gli Suti Uni1i pcnf'• guiranno con una inArHibil,- l!"nacia il prin. cipio impouo all'Europa, mt'ntre Jl'tadata• mf'ntt" si affrancht'ranno dalic rt'Hri:,ioni c::ht": I, dottrina imponeva a loro stt:ui. Eui fi. nira.,,no, rosì, non soltan10 con l'eliminare dal loro continentt' qualunque inff.i,.nza che non sia la loro, ma col farvi r•·gnare t,0vrana la loro. Qur-~t.. prc-tna è la forma nuo,a della dottrina di ~1.onrM. molto lon• tana dal librralim10 e d,! di~inv·re .-.amf'nl0 dt>lla forma primitiva tRoz EVOLUZIONEDELLA DOTTRINA ® l EST A e\olu1ione ,~ compì olttta,.·rno Lirir fa~i. ~cl pnmo pt"riodl), ehc .forò una vttanùna d'anni, gli S. U. cncarono di fare onen arr- la dottrina dallt' potenu curop,.e, ma non wmprc vi riu~ci• rono: queuo, per qu,.llo che Ja dourina im• pon,·va ali' Europa. Ma prr quello che cua impont"\·a a loro sws,i, gli S. U. bt-n prc-~to dim<rarono una straordinaria ricchezza di iniziativa. In IOStanza ,-ui ,i anrn·uero, uno dopo l'ahro, una ~rie di vani e ricchi te1ritori in omaa:- gio_ alla dottrina,/' ciOC per impt'dirc che c1<1 cadf"H('rO tf~•\'- mani d,-ll'Europa l'Orcton, la f londa, il Tcxa, poi, in wgu;t 0 alla gut"rra col Mc,~ico, il :-."uovo ~fel• 1Ì\'O t la California; e, piU tardi, J"Ala,ka, che acquistarono dalla Rus<ia La dottrina fu 1rasfonna1a ndl'altra dd e manifesto dt'5tino :t: e lt iJ mani/ot d,- JtrnJ •• proclamò uri prt"siden1r, e cht- la r('pubblic.a. ~i incorpori le comuni1l \ icine >. Il sccando periodo 5i inizib intorno al 1890. Gli Stati l' niti erano gil un grandt" pa"<t"' induuriale e comm<:rdalt', ma tro'"a,ano ~ban.J.t.J. la via alla lol'o e~pan~ionc d.i.lle potc-nz.- europee ; l'America Ialina era, in !;Un p.1rte, nelle mani ddl'I ngh:lterra Al1<,rail vgrt'tario di Stato 81aine ('bbr l'idf'a che la dottrina pote~sc e\<•·rf> anche un buon 1trum('nto di pcnctrazionf' commrrciale. E Co\i la ~i trasformò in un principio di ~olidari('tà morale e- coinmt'rcialt" .1el :-:uo,·o ~1.ondo· il panam<"1icanismo wtco la dirt:zione degli S1ati Uniti. Qualche anno dopo cominciò la fu,. dt'l grande impcriali,mo americano. In nome dt'lla dottrina dì 1-lonroe, nel 1895, gli S U. intervennero violentemente in una controvt'nia di confini fra il Vf'nezucla e l'lnghihcrra (Guiana britannica) dichiaran• do di t'sscre e pra1icamt'ntc i so,.rani di questo contir.ente > e che e la loro \·olontà t'ra la 1,-S&:t'nt'~li affari ai quali ,.,t,.ndf'- ' ano il loro intervento >. Scmpr(' in nome della dottrina di Monroc, pochi anni dopo, nel 1898, rcccro la guerra alla Spagna e si impadronirono di Cuba, di Portorico, delle Filippine, delle Hawaii. Era e manifrsto destino.>. L'America latina. fu sgomenta Lunt;i dal far lega con \\'ashington contro l'Europa, \'Ol"t'\a ora gli occhi all"Europa. Poco dopo, nel 1 903, scoppiò molto op• portunamcnte una insurrcz.ionc nella Colum• bia t" ~i staccò, da eua, una nuo\a r('pubblica, quella di Panama. La quale, no,·C" giorni dopo di ('SSC'rsi costituita, conccss~ agli S. Li la -zona del Canalt- .. \ncora in nome della dottrina di ~1onroc, Roosc\·clt prett"~ di inter, cnire n<"gli affari delle re-• pubblicht" americant· ch<' <i amministra5~ro male; e intt'f\•enn(', difatti, a San Domingo. E il prc-cedcnte (u poi s,·guito per J'l-londuras, per Haiti, per il :S-icarafi";ua. Che dire drll'altra 1cstrizionc, dt"I principio del non inlt'n·cnto ncq:li affari politici del \\.cd1io ~!ondo? Gli $. U. intef'\c:ll• nero allr confer('nlt' di 1lad1id (' di Algc• \ira~ per il ~1arocco, int('rvcnn('ro in Cina. prete,ero in Estremo Oril"ntf' la e ,ovr.1nid d("I P3cifico >. ,\Ila fine mobilitarono , a1 ì milioni di uomini e intnvenncro rwlla !l;ucrra