Omnibus - anno II - n.52 - 24 dicembre 1938

l'li.IPPO IV, BE Dl :&1'1.8~ A. (partlcolan di 11.1. qudn dì Veluquu1 Galleria l'iU\. - Fo\, Allu,rl) (OONTllfC'J.Z. DJ.l li'VHEBl l'JlECBDENTI) I RO già nel sesto mese, quando ~ il duca di Nevcrs {1), mio fra- i ~~ tel10, arrivò a Roma per paslà sarvi il carnevale. La gioia di vederlo dopo tanto tempo fu ancora più grande perché non lo aspettavo affatto. Il connestabile fece di tutto per farlo divertire. Avendoci proposto di andare a caccia scegliemmo Cisterna ove trovammo il principe Gaetani che ci ricevette con grandi cortesie e ci trattò con straordinaria magnificenza nei quindici giorni che vi restammo. Tornati a Roma, dove papa Alessandro (2) per la poca simpatia che aveva per ogni R'enere di divertimenti, li aveva proibiti tutti, compreso il teatro, il connestabile, per supplire a quella mancanza, pensò di fare una mascherata il cui argomento era stato preso dalla favola di Castore e Polluce. Mio fratello e il connestabile impersonavano i due eroi. Seguiti da una sc.hiera di cavalieri, erano preceduti da un uomo sotto forma di cigno, imitato con tanta arte che, se la natura ne avesse prodotti di così grandi, tutti si sarebbero ingannati. Recitavano poi alle signore i versi seguenti : Questi d'amor e /e' duoi vivi lampi Figli d'Etereo cigno Van con genio benigno Seminando di gioia i Latii campi, Sori la gemina luce Di Castor et Polluce, Che con accese voglie Ascosi in queste spoglie, Lascian d'Etra i luminosi chiostri Sol per arder, o Belle, a gli occhi vostri. Ai tanti divertimenti di quel carne• vale, seguì il dispiacere di veder partire mio fratello, che mi promise però di tornare per il mio parto : il quale avvenne il sette aprile, giorno della incoronazione di papa Alessandro. Ebbi un bambino che arrecò una gioia incredibile al connestabile e a tutta la sua famiglia, che molti voti aveva fatto per questo. Quantunque la gracilità e lo stato pietoso in cui era venuto al mondo facessero dubitare che vi potesse re• stare a lungo, le feste furono tuttavia grandissime e i doni molto ricchi a coloro che portarono per primi la notizia. li cardinale Colonna, considerandomi come la causa principale di questa gioia, venne a complimentarmi e mi regalò mille pistole e dei gioielli. Dopo i quaranta giorni, appena mi fui rialzata, mi dovetti preparare a ricev~rc la visita del Sacro Collegio, delle principesse e delle altre dame della città. Ricevei questa visita coricata in un letto che doveva servire per i miei primi parti e che invece servì quella volta sola. La sua novità e magnificenza suscitò l'ammirazione generale. Era una specie di conchiglia che sembrava ondeggiare in mezzo a un mare, le cui onde servivano di basamento; queste erano rappresentate così bene che si sarebbe detto non vi fosse niente di più vero. La conchiglia era sostenuta dalla groppa di quattro ~avalli m~ini? montati da altrettante sirene; gh uni e le altre così ben modellati, di una ma.- teria così tersa e di un oro così brillante che tutti gli occhi si sarebbero ingannati e li avrebbero creduti di quew::, prezioso metallo. Dieci o dodici Cupidi, quali ganci amorosi sostene- '\"JlTIO le cortine di un brocca,to di oro ricchissimo, lasciato cadere negligentemente in modo da poter vedere solo rquello che meritava di esser visto: serviva infatti più di ornamento che di velo. Poiché mio figlio stava assai meglio ed io mi trovavo in tali condizioni da poter dare al connestabile la speranza di un nuovo successore, aumentò tanto la sua gioia che in tutta la vita non ha mai dimostrato di essere più contento. Per•esserlo completamente non gli mancava che di vedere anche me soddisfatta; per questo, a dir vero, nulla tralasciava. Volli approfittare di queste disposizioni favorevoli proponendogli di condurmi a passare il carnevale a Venezia. Mc lo promise; ma Sua Eminenza. il cardinale mio zio, credendomi incinta, fece qualche difficoltà a permetterlo. Vinto