europea. La conclusione è che gli amt'ricani, qi,b. bene da t 15 anni continuino ad in\"ocar(' la dottrina di M\)moe, in rt;altà \'hanno più ,·ohe interamente 1ra~fonna1a e rifatta e qua(i ,i può dire che o~ni gent'razion; abb:a a\uto la sua dottrina di ~lonrOC'. EBi wno r"ma1.1ì rcdeli al nome (e nient'altro che al nome) perché e~so ha la forza di una grande tradiz.ione e- ba.sta a dare a\;a loro politica una paf'\•enza di nobile di~in• tcrcs..tc:.Ma per dottrina di Monroc hanno scmprt" intc,o e intendono o""i qut"llo eh(" meglio risponde al loro interesse. RICCIARDE-11O 1-=I =lotmbn,1938-nu 'OMNIBUS SE'l''l'IMANALEDI ATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA ESCE [L SABATO IN 12·16 PAGINE ABBONAMENTI Italia e Impero:annoL, 42, Ee111eeLtr.e22 E.turo= anno L. 701 acmutr1 L. 36 00NI NUlltR0 llNA 1.lRJ. Ah1101criul, diugni • fotograh. anche le non pubblica\i, non al ~tìrn!1cono. Dlreslo.11.1: R4ma • Piana della Piloti., 3 TelefonoN. 66.470 Am.mlal1trazl.on1: Jililano• Pi1u1 Carlo Erba, 6 TelefonoN. 24,808 PlabbUdtt.:
(PAGINE INEDITE Dl SOREL) III. D UANDO si vede Ciu'\eppc R<>inachrivendicare al Pantht-on del :.uo popolo con '" pari sentimento di orgoglio alcuni fra i e: princip.1li artdici dd mondo moderno > ca pit.1li- ,tico e i socialisti « Las,alle e ~.farx che ne hanno tramato la rovina >, \•ien fatto di domand~r"i se il giudaismo non meriterebbe di c,scrc simboleggiato dalla ridicola ~pJ.da di Giu'-cppe Prudhomme, de'itinata a difrndcre le nO'itre istituzioni cd a combatterle a ~conda dei casi. Anche qua il no,tro autore ha .,cguito pcdi"scquamcnte Bcrnard Lazarc: e Si può dire che gli ebrei sono ai <lue poli della società contemporanea. Figur~mo fra i fondatori del capitali,mo industriale e finanziario e, nel medesimo tempo1 protc:.tano vjolt•ntemcnte contro questo stesso capitali,mo. Di fronte a Rothschild stanno ~larx e Lassalle. Da una parte la lotta per il denaro, dall'altra la lotta crntro il denaro. li CO!-mopoliti'-lnO dello speculatore ~i tr:\'~forma ncll'inte1nazionalismo proletario e rivoluzionario>. Poiché Bcrnard Lazare era stato du• rante vari anni un sicuro intermediario fra i drcyfu,;:;udi e certi agitatori popolari. si comprende che il Reinach lo considcra\Se perfettamente al corrente delle cose );OCialiste. Purtroppo nel t 894 Carlo Marx c1 .l ancora per i francesi una figura lc,:gcndaria. La sua produzione era mali~imo conosciuta. :\'e~suna meraviglia che il La.zare ne abbia parlato in modo così inesatto e superficiale. Fra l'altro, egli ritiene che Marx sia stato e: educato al modo ebraico >, quindi nutrito di « tr,tdizioni che i giovani ebrei di oggi ignorano o di'4:legnano >. Evidentemente egli non ,;apeva che Marx aveva sei anni quando "li◊ padre, magistrato prussiano, credette conveniente far:;i battezzare <"Ot1tutta la famiglia per evitare i fastidi che nel 1824 colpivano i ,uoi correligfon,tri. Dice in proposito Ernesto Scillièrc: e: La '-Ua conversione coatta non dovette coMare gran che alla sua C0\1..icnu, perché, come ha scritto la ma nipote madama Avcling, egli era un ~cnuino france:.e del secolo XVI 11», quindi un ebreo tutt'altro che osservante. Il consigliere di Stato Luigi di Wcstphalen, il cui figlio doveva diventare ministro prussiano e la cui figlia doveva sposare Carlo Marx, era un intimo di casa Marx e, come tale, potè spiegare un'influenza considerevole sull'educazione del futuro sociàlista. Dove ono le tradizioni ebraiche in Marx e intorno a )..larx? Si ripiega, allora, sull'eredità dei caratteri acquisiti. Scrive il Lazare: « Quc~to di,ccndentc di una prosapia di rabbini e di dottori ereditò Ja for.ta logica dei suoi antenati. Fu un t.i.lmudista lucido e trasparente, non imbararu to dalle minute pedanterie della pratica. fu M!mplicemcnte un talmudista che fece della wciologia e consacrò le proprie- qualità originarie di e~e- ~eta alla critica della t.·conomia politica. PJrve animato da quel vçcchio matNiaJi..,mo ebraico che ha sognato in perpetuo il paradiw sulla terra, re- !-pingcndo "cmpre la remota e problematicJ. speranza di un eldorado dopo morte. Z\la non fu soltanto un dialettico. Fu anche un ribelle, un agitatore, un polcmist,1 aspro, che attinse il dono del sarcasmo e della invettiva là donde l'aveva attinto Hcinc: a fonti giudaiche>. Pure ammettendo che simili virtù ereditarie esistes~ro nello spirito di ~Lux, biwgna ri<"onoscerc che tali eredità ebraiche gli sarebbero 'ìtate singolarmente funene. La polemica marxista appartfone al genere meno raccomandabile. ):on rifuggt: dal ricorrere alle ipotesi più frivole, non di3degna le insinuazioni calunnio'i{' cd è pri\'a d'un autentico vigore, perché l'autore è tutt'altro che forte nella cono!-Ctnza degli uomini. Le nitiche che ~1arx rivolge ai professori d'economia politica raramente colgono nel ·gno. Sono quasi sempre semplici argu1ic. t ,tato già osservato che l'ironia gli serve fin troppo a mascherare la fragilità degli argomenti. a cavar-eia quando si trova a corto di buone ragion?. Il sogno di un paradi~ terrci,tre, emergente da una rivoluzione catastrofica. è una invenzione che l'umanità \Crhbra eternamente destinata a far rivivere. Simile ,;.ogno alimenta n<'- gli '-piriti semplici una fiducia sconfinata nelle forze magiche. E Marx è Jit.atotratto da simile ~gno a fraintendere una quantità di movimenti contemporanei. Paragonando :Marx a un talmudi~ta, il Lazare ha indubbiamentevoluto alludere alle teorie così prodigiosamente nebulose, che occupano un poi,to cospicuo nel Capitale e che ,lei 1894 erano considerate come il capolavoro della dialettica ~ialistica. La gente di una certa cultura oggi le considera un inutile verbiage. Ricordo di sfuggita che Arturo Labriola ha demolito una volta per sempre qucs;to preteso e capola\'oro »1 mostrando quale enorme cantonata avcs~ preso Carlo ~farx quando ~•illui,edi poter introdurre ndla economia politica i principi che Fcuerbach aveva as;sunto per spiegare, e Dio ,a come, le ori~ini del Cri- "tianesimo. In quel tanto che l'opera di ~1:arx racchiude di serio e di durevole è impo:-.sibilc..,corgcrc una quabia,i traccia della cultura ebraica. lo pcmo, invece, che ,i debba lasciare ad Israele tutta eologia può suggerire a~li avventurieri. I profeti d'I-.rnele non avevano davvC'ro in L:t-.,alle un crede ricono ..c.ibile. Rcnan l'avrebbe indubbiamente avvicinato a Cohelct 1 quc:-,to tipo di ebreo che ha toccato l'c,tn:ma denepitudine morale e di cui ha tracciato un ritratto così crude.Jr. • Enrico Hcinc aveva capito benissimo il fondo sentimentale di La,;:,;:allein una lettera del 3 gennaio 1846 a Varnhagcn von Eme. Lo stC...'-OLasi;allc l'ha pubblicata poco tempo prima della sua morte, perché conteneva uno spiccato elogio della sua intelligenza.. :Ma era troppo ,·olgare per comprendere l'ironia i!ipreaante del poeta. « Que- ~~~, ••. ::-. :...7 ~~~ mente perché questo mondo viveva in confonnità ai propri istinti : quegli i"tinti di immorali,mo, che 'ii incontrano presso quasi tutti gli ebrei che hanno abbandonato le loro tradizioni na1ionali. Madama di Hatzfeldt era singolarmente intelligente, molto colta cd emancipata quanto lo ,i può essere. E,sa aveva intentato causa a suo ma• rito, uomo debole, dominato dispoticamente dalla baronc3sa di 1!cyendorf, ch'era la sua amante. La causa era eccellente, ma. in altri