finalmente dalle mie preghiere, - lo assicurai di non esserlo affatto, - partimmo verso la fine di autunno. Fu un viaggio piacevolissimo, tanto più che il connestabile mi permetteva di fare tutto ciò che volevo : andare in carr01.Za o a cavallo e, molto spesso, perfino a briglia sciolta. Questo però fece sì che, arrivata a Venezia, abortii. Rimasi a letto solo quindici giorni, dopo i quali rimasi incinta per la quarta volta. Ho avuto la fortuna, durante tutte le mie gravidanze, di star sempre bene, sicché potei passare quel carnevale molto allegramente, in teatri, festini, balli e altri divertimenti; giocando alla bassetta c.ol duca di Brunswick (3), il duca di Mantova (4) e altri nobili che il desiderio di divertirsi aveva attirato a Venezia e eh~ stavano con noi quasi tutto il giorno. IX. Mentre fra tanti lieti passatempi io temevo solo di lasciare una città dove ci si divertiva così bene e cl.i tornare a Roma, il connestabile mi disse che era nocessario assolutamente decidere la partenza. Non voleva, essendo la mia gravidanza molto avanzata, mi accadesse la stessa disgrazia che mi era capitata arrivando a Venezia. Confesso che quest'ordine, benché me lo aspettassi, mi portò molta pena. Così, per farmi obbedire, fu costretto a darmi la sua parola di tornare a passare il carnevale seguente in una città così incantevole. Dopo di che partimmo, congedandoci da tutti i nostri amici, specialmente dal duca di Brunswick, che si era trovato così bene in noslra compagnia cd era rimasto incantato di tante gentilezze da parte del connestabile. Il duca di Brunswick ci promise di venire a Roma e di i::ondurre con sé la duchessa sua moglie. Feci tutto il viaggio in una portantina e così lentamente che arrivammo a Roma solo al principio dell'estate. Ai primi di novembre, alla vigilia della partenza del cardinale Colonna per la Spagna, ove si recava a prendere l'infanta Margherita d'Austria (5) per condurla all'imperatore, partorii un secondo figlio, dopo aver passato in questa città tutto il periodo del gran caldo, reso ancor più insopportabile d;illa mia gravidanza. Non si può dcscrivere la gioia di Sua Eminenza nel vedere la successione della sua famiglia assicurata da un nuovo rampollo; non contento di testimoniarla con le parole, la accompagnò con doni assai più belli e ricchi dei primi. Per l'assenza del cardinale, il connestabile ebbe la disponibilità dei suoi beni, la cui amministrazione era stata lasciata a Sua Eminenza, qu<'ndo era a Roma, Poco tempo dopo andt1mmo a Cisterna, dove il duca di Br1'1"nswick, che era giunto a Roma con la duchessa sua moglie, ci venne a cercare e stette con noi tre giorni. Il connestabile ed io ci mostrammo molto riconoscenti di una cortesia così grande, e, da parte mia, lo ringraziai infinitamente per la puntualità con cui aveva mantenuto la parola datami. Non parlerò qui della generosità, del valore, della cortesia, della magnificenza, né dei mille modi nobili e gentili di questo principe. Sono qualità conosciute oome il suo nome. Appena arrivata a Roma, andai a far visita alla duchessa sua moglie, e trovai nelle sue maniere, nel suo carattere, nel suo spirito, e perfino nel suo modo di vestire, un compendio di tutte le perfezioni più incantevoli della cortesia più perfetta di Francia. In questo tempo, mio fratello, che era andato a Venezia, ci scrisse con grandi insistenze di andare a trovarlo. Cosa che fu possibile solo a primavera. Ci mettemmo allora in viaggio, per trovarci là ali' Ascensione e vedere quella celebre festa e quella famosa fiera che attira da tutte le parti di Europa curiosi e mercanti. lo ero allora incinta; tuttavia, poiché viaggiavo con un po' più di precauzione della prima volta, non mi accadde niente di spiacevole né per la strada né durante il tempo che restammo a Venezia. Dopo aver visto la meravigliosa festa di cui ho parlato, partimmo per Milano, al principio dell'estate, che passammo molto piacevolmente