tempi un a.vvoca.to che si rispettas<;e ci avrebbe pensato due volte prima di "Ostcnere gli interessi di una donna squalificat:1. fece tutto quello che La'i~:-illedc,iderò e prctc~c. 11 socialista belga Dc Pacpc ha perfino <;o,.tenutoche in quell'occasione essa \piegò un tale zdo da non poterla riconoscere come una vecchia amante di Lassallc. Es'-a giunse perfino a sollecitare l'intervento dell'arcivcsco"o di Magonza, Kettdet. perché volc,se intervenire per impedire a un padre ~irannico di violare le leggi della Chiesa costringendo la propria figlia a sposare un altro pretendente. Anivò al punto di far intravedere all'insigne. prelato la po3,ibilità di port.irc al battc1,imo un <'brco. Si recò perfino a Ginevra per incoraggiare F.lcna a tener duro contro la propria famiglia. LONDRA - EBREI OHE FE8TEOOUNO IL NUOVO ANNO OIODAIOO 6694 DAVANTI AL LIBRO DELLA LEGGE quanta la gloria di Lassalle. Bi>0gna, peraltro, intendersi sulla natura di questa gloria. e: L'impeto libertario dei ribelli ebraici rivive >, dice il Lazare, e nell'entusiasta Ferdinando Lassalle >. Un'indagine imparlialc ci porterà a risultati che probabilmente non si accorderanno con questa fonnula brillante. Il Lassalle si avv.rntaggiò sim;:olarmcntc della autorità che in Germania rivestono gli uomini di scienza. Quando intraprese la sua agitazione socialistica, aveva pubblicato un libro tremendamente astratto e confuso su Eraclito l'oscuro e quel Sistema dei diritti acquisiti, in cui la complicazione dei sofismi non riesce a nascondere la nullaggine del pensiero. Egli vanta ad ogni istante il -.icuro pos.scsso della scienza sociale del suo tempo. In realtà, non possedeva che un farra.ginoso bagaglio pedantesco Jitraordinariamente idoneo a mandare in visibilio gli operai. La sua eloquenza era conforme ai dettami della peggiore retorica dema~ogica che sa abu,arc del patetico. Si conservano di lui alcune note mo!- I to buone pct intendere i procedimenti della sua dialettica : e Usare più che si può questa bella espressione: affamare, proletario. Ecco una cosa eccellente. l ,ocialisti e i comunisti cadono facilmente nel tranello. E la stampa dice meraviglia di te. I giurati sono prevenuti contro Hatzfcldt >. Un suo biografo, che pure non na- '-Conde una viva simpatia per lui, ci fa sapere che egli attribuiva un'importanza grandissima alla fama della wa bclle--z:zac,he « si sforzava di mettere in ri~lto con la ricercatezza dell'abbigliamento>. 11 popolo suol designare con nomignoli sprc1..zanti i bellimbusti, ma la storia del boulangismo ci ha dimostrato quanto, viccver--a, li ammiri. Lassalle sapeva quale prei,tigio gli proveni,,;e dalle sue raffinatezze e per qu(',;to « nelle riunioni operaie portava sempre vestiti irreprensibili e ~tivaletti di vt'rnice >. Tutto sommato, per questo presunto eroe del proletariato la politica era unicamente un intrigo che bisognava condurre con tutte le risorse che la psist:1 nuova razza di uomini vuol godere cd ama stare al sodo. Noi, i trapa~- cati, ci inchinavamo al cospetto dell'invisibile. Noi aspiravamo a carc1.ze umbratili e al prof umo di fiori evanescenti; noi eravamo forse più felici di questi rudi gladiatori, che marciano con tanta fiercua ver..o.. il supremo agone>. Enrico l lcine esagera l'idealismo dei suoi coetanei per meglio calcar la mano sulla ripugnanza che provava per i politicanti. La grande questione per questi e rudi gladiatori > era quella di vivere una vita di esteriorità in tutto simile a quella delle ari<;tocrazie oziose, imprevidenti e irreligio~e. Quando Lassallc divenne ricco, gra1ic alla contessa di Hatzfcldt, tradusse in atto la sua ambizione di paruenu in meno a gente che aveva in comune e l'assenza di ritegno, i gusti spregiudicati e la completa indifferenza al giudizio morale del mondo>. Era CO'.,Ì fiero dei ricevimenti che poteva offrire che, facendo la corte alla signorina di Docnniges, ritenne di buon gusto vantare la propria tavola. « Ho sempre desiderato una donna che sapesse apprer.rare cd amare i vini delicati. :vt:ettcrcmo a largo profitto la mia cantina>. La~sallc si rivelava un bel tipo di ebreo contemporaneo. Si è cercato di scusare gli aspetti grossolani della vita di La,'>allc, sostenendo ch'egli fu corrotto dalla società di spostati nella quale l'aveva .introdotto la contessa di Hatzfcldt. In questo ambiente « privo di equilibrio, di senso morale e di principi>, Lassallc avrebbe imparato a mostrarsi senza scrupoli nella scelta dei mezzi. lndiffcrentr ad ogni principio, quC"itagente gli provò tanto bene che la morale borghe\C era una posa cd una millanteria. che egli impo-.c all'aliwciazionc generale dei lavoratori tedeschi il barone di Schweitzer, rhe doveva poi ~ucccdergli nella 'direziùne del partit.o e che çra stato condannato per un crimine contro il buon costume! Per poco che si abbia lo spirito di osserva• zione, si riconoscerà facilmente che La1,\allc si .isimefece sc-nza difficoltà a questo mondo equivoco. sempliceMa Lassalle non guardava tanto per il sottile. Smanioso di diventare un personaggio politico, non era per nulla trattrnuto da quelle preoccupazioni di dignità profe\sionalc, che si trovano prcsw coloro che aspirano a diventare dei veri principi del foro. Non avrebbe mai saputo rinunziare ad assumere una parte di primo piano in un affare clamoro~o, che prometteva di collocarlo immediatame11te fra gli uomini del giorno. C'è voluta una bella impuden1.a., da parte dei suoi partigiani, per tra~fonnarlo in una specie di Ruggero accor~ a .-.alvare un'Angelica! Nel 1854 la Hatzfrldt, avendo vinto il prOC<'!-~ 1 a1,\icurò a La-.,;.alleuna rendita vitafo:ia d1 settemila tallrri 1 che co:-.titui\'a, per un tcdc,co di quei tempi, una cospicua fortuna. Per comprendere i rapporti fra mad:1ma di Hat1fcldt e Lassalle bisogna unicamente vedere in costui uno spadaccino delle lettere, che una nobile spostata assume al proprio servizio. Mi pare molto verosimile che se, a partire dal 18621 Las~llc !ii gettò a capofitto nella propaganda ):icxfalh:ta 1 ciò deve essere stato per gli incitamenti della signora di Hatzfeldt, decisa a vendicarsi dì un mondo ari'\tOCratico che l'a\'cva cacciata via. Dopo la morte dell'agitatore, C!-'-avolle sfrutt.u-ne il cadavere portandolo in mezzo ai gruppi di oprrai del Rrno. Quando ,;.j conobbero, nel 1846, c-.~a contava quarantun anni, lui ventuno. Secondo ogni veri<.imiglianza essa fu la sua amante, finché Lassallc volle averla per tale. J rapporti sessuali sono una ba~attella di ne..-.unJ. importan;,:a per una donna emancipata, e un'avventura di tal genere con una contessa dovrttc sembrare una gesta gloriosa al nostro giudeo. Più tardi cs-:a lo circondò di una vera corte bizantina che portava ali<' st<:11<il' genio del grande uomo. La sun condiscendenza per il suo spadaccino \I manifestò soprattutto nel 1864, quando LassaIle volle sposare Elena di Doenmges, non ostante la contrarietà della fami~lia. Non diver- \<.micnte dai ~npcn-.anti, madama di Hat1feldt ritc-neva una simile unione pc'i.