fino a settembre. Il connestabile fu allora costretto ad andare in Spagna con mio grande dispiacere cercato di consolare in mjlle modi dalla marchesa di Los Balbascz, dal marchese suo marito e da mio fratello che ci aveva voluto accompagnare fino a Milano. X. La morte di re Filippo IV (6) cambiando molte cose fece anche mutare idea al connestabile e lo spinse a tornare dopo essere stato solo quindici giorni in quella Corte, in cui la grande solitudine, e d'altra parte l'impazienza di rivedermi, non gli permisero di fermarsi più a lungo. Per scxld1sfarc dunque questo desiderio e mantenere la parola che mi aveva dato di essere di ritorno per i'I mio parto, tornò passando per la Francia e fu a Milano verso la fine di novembre. Gli andai incontro con sua sorella, provando tanta gioia di rivederlo quanta pena avevo provato per la sua assenza. La notte stessa del suo arrivo, come benvenuto, gli df'tti un terzo successore. Essendomi costato questo molto più degli altri due, fino a mettermi in pericolo di vita, presi la risoluzione di non farne altri per non espormi più a simili pericoli (7). Risoluzione che non sarebbe stata valevole senza il suo consentimento. Dopo aver molto pregato !'ottenni finalmente e posso dire che mai irr tutto il tempo che siamo stati insieme, mancò alla sua parola. Fatto que~to accordo, io non pensavo che a ricuperare la salute per andare a pa,;.-.are un altro carnevale a Venezia, dove ci dirigemmo non appena le mie forze me lo permisero. Lo passammo allegramente, tranne un po' di gelosia per il connestabile che cercava di risarcirsi altrove di quello che aveva perduto per l'accordo fatto. Confesso chC!mi addolorava assai che il mantenimento della sua parola mi dove!ise costare tanto. A Venezia furono date opere celebri, tra cui ricordo il Tito, che vidi rappresentare as,.ai spesso con piacere. Passato il carnevale il connestabile andò a Roma con mio fratello per degli affari, e ne tornò dopo tro- settimane. Poiché conoscevo Venezia meglio della prima volta, provai ancora più dispiacere a la<:ciarla. ~1i sembrava che non vi fosse città più piacevole, né alcun'altra dove ci si divertisse meglio. ~a il connestabile, che cominciava ad a\'ere meno compiacenze per me, tanto più insisteva di andar via perché vedeva che mi dispiaceva. Andammo a ~ilano, dove io cercavo di passare il tempo come in qualunque altro luogo: il giorno in pa~eggiate e sontuosi banchetti la notte in concerti che facevamo e~guire in piaz-a Marino, abituale luogo di ritrovo per i nobili e la più bella passeggiata della città. La nostra comitiva aumentò per la venuta di molti nobili che volevano trovarsi aWarrivo dell'imperatrice. Appena essa fu a Milano, io andai a riverirla in abito da lutto alla spagnola che avevo preso per la morte del ca:dinale Colonna avvenuta a Finale per una malattia contratta mentre acc.ompagnava qucst,1 principessa. Sua Maestà mi accolse con molte gentilezze e mi disse che nell'aspetto e nelle maniere io esprimevo quello che l'abito diceva. Adulazione con cui mi voleva porre al disopra delle altre donne, perché nessuna c'è che non creda che le usanze a cui è abituata non siano le più perfette. Dopo essere stata un mese a ~ilano, l'imperatrice continuò il suo viaggio per Vienna, dove il connestabile non volle accompagnarla, quantunque io molto lo pregassi. Non renderei giustizia al suo animo generoso se dice~i che glielo impedì il timore della spesa. In verità l'amore che egli aveva per mc, e che era assai diminuito, non gli permetteva più di usarmi certe compiacenze. Non durai altrettanta fatica a deciderlo di tornare a Venezia perché questo era anche il suo desiderio. Io però non vi passai bene il tempo c.ome le altre volte, perché le mie stesse condizioni erano mutate. Ero continuamrnte tormentata dalle mie gelo.;ie, rese più che giuste dal racconto che ogni giorno mi facevano degli amori del connestabile ; provavo molto dolore che altre