~imamcnte assortita. Eppure essa Gli intrighi amorosi che portarono al duello in cui Lassalle perdette la vita, meritano di eS,!,.ersctudiati in tutti i loro particolari, perché questo personaggio è forse il tipo classico di quegli avventurieri, uomini di lettere, paz.zi di orgoglio e rivoluzionari, che esercitano una parte così rilevante in quC'sti tempi agitati. I clinici potrebbero trovarvi materia µcr -.agaci osservazioni 3U quella che e!)Sichiamano « nevrosi s('mitic,1>. Nella signorina di Docnniges l'eredità materna appare CO'-Ì evidente, eh(· possiamo ben dire di avere davanti a noi due perfetti tipi israelitici. Ci si è meravigliati che questa storia non sia mai :.tata portata sulle scene. Z\Ia i protagonisti tradiscono troppa instabilità i>Cr intcres.\arc davvero un pubblico di spettatori. Educata in un ambiente di artisti da una madre pochissimo premurosa dei suoi doveri, ~provvista di qualsiasi principio religioso, Elena di Docnnigc3 mancava di ogni volontà. In Las.salle, invece, si \'Cdono passare, con quell'imprevisto che è proprio delle immagini caleidoscopiche, i molteplici clementi del suo carattere: la vanità pretenziosa del democratico divenuto famoso, la in~ania buffonesca del romantico, la gro,;.'1.0lanitàdel ruffiano. Le apparizioni sono spesso così bizzarre, che ci si domanda, a volte. se lo spirito di Lass.allc non ~ia stato, talora, s.otto l'imperio di un genio allucinato. La\\alle aveva scontato in anticipo il fatto che una r:1gazza1 nota per la \ua estrema leggerezza, sarebbe caduta facilmente in un tranello al quale molte donne serie e.rano state accalappiate. ~1inacciata di disonore, mercé indi- -:crez:ioni, Elena avrebbe indubbiamente accettato di subire una nuova esperienza di quel che es.sa aveva chiamato in una lettera e la potcnz..1.demoniaca del suo satanico amico>. ~ vero che suo padre stava vigile a far la guardia, ma egli era un diplomatico bavarese, e il nostro capo dell'associaciazionc dei lavoratori tedc-.chi aveva saputo ottenere la protezione del governo di Monaco. E un funzionario del ministero degli Affari Esteri era ..t.ato addiriuura 1,pedito a Ginevra per indurre la fami~Iia a subire almeno in parte le esigenze dell'agitatore ,ocialista. Si org<minò, così, una scena t.hc aHcbbc potuto figurare degnamente in una delle noqre vecchie commedie. Elena avrtbhe dovuto dichiarare la su.t volontà in uno strumento not:l.- rilc. Dopo di che, Las,alle l'avrebbe ,<..·rmone~giataper due 01c al co..,pctto dei genitori, lo spirito dei quali era troppo ~mmuffito per comprendere il ,uo gtmo. Elçna di Docnniges ha con~ervato un p<.•s;..,imroicordo delle pcr:,0nc cui Las• salle fece ,dlora ricor.o J>l!rehélo aiuta~.c. ,o nella fo!.ca impresa. E)sa le accusa di averlo scn-ito malissimo sotto l'azione della I fotzfeldt, che avrebbe voluto, a quanto essa riteneva, impedire il matrimonio. Se avesse pO'i.seduto un po' pili di buon -:cnso, avrebbe dovuto riconoscere che La'\"-J.lle aveva imposto loro dei piani semplicemente ridicoli. La Docnnigcs. aveva ..o- ~nato di cs.~crc la eroina di un idillio dt•gno di figurare accanto alle più squi,itc in"cnzioni poetiche. La -.ituaz.ionc era tutt'altra. 11 ~uo eroe le as- \<'gnava una parte in un'opera buffa, nella quale piimcggiavano i pettegolezzi della cuoca di casa Docnnigcs. Quando una giovane orgoglio,.a della propria bellc1..zapro\'a un dhinganno di tal genere, non manca mai rli umiliare con tutta la crudeltà di cui è capace gli importuni, la cui presenza le fa avvertire il lato prosaico della sua -~ituazione. Fu co~ì che Elena mandò a \pa'-SO b I {atzfeldt, che, per assolvere un compito di mediatrice, assumeva le arie di fata protettrice. L'inviato del ministro e il colonnello wizzero Rustow, che L.h:-allc aveva incaricato di rappl'e.sentarlo presso la famiglia1 le foccro l'effetto di quei filosofi alla Molièrc, di cui ogni parola provoca il riso. Il matrimonio era '-lato vivamente de,idcrato da Las3allc che aspirava unicamente a comacrare in una maniera clamorosa la sua fama di uomo chic. li noMro eroe aveva sperato nella condi--cenden1a della madre. Le andava ripetendo di voler entrare per le vie più n:g:>laii in una famiglia univcr,itari.i. Solo per questo non aveva approfittato delle circostanze propizie che gli aveva offerto la estrema i1t1prudcnza di una piccola pazza. Essendosi imbattuto in difficoltà impreviste, ~però di poter imporre il matrimonio alla famiglia con una specie di colpo di Stato, che avrebbe fatto tra:.alirc di stupore la Germania con- ~ervatrice. Che cosa avrebbero mai pcn~ato i buoni borghc~i vedendo l'arcivescovo di Magonza, Riccardo \Vagncr e il re di Baviera proteggere un ebreo rivoluzionario, contro un professore testè insignito di titoli nobiliari, che non gli voleva dare per spolia la figlia? Un capriccio della signorina Dcennigcs mandò all'aria tutte queste belle combinazioni. Ma lo spirito di La-.salle era ricco di risorse e immaginò, allora. una tragedia che avebbc dovuto oltrepassare, in stravaganza 1 i più celebri drammi romantici. Do}>O avere urlato al ciclo terribili imprecazioni, intimò al padre di dargli ragione con le armi delle vessazioni che il suo feroce umore di cavaliere non poteva più tollerare. l mp<"dcndo ad un avventuriero ebreo di onorare la figlia coi suoi favori, Doennige:. aveva evidentemente calpestato le leggi della cavalleria! Deliberato a suvcrare gli stc~si eroi spagnoli, La)-:allc non potè fare a meno di mettere a nudo il fondo ignobile della sua natura. Scrisse al padre che non i,j voleva disonorare sposando una sgualdrina. E questo affronto non gli parve sufficiente. Elena era corteggi.ata da un giovane studente rumeno. Janco Racowitza, che doveva spo..-arla dopo qur\tC Vicende. LaS!->alletrasmi-.e al rivale una copia del bel cartello che aveva indiriz:1ato al padre. Vi aggiunse spiegazioni dc11tinate a fargli capire che l'onore della ragazza era stato perduto alla pemionc Bovct. Ianco ri,po- ~e all'affronto da knone, e.on un invio di padrini. Las-:alle accettò con gioia il diversivo che doveva chiudere il \UO dramma, tanto più che si riteneva matematicamente sicuro di ammazzare l'imprudente rumeno. Ma n(•lla mattinata del 28 agosto 1864 il genio protettore degli intellettuali ebrei sonnecchiava e quegli in cui era rinata « la foga libertaria dei ribelli ebraici> fu amma7..zato da un piccolo cristiano. Gli israeliti farebbero molto bene a rc11pingere la fantastica filo~fia della storia di cui Giuseppe Reinach si è co,tituito garante. AJisumcndo una dottrina così as3urda per esaltJ.re il loro modo di vivere. essi finiscono col render neGcs:-.arioun certo antiscmiti,mo. Nessuno penserebbe mai, fra noi, di considerare gli ebrei come nemici del paese, !ie co,toro comentisscro a vivere da ~mplici cittadini, esercitando un qualsiasi meqicre onorcvole 1 occupandosi delle loro opere religiose, cooperando ne-Ila mi,ura del pO'i'-ibilc alla cultura gtncralc. Di:-.graziatamente1 gli intellettuali ebrei si dànno l'aria di pie. coli messia e la loro razza si crede obbligata di sostenerli in queste assurde pretese. Per avere il diritto di dirsi e artefici delle grandi trasfonnai:ioni >, gli scrittori ebrei < accaniscono contro il patrimonio spirituale dçlla nazione alla quale ,ono stati att~rcgati per le vicende dcll'crnigr..tzioll(.'. Avventure di tal gene, e non possono non provocare legittime collere. Un popolo che fo..,5etanto vile da sacrificare a cuor leggero agli ironisti ebrei il deposito delle sue tradizioni meriterebbe di conoscere le peggiori catastrofi. GIORGIO SOREL (trad. di Mario Mi.ssiroh).
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