approfittassero d~lla mia sterilità voluta ; già mi vedevo ridotta a soffrire per questo molti dispiaceri. Allora, come se mi fossero mancate ragioni sufficienti per tormentarmi con la gelosia, la sorte me ne portò nuovo argomento, e nella mia stess..1c.asa, nella persona di una marchesa che venne ad abitare con noi. La sua gioventù e la sua bellezza le attirarono gli sguardi di tutti. Quelli del connestabile non furono esenti dal comune tributo. Quand'anche io non avessi interpretato così i suoi sguardi, i suoi sospiri e le sue premure, nessun'altra interpretazione mi sarebbe stata possibile. Confesso che il mio risentimento era grande, quantunque non lo manifestassi. Quello del presidente Donaville, che mio fratello aveva condotto a Roma, era poi ancora più grande del mio, perché considerava le premure del connestabile come un ostacolo troppo grave per raggiungere la sua vittoria; senza contare l'ostac.olo altrettanto grande, alle sue intenzioni amorose, nella concorrenza di Quaran• ta Lupuli, un rivale pieno di belle qualità naturali ed acquisite. Finito il carnevale cd anche l'inverno, ci rimettemmo in cammino per tornare a Roma passando per Bologna, dove il Cardinale Legato ci ricevette e ci trattò molto splendidamente. La marchesa, che viaggiava con noi, vide accrescersi ancora il numero dei suoi ammiratori. Ma il più innamorato di tutti e chi diede prova della sua passione con un sacrificio insolito ai nostri giorni fu il Quaranta Lupuli, Profond.1mente umiliato nel vedere il suo amore disprezzato, si abbandonò tanto al dolore e alla gelosia che, a una giornata da Bologna, preso da febbre violentissima, in pochi giorni pose fine alla sua vita. 4 - (continua) MARIA MANCINI (I} Fìlippo Giuliano, l'unico maschio superstite dei nipoti del Mauarino (1641. 1707). (2) Alessandro VII Chigi. (3) Ernesto Augusto duca di Brunswick, vescovo luterano di ÙJnabruck, aveva sposalo Sofia, principtssa Palatina, nipote di Giacomo II d'Inghilterra. (4) li famoso Carlo Il Com.aga. di <M,i:;g~;n~; s~:;c:: tdis~~;i: !~~: d'Austria, sorella minore di Maria Teresa ~noglic di L~igi XIV, sposà Leopoldo I, imperatore d1 Germania. (6) 1665. (7) La rag·one era un'/\ltra. li connrstabilc, nella relazione con altra donna, aveva awto proprio in quei g'.orni una figlia cui aveva posto il nome di Maria. Maria mori vecchissima in un monastero di Roma, I PR.OCESSI CELEBRI . 1h[ri 1 ~~;2ft~&ht~W s:s·o_·· :····_.' .:·,: _'._ ·._!_,!../:' ·, .•• ,,._.·: .·_. -~- ::':;~ .-,:~·._:·~·.·: -;t~tt(I.- ~ta·- g·en'tJt*,:·~~ · iddéss~ ··ecc&ne'Ia storia uera nella r,ita.e -in . tr.ibunalè.- . ;' .. ' QUESTI LIBRI DEVONO ESSERELETTI E MEDITATI DA TUTTI PERCHÉ RISPECCHIANO LA VITA E COSTITUISCONO GRANDE MATERIALE DI OSSERVAZIONE, DI ESPERIENZA E DI EFFICACE INSEGNAMENTO RICORDATE? • RICORDATE? 320 pagine - 4 tavole 1-t. 350 pagg. - 3 schizzi• 2 tav. f. I. Lire 10.- Lire 12.- "1 rllJJeta npaross~m co\le~rvo. I linciaggio iun ladro rredisacri RICOl_lDATE? RICORDATE?. ~ . 260 pagine • 3 tavole f. t. Lire 8.- 200 pagine Lire 7.- PROSSIMAMENTE Ant.onlo Quartulll Bruno OaHlneW Libero Crlfò IlprocedssiSoocrateGlisquartatori LapastoredliSlaeioi Fernando d.'At.ena Nicola Romuald.t Ferruccio Lluut Lefossemacabre li processo Murri IlpastordeiFoodl Mario Arca.mone Gtoa.cchino De Vlncent.la IlprocedsseollpaioetaIlproceLssuocCaortese IN PREPARAZIONE •llre opere, di: Mario Pittaluga, Rocco Salomone Bruno Cassinelli, G. Mastino del Rio, Volfango Valsecchi Gull~ Rocco, Mario ferrer8, Gino Romoll, Mario Giulio, Mario Grieco. (~:\.·:•' ' ""•.·: '·.~ • .. _, ,~-.. ,, .. -.-_-:,"(•_; ' ,•• ,·;,' Comini"iorii e p~en~ia,;or•ii Ìn turre: le b~one e. ·co:freftelibrerie· de~f_1,a1_;~ t ;e; d~fl'~~tff_~~{-d~~,~~~m!npl_r es,s~:"1:.Ed;1'!.~e, _'"·i~~ •\·.:·· :-· . · :.- .i·>}_'!$~·; MfL~~o.:-:k~)':Jj?~.t.1,s.~~I~ =Lai, • ~ •..;.1(.;J.,.. ,.,,...,.,,.!\<:. ·•,.I,,_.~•-"· ,,·.,,. :~-:

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